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Autore: Sherlock Holmes    14/12/2011    6 recensioni
Un graffio sul braccio di Watson, e la vita di Holmes potrebbe cambiare per sempre… O forse no?
Genere: Avventura, Commedia, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Mrs. Hudson, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Se Watson non mi avesse tagliato il sol dello Stradivari, non mi sarei mai recato a Greek Street…
Vi sono anche piante non velenose che danno quelle manifestazioni sul corpo di chi le ha assunte…
La lettera è stata vergata su una superficie a trama rettangolare…
Scossi la testa, irato.
Il Big Ben fece risuonare i suoi nove rintocchi in tutta la città.
Decisi, così, di non andare a piedi.
Fermai un landau a Kengsinton Garden, ordinando al vetturino di dirigersi al numero 13 di Downing Street.
 
Bussai alla porta.
Attesi, nella gelida serata londinese.
Mio fratello, in tutta la sua mole, spalancò l’uscio.
Mi sorrise:- Vieni dentro, Sherlock… Ti stavo aspettando.-
- Non ne dubitavo.- dissi in un soffio, entrando nel salottino, dove Mycroft si adagiò pesantemente in poltrona.
Mi indicò la sedia di fronte a sé, ma rifiutai.
- Tu, Mycroft Holmes, sei il mandante dell’avvelenamento di Watson. Beh, se di avvelenamento si può parlare.-
Mio fratello maggiore inarcò le sopracciglia.
- Hai scritto la lettera di sfida proprio sopra la tua cartelletta dei documenti, che è in dotazione unica governativa… Quando hai premuto il pennino sulla carta, è rimasta su di essa la trama della superficie sottostante. Ma immagino che tu l’abbia fatto apposta.-
Le labbra di mio fratello si distesero in un sorriso.
- Non c’è stato alcun tentato omicidio ai danni di Watson, perché quel graffio che un tuo complice ha provocato sul braccio del mio coinquilino era perfettamente innocuo. Watson non ha alcun veleno nel suo sangue.-
- Come fai ad affermare questo, Sherlock?-
- Perché Watson mi ha tagliato apposta ieri sera la corda del violino, in modo che io, il giorno seguente, e cioè oggi, mi recassi a Greek Street, dal negozio di musica. Infatti, in quel punto, dovevate inscenare il tutto...-
Mycroft ridacchiò.
- Watson non ha bevuto il tè, alle cinque… Mi ha detto che non ne aveva voglia. Ma nessun inglese che si rispetti rifiuta una tazza di tè alle cinque. Doveva avere un motivo più valido.
Lui non è che non voleva. Lui non poteva.
Aveva, infatti, preso un decotto a base di innocue erbe che gli avrebbe provocato, di lì a poco, i sintomi dell’inesistente veleno.
Scommetto che glielo ha preparato, su esplicita richiesta di Watson, Mrs.Hudson. La nanny conosce bene le erbe ed i tempi d’effetto.
I sintomi dovevano manifestarsi alle sei in punto, all’ora concordata dell’aggressione.
Così, Watson ha bevuto l’intruglio in un istante preciso, affinché tutto quadrasse.-
- E secondo te, fratellino, perché avremmo dovuto fare tutto questo?-
Aprii la bocca, ma non emisi alcun suono.
- Allora?- mi incalzò Mycroft.
- Non ho ancora una precisa teoria su questo punto, ammetto…-
- Ti aiuto io, Sherlock. Watson è persino venuto a trovarmi qui, per chiedermi di inscenare il tutto…-
- Continuo a non capire…- mormorai.
- Oh, andiamo, fratellino! Non ti viene davvero in mente nulla?-
Scossi la testa, cupo.
Mycroft sospirò:- Ti volevamo attirare qui…-
- E perché mai?-
Mycroft battè le mani.
In quel mentre, le porte del salone si aprirono.
Un centinaio di persone, tutte lì radunate, gridò in coro:- Buon compleanno, Sherlock Holmes!
Come in preda a un tic, la mia bocca si storse leggermente.
Rimasi immobile.
Watson sbucò dalla mischia, con un sorriso raggiante.
Mi si avvicinò.
Con uno scatto fulmineo, gli menai un gancio destro al volto.
Tenendosi il naso dolorante, Watson iniziò a parlare con ardore:- Holmes, ma che…
- Buon compleanno!?- gli dissi, irato.
Watson annuì:- Volevo metterla un po’ in difficoltà… Ma il pugno era proprio necessario?-
- In difficoltà?- dissi in un soffio – Mi ha fatto preoccupare a morte, Watson…-
- Allora sono riuscito nell’intento. Beh, da solo lei mi avrebbe scoperto… Ma lo ammetta: potrei fare l’attore, vero?-
Con rabbia gli dissi:- La sua pessima recitazione è stata mascherata dalla mia apprensione per il suo stato di salute, Watson!-
Fu stappata una bottiglia di vin freche, e, in quel momento, la festa partì.
- Perché ha fatto… questo?- gli domandai, indicando gli invitati, tra cui scorsi Clarkie, Lestrade e numerosi miei clienti.
- Perché volevo fargliela pagare, visto che l’ultima volta che ho organizzato qualcosa con lei, proprio lei, Holmes, l’ha rovinata.- disse semplicemente.
- A quale si riferisce, in particolare?- gli chiesi.
- Alla cena al Royal, Holmes… Quella in cui lei ha fatto deduzioni inopportune sulla mia fidanzata Mary…-
Mi schiarii la voce:- Le ha già chiesto la mano?
- Non ancora…-
- Tecnicamente, quindi, non è la sua fidanzata…-
- Ci sposeremo, Holmes… E sarà invitato anche alla nostra festa.-
- Alle nozze? Beh, penso che lei e Mycroft dovrete organizzare qualcos’altro del genere per riuscire a trascinarmici…-
  
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