Corsa contro il tempo… e il destino!
Reborn correva
veloce per le vie del parco, non preoccupandosi della gente che lo guardava
incuriosita, più che altro per il codazzo di bambini che lo seguiva correndo
(tranne Mammon, che svolazzava a mezz’aria… la solita
esibizionista!). Stava sfruttando tutte le potenzialità del suo ritrovato corpo
adulto per correre dal suo allievo, da bravo tutor. Andava così veloce che
dovetti aggrapparmi con tutte le mie forse alla visiera del cappello per non
cadere. Il massimo che riuscì a fare fu voltarmi per notare che avevamo
distanziato gli altri di un bel po’, compresa Luce che, benché avesse le gambe
lunghe almeno quanto il mio padrone, non aveva la sua prestanza fisica e non
riusciva a stargli dietro.
Dall’altra parte
del parco, ignaro di tutto, Tsuna stava per avere un appuntamento con la sua
amata Kyoko-chan. Bè,
almeno così la vedeva lui. In realtà doveva semplicemente prendere le fotocopie
degli appunti dei giorni in cui era stato assente per gli allenamenti contro i Varia, ma vaglielo a far capire a
quel poveraccio! Era troppo, troppo eccitato dalla possibilità di incontrare la
sua amata senza nessuno fra i piedi.
Nessuno, a parte
un Arcobaleno con intenzioni poco amichevoli nei suoi confronti!
Kyoko, da brava
donna che si rispetti, era in ritardo, e questo non faceva che aumentare
l’agitazione di Tsuna e, di riflesso, quella del mio padrone. Conosceva il suo
allievo e tutte le persone che lo circondavano talmente bene che sembrava quasi
che potesse leggere loro nel pensiero e prevederne i comportamenti. Non
chiedetemi come, ma lui sapeva tutto: sapeva
dell’ansia di Tsuna e persino del ritardo di Kyoko.
E accelerò ancora
il passo.
Finalmente Tsuna
entrò nel nostro campo visivo. Solo il laghetto artificiale ci separava da lui,
ma purtroppo ci dava le spalle e non poteva vederci. Era già a portata di voce,
ma mi resi conto che il mio padrone non aveva abbastanza fiato per poter gridare. Una volta in più maledissi il fatto di
essere solo un piccolo, muto camaleonte!
Sentii Reborn
borbottare senza fiato qualcosa come “Se si agita
rischia di non accorgersi di lui!”.
Ma, una volta tanto, aveva sottovalutato il
suo allievo.
Il ragazzo, in
preda alla peggiore delle ansie, continuava a saltellare sul posto, incapace di
stare fermo.
Eppure
improvvisamente si immobilizzò.
Fu talmente
imprevisto che anche Reborn si bloccò di scatto, al punto che rimpiansi la
mancanza di cinture di sicurezza.
Tsuna fece un
passo laterale a sinistra, apparentemente senza motivo. Ci voleva un occhio di
lince (ma basta anche uno di camaleonte, se vi fidate!) per vedere una freccia
che mancava la sua testa di pochissimi centimetri.
«
Ma cosa… »
Reborn tirò un
sospiro di sollievo e io con lui. Ringraziai il sangue
dei Vongola, che arrivava là dove lo sguardo del mio padrone
non poteva!
Reborn riuscì a
recuperare abbastanza fiato per urlare:« Giù la testa,
ImbranaTsuna! Sei sotto attacco! »
Il ragazzo gridò
con voce stridula:« Cosa? E perché? I Varia? »
«
Peggio! È Verde! »
«
Eh? »
Finalmente
riuscimmo ad arrivare affianco del ragazzo e Reborn riuscì a farsi sentire
senza usare tutto il poco fiato che gli era rimasto:« Quello
che ieri ha cercato di ucciderti! Ti ricordi? Quello da cui ti ha salvato
Gokudera! »
«
Ancora lui? »
«
Già! Io non sono
riuscito ad arrivare in tempo per aiutarti! Sei stato bravo
prima! »
Tsuna lo guardò di
storto:« A fare cosa? »
Reborn si bloccò.
Tsuna aveva fatto di nuovo tutto inconsciamente. Meglio non approfondire la
questione, dopotutto Verde era ancora nei paraggi e non aveva certo intenzione
di mollare.
Il mio padrone
iniziò a guardarsi intorno alla ricerca del possibile nascondiglio
dell’Arcobaleno ribelle, senza però apparente risultato.
«
Diavolo, se si è
nascosto fra le foglie degli alberi sono troppo alto per individuarlo… ma dove cavolo…
»
«
ATTENTO, REBORN!!! »
Uno spintone ci
buttò a terra. Fu talmente violento che non riuscì a tenermi abbastanza forte
alla fodera del cappello e caddi.
Reborn alzò la
testa e vide un’altra freccia conficcata in un tronco d’albero alla sue spalle. Se Tsuna non lo avesse spinto
si sarebbe ritrovato con un bel buco in fronte!
«
Tutto bene, Reborn? »
Il mio padrone lo
guardò come se non lo avesse mai visto prima d’ora. Cosa
stava succedendo? Da quando era ImbranaTsuna a salvare lui ?
Reborn si riprese
subito e urlò al vento:«
VERDE!!! Da quando osi tentare di colpire anche me? »
Una voce metallica
rispose:« Da
quando ti metti in mezzo ai miei piani, Reborn! »
Né io né il mio
padrone eravamo in grado di capire da dove provenisse la voce con esattezza, visto che eravamo circondati da mini-autoparlanti,
ma Tsuna si voltò in una direzione precisa e, senza alcuna esitazione né
ordine, mi trasformai in pistola permettendo a Reborn di sparare.
Verde cascò
dall’albero e iniziò a scappare a bordo di uno di quei suoi strani aggeggi. Il
mio padrone e Tsuna gli corsero dietro, ma vennero
raggiunti a breve da tutti gli altri Arcobaleno.
Tsuna escamò:« Ma cosa… Colonnello! E
tutti questi altri bambini da dove spuntano? E la signorina chi… »
«
Ne parliamo dopo, ehi! Ora dobbiamo raggiungere quello
schifoso di Verde, ehi! »
«
Ma… Kyoko-chan
mi starà aspettando! »
Reborn rispose:« Poche storie, Tsuna! Se non lo fermiamo, rischia di farsi
male pure lei, e questo non lo vuoi, vero? »
Punto sul vivo, il
ragazzo non rispose e continuò a correre. Nel nostro folle inseguimento eravamo
ormai usciti dal parco, ma ci eravamo sempre più
avvicinati al nostro obiettivo. Verde ormai era in mano nostra.
Sorprendendo
tutti, l’Arcobaleno si buttò nel fiume che attraversava Namimori.
Il robottino sul quale era salito divenne una piccola
imbarcazione permettendo allo scienziato di starsene tranquillo all’asciutto.
Senza alcuna esitazione, Reborn si buttò in acqua per prenderlo. Quelle acque,
che sarebbero state proibitive per un bambino, gli arrivavano ora alla vita.
«
Arrenditi, Verde, è
finita! »
Il bambino rispose
con un ghigno:« Per te! »
BIP!
Verde premette un
bottone nascosto nella manica e sentimmo alle nostre spalle un’esplosione. La
diga a monte di Namimori era
andata distrutta e l’acqua del fiume iniziò velocemente a salire e a diventare
più impetuosa, troppo impetuosa…
Impassibile,
l’Arcobaleno trasformò nuovamente il suo robottino in
un piccolo elicottero e di alzò in volo. Da lì,
riprese la balestra con puntamento automatico di sua invenzione e cercò di
colpire nuovamente Tsuna.
La sua arma venne distrutta nel giro di un secondo da un triplo colpo di
pistola, uno sparato da noi, gli altri da Colonnello e Lal,
e finalmente Verde si arrese e se andò. Ma per noi i
guai erano appena cominciati.
Mentre eravamo
impegnati a sparare, l’acqua del fiume si era alzata ancora e ormai ci stava
trascinando a valle. Riuscii faticosamente a ritornare nella mia forma
originaria e a saltare sul cappello, ma lì dovetti tenermi veramente forte per
non cascare in acqua. I camaleonti non sanno nuotare e i salti che stavamo
facendo in quel fiume non avevano nulla da invidiare a un ottovolante!
Lo scorrere
dell’acqua era assordante e si univa in un rumore indistinto alle voci che ci
chiamavano dalla riva. Iniziavo ad avere la nausea a forza di andare su e giù,
e continuavo a pensare a un modo per allontanarci da quell’inferno d’acqua e
fango. Sapevo che il mio padrone stava facendo lo stesso e pregai che uno dei
due avesse l’illuminazione.
Con un enorme
sforzo, Reborn riuscì ad aggrapparsi a un masso abbastanza grande da poterci
salire sopra e ci salì usando tutte le sue forze.
Appena fummo al
sicuro, lo guardai in volto. Non lo avevo mai visto così stanco, col volto
pallido e tirato. Ansimava profondamente, distrutto dallo sforzo di doversi
tirare su da quell’acqua impetuosa con gli abiti intrisi d’acqua e fango, senza
contare che fino a poco prima non aveva fatto altro che correre!
«
Non… non ti
preoccupare, Leon! Sto… sto benissimo! Mai stato
meglio in vita mia! »
Se, a chi voleva
darla a bere? Non capii se cercava di tranquillizzarmi o se voleva ironizzare.
«
Reborn!!! »
Ci voltammo. Gli
altri sulla riva ci chiamavano e cercavano di attirare la nostra attenzione.
Lal gridò:« Dovete
allontanarvi subito da lì! L’acqua continua a salire, tra poco anche quel masso
sarà sommerso! »
«
E come? »
Già, il problema
non era di facile soluzione. Eravamo in mezzo al fiume, troppo lontani dalla
riva per farci trainare, mentre la violenza acqua non permetteva al mio padrone
di nuotare per metterci in salvo. Eravamo in trappola.
Colonnello gridò:« Tranquillo! Mando il mio falco a prenderti! »
«
Sciocco! Sono troppo
pesante per il tuo falchetto! Se fossi piccolo sarebbe
tutta una altra storia, ma ora… »
Cosa? Impossibile!
Adulto o bambino non cambiava nulla, come sempre avrei portato io in salvo il
mio padrone!
Salii sulla sua
mano, mi trasformai in un palloncino e iniziai a tirare con tutte le mie forze,
ma i suoi piedi non si alzarono neanche di un millimetro. Allora mi trasformai
alternativamente in tutte le forme che mi vennero in mente che fossero in grado
di volare, ma sempre con lo stesso risultato. Sembrava quasi che avesse i piedi
incollati a quella roccia! Ma non avevo alcuna intenzione
di mollare.
«
Leon… smettila, non
vedi che è inutile? »
Mi bloccai.
Impiegai alcuni secondi a rendermi conto della verità di quelle parole e solo
allora mi decisi a tornare nella mia forma originale.
«
Perché non raggiungi
gli altri? Tu puoi andare senza alcun problema! Non mi offendo,
sai? »
Scossi la testa, attorcigliai
la coda attorno al suo polso e mi strinsi attorno alle sue dita. Non
m’importava nulla: dovunque sarebbe andato, qualunque cosa gli fosse successa,
io non avrei mai lasciato il mio
padrone!
Reborn sorrise:« Allora grazie, piccolo Leon! Sai, devo proprio dirti una
cosa… »
Il suo sguardo si
soffermò alle persone che si affaccendavano sulla riva: Tsuna, Skull, Fong, Lal
e Colonnello si stavano spogliando e cercavano di formare una corda legando
insieme i loro abiti. Mi resi conto anch’io che l’impresa era vana.
«
… ho sempre pensato che
tornare adulto mi avrebbe reso più forte, e invece… invece sono più debole di
prima, Leon! È imbarazzante! »
Non capivo. Di
cosa stava parlando?
«
Ho sempre agito da
solo, Leon, qualsiasi cosa avessi bisogno… certo, se qualcuno si offriva di
darmi una mano non rifiutavo mai l’aiuto, ma me la sono sempre cavata
egregiamente da solo! Invece da quando sono tornato adulto… se Bianchi non mi
avesse cucito la divisa della scuola di Tsuna, non avrei mai potuto
controllarlo! E ImbranaTsuna, che mi salva la vita? È assurdo! Forse è colpa
mia, mi sono montato troppo la testa… chissà, se prima non avessi voluto
giocare con gli altri, se non avessi perso tempo a pavoneggiarmi con Lal, Skull e gli altri, chissà…
forse non ci troveremmo così, Leon! »
Per una volta
ringraziai di essere muto, perché non avrei proprio saputo cosa rispondergli.
«
Probabilmente non sono
ancora pronto a tornare adulto, mio piccolo Leon! Sai che così mi sembri ancora
più piccolo? E ancora più carino? Chissà se anche gli
altri mi vedevano così, versione Arcobaleno… »
Sospirò
profondamente:« Sei davvero sicuro di non voler
andare, Leon? »
Scossi la testa e
mi aggrappai con ancora più forza alla sua mano.
«
Allora grazie per aver
ascoltato il mio monologo, mio piccolo, inseparabile amico! Mi spiace solo di
non aver completato l’allenamento di Tsuna, ma sono sicuro che Colonnello mi
sostituirà egregiamente… »
Si voltò a vedere
il suo allievo, preoccupatissimo e affaccendato nel tentativo di salvarlo,
insieme ai suoi amici, Fong, Colonnello, Lal e, sì, anche quella stupidina
di Skull… ma gli altri dov’erano?
Reborn sospirò,
più profondamente di quanto mai avesse fatto prima:« Bene,
Leon, è ora di affrontare il destino… »
Il mio padrone
chiuse gli occhi e lo stesso feci anch’io. Eravamo
pronti a tutto.
Il rumore
dell’acqua sovrastava qualunque voce e qualunque pensiero.
Era la fine delle
nostre avventure.
Improvvisamente
Reborn iniziò ad agitarsi. Urlò qualcosa, ma lo scroscio del fiume era troppo
forte e non capii nulla.
E arrivò l’onda.
«
R…Reborn… REBORN!!!
REBORN!!! REBORN!!! »
«
Fermati, fermati, ehi!
È inutile! Non vedi? È troppo tardi…
ehi! »
«
Non-non c’è più! è
sparito nel nulla… e non ho potuto aiutarlo, dopo tutto quello che lui ha fatto
per me… d’accordo, a volte usava dei metodi assurdi, ma… ma… »
Tsuna cadde in
ginocchio, balbettando frasi scomposte, e anche gli altri, benchè
facessero i duri, erano sconvolti almeno quanto lui.
Possibile che…
«
E piantala di piangere
come una femminuccia, ImbranaTsuna! »
Una spinta buttò a terra il Decimo boss dei Vongola, ma il
ragazzo non sembrò minimamente preoccupato della botta, quanto della vocina
acuta che lo aveva fatto trasalire.
Tsuna si voltò e
sia io che il mio padrone sorridemmo.
«
REBORN!!! »
«
Reborn! »
«
Ce l’hai fatta, ehi! »
«
Fiuuu, il destino ha deciso che tu debba
continuare la tua strada, Reborn… »
«
Ma come, sei ancora
vivo? Per una volta che speravo di non averti più fra i piedi… »
Sorrisi ancora di
più. Si vedeva lontano un miglio che Skull stava
mentendo.
Lal esclamò:« Ma come
hai fatto? »
Reborn mi prese
sulla mano:« Un po’ di fortuna, una magia o… chissà!
Certo è che senza la prontezza di riflessi di Leon sarei stato spacciato! »
Il mio padrone,
anzi, il mio padroncino era tornato! All’ultimo
secondo l’effetto del bazooka di Lambo era scaduto e Reborn era tornato
bambino, giusto in tempo perché io potessi portarlo via dal fiume.
«
Grazie, Leon, ti devo
la vita! »
Di nulla, mio piccolo padroncino! Ditemi quello che
volete, ma io lo preferivo così!
«
Kyoko-chan! Mi starà aspettando da mezz’ora,
poverina! »
Luce si avvicinò
di soppiatto al ragazzo, facendogli prendere un infarto:« Tranquillo,
ci abbiamo pensato io e Mammon! Grazie alle sue
illusioni ho potuto sostituirmi a te… ecco i tuoi appunti! »
Tsuna sembrava
poco entusiasta:dopotutto aveva perso un’occasione per
stare da solo con la sua Kyoko-chan!
«
Grazie… ma lei chi… »
Il Decimo boss dei
Vongola cadde a terra. Dietro di lui Viper
sogghignava:« È meglio che tu non sappia ancora di
noi, ragazzino! Avrai ancora occasione di conoscerci meglio più avanti… ma
sappi che per questo dovrai pagarmi profumatamente, Luce! »
«
Lasciami il tempo di
tornare in albergo e prendere il libretto degli assegni! Comunque stai
tranquillo, Reborn: ho chiesto a Mammon di cancellare
solo i ricordi che riguardano gli altri membri degli Arcobaleno oltre a te,
Colonnello e naturalmente Verde… e comunque, è bello ritrovarti! »
«
Anche per me… Io non ti
devo nulla, vero? »
Mammon sparì nell’aria:« Per
ora… a presto, Vongola! »
Il mio padrone sospirò,
si prese Tsuna sulle spalle e se lo portò a casa, rifiutando tutti gli aiuti
che gli vennero offerti. Dopotutto era il suo allievo!
Tsuna si svegliò
nel suo letto, agitatissimo, ancora convinto che Reborn fosse stato inghiottito
dal fiume. Tuttavia il leggero russare del mio padroncino sulla sua piccola
amaca lo rassicurò. Non so esattamente quali ricordi abbia di quella giornata,
visto che con tutti gli avvenimenti successivi riguardanti i Varia
non affrontammo più il discorso, ma so che il mio padroncino ci ripensò spesso.
Ancora mi chiedo
se sia stato davvero il caso, una fortuna sfacciata o il fatto che Reborn avesse
espresso quel desiderio per la prima volta a farlo tornare bambino. Vorrei
poterne parlare, ma per una volta non mi dispero perché sono solo un piccolo,
muto camaleonte. Dopotutto non ha importanza. Lui è qui, e io lo seguirò ovunque andrà,
perché le nostre avventure non sono che all’inizio.
Poco ma sicuro!
E siamo
arrivati alla fine delle avventure di Reborn e Leon! Spero davvero che questa fanfic vi sia piaciuta, e voglio approfittare per
ringraziare tutti coloro che hanno letto, SakuraX16, Eli pazzoide e _Irene_Adler_ per
aver commentato, Amy Uzumaki per averla messa nelle preferite e Firely nelle seguite!
Oltre
a continuare la fanfic su Soul Eater, ho intenzione
di fare una piccola pausa con una One-Shot
su Detective Conan, ma poi tornerò sugli schermi di Katekyo
Hitman Reborn con una storia decisamente pazzoide e
fuori di testa dove Lambo ne combinerà di tutti i colori con un nuovo bazooka…
ma vi ho già detto troppo!
BUON
NATALE A TUTTI I LETTORI!!! E, per favore, fatemi
sapere se l’ultimo capitolo vi è piaciuto!
Grazie
di cuore a tutti!
Hinata
92