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Autore: FaDiesis    22/12/2011    14 recensioni
Dal capitolo 3:
Correvamo per i corridoi laccati di bianco dell'aeroporto di Eneta, affannati e gridando un "di qua!" di quando in quando.
Eravamo in ritardo. Terribile ritardo.
E il tutto solo perché litigando, in macchina, ci eravamo distratti e avevamo sbagliato strada. Un sacco di tempo perso per niente.
Alla fine eravamo arrivati, ma mancavano cinque minuti alla partenza del nostro volo.
Con la mia solita sfortuna, arrivammo al gate proprio in tempo per vedere l’aereo decollare nel cielo plumbeo.
Ci buttammo demoralizzati sulle sedie della sala d’attesa.
Passammo un quarto d'ora abbondante a borbottare e discutere di chi fosse la colpa, quando, all'improvviso una figura indistinta ci piombò davanti.
Era atterrata con una gamba piegata e una distesa, e le mani fasciate poggiate leggermente a terra.
Si alzò lentamente.
Piegò la testa.
E sorrise.

- STORIA IN PAUSA A TEMPO INDETERMINATO -
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo benissimo quel giorno. Anzi, quel momento. L'attimo in cui fui scaraventata dentro un mondo parallelo. Un mondo fantastico, dove però ho anche rischiato la vita. Ero annoiata, stanca e arrabbiata. Infatti, solo il giorno prima, la mia professoressa di Italiano aveva dato a tutta la mia povera classe una relazione lunga quindici pagine sulla biografia di Giacomo Leopardi. Insomma, ok, mi piace Leopardi -l'Infinitoè la mia poesia preferita- ma non la sua vita! Siamo sinceri, non era un tipo così "gioioso"... Beh, erano le sette di sera, e facevo ricerche in biblioteca dalle tre del pomeriggio. Una stanchezza mostruosa. Mentre cercavo di mettere in ordine le informazioni più importanti che avevo trovato sui mille volumi ed enciclopedie (che mi guardavano minacciosi dal tavolo di legno su cui studiavo), sentii il primo richiamo che annunciava la chiusura della biblioteca.
Mi alzai di scatto, non aspettavo altro! Nonostante fossi entusiasta di terminare di studiare, ero troppo distrutta per esultare, così cominciai stancamente a mettere a posto i libri. Il reparto dove andavamo risistemati i libri si trovava all'ultimo piano, tanto per cambiare dovetti farmi tre rampe di scale a piedi. Arrivai col fiatone, trascinandomi fino a uno scaffale pieno di enormi volumi.
Criick.

Che cosa? Mi parse di sentire uno scricchiolio, ma non ce la facevo ad andare a guardare.
Criick criick.

Stavolta mi sporsi dal corridoio, magari era la commessa che veniva per dirmi di spicciarmi. No, invece non c'era proprio nessuno.
Criick criick. Criick
.
Di nuovo! Posai velocemente La vita di Leopardi su una sedia lì vicino e mi affacciai giù per le scale: niente. C'era una signora anziana, una brava donna che conoscevo da anni, che con il dito seguiva la sua lettura su uno spesso fascicolo, e suo nipote Luke che dormiva beato su dei cuscini disposti a L. Si sentiva il frusciare dei fogli, e il lieve russare del bambino, ma non quel fastidioso Criick Criick.
Frustata ritornai nel mio spazio, avevo ancora quattro libroni da mettere a posto! Poi all'improvviso scorsi un luccichio... veniva da... ehi, non mi ero accorta che tra tutti quei libri grossissimi ce n'era uno minuscolo! Ed era proprio lui che brillava debolmente.
Con titubanza avvicinai la mia mano alla copertina marrone e consumata.Quando lo afferrai, mi sentii percorrere lungo il braccio una specie di scossa. Strinsi i denti e non persi la presa, nonostante il brivido si stesse fortificando sempre più.
Aprii la prima pagina, e il brillio si spense. Aggrottai le sopracciglia, era completamente vuoto. Non c'era scritto niente! Neanche una piccola scritta, neanche un punto, neanche un'immagine! Sarebbe bastato un "ciao"...
Che razza di scherzo era??! Indispettita, feci per chiudere il libricino, quando vidi che sulla copertina si disegnò davanti ai miei occhi, un titolo. Stavo diventando pazza. La scritta si stava formando da sola sul libro vuoto. IN GRECO!
Era così... invitante. Mi attravea, mi spingeva a toccarla... e fu proprio quello che incosciamente, e stupidamente, feci. L'ultima cosa che sentii fu il secondo richiamo della voce metallica registrata della biblioteca.
Poi vidi rosso.

-Ehi! Séfyr!- mi sentii chiamare. E sentivo anche un certo dolore alla schiena... e il mal di testa. -Séfyr!
Ma chi era che urlava il mio nome? Non mi parve di riconoscere il timbro di voce... e oltretutto sbagliava l'accento: si dice Sefyr, con l'accento sulla Y, non sulla E.
-Ehi, svegliati!!- uff, feci lo sforzo di aprire lentamente gli occhi. E sussultai, alzandomi all'improvviso.
C'era il viso scettico di un ragazzo che mi osservava da vicino, un po' troppo secondo i miei gusti.
-Alleluia- disse, alzando le sopracciglie- Buongiorno, Bella Addormentata...
Lo guardai meglio, mandandogli stilettate con gli occhi. Aveva una matassa di capelli castani chiari- biondo cenere, e due occhi grigi con un’espressione di sfida, quasi arrogante, dipinta sopra. Quanti anni avrà avuto? Diciassette, diciotto al massimo.
Provai a parlare, ma mi uscii solo un rantolio soffocato. Avevo la gola secchissima.
-Aspetta. - continuò il ragazzo. Aveva un timbro di voce basso, ma squillante e pieno di energia allo stesso tempo. Era stranissimo.
Lo vidi frugare dentro una specie di tascapane di pelle, tirare fuori una borraccia e porgermela.
Stavolta fui io a guardarlo scettico. Chi me lo faceva fare di accettare acqua- anche se non ero proprio sicura che fosse acqua- da un tizio estraneo che avevo appena conosciuto?
-Oh, dai! Non fare la schizzinosa!- mi parlò con un tono leggermente acido e alzò gli occhi al cielo.
Sbuffai, e con una smorfia accettai la sua borraccia.
Assaggiai un sorso, non prima di aver scrutato il liquido azzurrino-sembrava quasi Powerade- con diffidenza. Sapeva di miele, più un pizzico di cannella e... menta?
Peccato che odiassi la cannella. Istintivamente sputai per terra.
-Ma... cos'è questa schifezza??!-gli sbraitai contro.
-Beh, diciamo che è un'antica ricetta di famiglia. E diciamo anche che non ti piace, visto la tua... reazione. -stavolta era davvero infastidito. Arrossii un pochino, ma gli risposi sgarbatamente, proprio non mi stava a genio quel tipo.
-Scusa ma tu chi sei? E dove sono?
Quel ragazzo impertinente fece la cosa che non mi sarei mai aspettata: scoppiò a ridere.
-Vedo che la mia medicina ti ha fatto proprio bene! Guarda che voce acida, ti è tornata... - ridacchiò un altro po', ma dopo aver visto la mia espressione, si fece più serio. -Mi chiamo Sean.
Gli posi la domanda che mi frullava in mente da quando mi ero svegliata, a questo Sean.
-Come facevi a sapere il mio nome?
Lui sorrise indicandomi il polso destro.
Ah, già. Avevo dimenticato che la mia migliore amica al mio quindicesimo compleanno (ovvero quasi due mesi fa) mi aveva regalato un bracciale con scritto il mio nome in oro e viola, i miei colori preferiti.
-Comunque si legge Sefyr- precisai.
-Scusa tanto.- disse Sean, rialzando ancora le sopracciglia. -Hai origini indiane?
Sbuffai. -Non hai risposto alla mia seconda domanda: dove cavolo sono finita? E se proprio lo vuoi sapere, no, non sono indiana, né ho origini indiane. È solo che mia mamma è fissata con l'India.
-Ah. Beh, benvenuta ad Eneta.
Eneta
? Mai sentita... istintivamente mi venne in mente il titolo del libro luminoso in biblioteca (ero totalmente sicura che avesse qualcosa a che fare con questa storia) ... Era in greco... Eneta. Ma certo! Atene al contrario.
Glielo feci notare, e lui fece un sorriso ambiguo. Non rispose. Lasciai perdere e mi guardai attorno. Mi trovavo sulla cima di una collina, con una vista magnifica. Riconobbi una costruzione, era un hotel dove avevo dormito quando ero stata in vacanza a Psyrri. In Grecia! Volli provare a verificare se...
No, non era possibile.
Psyrri si trova a ovest di Atene, ne ero certa, invece lì era ad est. Controllai con un altro paio di città. Erano tutte all'inverso!
Il timbro strano di Sean mi distrasse dalla mia nuova scoperta.
-Piuttosto, cosa ci facevi svenuta nel parco davanti a casa mia?- mi chiese con curiosità.
Non mi fidavo di lui, lo avevo appena conosciuto e mi stava pure antipatico. Ma, non si sa perché, gli raccontai tutta la storia.
Sean annuì, comprensivo. Per fortuna, pensavo mi avrebbe presa per matta!
-Succede, a volte, di entrare in un libro. - disse.
-Come succede??- gli chiesi io, allora era lui il matto! Insomma non succede tutti i giorni di essere catapultati dentro un libro!
-Vieni dentro, ci prendiamo un tè e ti spiego tutto.- propose, mentre si alzava e mi tendeva la mano per aiutarmi.- Così magari ti dai anche una pulita.-aggiunse alludendo alla mia maglietta e ai miei jeans sporchi di fango.
Lo guardai male e rifiutai la sua offerta, alzandomi da sola e sgrullandomi i pantaloni.
Avvistai una casetta proprio a cinque metri da dove ci trovavamo e mi ci diressi, senza neanche attenderlo. Quando arrivai, cercai di aprire la porta azzurra, ma un'intensa scossa mi percorse il braccio, provocandomi una scottatura alla mano. E basta! Ne avevo abbastanza di scosse!
Sentii il ragazzo che mi si avvicinò sghignazzando.
-Il mio sistema di antifurto, la maniglia rileva le impronte digitali. Non hai voluto aspettarmi... e ben ti sta!- con questo aprì la porta senza scosse né bruciature.
Sbuffando, lo seguii all'interno e osservai la casetta. Era spartana, con quattro mobili in croce e un disordine da far concorrenza alla mia stanza.
La cucina era sui toni caldi del rosso, arancione e giallo, e sopra il lavabo c'era uno scaffale pieno di spezie e tè diversi. Strano, erano perfettamente in ordine, in netto contrasto rispetto al resto della casa.
Mentre ero comodamente seduta, con i gomiti poggiati su un particolarissimo tavolo in mogano, dove il rumore del bollitore regnava sovrano, Sean mi raggiunse con due tazze.
Assaggiai la bevanda, sperando che non avesse lo stesso gusto dell'altra. Sembrava normalissimo tè, però aveva un aroma dolciastro, quasi nauseante. Anche se dovevo ammettere che non era niente male.
-Ci ho azzeccato?
-Eh?- cascai dalle nuvole quando Sean mi parlò.
-Il gusto del tè... ti piace?- ripeté.
-Oh, sì... sì. A che cos'è?
-Al mirtillo e limone, pensavo che ti avrebbe "addolcito" un po'.-sogghignò lui. Gli feci una linguaccia di risposta.-Immagino che adesso tu voglia sapere perché sei qui.-continuò più serio.
Annuii.
-Devi sapere, che tanto, tanto tempo fa, il mondo era unico, uno solo. Poi ci fu una scissione... culturale, si può dire. Una parte del popolo credeva nella sapienza, nella letteratura, nelle arti, come la musica o il disegno. Mentre il resto, e purtroppo la maggioranza, dedicava tutto il tempo alla tecnologia. E poi... ci fu un dibattito, uno scontro, e la gente "non tecnologica" fu scaraventata per chissà quale forza della natura, qui, nel Mondo delle Sette Chiavi.
Vedi, questo mondo parallelo ha tutta un'altra organizzazione. Tutto è basato su una cultura e su una saggezza differente, superiori. Ci sono sette regni principali (e molti altri minori) e ognuno di essi è legato ad uno specifico genere letterale: il Regno dei Romanzi d'Avventura, dei Romanzi d'Amore, dei Fantasy, dell'Horror, dei Gialli, delle Biografie e dei Romanzi Storici. Senza un ordine preciso, né una qualsivoglia regolarità, il Sovrano di ogni regno può spedire un libricino in una biblioteca a caso del Mondo Reale, che autonomamente decide chi trovare, chi ritiene giusto o adatto, e lo trasferisce da noi.
Restai in silenzio. Adesso capivo tutto. E così... il libro luminoso aveva scelto me. Chissà perché.
Mi chiesi a quale regno poteva appartenere Sean... Avventura? O forse Horror? Sì, Horror è più adatto.
-E tu di quale genere sei?- glielo chiesi.
Lui sorrise e mi mostrò il collo. Aveva tatuato uno strano disegno, che però non riuscivo proprio a capire.
Non fece in tempo a rispondere che delle campane risuonarono, assordandomi. La cosa strana era che suonavano dentro la casa.
-Che succede?- urlai, per farmi sentire sopra il frastuono.
Ma Sean era troppo impegnato a mettere freneticamente a posto la casa, buttare pantaloni, fogli e pentole di qua e di là, per degnarsi di rispondermi.
Ma allora, cosa diavolo stava succedendo?


Le petite angle du FaDiesis

Ehm, bene ragazzi... Come vi sembra?  *occhioni teneroni del gatto di shreck*
È solamente un progetto... quindi non so se può andare!
Mi scusa per la lunghezza del capitolo, ma è il primo, e vanno spiegate le cose come stanno.
Allora, aspetto sia critiche che (lo spero tanto!) recensioni positive! Recensite in tanti, per favore!
Ciao e Buon Natale!
FaDiesis




   
 
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