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Autore: Dr3aDSouL    16/12/2011    1 recensioni
In un regno devastato dalla guerra, un improbabile eroe, correrà immani pericoli, nel nome di quel sentimento che permette di fare l'impossibile...l'amore, per la principessa degli elfi.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia ha luogo, in un tempo molto lontano, un'altra epoca, in cui vigevano la spada e il sangue.
In un lembo di terra denominato Nazirian le lotte per l’espansione territoriale ed il potere, erano all’ordine del giorno, molti regni erano in lotta gli uni con gli altri…tutto per la ricchezza del proprio re.
Diversi tipi di razze si scontravano, Umani, Orchi, Demoni, Giganti…ma tutti questi regni, bramavano l’aiuto del popolo degli Elfi.
Si diceva che avendoli come alleati, grazie al loro potere magico, la vittoria sarebbe stata facile.
Il territorio dove risiedevano gli elfi, essendo neutrali, era l’unica zona tranquilla di quel mondo, e a comando di questo regno, vi era Mirlia, la cui bellezza era paragonabile solo al suo coraggio.
Aveva lunghi capelli neri, occhi trasparenti come il ghiaccio, un corpo esile, un sorriso disarmante…ed un cuore da leone.
Tutti l’ammiravano, e da qualche tempo alla sua corte risiedeva un cavaliere di ogni razza, con lo scopo di corteggiarla, entrar nelle sue grazie e sposarla.
L’intento di tutti era il potere a lei legato, era un oggetto che dovevano conquistare…per tutti tranne che per Khalibos, il rappresentante dei demoni.
Il suo aspetto assomigliava quasi ad un umano, c’era chi diceva che era il frutto di un amore tra un demone e un’umana, aveva la pelle rossa, a tratti fatta a scaglie, vestiva con una semplice armatura barbara, due occhi gialli con le pupille nere, delle corna gli spuntavano dalla chioma nera che gli ricopriva il capo.
A differenza degli altri, lui non era cavaliere, era un semplice soldato come tanti.
Per quanto tutti si sforzassero di compiacere la principessa con regali, imprese eroiche, egli era l’unico che non si dava pena, se ne stava sempre cupo in solitudine, senza proferire parola, come se quella cosa non lo riguardasse…molte volte era stato rimproverato dai cortigiani del suo popolo, accusato di non adempiere ai compiti assegnati.
La principessa aveva notato questo suo modo di fare, ed era incuriosita dalla cosa, ma sapeva che se avesse cercato di far luce e fosse stata notata da uno dei cavalieri, si sarebbero rivoltati tutti…bisognava mantenere l’equilibrio tra tutte le forze fino al momento propizio per porre fine a tutto.
La verità dello sguardo cupo di Khalibos, era che provava profonda ammirazione per la principessa, e forse provava qualcosa in più…ma tra tanti aspiranti, tra l’altro cavalieri, credeva di non aver speranze, così non gli restava altro che ammirarla da lontano, fin quando il suo soggiorno li fosse terminato.
Un giorno mentre vagava per il castello, in un ala che non aveva mai visitato, il suo sguardo fu attratto da una strana porta, che attorno aveva incisi dei fiori…incuriosito entrò, la stanza era quasi del tutto al buio, dalla finestra entrava quel po’ di luce che bastava a vedere dove mettere i piedi, vide un letto con una persona dentro che riposava…muovendosi a piccoli passi fece per andarsene, ma una voce lo fermò
“chi sei?”
il demone si irrigidì, si voltò e inginocchiandosi disse
“il mio nome è Khalibos, soldato semplice delle forze dei demoni”
si udirono dei colpi di tosse, poi la voce continuò
“onore a te soldato Khalibos, hai davanti a tè il re degli elfi…Caremos”
il viso del demone si spaventò credendo di non aver avuto il rispetto dovuto a quel re
“mi…mi dispiace, non sapevo…”
“non devi scusarti, ora sono solo un povero vecchio stanco e malato…come sei capitato qui?”
“io, vagavo senza meta per il castello” “credo non si vaghi mai senza un pensiero che ti porta da qualche parte…cosa cerchi?”
a quella domanda Khalibos non seppe rispondere
“io…non lo so”
“sei anche tu qui per la mano di mia figlia?”
“sono stato mandato qui per questo scopo, ma non condivido le mire degli altri cavalieri”
“quindi tu non brami il potere?”
“no…non sono mai stato un fanatico di guerra…non ci trovo nulla di buono”
“sai…sei la prima persona in tutta la mia vita che sento parlare così…perché dunque accettare di venire qui?”
“perché è stato un ordine diretto del re, non potevo rifiutarmi…e poi…”
“c’è dell’altro?”
“credo di provare una vera forte ammirazione per vostra figlia”
“dici di provare un sentimento vero per lei?”
“credo di si”
“cosa te lo fa pensare?”
“il perdermi nella profondità dei suoi occhi…non mi era mai capitato prima”
“capisco…temi il confronto con gli altri cavalieri?”
“come lo ha capito?”
“noi elfi abbiamo un sesto senso molto acuto…perché non riveli le tue intenzioni?”
“paura…la diversità troppo evidente delle razze, poi non sono nemmeno un cavaliere…perché dovrebbe notarmi?!”
“vuoi scoprire se sei la persona giusta per lei?”
“ci sarebbe dunque un modo?”
“uno si…ma non so se proportelo…è roba da cavalieri”
l’orgoglio del demone ribollì agitandosi
“solo perché sono di grado più basso non vuol dire che non sia a livello di tutti loro messi insieme”
il re fu colpito da queste parole, vedendo in lui molto coraggio e la voglia di raggiungere i suoi scopi
“e sia…devi sapere che lontano da qui, giace un regno dimenticato…il regno dei Draghi D’Argento…ormai sono stati tutti sterminati, ma la zona è considerata spettrale, a causa di voci che circolano sul fantasma dell’ultimo di loro che infesterebbe quei luoghi…avresti il fegato per andarci?”
nel cuore di Khalibos c’era molta paura…ma per un attimo immaginò gli occhi della principessa
“farei di tutto per lei…cosa devo fare li?”
“…i draghi conservavano un grande tesoro, ma anche questo è andato perduto…tu devi cercare l’oggetto del loro potere, nessuno sa che forma abbia, e per arrivare a quel regno, devi passare per il campo dei morti, dove i caduti di tutte le razze non riposando in pace, si sono riuniti per rimanerci in eterno…non è affatto una missione facile…ce la farai?”
“devo provarci per saperlo…mi recherò subito li…la ringrazio di tutto”
“che la forza di Tempros sia con te”
il demone si inchinò ed usci…ora aveva solo un obbiettivo in mente, e l’indomani, contando solo sulla sua misera armatura, si incamminò, verso le zone dei morti.
Dopo due giorni di cammino, attraversando di nascosto gli avamposti dei vari regni, in quanto non aveva nessun permesso per recarsi li, arrivo all’entrata di un cimitero di cui non se ne vedeva la fine.
Fece per aprirne il cancello, ma una voce lo fermò
“Chi osa disturbare il nostro riposo?”
Khalibos non vedeva nulla
“mostrati, dove sei?”
ed un fantasma di un orco gli apparve davanti
“io sono Urcos, scomparso nella sanguinosa guerra avvenuta anni or sono…tu chi sei?”
“il mio nome è Khalibos, soldato semplice dell’impero dei demoni, devo attraversare la vostra zona per raggiungere il regno dei draghi d’argento”
“sei un pazzo, se pensi di andare li e tornare vivo…il fantasma del drago ti distruggerà anche l’anima”
“non importa…ho una missione da compiere, importante più della mia anima”
lo spettro si stupì di quella risposta
“un demone con una missione così importante…cosa cerchi?”
“il tesoro dei draghi”
“sono periti in molti nel cercarlo, e tanti altri non hanno superato nemmeno questa zona…cosa pensi ti possa spingere a trionfare nella tua impresa?”
“ciò che provo dentro…mi guiderà nella mia ricerca…riuscirò dove gli altri hanno fallito”
“sta a te far buon uso della tua vita…io ti ho solo avvertito…ti aprirò i cancelli, ma attento, molti spettri qui non sono tanto amichevoli come me…non avrai strada facile”
“starò attento e vedrò di sopravvivere”
“sai come si combatte un fantasma?”
a quella domanda il demone rimase pietrificato, ora che ci pensava meglio, come poteva sconfiggere esseri senza forma?!
“credo di non avere la risposta, ma troverò un modo”
“non esiste un modo…”
“quindi non potrei passare in teoria”
“non ho detto questo…”
“allora parla…”
“…trova il mausoleo dei Ravager…al suo interno sotto un piccolo altare, c’è il Celatium”
“cos’è?”
“un amuleto…in grado di donarti per un breve tempo la forma di spettro, in modo da non essere attaccato…ma ricorda…da quando lo indosserai, avrai meno di 5 minuti per arrivare ai cancelli che separano la nostra zona da quella dei draghi…dopo di che il ciondolo scomparirà e tu ritornerai ad essere un demone”
“ho capito…allora vado…”
i cancelli si aprirono e mentre il demone tornò in sella al cavallo, Urcos gli diede un ultimo consiglio
“seguendo il sentiero, trova una tomba di un demone, e segui le sue corna…ti indicheranno il mausoleo”
“ti ringrazio…addio”
“addio? …arrivederci…credo che questa notte…ci rivedremo…mhuahauhauhauhau”
e lo spettro scomparve, in una macabra risata, Khalibos non gli diede peso…c’era troppo in ballo per farsi uccidere, sarebbe riuscito nell’impresa.
Cavalcò per qualche ora, la nebbia che circondava i loculi non gli permetteva di distinguere bene le statue a grosse distanze, perlomeno era stato fortunato a non trovare nessuno spettro durante il percorso.
Mentre avanzava, tra se e se pensò
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…si sentì un brusio crescente…poi un colpo secco…un ascia si era conficcata in terra di fronte al cavallo…evidentemente aveva trovato la risposta, gli spiriti potevano in qualche modo impugnare le armi…e quell’arma li a terra, non presagiva nulla di buono, difatti poco dopo la nebbia si diradò, e lui si ritrovò circondato da tre fantasmi di uomini.
Quello che sembrava essere il capo, parlò
“cosa ci fa un mortale nelle nostre terre?”
il demone si fece coraggio
“io sono Khalibos, soldato semplice della tribù dei demoni, sono qui per una missione personale, sto attraversando le vostre terre per raggiungere il castello dei draghi d’argento”
“ardua impresa giovane demone…e cosa ti fa credere che ti lasceremo passare? A noi non piace che qualche vivente attraversi le nostre zone!”
“vi prego, non sono qui con intenzioni ostili, voglio solo passare indisturbato”
“lo sai…noi siamo stati trucidati nella scorsa guerra proprio da un gruppo di demoni…e abbiamo ancora sete di vendetta”
Khalibos capì che le cose si stavano mettendo male, e prima che i suoi avversari facessero la prima mossa, schioccò le redini e il cavallo iniziò a correre, sperando di seminarli col tempo.
Due spettri lo inseguirono mentre il capo emise un profondo e assordante lamento…stava ridestando tutta la sua armata, ora il demone era in guai seri.
Galoppando a più non posso riuscì, con un po’ di fortuna, ad evitare frecce e lance, il suo sguardo era fisso in avanti, alla ricerca della statua che gli avrebbe mostrato la direzione…finché non se la trovò davanti, un demone gigante, con le corna che puntavano a est, era quella la strada da seguire, e senza indugi, si lanciò alla ricerca del famigerato mausoleo.
Andando avanti non si sentivano più lamenti, forse era riuscito a seminarli, il suo cavallo era stanco, così scese per farlo riposare, si nascosero entrambi dietro una siepe per recuperare le forze.
Dopo non molto si alzò una fitta nebbia, non si vedeva quasi più nulla, ma il peggio e che cominciava a sentire in lontananza voci di spettri che lo cercavano, rimanendo li prima o poi sarebbe stato scoperto, così rischiò…si mise in cammino attraverso la nebbia a fianco del suo cavallo, in direzione del mausoleo.
In alcuni momenti la paura si faceva sempre più grande, ma il pensiero della principessa e l’importanza della sua missione, sconfiggevano ogni timore.
Le voci si avvicinavano, doveva accelerare il passo, ma sembra che più corresse, più si sentiva il loro fiato sul collo, e del mausoleo non vi era ancora traccia.
Ad un certo punto dovette fermarsi per riprendere fiato, si inginocchio un attimo, fece dei profondi respiri, quando si rialzò la nebbia si diradò, e si trovò davanti la sua prima metà…il mausoleo!!!
Era una mezza piramide sormontata da un teschio ed ai quattro lati vi erano degli obelischi, ora doveva entrare e trovare l’amuleto, ma una voce lo fece sobbalzare
“ti abbiamo trovato!”
si voltò, dietro di lui centinaia di spettri venuti per dargli la caccia, non aveva speranze, così fece l’unica cosa che gli era rimasta, salì in groppa al cavallo sperando di non essere colpito, e si lanciò verso l’entrata, sfondandola, e richiudendo la porta dietro di lui…forse così sarebbe riuscito a procurarsi un po’ di tempo per le ricerche.
Senza indugi si addentrò nel mausoleo, sembrava un labirinto, lunghi corridoi, tante stanze uguali, più si andava avanti più la luce diminuiva, il cavallo accanto a lui era quasi terrorizzato, per vedere meglio usò un piccolo incantesimo creando una fiammella tra le mani, e dalla luce scaturita poté notare una grande porta dinnanzi a lui, con sopra una scritta…Ravager Sepulcler, era giunto a destinazione.
Apri le porte, si ritrovò in una stanza illuminata da due candelabri accanto ad un altare con sopra l’amuleto agoniato, in terra un pentacolo, nei muri laterali 4 sarcofagi e dietro l’altare c’e n’era uno in verticale…dal quale usci uno spettro di un demone.
Guardò Khalibos con aria incuriosita
“io sono Zachier, capostipite del casato dei Ravager…come osi tu…demone, venire qui a disturbare il mio sonno?”
Khalibos si inginocchiò
“chiedo umilmente perdono, non era mia intenzione…io sono Khalibos, soldato semplice dell’impero dei demoni…”
“eppure non hai proprio l’aspetto di un demone”
“forse perché come si dice in giro…mia madre era un umana…ma questo non lo so, non ho mai conosciuto i miei genitori”
“cosa ti ha spinto fin dentro il mio mausoleo?”
“il mio obbiettivo sono le terre dei draghi d’argento, che come sapete, sono dall’altra parte della zona dei non morti, dovendo passare di qui, un orco mi ha suggerito di prendere quest’amuleto non potendo affrontare a mani nude gli spettri, per cui sono qui davanti a lei, a pregarla di cedermelo” “…qual’è il tuo scopo? Perché fai tutto questo?”
“per un sentimento che è nato dentro di me”
Zachier era rimasto incuriosito da queste parole, a che sentimento tanto forte di poteva mai riferire un demone?!
“sembri sincero, ma voglio accertarmi personalmente di ciò che guida i tuoi passi…alzati”
Khalibos si alzò, erano uno di fronte all’altro, il Ravager gli fece chiudere gli occhi…ed entrò nel suo corpo, così facendo vide l’intera vita del demone, comprese paure, pensieri, sensazioni, desideri…e soprattutto, quel sentimento tanto forte da portarlo a rischiare la vita senza nulla di certo, ne rimase commosso, non credeva che un demone potesse provare certe cose, forse era frutto del suo lato umano, ma qualunque sia stato il motivo, era un giusto ideale, per cui uscendo dal suo corpo, lo guardò fisso negli occhi
“Khalibos…ho deciso di consegnarti l’amuleto, in quanto ora non sei più un soldato semplice, io ti nomino erede e portatore del mio casato, d’ora in poi sarai Khalibos conte dei Ravager, nonché un potente guerriero, accanto all’amuleto troverai un ciondolo con lo stemma del nostro casato, un pentacolo rovesciato, prendi anche quello, ora ti appartiene…ti auguro di completare la tua missione, rendimi orgoglioso di te…io torno al mio riposo…addio, mio erede”
e così lo spettro tornò al suo riposo, il demone si avvicinò all’altare, indosso il ciondolo dei Ragaver, e poi l’amuleto che lo tramutò in spettro, cambiando totalmente il suo aspetto di demone.
Richiuse la porta, salì sul cavallo che a contatto si tramutò in un cavallo d’ossa, non avendo molto tempo, cominciò a sfrecciare uscendo al mausoleo e riuscendo a mischiarsi alla folla di spettri che ancora lo stavano cercando, indisturbato si incamminò verso le terre dei draghi d’argento.
Erano passati alcuni minuti da quando era in viaggio, l’effetto del pendaglio presto sarebbe svanito, ma del confine nemmeno l’ombra.
Per strada trovò uno spirito errante di un gigante
“hey tu, scusami, posso domandarti una cosa?”
“dici a me…cosa vuoi novellino? Non ti ho mai visto da queste parti, devi esser morto da poco”
“eh beh si, in effetti hehe…ascolta, volevo dare un occhiata alle terre dei draghi, mi sai dire quanto manca per arrivarci e la direzione più veloce?”
“certo, devi proseguire sempre verso nord, non è molto lontano non ci metterai molto al galoppo…”
le parole del gigante si spensero lasciando un espressione stupita, Khalibos si chiese perché
“qualcosa non va gigante?” “
tu…tu non sei un non morto…impostore…” il demone era tornato normale senza accorgersene
“maledizione l’effetto è finito”
“come hai osato entrare in queste terre sacre”
il gigante afferrò la sua mazza e la scagliò sul nemico, mancandolo di poco. Il demone non aveva altro da fare, cominciò a scappare, il gigante lo rincorreva, grazie alla sua statura faceva passi sempre più lunghi e di li a poco lo avrebbe raggiunto nonostante la velocità del cavallo.
Continuando a galoppare Khalibos, vide finalmente il cancello di confine…chiuso! Non aveva più scappatoie, ma notando un asse abbastanza alta al lato vicino una lapide, decise che ne valeva la pena, tentare di far saltare il cavallo, prese la direzione e lo spronò ad andare più veloce, il gigante si preparava a colpire, il colpo partì…il cavallo saltò…per un istante fu come se il tempo si fosse fermato…il colpo distrusse l’asse e la lapide…ma il demone e il cavallo avevano superato il cancello, e senza nemmeno voltarsi, si stavano allontanando a più non posso da quel cimitero maledetto.
Arrivato ad una certa distanza, quando non si vedevano più i cancelli del cimitero, il demone decise di riprendere fiato, ormai si era fatta notte tarda, si sarebbe riposato e all’alba dell’indomani avrebbe continuato la sua ricerca, e mentre si riposava, guardando le stelle, la sua mente andava sia alla principessa, sia al demone che era stato l’unico a dargli l’opportunità di dimostrare il suo valore, ed addirittura elevandolo di grado, ora era un prode guerriero, ed era sicuro che presto le sue gesta, ne avrebbero fatto finalmente un cavaliere.
La notte passò, carico di nuove energie, come si era ripromesso, si svegliò all’alba e in sella al cavallo iniziò ad attraversare le terre dei draghi alla ricerca del castello.
Era un bellissimo posto, foreste, laghi, cascate, montagne, sembrava una valle incantata, nonostante le voci che circolavano sembrava un posto tranquillo…forse troppo…non c’era segno di vita, nemmeno gli animaletti, nessuna forma intelligente, un mondo incontaminato, e giacché in tempi antichi quello era un regno prosperoso, ora in quel senso poteva incutere timore, specie con la diceria del fantasma del drago.
Dopo qualche ora di cammino, in lontananza di scorse il castello, nonostante sia passato un così grande lasso di tempo dalla precedente guerra, era conservato bene, non erano ruderi come ci si poteva aspettare, era solo avvolto dalla vegetazione.
Khalibos sorrise, si sentiva molto vicino al suo obbiettivo, ora non gli rimaneva che entrare e cercare quel famigerato tesoro, nonostante non ne conoscesse la forma.
Il ponte levatoio era abbassato, e il portone d’entrata semisocchiuso, dentro era tutto conservato bene, nemmeno un filo di polvere, nonostante il silenzio e la desolazione, sembrava come se ci avessero abitato fino a un momento prima…ma per quanto poteva sembrare sicuro, Khalibos allentò il passo, rimanendo vigile e camminando con circospezione, non voleva farsi cogliere impreparato in caso di trappole.
Seguendo il percorso principale, cercando di non perdersi, si ritrovò dopo poco nella stanza del trono, di solito un tesoro o era tenuto li, o in qualche tesoreria ai piani bassi, già che c’era aveva deciso di dare un occhiata prima li.
Apri la porta, e rimase estasiato dalla magnificenza di quella stanza, un tappeto rosso collegava la porta al trono, quest’ultimo dorato con sopra una stupenda corona piena di pietre preziose, grandi finestroni ai lati, e in alto, una cupola trasparente fatta a mosaico, dove vi erano disegnati 4 draghi d’argento ed al centro un uomo con un armatura.
Non aveva molto tempo così si distolse da quell’incanto concentrandosi sulla missione…che l’oggetto cercato potesse essere la corona?! L’unica cosa da fare era prenderlo, ma non appena fece un passo in avanti, il suo sesto senso lo allarmò, rimase immobilizzato, mentre dinnanzi a lui, sbucato dal pavimento, si trovò un enorme drago fantasma, che lo fissava con due occhi rossi come rubini.
Il drago gli ruggì contro facendolo cadere all’indietro, poi parlò
“non so chi tu sia, ma ti do un unico avvertimento, non ce ne saranno altri…vai via da qui prima che io ti distrugga corpo ed anima”
il demone si alzò, era terrorizzato da quella voce imponente, e la paura che gli era nata stava quasi per farlo indietreggiare, quando per un ultima volta gli apparve nella mente lo sguardo della principessa…non poteva finire così dopo tutto quello che aveva passato
“mi dispiace drago, non me ne andrò se non prima di aver portato a termine la mia missione…non so come combatterti, ma non scapperò”
“molto bene…ogni uomo è artefice del proprio destino, quindi se oggi morirai sarà solo ed esclusivamente colpa tua”
il drago si scagliò all’attacco, Khalibos era convinto che essendo fantasma e senza armi non gli avrebbe fatto nulla…ma in un attimo passò dalla forma spettrale a quella in carne ed ossa, dandogli una zampata che fortunatamente evitò per un soffio, facendosi strappare solo una spallina dell’armatura.
Il demone pronto di riflessi, si alzò puntandogli contro la sua ascia, mentre il drago riprese la forma spettrale
“com’è possibile? Se sei un fantasma come puoi tornare alla forma concreta?”
“sciocco, tu non sai niente di me”
“come siamo misteriosi…cosa dovrei sapere?”
“non sono cose che ti riguardano, ora muori”
il drago attacco ancora, con le fauci, Khalibos fece un salto in avanti evitando il colpo e portandosi sotto di lui con l’ascia vicino al petto
“arrenditi o ti colpisco dritto al cuore”
“sciocco, davvero credi che si risolva tutto così facilmente”
il colpo partì ma il drago ritornò alla forma spettrale, sembrava invincibile, senza una strategia adeguata, di li a poco non ci sarebbero state molte speranze per il demone.
Quel drago doveva pur avere un punto debole come tutti, ma il tempo per scoprirlo non era molto, e mentre rifletteva su dove e come colpire, Khalibos tentava di evitare quanto più possibile gli attacchi.
Finché notò un piccolo particolare, la punta della coda, in entrambi i casi rimaneva un punto toccabile, così evitando un altro attacco, gli scivolo alle spalle colpendolo con precisione, il drago tornò alla forma concreta rotolando dal dolore, quando si calmò Khalibos gli si avvicinò avvicinandogli l’ascia alla gola
“ti arrendi ora?”
“mai nessun uomo era riuscito in cotale impresa…e sia, hai vinto…uccidimi pure”
“io non voglio la tua vita, non alzerò la mia mano su di te per finirti”
dicendo così il demone lanciò via l’ascia, mentre il drago rimase sorpreso da quel gesto
“perché lo hai fatto?”
“non sono venuto fin qui per ucciderti, non sono amante della violenza”
“è la prima volta che vedo un demone così generoso, qual è il tuo nome?”
“Sono Khalibos dei Ravager”
“onore a te guerriero dei demoni…lascia che mi trasformi e ti racconterò di me…”
il drago d’argento prese la forma di un anziano signore, con una lunga tunica blu ed un bastone di legno in mano
“come puoi vedere questa è la mia vera forma…sono un mago, il mio nome è Archenan, e sono il re dei draghi d’argento”
“dunque non siete veri draghi?”
“lascia che ti racconti il passato di questa terra…fin dalle fondamenta dei primi regni, c’è stata sempre una guerra al potere in questo territorio, a quei tempi, noi come gli elfi eravamo un popolo neutrale, eravamo semplici maghi dediti ai loro culti e riti, e non ci immischiavamo in sanguinose guerre…tuttavia, mio figlio si lasciò contagiare da quella pazzia, scappo di casa per unirsi alla guerra, e grazie al suo potere lasciò presto una scia di morte, alleandosi col popolo degli Orchi, diventando con la magia uno di essi…il suo vero nome è Mitrios, ma in quella forma si faceva chiamare Urcos…”
“hai detto Urcos? Ho incontrato il suo spirito nel cimitero, senza di lui non ce l’avrei fatta a superarlo”
“hai incontrato mio figlio? Se ti ha aiutato, forse la morte gli avrà fatto capire l’orrore dei suoi sbagli…devi sapere che accecato sempre più dal potere, convinse tutti che uccidendo la stirpe di noi maghi, avrebbero acquisito un potere inimmaginabile, e così arrivarono alle porte dei nostri confini…ci fu una spaventosa lotta, per quanto lo amassi, data la gravità dei fatti, dovetti mantenere il mio atteggiamento da re…fu un vero massacro, respingemmo l’assalto ma a quale prezzo, persi non solo il mio unico figlio, ma anche metà dell’esercito, poi per ricordare quello spiacevole atto, fu costruito un cimitero, alle porte d’entrata di Metlas, il posto dove ti trovi ora…la mia gente spaventata si trasferì in una piccola valle qui affianco, rimasi io solo qui, tramutato in drago, spaventando o uccidendo chiunque si avvicinasse per salvare il mio popolo…e tutto questo fino ad oggi…ora dimmi…cosa ti porta qui?”
“non so se siete aggiornati sugli ultimi avvenimenti…la guerra continua…le fazioni però dopo quel massacro di cui mi avete parlato stanno più sulla difensiva, tutti sono convinti che per vincerla serva il potere del popolo neutrale, quello degli elfi…ora al comando c’è una principessa, il re giace a letto per via degli anni, è uno spirito indomito ed ha molto carattere, di sicuro potrebbe portare tutto questo ad un lieto fine…ogni regno ha mandato un cavaliere per chiederla in sposa, e della stirpe dei demoni hanno mandato me, vedendo il mio aspetto metà umano da parte di mia madre, forse pensavano ci fossero più possibilità, ma ero un semplice soldato, non sarei stato all’altezza di tutti quei pretendenti, così non mi restava altro che ammirarla da lontano, così vicina eppur così lontana…la mattina precedente mi sono trovato accidentalmente nelle stanze del re, e parlando con lui, ha capito che il mio interesse per la principessa era diverso rispetto agli altri, loro volevano il suo potere, io sono stato stregato dai suoi occhi, e per darmi fiducia mi ha proposto un impresa da cavaliere, ossia di venire qui e prendere il tesoro dei draghi d’argento, non so di che si tratta, ma ho promesso a lui ed a me stesso che avrei portato a termine l’impresa, mi sono messo in viaggio e tra varie difficoltà ho superato il cimitero, grazie all’aiuto di suo figlio che mi ha raccontato di un amuleto in grado di rendermi spettro, trovando quest’amuleto ho avuto il piacere di conoscere Zachier, che riconoscendo in me un demone giusto, mi ha fatto dono del nome del suo casato, e del grado di guerriero, ed ora eccomi qui…prima di chiedervi di cedermelo…cos’è questo tesoro e cos’ha di speciale?”
“…quindi hai conosciuto il mio vecchio amico Caremos…ha avuto una figlia a quanto pare, mi spiace di non esser mai riuscito a salutarla…credo che ancora non sia il momento di svelarti quale sia in realtà il vero potere di quest’oggetto, ma te lo cederò perché so che sei nel giusto…ma vorrei fare un'altra cosa più importante, per te”
“cosa intende?”
“io sono vecchio, non ho più la forza di difendere questa terra, e non vorrei che tutti i miei sforzi andassero perduti…vorrei usare un mio ultimo incantesimo, donarti la mia umanità, affinché tu possa diventare il figlio che non ho mai avuto, ed essere re e guida del mio popolo…dei maghi conosciuti col nome di draghi d’argento…accetteresti prode Khalibos?”
“maestà vi prego, è troppo per me…”
“sono sicuro che sarai all’altezza delle mie aspettative, ti prego esaudisci questo mio ultimo desiderio”
“se me lo chiedete così…spero che la vostra fiducia sia ben riposta”
“…sono sicuro che lo è…ed ora inginocchiati e lasciami recitare il mio rituale…”
Khalibos si inginocchiò e chiuse gli occhi, mentre il mago recitava una strana formula magica
“Cederus, Karates, Morodon, Solatur, Noltes”
un bagliore attraversò la stanza, il corpo di Archenan si separò dal suo spirito e si fuse con Khalibos, trasformandolo in un umano e donandogli una splendida armatura d’argento dalla forma di drago…il demone diventato umano, non credeva ai suoi occhi, non solo era diventato un uomo, ma ora era re…il nuovo re dei draghi d’argento.
Si alzò in piedi, e vide lo spirito di Archenan che gli sorrideva
“ora sei re, ed io posso assaporare il mio riposo, sul trono c’è la tua corona e sotto di essa uno scrigno contenente il tesoro, non aprirlo però finché non sarai tornato dalla principessa, lei è l’unica ad avere il potere per governarlo…prima di andare avviserò il mio popolo della loro nuova guida…addio re Khalibos”
lo spirito uscì attraversando il mosaico sul soffitto, lanciano un ultimo incantesimo che consentì di riportare il castello al suo più grande splendore, e tramite la telepatia mando un messaggio alla sua gente, invitandola a tornare al castello…per poi scomparire, con un sorriso sulle labbra.
Mentre la popolazione dei maghi ritornava al castello, Khalibos aveva provato l’ebbrezza di sedersi sul trono con in testa una corona, aveva compiuto la sua missione, ed era all’altezza di chiedere la mano della principessa molto più dei cavalieri grazie al suo grado, e mentre pensava a come donarle il tesoro, la porta si aprì ed entrarono da prima alcune persone, poi una gran folla, tanto da occupare la sala del trono, si inginocchiarono acclamando il re, che si sentì in obbligo di fare un piccolo discorso
“popolo dei draghi d’argento, io sono Khalibos, vostro re…ho accettato quest’incarico per esaudire il desiderio di Archenan, il re scomparso per amor vostro, io giuro davanti a voi, che mi impegnerò a lottare, a vendicare i fatti antecedenti questa guerra, a riportare la pace su questa terra, ed a riscattare l’onore di questo regno che è risorto dalle sue ceneri…posso contare su di voi?”
un clamore sempre più forte invase la sala, urla di gioia, piedi che sbattevano, l’aria era pervasa da una gioia irrefrenabile…era l’inizio di una nuova era. Ora la prima cosa da fare era tornare al palazzo degli elfi con l’ambito premio, Khalibos fu accompagnato alle stalle, dove trovò il suo cavallo nutrito e lavato, ora poteva meritarsi il suo riposo, sarebbe partito in sella al dragone reale, un drago blu dagli occhi verdi…si librò in cielo scortato da due guardie, mentre il popolo ricominciava pian piano a stabilirsi nelle loro vecchie dimore, e così partì, verso l’epilogo della sua missione.
Il viaggio non durò molto, dopo aver sorvolato dall’alto il tragitto fatto il giorno prima, passando sul cimitero, le varie roccaforti nemiche, per poi veder spuntare la punta più alta del castello degli elfi.
Le guardie elfiche guardando quei dragoni si erano spaventate e messe in posizione d’attacco, la regina appena informata andò sul terrazzo grande, conosceva quei draghi d’argento, suo padre le aveva raccontato la storia antica, erano un buon presagio…ma chi li governava ora che quel popolo si era estinto?! I dragoni calarono nel giardino grande, subito circondati dai soldati elfici, Mirlia corse giù, facendo abbassare le armi alle guardie e parlò ai 3 stranieri
“popolo dei draghi d’argento, io vi conosco, non avete nulla da temere qui, siete come fratelli…io sono Mirlia figlia di Caremos, qual è il vostro nome?”
Khalibos scese dal dragone, si inginocchiò baciando la mano della principessa
“queste sono le mie guardie, ed io sono il re dei draghi d’argento…”
“toglietevi l’elmo cosicché io possa guardarvi e ditemi il vostro nome”
l’uomo si tolse l’elmo
“forse vi ricorderete del mio sguardo, che tante volte è rimasto perso nel vuoto per non fissarvi troppo…”
il volto di Mirlia si stupì
“ma, voi siete Khalibos, il soldato dei demoni”
“qui per servirvi sua maestà”
“ma…com’è possibile tutto ciò?”
“possiamo parlarne in privato?”
“certo, venite” la regina diede ordine di accogliere le guardie reali, mentre scortò il re dei draghi sul terrazzo dove l’aveva visto, la notte era serena, illuminata da una luna piena splendente ed una miriade di stelle.
Una volta soli, Khalibos narrò ciò che aveva vissuto in quei giorni, raccontò tutto nei minimi dettagli, di Urcos, Zachier, gli spettri che volevano ucciderlo, di Archenan e di come era diventato re dei draghi
“ed ora sono qui di fronte a lei, divenuto re”
“e tutto questo perché?”
“…perché ho sentito fin dal primo giorno che l’ho vista, una scossa dentro di me, e col tempo ho capito che si trattava d’amore, non posso fare a meno di ammirarla ogni istante della mia vita, di pensarla ad ogni mio respiro, il mio corpo…il mio cuore…la mia mente…la mia anima…tutto le appartiene, ed il mio più grande desiderio, è regnare al suo fianco, ponendo fine a questa sanguinosa guerra”
la principessa a stento trattenne le lacrime, era commossa da questo demone divenuto uomo che aveva affrontato l’inimmaginabile per lei, la fortuna ne aveva fatto re, ed ora era li pronto a prometterle un amore eterno, amore che forse nessuno avrebbe saputo eguagliare
“re dei draghi d’argento, Khalibos di Ravager, accetto con tutto il cuore di divenire la sua sposa”
il cuore dell’umano era pieno di gioia, strinse a se la sua amata, per poi baciarla appassionatamente…molti baci dopo, il re prese la scatoletta che aveva con se
“mia regina, questo è il tesoro che ho raccolto per lei, non ne conosco il contenuto, mi è stato detto di non aprirlo, solo a lei in quanto padrona delle arti magiche, è permesso scoprirlo”
Khalibos consegnò lo scrigno, Mirlia con un po’ di esitazione lo aprì lentamente, una luce color argento ne uscì sfolgorante, all’interno del cimelio, vi era un anello a forma di foglia, era questo il famoso tesoro dei draghi
“l’anello di Terados”
“conoscete quest’anello?”
“si, lo conosco molto bene…quando i nostri due regni si allearono, gli elfi consegnarono questo dono ai draghi, come pegno per suggellare il patto di unione, è un anello di grandi poteri, appartenuto al primo re della nostra specie…ha dei poteri molto particolari…”
“di che poteri state parlando?”
ma la principessa non fece in tempo a parlare, il cavaliere degli orchi era entrato sul terrazzo scoprendoli
“principessa degli elfi…ciò che vedo immagino corrisponda al vero…avete scelto il vostro sposo…scelta sbagliata, ora io e gli altri cavalieri una volta tornati ai nostri regni, vi attaccheremo senza ritegno, state per essere la responsabile di una seconda tragedia”
l’orco fuggi ad avvisare gli altri che in fretta e furia abbandonarono il castello, Khalibos era sconvolto
“maledizione! Dovevo stare più attento, è tutta colpa mia”
“non disperarti mio re”
“cos’ha in mente mia sposa?”
“ti stavo parlando delle proprietà magiche di quest’anello…ha veramente un grande potere, vedi…è in grado di annullare i sentimenti maligni che albergano nel cuore di ogni essere vivente, nessuno lo aveva mai saputo, è un segreto che è stato svelato grazie agli studi di mio padre sulla nostra razza, ma per usarne bene il potere, ho bisogno di qualche ora per concentrarmi nella stanza del temperamento prima di indossarlo, vi chiedo di usare il vostro ed il mio esercito per tenere a bada l’avanzata provocando il minor numero di morti possibili, io cercherò di fare il prima possibile”
“si fidi di me mia regina”
i due si baciarono, lei corse nella stanza, mentre Khalibos organizzava le difese, mandando le sue guardie a chiamare ad un ultima guerra il suo popolo.
Gli eserciti delle varie razze, si erano riuniti in due ore, ma la principessa era ancora nella stanza del temperamento, e Khalibos attendeva in alto sull’esercito l’arrivo dei nemici.
Tutto d’un tratto, in lontananza si alzò un polverone, era un esercito gigantesco quello che stava avanzando nella terra degli elfi, il re dei draghi si rese conto che mantenere una solida linea di difesa, sarebbe stata cosa ardua…ma lui era in prima linea, avrebbe mantenuto la parola a costo della vita. Gli eserciti si posizionarono a poca distanza l’uno dall’altro, Gorozer il re degli orchi fece qualche passo
“chi sei tu…che difendi gli elfi?”
“io sono Khalibos, ex soldato dei demoni, divenuto guerriero del casato dei Ravager e in seguito, re dei draghi d’argento”
“e così la principessa avrebbe scelto te come suo sposo”
“esatto, ho rischiato la vita per consegnarle il tesoro dei draghi, un impresa che vale molto più di quanto tu possa pensare”
“questo è ciò che credi…quest’impresa da te compiuta, porterà al massacro la civiltà elfica”
“non permetterò che questo accada”
Gorozer si sentì insultato
“esercito dei regni uniti…caricaaaaaa”
Khalibos dall’alto del suo dragone sguainò la spada
“popolo degli elfi, non cederemo”
lo scontro ebbe inizio…e la principessa ancora non era comparsa.
Dopo poco tempo, l’esercito degli elfi era in netto vantaggio, c’erano state poche perdite, ma l’avanzata del nemico pareva inarrestabile, anche Khalibos era sceso in campo, stava lottando contro Gorozer, e per il momento, nessuno dei due riusciva ad avere la meglio
“Gorozer, ti prego frena le tue armate, perché spargere tanto sangue?”
“taci, demone traditore, il mio scopo è la conquista di questo mondo, cosa vuoi che mi importi di misere vite”
“sei spregevole”
“pensa piuttosto alla tua di vita”
le spade si scontravano creando una miriade di scintille, ma dei due nessuno cedeva…finché l’orco accecando l’umano, lo atterrò disarmandolo
“ora…sei mio”
non c’erano più speranze per Khalibos…quand’è ecco oscurarsi il sole…un infinità di draghi d’argento dall’alto si piombava sul nemico, sembravano non finire mai, si riversavano sulla folla intenti a combattere, mirando a tutti quelli che non erano elfi, Gorozer rimase impallidito, e questo diede il tempo a Khalibos di alzarsi e recuperare la spada
“allora mio caro re degli orchi…ti arrendi?”
lo sguardo di Gorozer divenne tagliente
“io…ti…uccidoooooo”
e lo scontro riprese, ma adesso gli elfi avevano ritrovato gli alleati di sempre, e le forze per contenere l’avanzata di quella marea di creature assetate di sangue poteva essere placata.
Lo scontro continuò a lungo, e mentre entrambi gli eserciti cercavano di prevalere l’uno sull’altro…si udì una melodiosa voce che cantava, era Mirlia, in cima alla torre più alta, stava recitando l’incantesimo di purificazione con indosso sulla mano destra, l’anello di Terados, da cui si sprigionava un raggio verde speranza, che si ingrandiva sempre più, inondando di luce verde tutto il mondo conosciuto, insinuandosi nei cuori di tutti gli esseri viventi riportando pace e serenità, abbandonando i desideri di vendetta e morte…tutti lasciarono andare le proprie armi e cominciarono ad acclamare la principessa, lei stanca dopo quel potente incantesimo cadde all’indietro, ma le braccia di Khalibos l’accolsero dolcemente
“sei stanca mia regina?”
“un po’…ma ne valsa la pena, spero di esser riuscita nel mio intento”
“hai compiuto un piccolo miracolo, salvando un innumerevole numero di vittime”
"sono contenta”
Khalibos la baciò dolcemente, mentre una gran folla in basso urlava i loro nomi.
La sera stessa fu celebrato il matrimonio, ora tutto il mondo era riunito sotto un unico regno pacifico, all’insegna di un domani raggiante, Khalibos divenuto re e Mirlia regina, decisero entrambi di andare a vivere nella terra dei draghi d’argento e da li si occuparono di rendere il loro mondo sempre più bello e incantato, le anime del cimitero avevano finalmente trovato il giusto riposo, fu ricostruito e reso all’altezza di coloro che nei tempi passati avevano dato la vita per la libertà.
Khalibos aveva finalmente realizzato il suo sogno, era con la donna che amava…e qualunque cosa gli avesse riservato il futuro, l’avrebbe affrontata, con lei al suo fianco a dargli forza.
  
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