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Autore: more_    23/12/2011    13 recensioni
«Louis è il padre del mio bambino» dissi sottovoce con tono piatto. Mio cugino spalancò gli occhi appena sentì quelle parole e si alzò dal letto di scatto, squadrandomi.
«Chi è quella testa di cazzo?» gridò sottovoce per non farsi sentire, né da Nathan né da Anne e gli altri. Io annuii abbassando lo sguardo. Harry si abbassò verso di me e mi mise le mani sulle spalle «Dimmi che stai scherzando! Lui non può essere il padre di Nathan!»
«Secondo te non ricordo con chi ho fatto sesso, Harry? E’ lui, Louis Tomlinson. Mi piaceva, molto temo fa, peccato che lui mi abbia solo usata! Veniva al mio stesso liceo a Doncaster, e ora non ci credo che sia qui, dall’altra parte della casa. Guarda un po’ tu che coincidenza!» chiarii mentre altre lacrime di rabbia scendevano sul mio volto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-I wonder, if you knew, what you put me through
You would want me, want me, want me
To love you too

«Qui aveva appena fatto tre mesi» dissi a Louis mostrandogli una foto che ritraeva Nathan da neonato con un tutina bianca a righe blu scure e azzurrine con disegnato un simpatico orsacchiotto sul davanti. Risi vedendo la faccia buffa che aveva mio figlio in quella foto, l’avevo scattata in onore dei suoi tre mesi e lui in quella foto stava sorridendo guardando stupito il flash della macchina fotografica. Mio figlio sorrideva sempre, bastava anche guardarlo solo un po’.  Molte volete mi capitava di pensare a quando Nathan era più piccolo, quando riuscivo a reggerlo con una sola mano, a ogni volta che lo prendevo delicatamente per paura di fargli male perché era piccolo e indifeso, a tutte le volte che piangevo quando lui dormiva accanto a me domandandomi come sarebbe stato il nostro futuro, pensavo se sarei mai stata una buona madre.
Passai la foto a Louis che la guardò sorridente, poi iniziò a scuotere la testa.
«Io non posso credere che abbiamo creato un batuffolo simpatico e sorridente come lui, è.. è meraviglioso!» commentò mettendosi una mano sulla bocca mentre i suoi occhi azzurri-grigi brillavano, fece scivolare la mano dietro la nuca e poi la sbatté sulla gamba scuotendo ancora la testa incredulo.
«Già» affermai passandomi una mano sotto l’occhio, eliminando una piccola lacrima. Mi emozionavo troppo facilmente. Sentii il braccio di Louis cingermi le spalle, e poi mi avvicinò a lui stringendomi. Da quando tutto quell’affetto?
«A volte vorrei tornare indietro ma poi penso “Ehi, hai un figlio, ed è la cosa più bella che ti potesse capitare!» disse accarezzando con il pollice il viso di Nathan sulla foto. Alzai lo sguardo su di lui confusa sul significato di “indietro”, Louis spostò lo sguardo su di me mentre aveva ancora il braccio sulle mie spalle.
«Cosa intendi per “indietro”?» gli chiesi fissando le sue iridi azzurre. Louis alzò le spalle e spostò i suoi occhi in un punto indefinito.
«Indietro a quella sera.. se io avessi usato la protezione..»
«Se tu avessi usato la protezione ora non staremmo qui a guardare le foto di nostro figlio insieme» lo precedetti fulminandolo con lo sguardo. Louis strinse le labbra e poi annuii in segno di approvazione.
«In parte è stata colpa del tuo non-vestito nero!» esclamò il ragazzo scoppiando a ridere.
«Louis!» lo richiamai colpendolo con un pugno sulla gamba.
«Posso farti una domanda?» mi chiese dopo prendendo un’altra foto appoggiando l’ultima che aveva visto tra le altre. Annuii e attesi che parlasse.
«Il giorno dopo quella sera, come ti sei sentita? Insomma, cosa immaginavi che sarebbe successo tra di noi?» disse voltandosi nuovamente verso di me. Ingrandii gli occhi e sbattei le palpebre più volte, abbassando lo sguardo.
«Non ricordi niente, vero?» gli chiesi stringendo le mani a pugno sulle mie ginocchia.
«No» rispose con tono piatto e fermo.
«Quella sera stessa mi hai chiaramente detto “Mi sono divertito, magari ci vediamo in giro” e poi sei andato via lasciandomi sola. Non sai quanto ho pianto, non sai quanto ti ho odiato» gli dissi diventando rossa in viso mimando la sua voce.
«Ero un fottuto stronzo!» ammise battendo una mano sulla fronte «non dirmi che era la tua prima volta» continuò guardandomi. Le mie guance avvamparono ancora di più e poi imbarazza annuii leggermente «Cazzo!» esclamò quasi terrificato.
«Non mi sembra che ci sia qualcosa di sbagliato ad essere vergini a sedici anni!» reclamai guardandolo arrabbiata.
«Non parlo di questo. Penso che la prima volta di ogni persona deve essere importante, per me è stato così» mi disse sorridendo appena, forse stava pensando alla sua prima volta. Non so perché ma qualcosa si fermò all’altezza del collo, ero.. gelosa? Cacciai immediatamente quel pensiero dalla mia testa.
 «In un certo senso è stata importante, io ti amavo» Louis allargò di più il suo sorriso e poi mi avvolse nelle sue braccia «sei cambiato molto Louis» ammisi stringendomi a lui.
«Lo so, non potevo continuare così» rispose accarezzando i miei capelli scuri con cautela.
«Come mai? Avevi il mondo ai tuoi piedi!» esclamai sciogliendo l’abbraccio.
«La separazione dei miei genitori è stato il primo motivo. Sono stato male quando me l’hanno comunicato, è stato un brutto trauma. Poi ho fatto un casino a scuola, ho picchiato un ragazzo senza nessun motivo e mi hanno espulso nonostante i miei buoni voti nelle materie, così ho deciso di cambiare radicalmente. Niente più ragazze a caso, niente più litigi, nessuna amicizia pericolosa» mentre parlava abbassò lo sguardo. Gli sorrisi e gli diedi una pacca sulla spalla «Ti giuro che sarò un buon padre per Nathan» mi disse dopo di scatto prendendo la mia mano che era ferma sulla sua spalla.
«Sicuramente» risposi continuando a sorridere.
«Peccato che ci sia il tuo ragazzo di mezzo» il suo sguardò si irrigidì di colpo e la sua stretta sulla mia mano aumentò. Il mio sorriso scomparse immediatamente.
«Le cose tra noi non sarebbero comunque cambiate» cercai di tenere la situazione sotto controllo.
«Dovremmo imparare a conoscerci meglio, chissà, forse nascerà qualcosa. E’ per i bene di Nathan» continuò alzando il tono della voce.
«Scordatelo Louis!» dissi infine incenerendolo con lo sguardo, poi mi alzai di scatto e uscii dalla mia camera senza lasciarlo controbattere.
Mi diressi verso la stanzetta di Nathan, aprii leggermente la porta e notai che insieme a lui c’era anche Niall che faceva strani versi. Quel ragazzo era sempre a casa nostra, non gli piaceva trascorrere un po’ di tempo con i cugini? Niall viveva in un appartamento in periferia con i suoi due cugini irlandesi. Insieme avevano deciso di lasciare l’Irlanda e trasferirsi a Londra per cercare nuove avventure. L’unica avventura che Niall aveva trovato era stata la bocciatura al secondo anno delle superiori.
Mi avvicinai a loro e mi abbassai all’altezza di Nathan, lo avvicinai a me e gli stampai un bacio sulla guancia, al quale lui rispose con un “bleah”.
«Vi state divertendo?» chiesi guardandoli entrambi. Mi risposero in coro con un entusiasmante “sì” e poi tornarono al loro da farsi. Stavano giocando con i mattoncini colorati, avevano costruito una specie di castello multicolore e ci avevano messo dei soldatini intorno.
«Non osare attaccarmi Lord Nathan!» esclamò Niall facendo una voce buffa. Scoppiai a ridere tappandomi la bocca con la mano. Di tutta risposta mio figlio iniziò a dare colpi con il suo soldatino sul petto Niall, facendolo imprecare in qualche lingua sconosciuta sempre con la voce buffa.
«Okay, mi arrendo» fece il ragazzo biondo alzando le mani in segno di arresa, poi prese il mio braccio e mi tirò su con lui «Devo parlarti» mi sussurrò portandomi lontano da Nathan.
«Cosa c’è?» gli domandai, ma sapevo già dove voleva mirare.
«Per favore, vai da Harry. Non esce dalla sua stanza da ieri sera, si sente troppo in colpa» mi supplicò congiungendo le mani.
«No» risposi fredda indurendo lo sguardo. Niall sospirò stanco, poi vidi le sue braccia prendermi per le spalle e trasportarmi davanti la porta della stanza di Harry. Cercai di liberarmi ma non ci riuscii. Sbuffai.
«Dio che rompipalle che sei Horan!» esclamai mentre sul suo volto si dipingeva un sorriso beffardo. Aprii controvoglia la maniglia ed entrai sbuffando nuovamente. Mi chiusi la porta alle spalle e mi guardai intorno, c’era sempre il solito disordine e la puzza di chiuso mi dava alla nausea. Harry non mi aveva sentito, o stava dormendo. Era sepolto da un ammasso di lenzuola, coperte, e vestiti e non riuscivo neanche a distinguere il movimento dei suoi respiri. Mi avvicinai cautamente verso il letto e notai qualche ciuffo riccio uscire dal piumone blu.
«Che dici, c’è anche un posto per me lì sotto?» gli chiesi con tono dolce. Infondo non ero più arrabbiata con lui, ormai con Louis avevo risolto, però mi aveva un tantino deluso con il suo comportamento.
L’ammasso di coperte e vestiti si mosse mostrandomi il viso arrossato di Harry. Due grandi occhiaie solcavano il suo viso mentre due pozze rosse incorniciavano le sue guance, poi il suo sorriso si aprii creando le sue adorabili fossette sulle guance. Che viso estremamente smielato, pensai. Harry alzò un braccio scoprendo il letto e mi fece cenno di sdraiarmi e io non me lo feci ripetere due volte. Mi sistemai accanto a lui stringendolo forte, la mia testa era appoggiata al suo petto e le nostre gambe erano incrociate tra loro.
«Mi dispiace» iniziò Harry «sono stato un codardo egoista»
«E’ tutto okay» gli dissi stringendomi di più a lui. Notai che il suo corpo tremava nonostante fosse estremamente caldo, mi venne un dubbio. Alzai gli occhi su di lui e lo vidi sorridere, ma la sua faccia era più rossa di prima e gli occhi erano estremamente lucidi. Feci scivolare la mia mano fino alla sua fronte, scottava e tanto anche.
«Cazzo Harry! Hai la febbre!» esclamai sistemando tutte e due le mani sulla sua fronte.
«Non è vero» mugugnò cercando di levare le mie mani dal suo viso.
«E’ vero invece! Sulla tua fronte si potrebbe arrostire la carne per quanto è calda, cazzo!» dissi scendendo dal letto per evitare il contagio.
«No, ti prego. Vieni di nuovo qui, stavo bene» mi sussurrò prendendo il mio braccio e tirandomi verso di lui. Scossi la testa e mi liberai dalla sua presa, avvicinandomi all’armadio per cercare un’altra coperta, ma lì dentro c’era tutto tra quello che cercavo. Corsi in camera e mia e vi trovai Louis che guardava ancora le foto di Nathan da piccolo.
«Vai in farmacia e compra qualcosa, Harry ha la febbre! E chiama zia Anne, è al lavoro» gli ordinai mentre prendevo una coperta color panna e il termometro. Louis mi annuii e uscii in fretta dalla mia camera.
Tornai da Harry e tolsi dal suo letto tutti i vestiti, piegandoli per bene e sistemandoli nell’armadio, poi rimboccai le coperte al riccio aggiungendo quella nuova.
«Va meglio?» gli chiesi mettendogli il termometro in bocca. Lui fece cenno di sì con il capo e si nascose di più sotto il piumone blu.
«Niall!» gridai con la speranza che quell’ammasso di capelli biondi mi sentisse.
«Cazzo, non gridare!» protestò Harry con il termometro il bocca. Mi scusai baciandolo sulla fronte, qualche secondo dopo Niall arrivò con Nathan in braccio.
«Rimani qui con Harry e non far entrare qui dentro per nessun motivo al mondo Nathan, non voglio che si ammali anche lui!» gli dissi prendendo tra le mie braccia il mio piccolo.
«Scusa?» mi chiese Niall confuso. In effetti non gli avevo detto nessun motivo.
«Harry ha la febbre, resta qui, io vado a preparargli qualcosa di caldo» spiegai uscendo da quella stanza con mio figlio. Mi diressi subito in cucina e chiamai Zayn, dicendogli che quel pomeriggio non sarei andata al lavoro. Mi gridò un “CHECCOSA?” nell’orecchio ma poi, dopo avergli spiegato la ragione, si calmò promettendomi che sarebbe passato da casa quella sera perché non riusciva a stare un giorno senza vedermi. Dio, che amore.
Sistemai Nathan su una sedia dandogli fogli e colori, per farlo stare buono, poi accesi i fornelli e misi a cuocere una buona zuppa calda alle verdure per Harry. Sapevo che la detestava, ma gli avrebbe fatto bene.
Mentre la zuppa continuava a cuocere, e io aiutavo Nathan nel suo disegno qualcuno citofonò. Posai il pastello azzurro sul tavolo e andai ad aprire.
«Salve, cerco Niall, Niall Horan» 





 

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Ed eccomi qui, scusate il ritardo çç
In questo capitolo non succede un gra che, ma mi sembrava carino postarlo :3
E ora, siete curiosi chi è questa persona che cerca Niall?
Se sì allora lasciatemi una recensione :D
Ringrazio, ancora una volta, tutte le persona che sueguono questa storia.
36 nelle preferite, 8 nelle ricordate, 54 nelle seguire e OTTANTANOVE recensioni.
Io boh, eqwfqdhqcowijceqewfh *-*
E comunque, per chi non lo sapesse ho postato la One Shot:

 



Passate per favore, e recensite çç
Un bacio :*

   
 
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