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Autore: jas_    22/12/2011    29 recensioni
Abigail odiava Harry Styles, con tutta sé stessa. Era la persona più egoista, vanitosa, antipatica e viziata che avesse mai conosciuto.
Sophie invece trovava che Niall Horan fosse la persona più bella che avesse mai visto sulla faccia della Terra. Sorriso buffo, accento irlandese e occhi ipnotici. La sua sola vicinanza le provocava la tachicardia.

Due amiche, cinque ragazzi, una scommessa.
Cos'ha in serbo per loro il futuro?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'You belong with me'
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Abigail si stiracchiò facendo scrocchiare la schiena prima di mettere le mani sotto il cuscino e rannicchiare le gambe. Respirò profondamente aprendo gli occhi con molta calma per abituarsi alla luce che filtrava attraverso le tende bianche che coprivano la finestra. Appena si accorse che quella non era camera sua, si mise seduta sul letto guardandosi intorno spaventata. La testa le pulsava come non mai, aveva l’impressione che le stessero trapanando la testa. Aggrottò le sopracciglia cercando di scacciare il dolore ma con poco successo.
I ricordi della sera precedente erano sfuocati e vaghi, ricordava di essere andata da Harry, di avere giocato a twister alzando un po’ il gomito e poi il vuoto. C’era un blackout totale nella sua mente che durava fino a quella mattina, quando aveva aperto gli occhi. Poteva essere successo di tutto in quelle ore, le venne la pelle d’oca al solo pensiero. Non si era mai spinta così in là col bere. Solitamente si limitava ad alcuni drink, smetteva quando sentiva la testa girarle leggermente ma non aveva mai avuto dei vuoti di memoria a causa dell’alcol. Si sentiva unostraccio.
Appoggiò una mano sulla fronte massaggiandosi delicatamente la testa, non aveva mai visto quella stanza fino ad allora. Era notevolmente grande, lei stava sdraiata su un letto matrimoniale piazzato davanti a un televisore al plasma megalomane esattamente quanto tutto il resto. Un ampio armadio che invidiava occupava tutta una parete, opposta a alla quale c’era una scrivania con un portatile appoggiato sopra e una grande finestra. Solo allora si accorse di alcune foto appese di fianco ad essa, strizzò gli occhi cercando di riuscire a vedere chi fossero i soggetti ma con poco successo. Le scappò uno starnuto.
In quell’istante sentì una porta aprirsi, si voltò di scatto e notò uscire da un bagno Harry in mutande che si frizionava i capelli ancora bagnati. Il ragazzo alzò la testa di scatto incontrando gli occhi di Abigail che lo scrutavano con un’espressione sorpresa ma allo stesso tempo terrorizzata.
«Buongiorno bella addormentata» esordì lui aprendosi in un sorriso.
La ragazza aggrottò la fronte alquanto confusa prima di accorgersi di essere in intimo e alzare la coperta fino a sotto il mento imbarazzata. Harry non riuscì a trattenere una risatina.
«Non c’è niente che non abbia mai visto, tranquilla» commentò sedendosi sul bordo del letto.
Abigail aprì la bocca tentando di ribattere senza però essere in grado di pronunciare qualunque cosa. Sembrava un pesce che boccheggiava senza emettere suono.
«Ti prego non dirmi che non ti ricordi niente di ieri sera» ormai era diventato un monologo quello.
«Io..» Harry poté scorgere un lampo di paura attraversare gli occhi azzurri della ragazza.
Sapeva che non avere la situazione sotto controllo la metteva in difficoltà. Nonostante la conoscesse relativamente poco non gli ci era voluto molto tempo a capire che tipo di persona fosse.
«Non dirmi che eri vergine.»
Nell’udire quelle parole Abigail avvampò, voleva sprofondare in quel preciso istante. Non sapeva se poiché non si ricordava di aver perso la verginità oppure perché era andata a letto con quello lì. Probabilmente per entrambe le cose in egual misura.
Abbassò la testa imbarazzata, sarebbe voluta uscire da quella stanza e cominciare a correre il più lontano possibile da quella casa, o meglio, da Harry. Allo stesso tempo, però, nel profondo del suo cuore sentiva una strana sensazione, come se rimpiangesse di non ricordarsi come fosse Styles a letto. Non che fosse pratica, ma era semplice curiosità, o meglio, lei preferiva definirla così.
Il rumore della fragorosa risata del riccio la distolse dai suoi pensieri.
«Che c’è da ridere?» chiese acida.
«Tu veramente credi che io sia così disperato da andare a letto con una ragazza ubriaca che il giorno dopo non si ricorderebbe sicuramente dell’accaduto?»
Abigail alzò le spalle annuendo flebilmente, si sarebbe aspettata qualunque cosa da quello lì, pensò.
«Beh, sappi che non l’ho mai fatto e non lo farei mai. E, credimi, se avessi voluto ieri sera ti avrei fatta mia nel giro di poco.»
Se alcuni istanti prima, Abigail era preoccupata e incredula, ora la voglia di strozzare Harry con le proprie mani era quasi irreprimibile.
«Vuoi dire che ieri..» non riuscì a finire la frase, un po’ per la paura ma principalmente per la rabbia che si sentiva ribollire dentro. Strinse i pugni per evitare di scagliarli su quel viso da angioletto ancora assonnato.
Il riccio annuì divertito, «volevo solo vedere che faccia avresti fatto. E direi che ne è valsa la pena. Avresti dovuto vederti.»
«Dio» la ragazza tirò un sospiro di sollievo appoggiando la schiena alla testata del letto, «scappa nei prossimi tre secondi o non esci vivo da questa stanza.»
«Non oseresti.»                                                                                                  
«Tu dici?»
«Ho visto come ti comportavi ieri sera. Io ti piaccio» disse serio Harry, «volevi baciarmi.»
«Ero ubriaca» ribatté secca la ragazza, anche se si ritrovò ad immaginarsi la scena. Lei a pochi centimetri dalle labbra di Harry, il respiro le si accorciò al solo pensiero. Scosse la testa col tentativo di scacciare quei fastidiosi pensieri, anche se ormai non poteva ignorare ciò che era palese.
«E’ solo una scusa. Solitamente l’alcol toglie le inibizioni, ciò significa che quello che hai fatto ieri è quello che vorresti fare anche ora, soltanto che la pura e l’orgoglio ti bloccano. O sbaglio?»commentò sicuro di sé il ragazzo.
Lo odiava. Voleva saltargli addosso e farlo stare zitto. Soprattutto perché sapeva, in cuor suo, che le cose che Harry blaterava erano vere. Almeno in parte. O forse del tutto.
«Dio solo sa cos’altro avevi intenzione di fare» continuò sicuro il ragazzo, «ma fortunatamente sono un bravo giovanotto e non ti ho sfiorata. Anzi, ho impedito che guidassi verso casa ubriaca, ti ho tenuto indietro i capelli mentre vomitavi nel mio bagno e ti ho lasciata dormire nel mio letto. Ritieniti fortunata»
Abigail strabuzzò gli occhi, erano allucinazioni o le sue orecchie avevano realmente udito quelle parole?
Quella situazione era paradossale, i ruoli sembravano essersi invertiti ma non avrebbe ceduto. O almeno, non era giunto il momento.
«Allora perché sono in biancheria?» lo provocò.
«Perché ieri sera hai voluto fare il bagno in piscina» spiegò tranquillo Harry, come se non avesse niente da nascondere.
In realtà il suo racconto non faceva una piega, ecco spiegato anche l’inaspettato raffreddore che aveva. Odiava ammetterlo ma non poteva che essere grata a Harry, probabilmente, se al suo posto ci fosse stato qualche altro ragazzo non si sarebbe trovata dov’era.
«Forse ti devo delle scuse» mormorò Abigail, pronunciare quelle era paragonabile alla fatica di un parto. «E.. grazie» aggiunse titubante.
«Direi che con un bacio siamo alla pari» commentò con la sua solita spavalderia il ragazzo, interrompendo rovinosamente il momento “della verità”.
Abigail, con sua sorpresa, non riuscì a trattenere un sorriso e tirò un cuscino che si trovava a portata di mano in testa al riccio.
Forse aveva ragione, aveva sbagliato a giudicarlo soltanto “per sentito dire” prima di conoscerlo veramente. Forse non doveva fermarsi al solo aspetto esteriore.
Forse Harry Styles era molto più di quanto volesse dare a vedere.
 
«Mi fa male la testa» mormorò Luna con la testa appoggiata al cuscino.
Louis le accarezzò dolcemente i capelli per poi darle un leggero bacio. Profumavano di gelsomino, come sempre. Amava il suo odore, in realtà qualunque cosa la riguardasse lo inebriava. La sua risata scomposta, i versi che ogni tanto le scappavano senza un motivo preciso, il modo in cui si osservavano facendo gara a chi cedeva per primo oppure le poche volte che si incantavano letteralmente mentre si guardavano.
«La prossima volta impari a bere» la riprese dolcemente.
«Ho bevuto quanto te» si lamentò la bionda alzandosi leggermente, «soltanto che io non reggo niente.»
«Appunto.»
Luna gli tirò un pugno sul braccio prima di sdraiarsi di nuovo.
Si sentiva uno straccio, doveva aspettarselo che sarebbe andata a finire in quel modo. Quando si aveva a che fare con Harry, succedeva sempre qualcosa di imprevedibile.
Tutte le volte che si era cacciata nei guai, Harry c’era, esattamente come Lou.
«Cos’ha detto mia mamma?» chiese cambiando discorso.
«Niente, non si è accorta di niente. Ovviamente tutto per merito mio» affermò orgoglioso Louis.
Luna sorrise perdendosi nei suoi occhi azzurri. Per quanto si conoscessero, ogni volta restava sorpresa dalla bellezza di quel ragazzo, era una continua scoperta stare con lui.
Nell’anno che aveva trascorso a New York il suo migliore amico le era mancato più di quanto sarebbe stata in grado di ammettere. Non riusciva a immaginare la sua vita senza di lui, ormai era diventato parte di sé.
Non era mai stata una tipa sdolcinata, anzi, a volte era fin troppo scorbutica e scostante ma quei dodici mesi trascorsi lontano da casa l’avevano fatta giungere a una conclusione che sembrava un’utopia pure a lei ma che allo stesso tempo era una delle poche certezze che aveva.
«Sai, mi mancava salvarti il culo in queste situazioni» sussurrò Louis prima di stringerla tra le sue braccia.
Luna sorrise affondando il viso sul suo petto e stringendolo a sé più che poteva.
Sentì il battito del suo cuore accelerare, a differenza di quello di Louis che sembrava, a suo malgrado, essere regolare. Sospirò affranta, più passava il tempo più era certa che Louis non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti. Si conoscevano praticamente da sempre e aveva imparato a leggere tra le righe tutto ciò che il ragazzo pensava, non c’era nulla che potesse lasciarle un barlume di speranza che un giorno uno dei suoi tanti sogni si sarebbe avverato.
«Farà il tacchino oggi a pranzo tua mamma?» chiese Louis interrompendo il fiume di pensieri della ragazza.
Luna annuì, «come tutte le domeniche.»
«Noto con piacere, allora, che le vostre abitudini non sono cambiate.»
La bionda ridacchiò scuotendo la testa, «anche se lo fossero oggi ci sarebbe stato comunque il tacchino. Sai che mia mamma è innamorata di te e che ti cucina sempre il tuo piatto preferito quando ti fermi a mangiare.»
Louis scoppiò a ridere piegandosi leggermente in avanti e costringendo Luna a sciogliersi da quell’abbraccio.
«Che c’è di così divertente?» chiese lei, trattenendo comunque a stento le risate. «Fai colpo su donne di qualsiasi età, non sei contento?»
Il ragazzo scosse la testa senza essere in mettere insieme una frase da quanto rideva.
«Sinceramente preferisco la figlia» osservò quando si fu ripreso.
Luna si zittì di colpo rischiando di strozzarsi con la sua stessa saliva.
Sentì il cuore salirle in gola prima di tornare alla sua posizione e cominciare a battere come mai lo aveva sentito fare. Se non avesse avuto le costole, probabilmente, sarebbe andato a sbattere addosso al petto di Louis, pensò. Era più che sicura di avere le guance rosse, si maledisse di avere la carnagione chiara, avvampava per un nonnulla.
Louis le batté un paio di volte la mano sulla schiena cercando di farla riprendere, «non morire» la prese in giro divertito, evidentemente inconscio del motivo di quell’improvviso imbarazzo.

***

OKAY NON SONO MORTA.
sono di frettissima e ho mille cose da dirvi.
allora, prima di tutto mi scuso per l'abnorme ritardo nel postare ma tipo che nell'ultima settimana sono stata impegnatissima tra scuola, mille regali da fare (mi riduco sempre all'ultimo, l'anno prossimo comincerò a farli ad agosto) e poi tutti i pomeriggi ero in giro e non mi passava neanche per l'anticamera del cervello di scrivere :D
inooooltre, non avevo proprio voglia. cioè, non mi andava di aprire word, non so come mai, non mi è mai successo!
pooooi, quando finalmente ero presa bene nel postare non mi andava internet sul computer. tipo che ieri sera ho provato su CINQUE computer diversi ma non andava la connessione in nessuno di questo, non so perché visto che sull'iphone il wi fi funziona D:
vabbè, comunque eccomi! :)
questo capitolo fa leggermente schifo, lo so. mancano sophie e niall ma in compenso si capiscono un po' di cose tra luna e louis e poi sta abigail sembra cedere al fascino styles! AHAHAHAHA
allooora, prima che mi dimentichi vi ringrazio per le TRENTAQUATTRO recensioni, io vi adoro, sul serio.
cioè, non ne avevo mai avute così tante in un solo capitolo :')
poi hanno cominciato a scrivermi un macello di ragazze su twitter facendomi i complimenti, io mi gaso troppo per ste cose! ahah
ah ecco, visto che alcune me l'hanno chiesto, sono @xkeepclimbing se volete seguirmi! poi ditemi che seguite la storia così ricambio il follow visto che non seguo indietro tutti!
ora devo scappare che devo asciugarmi i capelli, preparare le valigie e tra mezz'ora devo uscire (non ce la farò di sicuro)
vi avverto che torno soltanto il tre gennaio quindi vi auguro buon natale e buon capodanno (non beve troppo e non collassate AHAHAHA)
vado ai caraibi a trovare jack sparrow e sono una cosa come ventiquattro ore di volo tra andata e ritorno in cui ho intenzione ANCHE di scrivere quindi appena torno aggiorno, PROMESSO! :D
credo di aver finito anche se sono sicura di avere dimenticato qualcosa hahaha
un bacione
jas

p.s. vi avverto che non ho riletto un bel niente quindi mi scuso per gli errori :)
p.p.s. (?) mi sono dimenticata di dirvi che non sto recensendo nulla ultimamente perché dall'iphone è un macello e oggi che stranamente andava internet sul pc non ho davvero avuto tempo cwc prometto che prima o poi passerò da tuttii! magari ricordatemelo però ogni tanto su twitter che io sono una smemorata ahaha! okay fine.





   
 
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