-PROLOGO-
1705
In
una notte lontana, quando ancora il progresso dell’uomo non era entrato in
funzione e quando ancora non c’erano re a governare la terra, una donna bagnata
dalla pioggia e sola dava alla luce una bambina che non sarebbe mai stata sua.
Ancora
ricordava quella stupida notte nella quale i suoi aggressori si erano divertiti
con lei fino a farle concepire quella bambina che ora davanti a lei piangeva,
quella piccola creatura dagli occhi azzurri e dai capelli marroni.
Una
bambina nata dal terrore, dal disprezzo, ed era questo che la donna provava per
lei: disprezzo, puro disprezzo.
Si
ripulì, la depose tra le radici della quercia madre e la maledisse.
“”il tuo aspetto attirerà tutti gli uomini e le tue mani li
uccideranno, non proverai amore e n sarai amata.
Porterai
morte tra gli uomini e terrore tra le donne.
Perché
chi nasce dal terrore porterà morte e gli sarà portato solo disprezzo.””
Detto
questo si girò e si incamminò verso casa, il suo palazzo, il grandissimo palazzo……
del re di Cornovaglia…… ……
… .. ..
..
…. ..
..
.
1720
In
un piccolo villaggio di Cornovaglia una signora di una certa età, bella cicciotta e dai modi poco regali, veniva
seguita a ruota da una giovane quindicenne che nell’aspetto aveva poco a che
fare con lei.
-allora,
mia piccola Isabel, che fiori vorresti per la festa
dei tuoi 15 anni?-
-crisantemi madre-
-piccola
Isabel, i crisantemi sono fiori tristi, perché non
prendiamo delle rose, delle margherite, dei non ti sc…..-
-madre……
per l’amor del cielo,…... voglio i fiori.-
La
donna fece una smorfia di incomprensione e tirò avanti per il banco delle
stoffe.
La
giovane camminava ignara della strage di uomini che faceva, da sempre aveva
questo effetto su di loro.
Da
un po’ non si parlava altro che di lei, la ragazza più carina del villaggio,
camminava fiera in mezzo alla strada, i suoi occhi turchini non avevano vista
per nessuno, e i suoi capelli marroni, raccolti in una larga treccia, si
muovevano piano al tocco della giovane brezza leggera.
Intanto
la donna si era fermata a guardare una bellissima stoffa nera e lucida, come Isabel non ne aveva mai viste, mentre parlava con la moglie
del proprietario…
Isabel si appoggiò ad uno steccato, il mercato di sabato mattina era
una scocciatura, lei sognava di vivere grandi avventure, casomai anche di
cavalcare, e di trovare una donna, una donna che non aveva mai conosciuto, una
dona che odiava, sua madre…
L’aveva
sempre saputo di non appartenere al grembo della donna che davanti a lei
parlava scegliendo stoffe…
Non
le era stato nascosto niente.