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Autore: Vanderbilt    15/12/2011    15 recensioni
Pensa alla carriera e mai all'amore, lei è Isabella Swan, venticinquenne con una carriera promettente nel mondo di Hollywood. Il suo sogno è sempre stato quello di seguire le orme del padre, il suo mentore, e ora che ne ha la possibilità non vuole che nulla intralci il suo cammino.
Ma i progetti possono sempre cambiare o fallire, oppure offrire sorprese inaspettate. Quale tra queste opzioni sarà la strada di Bella? Tutte e tre? Forse...
Edward è un uomo dalle mille risorse, farà di tutto per ottenere ciò che vuole. Lotterà per l'impossibile che si trasformerà in possibile.
Nella vita per cosa vale la pena vivere? Isabella scoprirà la risposta.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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ALL AT ONCE

Maybe you want her maybe you need her
The Fray, All at once

 

A volte ci sono cose che non vorremmo mai fare, eppure siamo costretti per raggiungere uno scopo. Io, il primo giorno di prove con il cast, avevo un netto rifiuto per tutto ciò che potesse riguardare quella giornata. Il mio cruccio aveva anche un nome: Edward Cullen, colui che mi stava facendo iniziare quella giornata così importante nel peggiore dei modi. E pensare che non era nemmeno presente, di certo non in casa mia, ma il suo pensiero bastava per farmi diventare matta.

Ogni due minuti avevo il tic di controllare l'ora, detestavo essere in ritardo, ma quella mattina era altro che mi portava a fissare in modo maniacale il mio orologio. Tra poco più di un'ora il mio incubo si sarebbe palesato ai miei occhi. Ero molto curiosa di vedere come si sarebbe comportato, ma anche timorosa di non riuscire a gestire quel suo approccio così diretto. Per la prima volta ero in difficoltà davanti ad un uomo ed era una cosa che mi mandava in bestia!

Mi preparai continuando ad avere quel fastidioso tic nervoso, le lancette dell'orologio sembravano non spostarsi mai, sempre fissi sullo stesso minuto.

Scelsi con cura l'abbigliamento, volevo fare una buona impressione sul cast. Per ora ci eravamo visti tutti molto poco, da quel giorno avremo iniziato a lavorare a stretto contatto. Volevo sembrare professionale, ma allo stesso tempo non una donna troppo austera. Insomma, qualcosa di distinto, ma semplice. Alla fine optai per un paio di pantaloni scuri, una camicia in seta e un paio di decoltè Christian Louboutin.

Presi Muffin e mi avviai verso il set. La strada era trafficata e ci misi un po' ad arrivare, riuscii ad essere in anticipo di soli pochi minuti e non la mezzora che avevo messo in conto.

Ad attendermi trovai Jasper ed Alice, che stavano nuovamente litigando per chissà quale "catastrofe imminente", così Alice spiegava i loro soliti battibecchi. Appena mi videro smisero subito di litigare, lanciandosi occhiate di fuoco e si misero nelle vesti professionali.

«Buongiorno!», salutai vivacemente.

«Di buon umore stamattina?», mi chiese Alice mentre mi porgeva il mio caffè macchiato.

Ripensai al risveglio di quella mattina, al mio cruccio più grande e non potei far altro che rispondere negativamente. Insomma era una bellissima giornata, il primo giorno lavorativo con i ragazzi del set, ma c'era quel piccolo particolare rappresentato da un uomo alquanto presuntuoso, che stravolgeva tutti i miei piani per quel mattino.

«Sono già tutti nella sala prove», mi informò Jasper, sempre attento e dedito al lavoro, il contrario della sua fidanzata, alla quale interessavano più i pettegolezzi di prima mattina.

«Perfetto, allora vado. Venite anche voi o mi raggiungete dopo?», domandai conscia che entrambi avevano del lavoro da fare prima di assistere alle prove.

«No, veniamo ora, così dopo ci occupiamo del resto senza interruzioni», precisò Jasper prendendo i copioni da distribuire agli attori e vari documenti che spettavano a me. Alice ci seguì in silenzio, sempre con quel sorriso allegro e vivace. Jasper si occupava anche di dirige il suo lavoro, o perlomeno la distribuzione delle ore lavorative, visto che era il mio assistente.

Prima di aprire la porta della sala prove respirai profondamente. Le occhiate di sconcerto che mi lanciarono Jasper ed Alice erano molto chiari, non capivano la mia agitazione.

Entrai nella stanza lentamente, osservando tutti e dispensando sorrisi sinceri. Tutti mi salutarono entusiasti del loro primo giorno di lavoro. Individuai subito Edward, l'unico ad essere tranquillo e ad avermi rivolto un semplice sorriso irriverente con tanto di sopracciglio alzato. La sua compostezza confondeva. Perché era calmo? Sapeva di stare per fare una prova eccellente? Troppa sicurezza in se stesso?

Bella, mi ripresi mentalmente, è inutile che cerchi di analizzare ogni suo comportamento.

Okay, forse stavo esagerando, ma dopo quello che era successo tra noi qualche giorno prima (due per la precisione, non che li contassi, ovvio) mi aspettavo un comportamento diverso, più distaccato e irritato.

La mia vita e il mio lavoro non potevano girare intorno a lui. Questa era un dato di fatto e dovevo cercare di ficcarmelo bene in testa.

Mi accomodai su una sedia, più o meno in mezzo a tutti loro e presi a fare le solite domande: come state, passate bene il weekend, agitati per questa nuova avventura, etc. L'unico sempre che non partecipò alla conversazione fu Edward. Lui rimase semplicemente lì a fissarmi con quel sorrisetto canzonatorio. Mi irritai non poco per la sua mancanza di partecipazione, nonostante avesse interloquito con qualche attore vicino a lui nel corso della nostra conversazione.

Quando l'ambiente fu riscaldato e ben più tranquillo che alla mia entrata, decisi di iniziare.

«Dunque, ora vi dico un po' il programma di questa settimana, ma in particolare di oggi», iniziai ricevendo l'attenzione di tutti. «Per tutta la settimana proveremo in questa sala, voglio vedere come riuscite ad amalgamarvi tra voi e se nel complesso iniziate a funzionare tutti insieme. Per la prossima settimana ci penseremo in seguito. Oggi ci dividiamo in gruppi, iniziamo a provare e poi dopo un tot di battute cambiate compagno di recitazione. Io vedrò di aiutarvi dove avrete problemi».

Ricevetti parecchie occhiate sconcertate per il mio metodo di lavoro e in effetti non avevano tutti i torti. Ma io avevo un mio metodo, volevo prima tastare il terreno e poi iniziare il vero e proprio lavoro, con tanto di prove abiti e quant'altro.

Dai loro visi notai che aspettavano la fine del mio discorso, ma io avevo già terminato. Li osservai muta e poi mi resi conto che erano troppo confusi da questo programma, quindi intervenni per stemperare il clima di sfiducia nei miei confronti: «So che vi sembrerà di essere a scuola, ma è necessario affinché io conosca oguno di voi e capisca come comportarmi. Questa settimana è solo una prova, certo un po' strana e del tutto nuova, ma prossimamente inizieremo a lavorare sul set come in ogni film. Per ora vi chiedo solo un po' di fiducia». Annuirono tutti, nessuno escluso e iniziarono a provare le battute tra loro.

Per due ore buone rimasi con il gruppo degli attori secondari. Erano bravi sì, ma anche abbastanza inesperti e quindi avevano bisogno di una guida. Aiutai volentieri ognuno di loro, nonostante il mio lavoro fosse dirigerli e non aiutarli a recitare, lo feci con piacere.

Dedicai altre ore spezzate ad altri attori, fino ad arrivare ai due protagonisti, che avevano recitato insieme per quasi tutto il giorno. Ascoltai in silenzio le loro prove e mi resi conto che non potevo fare scelta più giusta. Erano perfetti per quei ruoli.

Rosalie fu la prima a staccarsi da noi e andare a provare con un altro attore con cui avevano alcune battute. Per Edward subentrò qualcun altro e io stetti ad assistere anche a quelle prove. Poi passai mezzora con Rosalie, la quale si dimostrò entusiasta della mia collaborazione con lei. Infine l'ultimo rimasto fuori era Edward. Avevo rimandato questo momento con lui per ovvi motivi, tra cui le sue continue occhiate che mi seguivano in ogni spostamento. Non si rendeva conto di essere inopportuno?

Gli attori secondari se ne andarono e rimasero solo Rosalie ed Edward. Mi resi conto che lei stette lì a vuoto per una buona ora, fino a quando non fui io a darle il permesso di andare via, visto che ormai non aveva più battute da provare. Ed ecco che mi ritrovai con il mio incubo vivente.

«E così siamo soli», affermò Edward con un sorriso sinistro.

«Mmm», risposi emmettendo un suono irriconoscibile. Meno parlavo con lui di qualcosa che non riguardasse il lavoro, meglio era per entrambi.

«Che bel suono felino». Alzai di scatto la testa fissando trucemente quegli splendidi occhi verdi.

«Felino? Tu sei fuori di testa». Sorrise scaltro, per niente intimorito dal mio tono iroso.

«Allora mi parli ancora! E io che pensavo ad una sorta di mutismo monosillabico».

«Perché non dovrei parlarti? Stiamo lavorando insieme», risposi eludendo il vero significato di quella domanda.

«Non fare finta di non capire, so che sei molto più perspicace di quello che vuoi farmi credere», specificò innervosito dai miei continui tentativi di eludere le sue frasi provocatorie, perché sì, non erano altro che tranelli per farmi cadere nella sua trappola.

«Finiamo in fretta queste battute così possiamo uscire di qui e dichiarare concluso questo primo giorno».

«Sono distrutto, non credo di essere in grado di finire. Le battute ormai le so, hai visto che non ho problemi, quindi direi di accantonare il lavoro e parlare di cose più interessante», mi disse con un chiaro tono malizioso e provocatore.

«Bene, allora direi che anche io ho concluso la giornata», confermai alzandomi e raccogliendo le mie cose. «Ci vediamo dom...».

«Ferma», mi interruppe Edward. Il suo tono autoritario mi irritò. Io non prendevo ordini da nessuno, tanto meno da un arrogante, presuntuoso e provocatore come lui.

Mi voltai di scatto infuriata: «La prossima volta prova a chiedere le cose gentilmente e forse verrai accontentato, con questa arroganza stai certo che non riceverai un bel nulla!».

«Eppure nessuna si è mai lamentata, anzi a quanto mi hanno detto il mio lato arrogante è ciò che più le... affascina». Spocchioso, arrogante!

«Forse con le altre funziona, ma io non sono loro, quindi scordatelo!».

«Ogni volta tiri fuori gli artigli, principessa. Devo dedurre che ti faccio uscire di senno, posso azzardare la parola impazzire?», domandò prendendosi gioco di me e di ciò che gli avevo appena detto.

«No, non puoi!», risposi sgarbatamente e sempre più infuriata con lui e con il suo modo di riuscire a farmi impazzire.

«Invece, penso lo farò comunque», azzardò fissandomi con quel suo sorrisetto malizioso. «Ho un certo appetito».

«Ottimo, vai a cena!», risposi sgarbatamente iniziando a mettermi la giacca e fare qualche passo verso la porta.

«Io non ho specificato che tipo di appetito», mormorò vicino al mio orecchio. Mi voltai di scatto, sorpresa della sua vicinanza. Come diavolo aveva fatto ad essere stato così silenzioso e veloce? Peggio di un ghepardo che si avvicinava alla sua preda!

Mi allontanai leggermente da lui; non volevo dargli l'impressione che la sua vicinanza mi causasse qualche tipo di sensazione, ma nemmeno sembrare intimidita dalla sua persona.

Ero impacciata, non sapevo cosa fare, né come comportarmi. Ah, accidenti, sembravo una scolaretta alle prime armi con un ragazzo affascinante e seducente!

«Che dire, fattelo passare! Ciao, principe del deserto!». Feci la mia uscita trionfale, che fu rovinata sempre da Edward, che mi seguì fino alla mia macchina.

«Principe del deserto? E questa da dove ti è uscita? Sai, non sei molto originale con i nomi se devi copiare la metafora del mio», affermò deciso mentre infilai in macchina la mia roba e feci salire Muffin, che tranquillo si rannicchiò sul sedile destro. Mi appoggiai alla portiera chiusa e incrociai le braccia al petto, dopodiché assunsi la mia espressione più temeraria, con tanto di sopracciglio sinistro alzato.

«Che dire, ho notato che sembri sempre... a secco». Mi congratulai mentalmente per questa trovata a mio parere geniale. Chissà se ci sarebbe arrivato da solo.

«A secco?», mi domandò nuovamente Edward. Il suo viso esprimeva confusione e sorpresa, di certo non pensava che anche io potessi dargli un soprannome così originale. Certo, anche pervertito gli sarebbe calzato a pennello, ma non potevo cadere nel banale con lui.

«La puoi smettere di ripetere le parole delle mie frasi che non ti quadrano? Mi irrita!», esplosi esasperata dalla sua versione pappagallo.

«E tu potresti spiegarti e non essere così vaga, principessa?».

«Sei un maniaco, ecco la spiegazione. Ti comporti come se fosse da mesi che non vedi una donna», spiegai. Sorrisi quando notai le sue pupille dilatarsi dalla sorpresa e aprire la bocca sconvolto. Si riprese altrettanto in fretta, tanto da pensare di averlo immaginato, ma no, non avevo avuto un allucinazione.

«In effetti è da mesi che non vedo una donna come te. Che dire, principessa, mi hai rapito il cuore», disse teatralmente portandosi una mano su quell'organo che menzionò erroneamente. Gli credetti? No, nemmeno per un momento.

«Tsé... di solito queste moine e frasi fatte funzionano? No, perché mi dispiace molto darti questa notizia, ma con me questi trucchetti sono fallimenti». Mi staccai dalla portiera pronta ad entrare in macchina, dopo ovviamente aver ascoltato la sua risposta.

«Non mi credi, eh? La principessa di ghiaccio è tornata o sarebbe meglio dire che non se n'è mai andata», disse ironico con quella punta di asprezza. Mi ferì anche questa volta, non feci nulla per nascondere quanto le sue parole avessero toccato il mio animo, eppure mi diede fastidio il suo sguardo pentito.

Si avvicinò a me quel tanto che bastò a indurre a schiacciarmi contro la macchina pur di non avere un contatto fisico con lui. Non seppi come rispondere e puntai sull'ovvio: «Non avevi fame?».

«Sì», soffiò sempre più vicino al mio viso.

«Allora vai», sussurrai.

«È quello che sto per fare», bisbigliò ad un centimetro dal mio orecchio prima di premere le sue labbra sulle mie.

Non doveva andare così! Oh no, le cose non potevano prendere questa piega!

Non collaborai al bacio, ma lui non si diede per vinto, cercando i miei punti più sensibili per farmi arrendere all'evidenza.

Perché non ti stacchi, Bella?, mi chiesi confusa. Mi sentii paralizzata nel mio stesso corpo. Non un solo movimento corrispondeva a ciò che era giusto facessi. Saremo, sarei finita in un mare di problemi, dove non si poteva più uscire e risalire da quell'onda che mi aveva appena travolta.

Edward continuò a non abbandonare le mie labbra in quei pochi secondi in cui restai immobile. Le sue mani vagarono tra il mio viso e il mio corpo, cercò di farmi rilassare e sciogliere, e in qualche modo ci riuscì. Non riuscii a scostarlo da me perché quel bacio lo desideravo anch'io. Mi maledii per questo, eppure iniziai a rispondere a quell'attacco.

Sentii il mio corpo abbandonarsi al suo, le mie mani libere di vagare tra i suoi capelli straordinariamente morbidi e infine le mie labbra catturate nella morsa delle sue tentatrici.

Semplicemente, Edward, mi baciò.

Qualche sentimento sopito venne fuori, l'attrazione fisica si mescolò alla semplice e pura passione.

Edward sapeva come baciare, quali punti toccare e stimolare. Il suo sapore lasciò le mie labbra troppo presto, senza che me ne accorgessi. Aprii gli occhi chiusi e lo trovai a fissarmi sorridente. Tornai alla realtà e mi resi conto dell'atroce errore commesso. Non volevo andare avanti con questa storia, sapevo già la mia posizione a priori e avevo sbagliato a lasciarmi andare. Sbagliato.

Notò il mio sguardo, capì che nulla era cambiato ed io ero sempre ferma sulla mia opinione. I lineamenti del suo viso si indurirono, i suoi occhi lanciarono saette rabbiose e non potei far altro che sospirare.

«Non avresto dovuto», affermai con voce bassa e tremante.

«No, tu non dovresti essere così ora! Vuoi portare avanti i tuoi fasulli principi? Benissimo, ma non finisce qui! Mi vuoi, principessa, questa è stata l'ulteriore conferma che mi serviva e sì, non pensare che questo possa fermarmi», rispose deciso. «Chissà, magari sarai tu a implorarmi in ginocchio», buttò l'intero episodio sul ridere e lo ringraziai con lo sguardo. Era importante per me che non influisse sul lavoro nulla della mia vita privata.

«Non ci contare, principe del deserto, magari troverai un'altra con cui assetare la tua sete».

«Sogna, principessa, sogna, vedrai che alla fine sarai felice che questo tuo desiderio -a cui non credo nemmeno per un attimo- non si avvererà». Un luccichio balenò nei suoi occhi verdi smeraldo e subito dopo si allontanò da me, aprendomi la portiera e richiudendola una volta salita.

Abbassai il finestrino per dargli la buonanotte e lui non disse nulla, rimase semplicemente a guardarmi partire. Trovai strano questo suo comportamento, ma subito arrivò la risposta a questa mia domanda.

Il mio cellulare squillo, segno che mi era appena arrivato un messaggio, lo aprii e involontariamento risi allegra:

 

Sogni d'oro, principessa di ghiaccio.

Domani avremo modo di riprendere la nostra chiaccherata ;)

Il principe del deserto...

...che per inteso non è per niente a secco, stasera ha fatto rifornimento.

Ps non provare a chiedermi come ho fatto ad avere il tuo numero!

 

Risi, risi scioccamente e mi diedi della stupida. Un messaggio poteva far sì che il mio umore cambiasse radicalmente? A quanto pareva se l'autore del messaggio iniziava per E, tutto era possibile.

La mia vita era così, tranquilla e... solitaria. Tutto ciò non mi era mai pesato, amavo stare per i fatti miei, leggere un buon libro, ascoltare musica, guardare un film... eppure a volte sentivo la mancanza di un qualcosa di indefinito. Forse qualcosa che sconvolgesse la mia perenne tranquillità, forse un'avventura... non lo sapevo.

Non avevo mai pensato molto all'amore, anzi, per me era qualcosa di assolutamente irreale e irraggiungibile. Una posizione così cinica era discutibile visto che ero cresciuta con l'assoluta certezza che l'amore vero era qualcosa di tangibile e reale. I miei genitori ne erano un esempio.

Molte volte pensai che questa mia avversione per questo sentimento fosse dettato dalla mancanza di una madre che mi spiegasse e mi facesse credere nel principe azzurro. Sì, non era totalmente vero, un po' ci avevo sempre sperato in quel ragazzo perfetto. Ma ultimamente le cose erano cambiate.

Dopo aver conosciuto troppi uomini approfittatori della mia posizione, avevo smesso del tutto nel credere in un qualcosa di diverso. Dopo l'ennesima delusione la mia idea era solamente una: l'amore non esiste, era solo per chi debole non riusciva a realizzarsi in altro. Sbagliai spesso, sì, non potevo credere in una simile blasfemia, poiché avevo il chiaro esempio che l'anima gemella esiste. Tuttavia mi convinsi di questa mia teoria e nessuno riuscì più a farmi cambiare posizione.

Tutto ciò era in netto contrasto con ciò che desideravo. Adoravo i bambini, sognavo il tipico matrimonio sfarzoso, un marito che mi amasse per quella che ero e non per il mio conto in banca.

Ma, il mio sogno più grande, per ora, restava comunque il mio lavoro.

Era proprio qui che entrava in gioco Edward. Non riuscivo a fidarmi di lui fino in fondo, dopotutto le mie esperienze passate mi sconsigliavano a priori di fidarmi di un uomo che non fosse mio padre.

Non pensavo del tutto che fosse un bugiardo impostore. Però lavoravamo insieme e ciò mi impediva di andare a scavare e scoprire che tipo di uomo fosse. Mi incuriosiva, in realtà volevo conoscerlo, ma non l'avrei fatto.

Una volta a casa mangiai velocemente un boccone, diedi da mangiare a Muffin e andai a rilassarmi con un bel bagno caldo. Il profumo di cocco mi circondò e chiusi gli occhi ripensando alle sensazioni che quel bacio con Edward aveva risvegliato nel mio animo. Pensai e ripensai senza arrivare a qualcosa di certo. Ogni mio pensiero era confuso e contorto e alla fine portava sempre al solito punto: il bacio. Nulla sembrava prevalere se non quel momento in cui le labbra di Edward si posarono sulle mie.

Una volta a letto accesi la televisione e mi sintonizzai su Fox, dove passavano una marea di telefilm al giorno. Coccolai Muffin, sdraiato vicino a me e aspettai la chiamata serale di Charlie, che non si fece attendere poi molto.

«Papà!», esclamai felice di sentirlo.

«Tesoro, come stai? Com'è andata oggi?», mi chiese subito ansioso di tutti i minimi particolari della mia giornata.

Raccontai a grandi linee cosa era successo, il metodo di lavoro che avevo adottato, tralasciando volontariamente l'ultima parte che riguardava solo ed esclusivamente Edward.

Mio padre non ci cascò, capì che c'era qualcosa di non detto e mi fece qualche domanda buttata lì a caso. Infine arrivò a ciò che più gli interessava, ovvero l'attore protagonista del film di cui non avevo minimamente parlato.

«Non ricordo il nome esatto... Edmund?».

«Edward, papà, Edward Cullen e non so quante volte...».

«Sì, Bella, lo so, ma devi capire un povero uomo che sta andando incontro agli anni più duri... la vecchiaia mi sta reclamando a gran voce», disse disperato.

«Ti prego, non fare il melodrammatico! So che ti senti ancora un pivello, papà, è inutile che cerchi di nascondermelo!».

«Non riesco mai a scamparla con te! Ti ho addestrato bene. Comunque, tornando a Edward Cullen... quel ragazzo mi piace, ha un talento straordinario», buttò lì. Intuii che il significato era un altro e risposi con una semplice affermazione. «Venerdì sera, ho notato il vostro... feeling».

«Come, scusa?! Che feeling? Papà, hai bevuto?», domanda seriamente preoccupata per il suo stato di salute. Se per caso non era ubriaco -cosa che assolutamente non speravo- significava solo che alla serata di beneficienza non eravamo passati inosservati, l'atteggiamento mio e il comportamento di Edward era stato palese a tutti.

«Andiamo, Bella, puoi mentire a tutti, ma non a tuo padre! Ti conosco meglio di chiunque altro e ho notato che qualcosa bolle in pentola!», affermò con voce tonante. Me lo immaginai seduto sul divano del suo studio, concentrato su qualche libro palesemente al di fuori del mio gusto personale e al telefono con sua figlia che lo faceva dannare.

«Okay, con te è inutile discutere. Non... non so cosa dire», sussurrai le ultime parole, sconfitta dall'evidente mancanza di termini appropriati alla situazione.

«Quando sarai pronta a parlarne...».

«So dove trovarti», conclusi al suo posto. Ormai era la sua solita frase e adoravo il fatto che non mi costringesse mai a parlare contro la mia volontà.

«Però, Bella, vorrei anche darti un consiglio da padre di una figlia che conosce meglio di se stesso e a cui vuole un bene dell'anima...», iniziò. «Non ti privare mai di nulla».

«Cosa significa?», chiesi intimorita. Forse aveva capito fin troppo...

«Nulla, tesoro, stai tranquilla, al momento opportuno lo capirai».

«Okay, 'notte, papà».

«Buonanotte, tesoro».

Chiusi la chiamata e ripensai alla frase di Charlie: "non ti privare mai di nulla"... Non riuscii a comprendere a pieno il messaggio implicito che cercò di inviarmi. Forse si trattava di Edward o forse no.

 

Buonasera!!! Lo so, sono imperdonabile, non aggiorno da due mesi, mi vergogno molto per avervi fatto attendere così tanto e alla fine postare uno schifo di capitolo ç.ç

Non ho scuse, non si trattava di mancanza di ispirazione o altro, semplicemente mi sono contentrata su un'altra mia storia Scusa se ho aspettato la pioggia, se volete farci un salto ;)

Premetto che fino alla seconda settimana di gennaio non posterò più nulla, ma da quel momento in poi inizierò a postare nuovamente con regolarità, senza farvi attendere due emsi per un capitolo. Inoltre dal prossimo capitolo le cose cambieranno, la storia inizierà a prendere la giusta piega e penso che molti rimaranno sopresi (non so se in positivo xD) da come si svilupperanno i personaggi. Edward non è un don giovanni, assolutamente, anzi è un ragazzo opposto da come è apparso finora, ma comunque con quel pizzico di malizia e ironia che ha nel suo DNA. Non so da dove mi è uscito il soprannome di Edward, ad un tratto, mentre scrivevo, mi è venuta un illuminazione o come altri penseranno una fulminazione xD

Il bacio fa pena, lo so, prometto che per il prossimo capitolo farò molto meglio di così! Se ci sono errori nel capitolo avvisatemi pure =)

Spero di non avervi perso per strada, adoro le vostre recensioni e opinioni! Grazie mille a tutte le ragazze che hanno recensito il precedente capitolo e un benvenuto anche alle nuove arrivate *-*

Alla prossima e... Buon Natale e felice anno nuovo in anticipo!!!!

Kiss :****

Jess 

   
 
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