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Autore: winnie343    15/12/2011    1 recensioni
E se Rachel Berry andasse a New York per frequentare l'università, insieme al suo amico Kurt? E se incontrasse una ragazza più bella di Quinn, che frequenta i suoi stessi corsi e che mostra di possedere grandi doti? E se scoprisse che quella ragazza così fastidiosamente piena di talento, condividesse l'appartamento accanto al suo, con un suo ex? E se comparisse ... basta con i se ... la storia è incentrata su Rachel/Jesse, Kurt/Blaine e il caro vecchio Puck.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jessie St. James, Noah Puckerman/Puck, Nuovo personaggio, Rachel Berry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VIII

A Thanksgiving with Friends

Rachel corse ad abbracciare Finn; il suo aereo era atterrato da circa mezz’ora e, dopo aver espletato tutte le pratiche legate all’arrivo a New York, il suo ragazzo finalmente era uscito dall’area bagagli. Avrebbero passato il Giorno del Ringraziamento e il fine settimana insieme; dopo tanti mesi passati lontano, quella era la cosa a cui più la ragazza teneva. Dopo averlo accolto con un bacio caloroso e passionale, la ragazza lo condusse verso l’area taxi, dove presero il primo disponibile. Finn le raccontò del viaggio e di come sua madre e il padre di Kurt lo avessero accompagnato all’aeroporto; le raccontò di quanto avesse sentito la sua mancanza in tutti quei mesi e di quanto fosse dispiaciuto per non averle potuto raccontare di Puck e dei suoi guai. Rachel gli chiese come stessero procedendo le cose per il loro amico e lui, con aria sconsolata le rispose che la Sylvester non voleva sentire ragioni e che tutti i tentativi di Schuester fino a quel momento erano falliti miseramente. Inoltre, le disse che anche il professore, ora, rischiava di essere accusato di favoreggiamento, perché a dispetto della sua solita onestà, si era rifiutato di dire alla Sylvester il luogo in cui Puckerman si era rifugiato. Rachel a quel punto prese un lungo respiro; sapeva di dover parlare e sapeva di doverlo fare in quel momento perché non avrebbe avuto un’altra occasione. Gli prese le mani tra le sue e si voltò a guardarlo intensamente:

  • Finn, devo dirti una cosa

  • Vuoi lasciarmi?

  • Cosa? – Rachel lo guardò perplessa – No! Ma come ti è venuto in mente?

  • La tua espressione non annuncia niente di buono – il ragazzo rispose

  • Ho incontrato Jesse

  • Che? – Finn ci mise un po’ di tempo per comprendere le sue parole – Chi? Cosa? Dove?

  • Beh …. Ti ricordi che ti ho parlato più volte di quell’orrenda ragazza, orrenda non di aspetto, ovviamente, perché sai che ti ho detto che è bellissima, ma di carattere …. Beh .. insomma … lei si chiama Elisabeth … te lo avevo detto – Finn annuì, confuso – quello che non ti ho detto è il suo cognome … lei si chiama Elisaebth St. James

  • St. Jmaes?

  • Si … è la sorella di Jesse …

  • La vostra vicina? Quella che è stata il primo amore di Blaine?

  • La prima e unica ragazza che ha baciato .. non amore … non ti consiglio di usare quel termine di fronte a Kurt … - Rachel lo guardò comprensiva – ad ogni modo ... si …lei

  • E Jesse è suo fratello? – Rachel annuì – quindi lo hai visto quando è venuto a trovare sua sorella?

  • Non esattamente – Rachel abbassò lo sguardo

  • Che vuoi dire non esattamente? – Finn alzò il sopracciglio, sempre più confuso

  • Ecco … lui vive con lei

  • Cosa? – Finn ci mise ancora un po’ per assorbire la notizia – Jesse è il tuo vicino di appartamento? E in tutto questo tempo hai pensato bene di tenerti questa informazione per te? Perché diavolo lo hai fatto?!!

  • Perché avevo paura che questa notizia venisse presa male da te, come sta succedendo

  • Rachel! Quel bastardo è stato quello che ti ha preso in giro, facendoti credere di essere innamorato di te ..

  • Beh .. in realtà lo era – Rachel abbassò lo sguardo

  • Avanti Rachel, chi mai ti tirerebbe un uovo in testa se fosse veramente innamorato di te? – la moretta non rispose – ma come pretendevi che prendevo questa notizia? Festeggiando?

  • No, certo che no

  • Perché me lo hai nascosto?! – Finn la guardò con sguardo accusatorio

  • Te l’ho detto

  • Voglio sapere il vero motivo

  • E’ questo il vero motivo

  • Che cosa è successo tra di voi?

  • Nulla

  • Avanti, non mentirmi, sei arrossita

  • Ti ho detto nulla … lui, comunque, non vuole avere nulla a che fare con me e c’e’ da credergli, visto il via vai continuo di donne dal suo appartamento – Rachel incrociò le braccia appoggiandosi al sedile del taxi

  • E da parte tua? – Finn la guardò, allarmato

  • Nulla! – Rachel si protese nuovamente verso di lui – lo sai che sono innamorata di te.

Finn la guardò in silenzio per un po’ senza dire nulla. Non voleva passare il resto del week end a litigare per un altro, anche se quell’altro si chiamava Jesse St. James ed era stato il suo peggior incubo per un periodo delle scuole superiori. Abbracciò Rachel, dicendole che non gli era piaciuto che lei le tenesse nascosto qualcosa, ma non aggiunse altro. I due ragazzi, dopo essere arrivati nell’appartamento e dopo aver posato la borsa di Finn, uscirono nuovamente. Rachel aveva organizzato un tour che prevedeva una passeggiata a Broadway, un giro veloce intorno alla Statua della Libertà e una visita all’Empire State Building. I due ragazzi cenarono in uno dei tanti locali newyorkesi. I due ragazzi risero e scherzarono per tutto il tempo, raccontandosi le loro vicende. Solo in alcuni momenti la malinconia prese il sopravvento. Era dura mantenere una relazione a distanza, soprattutto quando si era giovani ed innamorati come loro. Particolarmente divertente fu il racconto di Finn delle avventure di Brittany all’officina del padre di Kurt. La ragazza, benché avesse delle capacità innate nel tenere la contabilità, aveva collezionato con molti dei clienti delle figuracce colossali. Eppure, almeno a detta del ragazzo, il suo modo di fare aveva permesso l’incremento delle visite dei clienti abituali e l’arrivo di nuovi. Rachel, con tono critico, fece notare a Finn che probabilmente l’aumento delle attività non era dovuto alla presenza di Brittany, quanto alla sua.

  • Avanti, Rachel! – Finn sorrise dolcemente – sono tutti maschi i nuovi clienti e appena entrano, corrono a parlare con Brittany. Qualcosa vorrà pur dire

  • Sono inibiti da te. – Rachel rispose convinta – sono soggiogati dalla tua presenza e non hanno il coraggio di parlare con te

  • Ah ah ah ah!

  • Non ridere dico sul serio. – Rachel incrociò le braccia – Brittany è molto carina, è vero, ma non ha tutto questo fascino

  • Posso assicurarti che invece è così – Finn sospirò – non hai idea di quanto sia diventata bella

  • Cosa? – Rachel sgranò gli occhi

  • Voglio dire … - Finn mise le mani avanti – non bella come te … ovviamente … non è che io la guardi da quel punto di vista … dicevo solo che oggettivamente è diventata più matura … più .. o insomma hai capito no?

  • Veramente no – Rachel lo guardò male

  • Avanti – Finn sorrise imbarazzato – non puoi essere gelosa di Brittany!

  • Io non sono gelosa – la moretta mise il broncio – è solo che il modo in cui parli di lei … e di quello che fa …. Io vorrei che tu parlassi di me così … significherebbe che passiamo molto tempo insieme … ed invece tu lo passi con lei il tempo e io sento tanto la tua mancanza

  • Non sono io che me ne sono andato – Finn rispose in maniera indisponente

  • E’ vero – Rachel abbassò lo sguardo – questo però non significa che non senta la tua mancanza

  • Anche tu mi manchi, Rachel. Da morire

La ragazza, sporgendosi dal tavolo, si protese verso di lui e gli regalò un bacio appassionato. Questo accese la voglia ad entrambi. Non avevano avuto molte occasioni di stare insieme ed ogni volta, vista la loro scarsa esperienza, non era stato semplice, ma entrambi sapevano che con il tempo tutto sarebbe migliorato. Sentivano di amarsi e sapevano che il buon sesso sarebbe arrivato presto. Pagarono il conto e senza aspettare il taxi, tornarono verso l’appartamento a piedi. Una volta entrati, salutarono velocemente Puck, accampato sul divano, e corsero nella camera di Rachel. Dopo essersi chiusi la porta alle spalle, la moretta fece sedere il suo ragazzo sul letto e cominciò a spogliarsi lentamente. Voleva fare in modo che lui osservasse ogni centimetro del suo corpo, tonico e modellato dai duri allenamenti a cui si stava sottoponendo. Finn sembrò apprezzare lo spettacolo, perché, senza permetterle di andare oltre, ad un certo punto, tra la privazione della camicetta e del reggiseno, l’afferrò, trascinandola nel letto. Sfilandosi velocemente la maglietta, il ragazzo si posizionò sopra di lei, in modo da farle sentire quanto la desiderasse. Rachel sorrise, gratificata, aiutandolo a privarsi del resto dei vestiti. Fecero l’amore, cercando di assaporare ogni istante, anche se non duraturo e poi, entrambi stanchi per la lunga giornata, si addormentarono profondamente.

La mattina successiva, giorno del ringraziamento, fu carico di sorprese per entrambi. Durante la colazione, divisa con gli altri coinquilini, vennero a conoscenza del fatto che il pranzo del ringraziamento sarebbe stato organizzato da Kurt. Rachel trattenne un sorriso, che però non sfuggì al ragazzo

  • So a cosa stai pensando, ma posso assicurarti che questa volta sarò veramente insuperabile, soprattutto perché impedirò a Puck di entrare in cucina

  • Ehi, amico – Noah alzò un sopracciglio, mentre Finn lo guardò perplesso – io volevo solo aiutarti

  • E per dimostrare a tutti che IO so cucinare – Kurt lanciò un’occhiata a tutti – ho invitato anche l’amica di Blaine e suo fratello

  • Cosa? – Blaine e Rachel rispose insieme sorpresi

  • Dovrò dividere il pranzo del ringraziamento con quel bastardo?? – Finn alzò la voce

  • Vedo che Rachel finalmente si è degnata di dirti di Jesse – Kurt gli lanciò un’occhiata di sbieco

  • Vedo che tu non ti sei sperticato per dirmelo prima – Finn lo guardò di traverso

  • Non volevo creare un caso nel vostro mondo incantato

  • Perché hai invitato Elisabeth? – Blaine ignorò la discussione tra i due fratelli

  • Perché è una tua amica, perché l’altra volta è stata una cena orribile e …

  • Perché vuoi farle vedere quanto ci amiamo – Blaine concluse la frase indispettito

  • La cosa ti dispiace? – Kurt lo scrutò

  • Mi dispiace che tu senta il bisogno di dirlo a qualcun altro che non sia io – Blaine si alzò senza aggiungere altro ed andò in bagno

  • Ma perché hai invitato anche suo fratello?

  • Perché senza di lui la biondina non va da nessuna parte – rispose Puck – anzi no … con Blaine va anche senza Jesse. Ad ogni modo dovrai aggiungere un altro posto a tavola

  • Perché? – Kurt alzò il sopracciglio

  • Perché anche Quinn sarà dei nostri

  • Quinn Fabray? – Kurt lo guardò sorpreso – perché?

  • Perché è venuta a New York, mi ha chiamato e io le ho detto di venire. Qualcuno ha problemi?

Era evidente che tutti avessero dei problemi, Kurt non avrebbe voluto passare il giorno del ringraziamento con quella che riteneva essere al momento la sua peggior rivale, ma d’altra parte non poteva permetterle di avanzare oltre sulla linea di confine rappresentata da Blaine stesso. Pochi giorni prima, volendo fare una sorpresa al fidanzato, si era recato alle prove dello spettacolo, rimanendo esterrefatto nel trovarlo abbracciato e preso in un vero bacio con la sua partner. Se ne era andato senza farsi vedere da Blaine, ma in quel preciso istante aveva deciso che avrebbe fatto capire alla biondina che quello era un campo vietato. Rachel non era affatto contenta di dover dividere quel pranzo con Elisabeth e con Jesse, sapeva che non ci sarebbero stati altro che guai e la presenza di Quinn avrebbe amplificato il tutto, mentre Finn semplicemente non sopportava l’idea di dover dividere il pranzo con St. James, aveva già diviso troppe cose con quel ragazzo. Puck, all’apparenza l’unica persona senza alcun problema, in realtà aveva inviato Quinn solo per mostrare a quella arrogante di Elisabeth che lui era un ragazzo degno di aver avuto una ragazza all’altezza di Fabray.

La mattinata procedette abbastanza tranquillamente, ad eccezione delle urla di Kurt in direzione di Puck che indugiava sul divano, non permettendo al ragazzo di sistemare a dovere l’appartamento e le litigate per chi dovesse utilizzare prima il bagno. Poco prima di pranzo arrivò Quinn. Rachel non potè fare a meno di notare, osservandola, che i mesi passati le avevano regalato un aspetto più adulto e più sensuale di quello che ricordava. Le due ragazze, pur non essendo mai diventate grandi amiche, avevano ormai raggiunto una sorta di equilibrio e così si salutarono affettuosamente ed indugiarono per un sul po’ balconcino dell’appartamento a parlare di quello che era accaduto ad entrambe nel tempo trascorso. Finn, pur rimanendo all’interno a parlare con Puck, non mosse il suo sguardo da Rachel. Le era mancata terribilmente e vederla, ora, di nuovo vicino a lui gli sembrava quasi un sogno. Il suo sguardo seguì quello di Noah verso la nuova entrata, rimanendo folgorato dalla bellezza della ragazza che immaginò essere la sorella di Jesse St. James.

  • Ammaliante, vero? – Noah sorrise guardando la sua espressione ebete – peccato che abbia un carattere che annulli tanta bellezza

  • Tu dovresti essere Finn, giusto? – Elisabeth, dopo aver salutato affettuosamente Blaine, si era avvicinata ai due ragazzi

  • Si, sono io, come … - il ragazzo rimase sorpreso

  • La descrizione di mio fratello calza a pennello, anzi, forse è stato anche troppo generoso con te

Il sorriso della ragazza fece comprendere a Finn che non sarebbero mai stati amici. L’attenzione di Elisabeth venne attirata dalle due ragazze sul balconcino. Anche Rachel e Quinn cominciarono ad osservare la biondina.

  • E così quella è la sorella di Jesse?

  • Come fai a conoscerla? – Rachel la guardò sorpresa

  • Me ne ha parlato Puck – Quinn sorrise – non ho capito, però, se è perché ne è innamorato o se è perché la odia profondamente

  • Io direi la seconda – Rachel rispose sicura

  • E’ così terribile come persona?

  • Peggio!

  • E di suo fratello cosa mi dici?

  • Jesse?! – Rachel guardò la sua ex compagna sorpresa – lui lo conosci, cosa dovrei dirti?

  • Che effetto ti ha fatto rivederlo?

  • Nessuno in particolare – Rachel alzò le spalle – ho scelto Finn e lui se ne è andato e mi ha dimenticato

  • E’ quello che ti ha detto lui? – Rachel annuì – allora oggi non ci sarà nulla di cui preoccuparsi, immagino

Quinn rientrò nell’istante in cui Jesse arrivò. I due si guardarono, sorridendosi a vicenda. Senza indugiare, il ragazzo andò verso di lei, salutandola e dandole un bacio sulla guancia

  • E’ sempre un piacere incontrarti Quinn; diventi più bella ogni volta che ci vediamo

  • Grazie – la ragazza sorrise – e tu sai sempre come fare sorridere una ragazza.

  • Se sapevo che saresti venuta anche tu, avrei messo più attenzione nel prepararmi

  • Vuoi dire che le tue due ore a pettinare quei capelli assurdi non ti rendono presentabile? – Finn sorrise sarcasticamente – e comunque, tranquillo, non saresti riuscito a migliorarti

  • Forse Hudson è meglio che fai giudicare a qualcuno più capace di te. Non mi sembri un campione di estetica – Jesse lo guardò sarcasticamente

  • Sarà come dici tu, eppure a dispetto del tuo bel aspetto, Rachel ha scelto me

  • Evidentemente anche lei non è una campionessa di estetica

Jesse sfoggiò il suo sorriso più malandrino, la sua battuta fece sorridere allo stesso modo Quinn ed Elisabeth, mentre Rachel ne rimase offesa. Evitando di guardare Jesse negli occhi, si diresse a passo spedito in cucina, seguita da un Finn perplesso e confuso. Sotto lo sguardo sconcertato di Kurt, Rachel cominciò ad ispezionare nervosamente tutte le pentole sui fornelli. Solo la mano di Finn fermò i suoi gesti sconclusionati

  • Ma che ti prende?

  • Niente … è solo che …. Insomma … va bene non essere più amici, ma offendermi …

  • Ti disturba tanto? – Finn la guardò perplesso

  • No – Rachel mentì, ma poi sotto lo sguardo del suo ragazzo, ammise – si … ma non per quello che pensi tu. Non mi interessa più Jesse … io amo te e basta … però … speravo che potessimo mantenere una dignità … e invece …

  • Ehm … scusatemi – Kurt si schiarì la voce – per quanto possa essere interessato a tutti i tuoi drammi … vi chiederei di uscire dalla mia cucina

  • Questa è anche la mia cucina – Rachel alzò il sopracciglio

  • Cucina che non ti ha mai visto lavorare su un fornello … per cui … fuori Berry

Rachel e Finn, uscirono dalla cucina e tornarono nella sala; mentre Jesse e Quinn stavano conversando amabilmente, Elisabeth e Blaine erano usciti sul balconcino e Puck, solitario sul divano, stava sorseggiando un aperitivo: i due si diressero verso di lui. Blaine entrò in casa per prendere una coperta che potesse proteggere Elisabeth dal freddo. La ragazza, una volta ricevuto l’indumento sulle spalle, sorrise

  • Sei sempre stato attento a queste cose

  • Non vorrei che la mia coprotagonista prendesse freddo – Blaine sorrise – soprattutto in prospettiva della prima

  • E’ solo quello che ti interessa? – Elisabeth alzò un sopracciglio sorridendo – e il bacio? Anche quello era per sincerarti che le mie corde vocali stessero bene?

  • Beth … io … mi sono lasciato un po’ trasportare dalla parte … scusami …

  • Non ti devi scusare … con me non lo devi mai fare

  • Ok – Blaine sorrise – è solo che non vorrei che fraintendessi il mio gesto …

  • Non è che sei tu che stai fraintendendo tutta la tua situazione?

Blaine la guardò perplesso

  • Che vuoi dire?

  • Questo tuo essere così gay … così innamorato di Kurt … - Elisabeth si avvicinò a lui, mentre il ragazzo fece un passo indietro, ma si ritrovò addosso al davanzale – non è che è tutta una situazione costruita dalla tua mente, per sfuggire alla realtà?

  • E quale sarebbe la realtà? – Blaine si guardò intorno

  • Che provi dei sentimenti per me – Elisabeth accostò il suo corpo a quello del ragazzo e gli cinse il collo con le sue braccia – che li hai sempre provati, ma i tuoi sensi di colpa ti hanno impedito di andare avanti e così ti sei costruito una vita parallela, più facile da gestire

  • Pensi che essere gay sia … facile? – Blaine la guardò perplesso

  • Tutto è più facile che ammettere i propri sentimenti – Elisabeth si protese verso di lui – non concordi?

Blaine non rispose, ma rimase pensieroso ad osservare il sorriso della ragazza. Solo quando Elisabeth si avvicinò per baciarlo, il ragazzo, ricordandosi del luogo dove si trovavano e delle persone presenti, si discostò, allontanandola. Senza dirle nulla, rientrò nell’appartamento, trovandosi di fronte Kurt. Il suo ragazzo, dopo averlo guardato intensamente, sorrise offrendogli una tartina. Elisabeth rientrò nella sala, andandosi a sedere vicino al fratello. Jesse, pur conversando amabilmente con Quinn, non perse neanche un movimento della sorella e quando le si avvicinò, la strinse in un abbraccio affettuoso. Anche Rachel non aveva perso di vista un solo istante ne Jesse ne sua sorella. Era preoccupata per Kurt e Blaine e al tempo stesso era perplessa dal comportamento del suo ex. Sapeva che l’amore poteva cessare, lei aveva smesso di provare dei sentimenti per lui molto tempo prima, ma non poteva credere che quel ragazzo fosse tornato a trattarla così freddamente. Inoltre, da quando era entrato, Jesse era sembrato stanco e affaticato e questo, per un ragazzo dinamico come lui, sembrava molto sospetto. Rachel non lo perse di vista per tutto il pranzo, che procedette, nonostante tutto, tranquillamente, almeno fino a quando Noah non disse ad un incredulo Kurt di aver trovato un lavoro. Le domande che quest’ultimo ed Elisabeth fecero al ragazzo permisero di far scoprire alla compagnia che il lavoro era da cameriere-spogliarellista in un locale nella parte bassa di Manhattan. Puck, sostenendo lo sguardo di entrambi, ammise che, viste le sue scarse referenze non era facile trovare un lavoro all’altezza delle sue aspettative e che, rispetto ad un normale lavoro da cameriere, quello avrebbe reso molto di più. Non rispose alle provocazioni della biondina, neanche quando Elisabeth gli fece notare che la linea di demarcazione tra spogliarello e prostituzione, in quel locale era veramente sottile

  • E tu come fai a saperlo? – Quinn sorrise amabilmente – per caso hai frequentato l’ambiente?

  • E’ una cosa risaputa – Elisabeth sorrise a sua volta – non c’e’ bisogno di averlo frequentato. Ma comunque, non penso che il tuo amico Puck possa aspirare a qualcosa di diverso

  • Se pensi questo – Quinn la guardò con condiscendenza – non hai capito nulla della vera essenza di Noah

  • Concordo – Rachel rispose soddisfatta, ignorando lo sguardo perplesso del suo ragazzo – Noah è un ragazzo che vale molto più di quello che sembra

  • Wow! – Elisabeth si voltò divertita verso il ragazzo – hai già due clienti assicurate

Kurt troncò la discussione, portando a tavola il dolce ed ottenendo i commenti positivi di tutti i presenti. Alla fine, dopo aver sparecchiato, i ragazzi rimasero a chiacchierare a tavola, mentre Kurt uscì sul balconcino. Dopo poco fu raggiunto da Rachel, che sorridendogli lo abbracciò.

  • A cosa devo questo gesto? – Kurt la guardò perplesso – forse per la splendida cena che vi ho preparato?

  • La cena era davvero splendida, ma non è per quello - Rachel sospirò – ultimamente non abbiamo avuto molto modo di parlare

  • Ci credo, con tutta la gente che entra ed esce dal nostro appartamento – rispose Kurt – non capisco, però, cosa centri questo con il tuo abbraccio

  • E’ che … stasera sembravi così triste …

  • E’ una tua impressione – Kurt guardò altrove – perché dovrei esserlo?

  • Forse perché Blaine sembra molto preso da Elisabeth?

  • Blaine è gay – Kurt rispose con sufficienza

  • E se non lo fosse?

  • Mi sembra che abbiamo già affrontato questa discussione

  • Si – Rachel abbassò lo sguardo – ma se non lo fosse?

  • Blaine mi ama – Kurt la guardò negli occhi

  • Questo lo so! Però …

  • Però niente, Rachel, io so quello che prova il mio ragazzo per me … nonostante tutto

  • E allora che cosa hai?

  • E’ … - Kurt si schiarì la voce – per via dell’Università

  • Che vuoi dire?

  • Io pensavo che in una città grande come New York, in un college come la Tisch non avrei mai avuto problemi per via della mia … condizione, ma mi sbagliavo

E così Kurt gli raccontò quello che era accaduto alla lezione di recitazione e la discussione avuta in seguito con Jesse.

  • Non ci posso credere! – Rachel sgranò gli occhi – tutto avrei pensato di Jesse, tranne che fosse razzista

  • Io non penso che lui intendesse offendermi e non credo che sia razzista – Kurt alzò il sopracciglio

  • Ah no? Io invece credo il contrario

  • Ad ogni modo non è questo il punto – Kurt la guardò con severità – il punto è che mi sembra di essere di nuovo alla partenza. Come se tutto quello che avessi fatto alla McKinley non avesse alcun valore

  • Oh Kurt! Ma questo non è vero – Rachel abbracciò nuovamente il suo amico - non sei allo stesso punto di partenza. Ora sei consapevole delle tue capacità, sai fino a che punto puoi spingerti e hai Blaine e sei a New York. Avresti mai pensato, un tempo, di poter essere qui?

  • No

  • E tutto questo è dovuto al tuo grande impegno e al tuo non arrenderti mai. Non sei più allo stesso punto e magari non avevi previsto questo … ulteriore ostacolo … ma so che riuscirai a superarlo.

  • Hai ragione – Kurt sorrise – non è un dettaglio insignificante a potermi fermare. Giusto? Noi conquisteremo Broadway

Kurt ricambiò l’abbraccio con Rachel.

Jesse ebbe un comportamento assente e distratto per tutta la durata della cena Si sentiva stanco ed affaticato, ma non aveva molta voglia di tornare nel suo appartamento, pertanto, decise di sdraiarsi un po’ in una delle stanze dell’appartamento. Senza accorgersene si ritrovò nella stanza di Rachel. Ne fu consapevole appena entrò. Tutto in quel luogo parlava della sua ex, i cuscini, le coperte sul letto e tutti i ridicoli soprammobili collocati un po’ ovunque. E poi il profumo che lo stava avvolgendo era indiscutibilmente il suo, sorrise al pensiero che dopo tutto quel tempo, quell’odore misto tra sandalo e vaniglia smuovesse ancora i suoi sensi, nonostante non fosse più innamorato di lei. Si sdraiò sul fondo del letto, appisolandosi. Doveva essere veramente stanco se si accorse solo nel momento in cui sentì le dita sul suo corpo, che qualcuno era entrato nella stanza. Si alzò di scatto, provando una forte fitta all’addome, sorprendendosi nel trovarsi davanti Quinn Fabray. La ragazza gli sorrise maliziosamente

  • Che ti succede, Jesse? Ti ricordavo più dinamico

  • E’ stata una settimana … impegnativa – il ragazzo si stropicciò gli occhi

  • Capisco

I due ragazzi si guardarono intensamente in quel modo particolare che mostra all’altro quanto uno possa essere attratto dalla persona che si trova di fronte. Non si poteva dire certo che Quinn non fosse bella, Jesse questo l’aveva sempre saputo, ma il tempo passato l’aveva resa più sensuale e sicura delle sue opportunità. Il ragazzo aveva avuto le sue esperienze e sapeva distinguere quali fossero le ragazze da alte aspettative da quelle di una notte senza impegno. Rachel e Quinn appartenevano sicuramente alla prima categoria, ma al tempo stesso, sentiva nella biondina che aveva di fronte, il desiderio crescere. Le si avvicinò, non perdendo mai il contatto visivo.

  • Non credo che sia una mossa intelligente – Quinn rimase immobile, sorridendo

  • Perché? – Jesse le sussurrò

  • Rachel non te lo perdonerebbe mai

  • Rachel? – Jesse la guardò stupito – cosa c’entra Rachel in tutto questo?

  • Beh, è evidente che ti interessa ancora

  • Ah si? – Jesse sorrise – e da cosa è evidente?

  • Dal fatto che sei seduto sul suo letto – Quinn continuò a sorridere

  • Volevi che scegliessi la stanza in cui Kurt e Blaine faranno sesso per riposarmi?

  • Hai ragione – Quinn annuì divertita – meglio quella in cui Rachel e Finn lo fanno

Jesse non le permise di aggiungere altro, afferrandola per le braccia e catturandole le labbra con foga. La ragazza partecipò al bacio, in fondo era a New York, la città delle opportunità e Jesse era sempre stato dannatamente sexy. Quinn lo spinse con il corpo sul letto, provocandogli un dolore intenso. Il ragazzo la scostò velocemente, trattenendo una smorfia di dolore e toccandosi istintivamente l’addome. Quinn, preoccupata, tentò di alzargli la maglietta per vedere che cosa avesse, ma il ragazzo glielo impedì

  • Avanti, fammi vedere, sono un medico

  • Frequentare il primo anno della facoltà di medicina non fa di te un medico – Jesse alzò il sopracciglio contrariato

  • Però mi permette di dare un’occhiata

Quinn, senza indugiare, gli alzò la maglietta: sull’addome di Jesse vi era un esteso ematoma.

  • Ma cosa diamine ti è successo?

  • Nulla

  • Avanti! – Quinn lo guardò con sguardo serio – è evidente che qualcuno ci è andato giù pesante

  • Già – Jesse sorrise – sono cose che capitano

  • Se non vuoi dirlo a me, magari lo dirai a Rachel o a tua sorella – Quinn si alzò dal letto

  • No! – Jesse la bloccò – lascia fuori da questa storia mia sorella e Rachel … non mi va di sentirmi le loro domande per le prossime tre ore

  • Allora? – Quinn incrociò le braccia rimanendo in piedi

  • Diciamo che questo è il risultato dell’aver voluto difendere per una volta il vostro amico di porcellana

  • Kurt? – Quinn spalancò gli occhi – cosa c’entra Kurt in questa storia?

  • Beh, diciamo che alcuni studenti della Tisch non lo trovano particolarmente simpatico

  • E’ per il fatto che è gay?

  • Mmmh … forse .. non so – Jesse alzò le spalle – diciamo che il suo atteggiamento da diva non lo aiuta a conquistare simpatie

  • E del tuo atteggiamento da diva? – Quinn lo guardò scettica – che cosa dicono?

  • Ah ah ah … - Jesse rise – in verità, mia cara Quinn, da allora sono un po’ cambiato

  • Se lo dici tu – la ragazza lo guardò poco convinta – ma ancora non ho capito

  • Mettiamola così, ho evitato che alcuni tizi lo prendessero a pugni

  • Facendoti prendere a pugni tu

  • Esatto

  • Jesse, è da matti – Quinn lo guardò perplessa

  • Lo avrebbero massacrato .. io almeno me la sono cavata con poco

  • Poco? – la bionda lo guardò incredula – tu me lo chiami poco? Devi andare in ospedale

  • Figurati

  • Permettimi almeno di metterti una pomata per gli ematomi – Quinn entrò in bagno – ci sarà qualcosa di utile fra tutte queste stupide creme che Rachel porta con se

Jesse rise, ma non si oppose alle cure di Quinn. La ragazza lo obbligò a togliersi la maglietta e cominciò a spalmargli un unguento sull’addome. Nel momento in cui il ragazzo si stava rinfilando la maglietta, entrò improvvisamente Rachel che li guardò indignata, poi dirigendosi verso Jesse lo aggredì

  • Io non posso crederci!

  • Credere a cosa? – Jesse coprendosi velocemente l’ematoma, rispose con calma

  • Mi distraggo un attimo e tu provi a portarti a letto la mia amica in camera mia; come se non ti bastassero tutte quelle sgualdrine

  • Guarda Rachel che hai frainteso – Quinn tentò di frapporsi fra i due, mentre nella stanza entrò anche Finn

  • Lascia stare Quinn – Jesse allontanò la biondina con un gesto della mano e si pose di fronte a Rachel – cosa è che ti disturba, Berry? Il fatto che stia con Quinn? Che abbia altre ragazze? Che siamo nella tua stanza? E perché dovrebbero disturbarti queste cose? Io e te non stiamo insieme, non siamo neanche più amici

  • Quinn però è una mia amica

  • Quinn è adulta e non ha bisogno del tuo aiuto

  • Si, invece, quando si tratta di te. Tu le donne le tratti come oggetti. Te le porti a letto, fai credere loro chi sa che cosa, e poi le scarichi come nulla

  • Io non illudo nessuna, Berry, non prendo impegni che non posso mantenere e non prometto amore quando non ne ho da dare. Non sono te! – lo sguardo di Jesse si fece duro

  • Cosa? – Rachel lo guardò sconvolta – che cosa vorresti dire?

  • Quello che ho detto – Jesse sorrise crudelmente – o non è forse vero che per tutto il tempo che sei stata con me, non hai fatto altro che pensare al tuo adorato Finn?

  • Sei tu che mi hai tradito, scegliendo il tuo team. Sei tu che mi hai ingannato non dicendomi apertamente che eri lì solo per via di mia madre

  • Ma quello che ti dicevo … a proposito dei miei sentimenti era vero … non ti ho mai mentito …. mentre tu, di te non si può dire lo stesso

  • Questo non ha nulla a che fare con Quinn e con il fatto che voi due stavate per fare sesso nella mia camera – Rachel mantenne lo sguardo fermo – sei un bastardo e sono contenta di aver scelto Finn … mi avresti tradito dopo neanche un giorno

  • Chi ti dice che non lo abbia fatto quando stavamo insieme!

Lo schiaffo che Rachel gli diede fu forte e immediato. Jesse non ebbe il tempo di evitarlo, ma rimase fermo a guardarla con sguardo ostile, anche dopo averlo ricevuto. La ragazza si guardò la mano, sconvolta e poi guardò lui. Non riusciva a credere di averlo fatto, non che Jesse non se lo meritasse, ma ciò che la sconvolgeva era la rabbia che aveva messo in quel gesto, come se a lei dovesse interessare qualcosa del fatto che quel ragazzo stesse per fare sesso con la sua amica. Jesse aveva ragione, Quinn era adulta e poteva decidere cosa fare della sua vita. Certo, avrebbe potuto ribattere che quella era la sua stanza, ma quante volte il luogo non aveva fermato lei e Finn da avere atteggiamenti del genere? La rabbia era dovuta alle parole di Jesse sul fatto che durante la loro breve relazione lui l’avesse tradita. Si, quelle l’avevano ferita. Tutto avrebbe pensato, ma non che per quel ragazzo la loro storia non avesse significato proprio nulla. Finn e Quinn si guardarono increduli,sentendosi degli estranei in quella discussione che sembrava appartenere solo a Jesse e Rachel.

  • Ma come ho fatto a stare con te? Come ho fatto a perdonarti per quello che hai fatto? – Rachel cominciò a scuotere la testa - sei … cinico, freddo, maschilista, razzista

  • Razzista? – Jesse la guardò perplesso

  • Si, Kurt mi ha raccontato del modo in cui lo hai trattato – Rachel puntò i suoi occhi su di lui – il modo in cui gli hai detto che lui non potrà mai avere successo a Broadway per via di quello che è

  • Te lo ha detto lui?

  • Non con queste parole, ma si me lo ha detto lui

Il ragazzo dai capelli ribelli, sorrise malinconicamente

  • Beh, questo conferma l’idea che hai sempre avuto di me … cinico, freddo, maschilista e razzista, giusto? Non c’e’ che dire, Berry. Le tue parole, invece, confermano l’idea che io ho di te

  • Che cosa vuoi dire? – Rachel lo guardò sinceramente confusa

  • E’ meglio che me ne vada. Non abbia più nulla da dirci Rachel

  • Immagino di no – Rachel lo guardò con astio

  • Grazie Quinn, di tutto

Senza aggiungere altro, Jesse uscì dalla camera e dall’appartamento e si diresse verso il suo, pensando che in fondo lui e Rachel Berry non aveva mai condiviso nulla di se stessi: nessuno dei due, infatti, aveva la minima idea di chi fosse l’altro.

Quinn, dopo l’uscita di Jesse, guardò Rachel in maniera condiscendente. Aveva promesso al ragazzo di non rivelare quello che gli era accaduto e lei non era tipo da infrangere una promessa. Del resto, se Jesse avesse voluto dirlo a Rachel, lo avrebbe fatto lui stesso. Sorrise malinconicamente, pensando a quanto fosse difficile riuscire a comprendere veramente le persone

  • Perché stai sorridendo? – Rachel la guardò confusa – sei contenta del fatto che io e Jesse abbiamo litigato?

  • Affatto – Quinn sospirò – mi domandavo come mai tu fossi così stupida

  • Cosa?

  • Pensi veramente quello che hai detto di Jesse? – Rachel annuì vigorosamente – allora mi confermi che tu non sai comprendere le persone

  • Ora basta Quinn – Finn, fino a quel momento in silenzio, intervenne – è meglio che te ne vada. Rachel non ha bisogno di altre persone che si comportino male con lei

  • Già

Quinn, senza dire altro, se ne andò, mentre Finn strinse la sua ragazza in un caldo abbraccio

  • Lascia perdere, Rachel.

  • E’ solo che – una lacrima uscì dagli occhi della ragazza

  • Non puoi essere amata da tutti – Finn la strinse ancora di più a se – e comunque ci sono io

  • Si – Rachel sorrise – per fortuna ci sei tu

Finn fece in modo di farle dimenticare la spiacevole serata e la sua prossima partenza con tutto il romanticismo di cui era capace.


Salve a tutti, intanto scusate per l’enorme ritardo con cui pubblico … sempre più impegni e sempre meno tempo …. Comincio a domandarmi se mai riuscirò a finire questa storia … in ogni caso, per farmi perdonare ho cercato di scrivere un capitolo più lungo.


  
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