Palle di neve.
Una
tormenta aveva coperto Londra, costringendo gli
abitanti della grande metropoli a rintanarsi in casa, solo pochi erano
i
temerari che uscirono dalle rispettive case per recarsi al lavoro, una
di
questi era Hermione Granger, il nuovo Ministro della Magia.
-Ministro-
la chiamò un uomo dall’atrio appena mise piede
al ministero.
-Ministro-
ripeté il vecchio uscere avvicinandosi verso
di lei con ampi passi.
-per
fortuna è arrivata. Le ho mandato un gufo poco fa,
deve averlo mancato- la donna si girò appena a guardare il
vecchio soppesando le
sue parole era sempre stato tragico il vecchio Alfred che
continuò il suo
monologo con la sua frase preferita:- è successo un
disastro-.
-disastro-,
disse sollevando gli occhi al cielo – un
altro disastro tipo galline nell’ufficio misteri o cancellini
impazziti che
cancellano le parole che i maestri babbani scrivono nelle lavagne-
-No
peggio. Che cosa vuole che sia essere scoperti dai
babbani al confronto del sortilegio di cui è stato vittima
Draco Malfoy-.
Hermione
si bloccò di botto guardando il piccolo uomo che
le parlava e per un attimo la sua mente si estraniò da tutto
il resto.
Da
quando non vedeva Draco, da quella notte, quella notte
di lavoro di un anno prima.
Quella
notte, il suo cuore riprese a battere e cessò
all’improvviso quando le loro strade si divisero: lui
accettò l’incarico in
Francia e lei divenne ministro della magia.
Per
un anno aveva portato nel suo cuore, il segreto, per
un anno e solo quando era sola e triste, si confortava ricordando
quella notte.
-Ministro
tutto bene?- chiese ancora il piccolo uomo.
-si
tutto bene-
-chi
avete mandato, per spezzare l’incantesimo- chiese
accelerando il passo per arrivare il prima possibile al suo studio e
chiudersi
dentro nascondendosi ancora al mondo, nascondendo il suo cuore al mondo.
-nessuno
Ministro lui è venuto qua, la sta aspettando nel
suo studio- Hermione divenne pallida.
-nel
mio studio- ripeté come frastornata da quella
notizia.
-si
ministro non sapevo dove farlo andare-
-
no va benissimo- disse arrivando finalmente davanti
all’enorme porta di legno, abbassò piano la
maniglia ed entrò nel grande
studio.
Tutto
era come l’aveva lasciato la sera prima, le carte
del processo Taylor, alcune leggi da firmare, i biglietti della partita
di
Ginny e le cartoline di Ron e Luna che ogni settimana gli spedivano da
ogni
parte del mondo ma una cosa quella mattina era diversa
l’odore di sandalo e
menta, il suo odore, l’odore di Draco e il cuore riprese a
battere come un
pazzo.
Camminò
svelta attraversando tutta la sala senza degnare
di uno sguardo l’uomo che si era seduto nella penombra della
stanza.
Un
leggero schiocco alleggiava nell’aria a intervalli
regolari di circa tre minuti uno dall’altro,
sollevò curiosa il viso verso la
parte in cui sapeva si trovava e lo vide. Il suo viso diafano era
contratto,
livido di rabbia, i cappelli biondi ricadevano scompigliati sulla
fronte e una
chiazza di neve delimitava tutta la zona in cui era seduto.
-Malfoy,
ha qualche indizio da fornire ai nostri auror
per identificare chi le ha fatto questo sortilegio-
-No- rispose secco- se l’avessi non sarei venuto da te Granger- mentì Draco.
Hermione, invece, rimase stupita dal tono ancora più gelido
del solito ma poi ricordò:-
tra di noi non è successo niente, ricorda, niente- disse
quella notte e lei
scaccio i ricordi dalla mente, il suo calore dalle mani e le sensazioni
che il
suo cuore provò furono relegate nella parte più
nascosta del muscolo.
Lontano,
sempre più lontano affinché mai potesse
ricordare che quella era stata la notte più bella della sua
vita.
-Granger
stai bene? Sembri sfasata-. Disse il biondo.
-si
benissimo- rispose mentendo.
-allora
da quando sei in questa situazione- disse
indicando la palla di neve che colpì proprio in quel momento
la spalla di
Malfoy.
-due
mesi-
-è
successo qualcosa in particolare in questi mesi-
chiese Hermione abbassando un poco il capo verso il blocco su cui
prendeva appunti.
-hai
tagliato i capelli- disse Draco evitando di
rispondere alla domanda che il Ministro li aveva posto.
Hermione
lo guardò stupita alzando finalmente il viso
incontrando così i suoi occhi grigi.
-ti
stanno bene- disse il biondo e nessuna palla di neve
lì s’infranse sulle spalle per molti minuti, tanti
minuti in cui guardò negli
occhi la donna di fronte a lui.
-hai
notato qualcosa di strano in questi due mesi: hai
conosciuto persone nuove, incontrato qualcuno dei vecchi amici che
magari ti
odia, hai fatto degli sgarbi a qualcuno?- chiese Hermione interrompendo
il
contatto visivo, cosi che, le palle di neve ripresero a scagliarsi sul
biondo.
-conosco
persone ogni giorno Granger, sono un’avocato. I miei
amici non mi odiano e di sgarbi ne faccio da quando sono piccolo non
vedo perché
punirmi ora-ammise il biondo.
-beh
ti lanciano delle palle di neve, non delle
maledizioni senza perdono-
-Le
piacerebbe fossero maledizioni Ministro?-domando acido.
-non
ho detto questo Signor Malfoy, dico che non è grave
come lo vuol far apparire e secondo me sta nascondendo qualcosa- Draco
si alzò
di scatto scrollandosi la neve dalla giacca.
Era
incazzato si capiva dalla sua espressione e dal passo
a mo’ di marcia.
-guardami
Granger- disse.
-guardami-
Hermione
sollevò lo sguardo a sfidare il biondo che stava
con tutte e due le mani sopra la sua scrivania e la guardava con astio.
-vuoi
sapere cosa ho fatto in quest’anno-
-Non
m’interessa Malfoy, ho chiesto cosa è successo nei
due mesi in cui sei stato affatturato, non voglio...-
-ho
scacciato dalla mente quella notte, ma non ci sono
riuscito ogni volta che chiudo gli occhi vedo i tuoi che mi guardano.
Ogni notte.
Ho
cercato di trovarli sulle altre ma nessuna li ha come
te, nessuna e te…sono stato con molte donne e credo che a
una in particolare la
cosa non sia piaciuta-.
-Malfoy-
-sta
zitta e fammi finire-urlò Draco.
-
ricordo quella notte, mi sentivo solo, c’era freddo e
mia madre era morta da poco- Hermione spalancò un attimo la
bocca.
-non
sapevo-disse imbarazzata.
-era
una cosa privata solo i miei amici più stretti
sapevano. Comunque sono andato in un locale del centro, un locale
babbano e
sono riuscito a trovare tra tutte le donne che c’erano
l’unica strega-.
-Malfoy
non m’interessano le tue conquiste- si premurò di
dire Hermione piu perche le sue orecchie e il suo cuore non volevano
sentire, ma Draco ignorò le sue parole e continuò
a parlare.
-ci
sono andato a letto- Hermione sbuffò – ma non ho
sentito niente, solo freddo tanto freddo i suoi occhi erano castani
come i tuoi
ma non eri tu, i suoi capelli ricci come i tuoi ma non i tuoi e poi non
era una
odiosa so tutto, non mi sbeffeggiava mi idolatrava. Odio essere
idolatrato da
persone che non mi conoscono. Così le ho detto che non ci
saremmo rivisti perché
non mi dava niente e lei si è un po’ offesa-
Hermione alzò il sopracciglio
osservando la neve che ricadeva sulla sua scrivania.
-offesa-
ripeté.
-Mi
ha detto una cosa sul mio cuore di ghiaccio e una litania
ma non la ricordo perché mi ha schiantato-
-anche
io l’avrei fatto-
-forse
ti sei persa il punto della questione Granger se
sto in questa situazione è colpa tua-
-mia,
ma sei fuori. È solo colpa tua Malfoy evitavi di
dire alle donne che le usi nessuna ti avrebbe fatto questo-.
-maledizione
Granger io voglio te e non ti posso avete-
urlo Draco facendola sobbalzare. –che vuoi che faccia che
rimanga mummificato. Sono
un uomo ho i miei bisogni-
-dovrei
chiamare Harry questo è compito degli auror-
disse Hermione cambiando argomento e abbassando il viso era colpa sua
era lei
che non poteva, lei che l’aveva rifiutato lei che
l’aveva mandato via scacciato
dal suo cuore per paura del giudizio. Lei era colpa sua aveva ragione
lui era
colpa sua.
-non
osare chiamare Potter e umiliarmi più di quello
che già sono-
-Io,
non ho-
-certo
Granger nega fino alla fine, continua-
-Ma
cosa credi che solo tu hai sofferto, che solo tu
soffri. Dopo quella notte per due mesi non ho fatto altro che piangere,
tutti
mi invidiavano, si complimentavano con me " il nuovo Ministro" ed io mi
sforzavo di sorridere ma ero morta
dentro, non mi sono accorta nemmeno che mi stavo uccidendo, piangevo,
non
mangiavo e dormivo male e poi avevo la nausea-.
Draco
assottigliò lo sguardo.
-ho
perso il bambino che aspettavo- i suoi occhi grigi
erano ora una tempesta.
-immagino
che avvisare il padre ti causasse fatica- le
urlò battendo un pugno sulla scrivania facendo cadere le
cornici che
raffiguravano il magico trio.
-si
la stessa che provo a vederti ora- rispose Hermione
cercando di difendersi invano. Non aveva scusanti lo sapeva bene anche
Ginny le
aveva detto che avrebbe dovuto avvertire il padre del bambino, anche se
ignorava chi fosse…se avesse saputo le avrebbe tolto il
saluto.
-avevi
detto che era meglio dimenticare la cosa-
-ho
detto così perché tu non mi volevi. Tu non mi
vuoi,
tu mi odi che dovevo dire: pensami-.
-non
capisci niente-
-Io
ti amo- dissero in contemporanea bloccandosi poi a
guardarsi con gli occhi sbarrati dalla sorpresa.
-tu
mi ami- disse lui annullando la distanza tra i loro
corpi prendendo con due dita il volto di Hermione e baciandole le
labbra.
Il
suo sapore il suo profumo il suo caldo corpo. Tutto quello
mancava a Draco.
Il
suo profumo, le sue braccia muscolose, le sue pozze
ghiacciate e il cuore di Hermione riprese a battere felice.
Quando
la lingua del biondo chiese l’accesso alla sua
piccola bocca,, Hermione non fece resistenza, non ci riuscì
e non riuscì a
frenare le mani di lui su di lei le carezze sempre più
audaci e i sospiri
sempre più profondi. Fino alle spinte quando il suo membro
entrò nella sua
femminilità.
Dopo
una due e tre spinte decise raggiunsero il piacere
senza mai smettere di guardarsi.
-le
palle di neve non ti colpiscono più- disse Hermione.
-perché
il mio cuore ora non è ghiacciato, sta con la
donna che ama.
E spera di starci per sempre- disse baciandole dolcemente la fronte.
SPAZIO AUTRICE.
Non so come è venuta, mi sembrava un idea carina... che ne dite?.