Libri > Il diario del vampiro
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Autore: samy_97_    24/12/2011    2 recensioni
[Due sorelle venute dall'Italia, una rossa tutta pepe, tre bellissimi ragazzi conosciuti nella nuova scuola. Mescolate tre etti di amicizia, due d'amore, un pizzico di gelosia, e...] "La storia che mi appresto a narrarvi inizia dopo cinque anni di assoluta “sorellanza” tra me e mia sorella, precisamente il 9 Giugno dei nostri 17 anni. Destinazione Fell's Church." AGGIUNTO IL PROLOGO AL PRIMO CAPITOLO
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ehi!

Che dire? Questa fic è finita.

Non so veramente che cosa dire, non so se essere felice o meno! Questa fic mi ha dato tanto, e tutte le belle recensioni mi hanno aiutata molto.

Grazie di tutto tesori miei!

Spero che questo ultimo capitolo piaccia e, chissà, se in un futuro aggiungerò magari qualche shot!

Buona lettura=)


EPILOGO.

Non sapevo dov'ero, mi rendevo solo conto che stavo vagando nel buio più totale.

Mi sembrava di essere in un budino gigante, e soffrivo per quello stato intermedio. Dovevo andarmene, dovevo arrivare alla luce, ma c'era qualcosa che mi tratteneva, qualcosa che, sapevo, mi avrebbe riportata da dov'ero venuta.

Ma da dov'è che venivo?

Non avevo nessun ricordo del prima e del dopo. Sapevo solo che c'era un prima e che desideravo assolutamente andare nel dopo, ma non ci riuscivo.

Iniziai a ragionare: prima cosa c'era stato? E dopo? Dopo c'era... il Paradiso.

Ma per andare in Paradiso bisognava essere morti, e per morire bisognava... vivere.

Ero mai stata viva?

E se si... perchè ero morta? Mi sembrava di essere sempre stata un'anima solitaria che cercava di arrivare alla Luce.

Però, perchè ero morta?

Un incidente, una malattia...?

Lasciati andare, non pensare, lasciati andare alla luce...

Ma io dovevo sapere!

Dovevo sapere perchè avevo lasciato quell'altra vita, com'era l'altra vita.

Dovevo sapere se chi amavo ora stava piangendo per me...

Dovevo...

Ad un tratto mi balenò alla mente, se mente si poteva chiamare, il volto di un ragazzo. Era giovane, la pelle candida, gli occhi azzurro ghiaccio e i capelli corvini e lucidi come le penne di un corvo.

Quel pensiero mi fece tremolare tutta e sentii un calore scuotermi ed un desiderio assurdo di ritornare da quel ragazzo.

Chi era lui per me?

Un fratello, magari o un amico... o forse era la persona che mi amava e che io amavo.

Chissà com'era avere un'altra persona, oltre a Lui, che teneva a te sopra ogni altra cosa.

Sentii il desiderio di ritornare dal ragazzo farsi più forte e, nello stesso tempo, la Luce si allontanava.

Allora mi saltò alla mente un nome: Damon.

E poi... Alyssa, Nicola, Violet, Stefan, Elena, Jessica e Alessandro.

Tutte le persone a cui tenevo e che avevo lasciato! No! Dovevo tornare da loro, dovevo tornare da Damon, assolutamente!

Non potevo andare alla Luce, dovevo tornare a casa. E la mia casa era dove c'era Damon.

Non l'avevo salvato per separarmi da lui.

Brava, mia cara, hai superato la prova e ora puoi tornare indietro. Sii prudente, figlia mia. Non ci rivedremo ancora per molto, molto tempo.


♥ ♥ ♥



Ripresi il contatto con la realtà poco a poco, non riuscendo a comprendere lo spazio e il tempo in cui mi trovavo.

Prima di tutto arrivò la consapevolezza di respirare e poi quella di possedere un corpo.

Poco a poco iniziai a sentire il tessuto sotto di me che doveva appartenere ad un letto, e poi iniziai a sentire vari odori: legno, soprattutto, ma anche terra e quell’odore tipico delle giornate di pioggia.

Poi sentì odore di bruciato, ma proveniva da lontano e, quando mi svegliai del tutto, riuscii anche a percepire una brezza che mi accarezzava la pelle.

L’udito arrivò tutto ad un colpo e mi martoriò il cervello: c’erano voci dappertutto, bisbigli più o meno acuti e il male alla testa mi fece spalancare gli occhi.

Li richiusi subito, perché l’abbagliante luce del tramonto mi aveva accecata.

Li riaprii più lentamente, abituandomi a poco a poco alla luce, finachè non riuscii a aprirli del tutto.

Solo allora iniziai a sentire che le urla erano vicine alla stanza in cui mi trovavo più di quello che pensavo.

-No, ho detto no, Stefan! NO!- disse una voce e sbattè la porta così forte da farmi tremare i timpani.

Mi girai leggermente e, con immensa gioia, vidi Damon –il mio Damon- che tirava un pugno al muro tanto forte da far cadere dei calcinacci.

Iniziai seriamente a preoccuparmi quando egli si girò verso di me.

Ci guardammo per qualche istante e dopo mezzo secondo mi ritrovai tra le su braccia, che mi stringevano possessivamente.

-Ti sei svegliata, Katherine, ti sei svegliata!-

Restai zitta tra le braccia di Damon, mentre mi lasciavo stritolare.

Quando finii di stringermi mi prese per le spalle e mi guardò negli occhi. Come ogni volta mi persi nell’azzurro del suo sguardo.

Quando mi baciò tutto intorno a me sparì: c’erano solo i suoi occhi che non si staccavano mai dai miei, c’erano solo le sue labbra posate sulle mie che stavano facendo galoppare il mio cuore, c’erano solo le sue mani sulla mia schiena che mi stringevano e poi i nostri respiri di nuovo uniti.

-Damon…- gli dissi ad un certo punto, dopo che ci fummo staccati. –Ho tanta, tanta fame.-

Damon abbassò la testa. –Lo so. Mi dispiace tanto Katherine.- sussurrò prima di abbracciarmi.

Gli dispiaceva che avessi fame? Ma cosa…?

Poggiai la testa sulla sua spalla e mi dissi che, alla fine, non mi importava di niente. La cosa importante è che in quel momento fossi lì con lui.

-Katherine…- mi chiamò Damon.

Io alzai la testa e gli sorrisi, ma lui non ricambiò.

-Cosa c’è? Non sei contenta che sia viva?-

-Non sei viva, Katherine, sei in transizione!-

Io lo guardai con gli occhi spalancati, aspettando che continuasse.

-Dovrai nutrirti di sangue umano per completare la trasformazione, altrimenti morirai.-

Spalancai gli occhi, capendo solo in quel momento di cosa stesse parlando: stavo diventando un vampiro!

Certo, pensai, dopotutto Gisèle mi aveva uccisa e la sera prima io e Damon ci eravamo scambiati il sangue. Tutto tornava.

-Che fine ha fatto Gisèle?- gli chiesi con un po' di paura nella voce.

Lui alzò le spalle noncurante -L'ho uccisa.-

-L-l'hai uccisa?-

Lui annuii e io mi rilassai solo dopo aver saputo che stavano tutti bene.

-E-e adesso?- gli chiesi titubante.

Lui mi guardò negli occhi e allora seppi subito quale era la mia risposta.

La mia risposta era e sempre sarebbe stata Damon. Per tutta l'eternità.


FINE


Ringrazio tutti nuovamente: chi ha aggiunto questa storia ai preferiti, alle ricordate e alle seguite, ringrazio chi ha commentato e anche chi ha letto “silenziosamente”!

Grazie a tutti!

PS. Vi Auguro un Buonissimo Natale e un Felice Anno Nuovo!

°°Samirina°°

  
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