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Autore: more_    18/12/2011    17 recensioni
«Louis è il padre del mio bambino» dissi sottovoce con tono piatto. Mio cugino spalancò gli occhi appena sentì quelle parole e si alzò dal letto di scatto, squadrandomi.
«Chi è quella testa di cazzo?» gridò sottovoce per non farsi sentire, né da Nathan né da Anne e gli altri. Io annuii abbassando lo sguardo. Harry si abbassò verso di me e mi mise le mani sulle spalle «Dimmi che stai scherzando! Lui non può essere il padre di Nathan!»
«Secondo te non ricordo con chi ho fatto sesso, Harry? E’ lui, Louis Tomlinson. Mi piaceva, molto temo fa, peccato che lui mi abbia solo usata! Veniva al mio stesso liceo a Doncaster, e ora non ci credo che sia qui, dall’altra parte della casa. Guarda un po’ tu che coincidenza!» chiarii mentre altre lacrime di rabbia scendevano sul mio volto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-But we’re making all the same mistakes
 

«Posso entrare?»  era la trentottesima volta che Harry veniva a bussare sulla porta della mia stanza, e per la trentottesima volta lo mandai via. Louis mancava da casa da più di ventiquattro ore e sinceramente iniziavo a preoccuparmi. Mi ero rintanata nella mia stanza per tutto il giorno a piangere per quello che era successo, nella mia mente era ancora vivida l’espressione di Louis, i suoi occhi pungenti continuavano a tormentarmi. Zia Anne e Mark, nella mattinata, vennero a chiedermi spiegazioni e io fui costretta a parlare, e la parola per descrivere la loro espressione non esiste. Mark mi cinse le spalle con un braccio e disse «Mio figlio è sempre stato uno stupido, mi dispiace. Faremo tutto il possibile per mantenere Nathan, è anche una nostra responsabilità» anche lui aveva gli occhi lucidi come me e mi aspettavo una reazione diversa da parte sua, invece era stato calmo e comprensivo, tutto il contrario di Louis.
Mi girai un’altra volta nel letto, gli altri avevano già cenato e Nathan stava dormendo, io mi ero rifiutata di mangiare così ero rimasta ad appassire nelle lenzuola violette.
«Mylène?» trentanovesima volta.
«Ho detto vai via» ribadii con rabbia nascondendo il volto nel cuscino.
«Sono Niall» quelle due parole mi sollevarono in un secondo. Alzai la testa dal cuscino di scatto e mi volta verso la porta.
«Entra» dissi mettendomi seduta sul letto «Solo tu» chiarii dopo, capendo le intenzioni di Harry. Qualche secondo dopo vidi entrare Niall con il suo ciuffo biondo e un mezzo sorriso sul volto.
«Hey» disse chiudendo la porta alle sua spalle per poi mettere le mani in tasca, avvicinandosi lentamente al mio letto.
«Hey» risposi abbassando lo sguardo mentre giocherellavo con le dita. Sentii il materasso muoversi sotto di me e poi il suo braccio cingermi le spalle, per avvicinarmi al suo petto. Mi accoccolai come una bambina sulle sue gambe e lasciai che mi accarezzasse i capelli scuri, con lui mi sentivo al sicuro.
«Come stai?» mi chiese dolcemente separando con le dita alcune ciocche di capelli. Di merda, pesai.
«Facciamo così: in questo momento sono come un vetro sul punto di frantumarsi» dissi mentre una lacrima solcava il mio viso arrossato.
«Non lo permetterò»
«Lo so, ecco perché mi fido di te, tu sei uno dei pochi» alzai gli occhi su di lui e lo vidi sorridere lievemente, ma un’espressione da duro fece sparire quella curva così dolce.
«Fino a ieri ti fidavi anche di Harry» rispose fermando le sue mani sui miei capelli.
«Harry ha fatto una cazzata!» esclamai aggrottando le sopracciglia.
«Harry  non ce la faceva più, sai quanto è protettivo nei tuoi confronti, sai che ti vuole molto bene» disse facendomi segno di alzarmi dalle sue gambe, feci come mi aveva detto contro voglia e lo guardai negli occhi azzurri, sbuffando.
«Non doveva» risposi arrabbiandomi «dovevo dirlo con calma a Louis, non così. Ha mandato tutto a puttane»
«Vieni qui» concluse allargando le braccia, e non me lo feci ripetere due volte. Appoggiai la testa sulla sua spalla e lo abbracciai forte, rimanemmo in quella posizione per alcuni minuti fino a quando non sentimmo il mio cellulare squillare. Sullo schermo lessi “Liam” e mi parve estremamente strano, corrugai la fronte e premetti il tasto verde.
«Liam?»
«Mylène, per favore, vieni a casa mia adesso. C’è Louis qui..» non lo lasciai terminare la frase che già mi allarmai.
«Louis è da te?» chiesi per avere la conferma mentre iniziavo a mangiarmi le unghie.
«Si e sta veramente di merda, vieni qui e parlaci tu, visto che con me riesce solo ad arrabbiarsi» mi chiese supplichevole.
«Arrivo»
 
La pioggia batteva velocemente sulle strade di Londra, e quella sera sembrava non volesse smettere più. Pagai il taxista e scesi di fretta dalla macchina bianca con l’insegna luminosa sul tettuccio, coprendomi il capo con il cappuccio del giubbotto. Alzai gli occhi sulla casa di Liam, niente di speciale, una di quelle case una affianco all’altra, tutte uguali dove solo il numero civico le distingue. Feci i tre gradini che mi distanziavano dalla porta e suonai freneticamente, sperano che qualcuno mi venisse ad aprire il più presto possibile.
La porta bianca si aprii mostrandomi la figura di Liam in canotta verde militare e con i pantaloni di una tuta frigia.
«E’ di là» disse facendomi spazio per entrare. Guardai Liam e gli sorrisi per ringraziarlo, poi mi diressi dove mi aveva indicato.
La televisione era ad un elevato volume e trasmetteva un programma culinario, Louis era sdraiato sul divano con una bottiglia di birra in mano e un aspetto orribile, riuscivo ad intravedere anche i suoi occhi gonfi  nel buio della stanza. Mi si strinse il cuore quando lo vidi, voltai il capo verso Liam per trovare un po’ di coraggio per affrontarlo, il ragazzo seppe solo sorridermi e darmi una pacca sulla spalla. Presi un grosso respiro e feci il primo passo verso il divano, sentii le vene esplodermi dentro quando Louis alzò i suoi occhi su di me. Mi bloccai e non mossi più un muscolo, continuò a guardarmi per molti secondi che sembravano non finire mai, poi li riabbassò e guardò il pavimento di parquet scuro.
«Ieri hai detto che hai avuto paura» incominciò lasciando la birra a terra per poi fa ruotare il fondo, deglutii mordendomi un labbro «oggi ho scoperto che la paura può raggiungere anche me»  tirò su con il naso stringendo le labbra per non piangere e sbatté molte volte le palpebre per ricacciare le lacrime in dentro, io stavo facendo esattamente la stessa cosa. Cercavamo di non piangere, eppure sapevamo che saremmo crollati tutti e due.
«Louis» ansimai avvicinandomi di poco al divano di velluto bordò «mi dispiace per non avertelo detto prima, io.. insomma.. è stato un casino quando ho scoperto di essere incinta» passai una mano sotto l’occhio per eliminare la prima lacrima.
Louis alzò gli occhi di nuovo su di me, poi sospirando si mise seduto composto sul divano, mettendo i gomiti sulle ginocchia, infine mi fece cenno di sedermi. Avanzai fino al divano titubante, poi mi sedetti affianco a lui, ad una certa distanza. Non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi, così mi soffermai su un punto del parquet leggermente rovinato.
«Cazzo quanto sono stato stronzo» ammise mettendosi le mani su viso comprendoni gli occhi «dovevo essere veramente ubriaco, perché io ricordo veramente poco» continuò strisciando le mani fin sotto al mento, scoprendo nuovamente il viso.
«Io ricordo tutto quello che c’è da ricordare. Tu.. mi hai usata» questa era l’amara verità. Usata e poi gettata via.
«Senti, mi dispiace. Okay? Scusami se ti ho portata a letto, scusami se abbiamo fatto l’amore senza..»
«Noi non abbiamo fatto l’amore Louis!» lo fermai contraddicendolo «per te era sesso» ripresi voltandomi verso di lui con le lacrime che mi imploravano di uscire. Il suo sguardo incrociò il mio e poi roteò gli occhi, come infastidito dalla mia affermazione.
«Allora perché non mi hai fermato Mylène? Sapevi come ero fatto! Sapevi che sarebbe finita lì! E sapevi anche che il giorno dopo sarei andato con un’altra troia» disse quasi urlando. Troia. Uno schiaffo dritto e deciso gli arrivò sulla guancia destra, arrossandola parecchio.
«Io non ero una troia, okay? Forse le altre tue amichette si, ma io no! Ero innamorata di te, cazzo! Sai quante notti ti ho sognato? Sai quante volte ho desiderato essere tua? Avevo sedici anni, ed ero ingenua, non sapevo ancora distinguere i bastardi dalla gente normale! E non provare a scaricare tutta la colpa addosso a me perché in questa storia centri anche tu!» la mia voce era nettamente più alta della sua, anche se spezzata dal pianto. Louis si portò una mano sulla guancia colpita massaggiandola per diminuire il dolore «Scusa» singhiozzai abbassando il capo, bagnando i miei pantaloni, già umidi a causa della pioggia.
Si creò di nuovo silenzio tra noi due,spezzato solo dai miei singhiozzi e dal programma culinario trasmesso in TV.
Poco dopo sentii premere contro il mio viso il petto di Louis, le sue forti braccia mi cinsero le spalle e il collo, soffocando ogni mio minimo movimento. Spalancai gli occhi e smisi di singhiozzare, riuscivo a sentire il suo cuore battere e i suoi respiri irregolari rotti dalle lacrime, e inoltre riuscivo a percepire il suo corpo tremare. Tremava, dalla paura?
«Te la senti di fare il genitore? Perché altrimenti nessuno lo dirà a Nathan e vivrà come..»
«No no, io voglio rimediare. Voglio fare il papà» mi interruppe portando le sue mani sulle mie guance rosee. Sorrisi singhiozzando ancora, poi mi buttai sul suo collo e lo abbracciai forte. “Io voglio fare il papà” aveva detto, non lo avevo sognato. Quelle parole mi resero felice, soprattutto per Nathan.
«Vedrai, ci riusciremo ad essere bravi genitori»

 


 

___________________________
Un appauso a me u.u 
Ho finito il capitolo tutto in una sera :D
Allora, come vedete, hanno fatto PACE *-*
*balliamolaconga*
Questa volta accontentatevi solo di una gif D:
Comunque, vole chiedervi una cosa.
Ho in mente l'idea di scrivere una one.shot sulla famosa notte tra Louis e Mylène (ovviamente non scriverò i particolari più dettagliati, non sono brava in queste cose :'D)
Fatemi sapere se vi piace l'idea, altrimenti non la scrivo u.u
Un bacio grande grande :**

   
 
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