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Autore: reb    22/12/2011    1 recensioni
Era il primo Natale dalla fine della Seconda Guerra Magica e Diagon Alley portava ancora i segni di ciò che aveva vissuto fino a pochi mesi prima. Erano ancora tanti i negozi chiusi in quella via che, da quando si aveva memoria, era piena di vita e colori.
Era chiuso Olivander, il cui proprietario non si era ancora ripreso del tutto dai mesi di prigionia.
Era chiusa la gelateria di Floria Fortebraccio, perché l’uomo era ancora disperso.
Era chiusa la Gringott, ancora sottosopra dopo che tre maghi “sconosciuti” erano riusciti a entrare e in seguito uscirne insieme a uno dei draghi guardiani.
Era chiusa Madama McLann, poiché la donna si era ritirata a vita privata per non dover sottostare agli ordini dei Mangiamorte.
Erano chiusi i Tiri Vispi, la cui silenziosa presenza aveva scavato un baratro nella strada, tanto quanto la loro allegra presenza aveva regalato preziosi sorrisi prima e durante la guerra.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Harry, Potter, I, Malandrini, Molly, Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Un magico Natale'
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PRIMO NATALE.

 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
Era il primo Natale dalla fine della Seconda Guerra Magica.
Diagon Alley portava ancora i segni di ciò che aveva vissuto fino a pochi mesi prima, quando Mangiamorte e altri pazzi loro affiliati, giravano indisturbati tra quelle strade rubando sorrisi e riempiendo i cuori di tutti di paure e incertezza. Erano ancora tanti i negozi chiusi in quella via che, da quando si aveva memoria, era piena di vita e colori.
Era chiuso Olivander, il cui proprietario non si era ancora ripreso del tutto dai mesi di prigionia.
Era chiusa la gelateria di Floria Fortebraccio, perché l’uomo era ancora disperso.
Era chiusa la Gringott, ancora sottosopra dopo che tre maghi “sconosciuti” erano riusciti a entrare in una delle camere di massima sicurezza e in seguito uscirne insieme a uno dei draghi guardiani.
Era chiusa Madama McLann, poiché la donna si era ritirata a vita privata per non dover sottostare agli ordini dei Mangiamorte continuando però a svolgere la propria attività per corrispondenza e ancora non era pronta a riaprire il negozio.
Erano chiusi i Tiri Vispi, la cui silenziosa presenza aveva scavato un baratro nella strada, tanto quanto la loro allegra presenza aveva regalato preziosi sorrisi prima e durante la guerra.
Tutti i Weasley, infatti, e George in particolar modo, si erano raccolti tra loro, nella speranza di riuscire a colmare più in fretta il dolore della perdita.
La prima a essersi ripresa, o almeno a ricominciare una parvenza di vita normale, era stata Ginny Weasley, ma chi la conosceva non se n’era stupito, visto la grande forza d’animo che la più piccola di famiglia aveva sempre mostrato. Era stata infatti la prima a lasciare il sicuro nido familiare per presentarsi il primo settembre alla stazione di Kings Cross, insieme a Hermione Granger, per frequentare la scuola armata della più ferma intenzione di riprendere in mano la propria vita, sicura che Fred l’avrebbe voluto.
Lentamente tutti i Weasley avevano ripreso in mano la propria vita, sebbene senza la chiassosa allegria che sempre li aveva circondati. Tranne George, che ancora non aveva riaperto il negozio.
Era arrivato così Natale. Il primo Natale dalla fine della Seconda Guerra Magica.
E, come ogni anno, Harry si era riunito agli amici di sempre per festeggiare.
La Tana era stata addobbata a festa, da un’energica Molly Weasley che aveva quasi schiavizzato la nuora francese, che ormai considerava di famiglia vista la splendida nipotina che aveva regalato loro.
Ovunque Harry si voltasse rischiava di incappare in un rametto di vischio, di inciampare in una ghirlanda o di sprofondare nelle montagne di cibo che la signora Weasley continuava imperterrita a sfornare da almeno due giorni.
Ginny era tornata a casa per le vacanze di Natale e con lei Hermione, per la gioia di Ron che si era sentito impazzire senza la presenza della ragazza con cui litigare. Perché di certo sebbene quei due ormai fossero una coppia, non avrebbero mai rinunciato ai loro battibecchi.
La sera della Vigilia era stato un flusso continuo di cibo e parenti. C’era chi aveva fatto un salto per un saluto dopo cena, chi si era presentato invece prima, ottenendo così un invito a tavola, chi invece aveva preferito mezzi più pratici come il camino, evitando la neve fuori e la tipica sonnolenza post cena, presentando soltanto la propria testa invece che tutto il corpo e accontentandosi di un bicchiere di AcquaViola, invece che l’intera cena.
I regali erano arrivati la mattina dopo. E con essi tutta la frenesia dovuta allo scambio.
Ovunque, nel salotto talmente pieno da scoppiare, si poteva sentire un “Harry, questo è per te!”, “Ehi Gin, prendi!”, “Auguri, Ron!”.
Dopo un’ora soltanto un regalo giaceva intoccato sotto l’enorme albero che Fleur aveva insistito tanto per sistemare in un angolo. Tutti sapevano cosa conteneva, ma nessuno si azzardava a toccarlo.
Il maglione di Fred.
La signora Weasley nemmeno si era resa conto di averlo preparato anche per Fred fino a che non era stato finito, con la solita F dorata su un maglione rosso, speculare a quello preparato per il gemello.
Il signor Weasley l’aveva trovata intenta a fissare il maglione in lacrime e, senza dire una parola, lo aveva incartato come avevano fatto ogni anno fino ad allora, limitandosi a fare una carezza alla moglie.
I figli e gli amici non avevano detto niente alla vista del pacco. George semplicemente l’aveva ignorato.
E adesso si trovavano lì, in una stanza diventata improvvisamente silenziosa per il peso che tutti portavano, a fissare un pacco che ricordava loro soltanto quando pesante fosse l’assenza del proprietario nel cuore di ognuno di loro.
Era stato difficile lasciare la stanza, eppure era quello che tutti avevano avuto la necessità di fare. Chi prima chi dopo, tranne Molly Weasley.
La cucina allora li aveva accolti, coccolandoli con i propri odori e calore, e Fleur si era predisposta a fare altrettanto, servendo a tutti quanti una tazzona enorme di cioccolata calda nella speranza di dissipare il gelo che li aveva invasi. E forse c’era riuscita davvero. O forse, avevano soltanto finto che ci fosse riuscita.
Harry aveva bevuto la sua e aveva aiutato Fleur a risistemare la cucina, mentre tutti gli altri si dirigevano verso le proprie stanze per andarsene a letto.
Si era allontanato soltanto quando la francese aveva minacciato di schiantarlo perché “Harrì, sono capasce di lavore qualche tozza!” e si era diretto verso le scale per imitare gli altri.
E lo avrebbe fatto se non avesse sentito provenire dal salotto un pianto che aveva già sentito anni prima, a Grimmauld Place, quando un Molliccio si era nascosto in uno scrittoio nel salotto al primo piano.
Ricordava la signora Weasley affrontare in lacrime le proprie più grandi paure. Una delle quali si era avverata.
Fred era morto.
E Harry non potè evitare di sentire, di nuovo, il senso di colpa attanagliarlo, come quando aveva visto il corpo del ragazzo immobile e senza vita. Sapeva che Fred, e tutti i Weasley, si sarebbero schierati indipendentemente al fianco di Silente e con lui avrebbero dato battaglia a Voldermort, ma il senso di colpa non riusciva ad abbandonarlo.
Forse fu proprio quello a spingerlo a entrare, avvicinandosi silenzioso alla donna che, appena ebbe notato il ragazzo, si affrettò ad asciugare le lacrime e scusarsi imbarazzata, proprio come quella notte di anni prima a Grimmauld Place.
-Oh, Harry caro, scusami…-
Il ragazzo però scosse la testa, con gli occhi pieni di tristezza –Signora Weasley forse sono io a dovermi scusare, non sarei dovuto entrare…- si scusò pieno di imbarazzo.
Non sarebbe dovuto entrare. Non sapeva nemmeno cosa aveva pensato quando aveva aperto la porta. Era solo entrato, senza piani in mente né parole di conforto. Sempre che esistessero, quelle parole. E lui ne dubitava fortemente.
Rimase in silenzio qualche minuto, fissando intensamente il pacco di Fred, ancora intatto sotto l’albero.
-Signora Weasley…sono sicuro che mia madre si sta prendendo cura di Fred, adesso. Come lei ha fatto in tutti questi anni con me.- pronunciò lentamente senza staccare gli occhi dal regalo, in qualche modo sapendo che quello che stava dicendo fosse vero.
Si voltò soltanto quando sentì la donna singhiozzare più forte, temendo di averle detto qualcosa di sgradito, riuscendo a vederle il viso solo qualche secondo, prima di venire abbracciato con forza.
Nonostante il dolore, Harry, riconobbe il sapore di quell’abbraccio. Lo stesso che lo aveva accolto ogni estate e ogni Natale per anni, sempre con un sorriso, proprio come in quel momento.
Era l’abbraccio di una mamma.
 
 

 
 

-E così anche mio figlio si è innamorato di una rossa eh?- chiese divertito James Potter, ascoltando i racconti del giovane dai capelli rossi che gli sedeva a fianco.
-E dovresti vedere che Fatture che riesce a lanciare, la piccoletta!- sogghignò Fred Weasley, fiero come non mai della sorella.
-Già, Jamie, avresti dovuto vederla. Sembrava di rivedere quelle che lanciava Lily a scuola!- rise Sirius Black.
-Black!- urlò Lily Evasn, poco lontana, sentendo il tono della conversazione.
Quei tre insieme erano peggio che i suoi anni a scuola. Chi avrebbe potuto mai immaginare che esistesse qualcuno così simileai Malandrini che aveva conosciuto?
-Cosa, Evans? E’ vero! Ti ricordi, Pad, quando ci inseguì per tutti il dormitorio perché le avevamo macchiato il libro di Pozioni?- rise ancora James, ignorando lo sguardo irritato della moglie, sapendo che erano tutte scene. Quella donna ormai era un libro aperto per lui!
-James non esagerare.- lo riprese tranquillo Remus Lupin, causando senza capire un nuovo scoppio di risate.
-Rem! Io non esagero affatto! Pad ti ricordi che siamo rimasti in infermeria per una notte intera?-
-E con delle pustole niente male. Chi l’avrebbe mai detto, eh Prefetto Evans?-
Fred Weasley si guardò intorno ridendo, circondato da quelli che durante tutte la sua giovinezza erano stati i suoi idoli, soddisfatto.
Sarebbe stato in buona compagnia. E quando anche George l’avesse raggiunto, tra molti e molti anni, sarebbe stato tutto perfetto.
Intanto si sarebbe divertito insieme ai Malandrini, e finalmente avrebbe scoperto tutti gli altarini che Remus gli aveva sempre tenuto nascosti!
Si, sarebbe stato in ottima compagnia!

 
 
 
 
 
 



 
 
 
ANGOLO AUTRICE…che come al solito è in ritarso con “A modern myth”, ma si mette a scrivere altro.
Ciao a tutti! Finalmente sono iniziate le vacanze di Natale, sia per me che per chi va a scuola. O almeno così qua.
Questa OS è nata da un link vagante su FB, apparso sul mio profilo qualche giorno fa che mi ha fatto piangere come una scema e che ho quasi ricopiato. O almeno il senso finale. È la frase di Harry (“Signora Weasley…sono sicuro che mia madre si sta prendendo cura di Fred, adesso. Come lei ha fatto in tutti questi anni con me.”) che in realtà faceva parte di una raccolta di lettere su una pagina dedicata a Harry Potter in cui però a parlare era Lily Evans, che ringraziava appunto Molly, promettendole di fare altrettanto per il figlio di lei.
Non è niente di speciale, ovviamente, ma ormai era scritta. E allora la pubblico.
L’intenzione è di scrivere almeno altre due storie, una comunque è già conclusa, proprio sul Natale che verranno pubblicate in questa serie entro il 25, ovviamente. E sono il modo più sincero che ho trovato per augurarvi buon Natale, visto che i biscotti allo zenzero e cannella che ho preparato ieri e che ho appeso pure all’albero (si, l’ho fatto davvero!) non posso mandarveli. E sono venuti buoni, lo giuro!
A ogni modo ringrazio chiunque leggerà. Ci sentiamo presto.
Un bacio grandissimo.
Rebecca.



   
 
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