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Autore: Biblioteca    25/12/2011    5 recensioni
Hitler, Mussolini, Stalin e Mao sono finiti all'Inferno dopo morti. Una notte, scoprono che c'è un modo per riuscire a scappare.
Accompagnati dall'ambiguo e misterioso demone Demon, riescono ad uscire. Dovranno fare i conti con il mondo moderno e con gli angeli e i demoni spediti da Dio e da Satana per riportarli all'Inferno.
Ne vedrete delle belle!
(In questa storia ci sono riferimenti religiosi fatti con rispetto nei confronti di qualunque credo religioso. E' solo una storia, non voglio offendere nessuno)
Genere: Satirico, Sovrannaturale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Attenzione:
In questo capitolo appare la figura di Dio, usata nel più profondo rispetto di qualunque credo religioso. Ricordo che questa è una storia comica, non prendete troppo sul serio le battute.


Dopo la musica d'attesa, Dio rispose.
La sua voce era asessuata e senza età, ma era al tempo stesso severa e rassicurante, come quella di un bravo genitore.
"Satana, perchè mi chiami a quest'ora?"
"Dio abbiamo un problema..."
"Tutti nell'universo hanno un problema Satana... e come tu ben sai sono snni che ho rinunciato a far miracoli se non in casi eccezionali..."
"Non è questione di miracoli. E' solo che la porta sta per riaprirsi.... so da fonti certe che si riaprirà domani..."
"E allora Satana? Fa come hai sempre fatto: metti a guardia i diavoli..."
"Non posso perchè saranno occupati ad assicurarsi che le due parti si dividano a fine incontro..."
La voce di Gabbriele si fece risentire: "Dio, cos'è questa storia della porta di servizio che si apre ogni anno?"
Dio provò a parlare, ma Satana lo anticipò: "Oh Gabbo, ma non ti ricordi? Quando Gesù morì, prima di andare in Paradiso, scese qui e entrò dalla porta di servizio per recuperare le anime virtuose e innocenti che erano morte prima di conoscerlo, per portarle con se in Paradiso. Una volta uscito dall'Inferno tornò sulla terra e dopo aver mandato le anime in Paradiso si ripresentò agli apostoli eccetera eccetera eccetera.... Comunque da qul giorno, quella dannata porticina si apre una volta ogni anno, e noi non sappiamo quasi mai il giorno esatto, dando la possibilità ai dannati e/o ai demoni di fuggire e tornare sulla terra a fare casino. E tutto per colpa di Dio che non aveva insegnato a suo figlio a chiudere bene le porte. E il bello è che ormai non si può fare nulla: è destinata ad aprirsi una volta l'anno per l'eternità."
Dio parlò: "Cosa vuoi che faccia Satana? L'Inferno è tuo, tu devi gestire la cosa; dai, l'hai fatto per secoli con diligenza, perchè dovresti sbagliare proprio adesso?"
"Chiamalo intuito..."
"Satana, ascolta, io non posso intervenire se non a danno fatto..."
"Certo Dio, certo, come sempre...Ho capito ora torno a lavoro... ma sappilo, se scappano la colpa è tua; e io non mi farò scrupoli a riprenderli con i miei mezzi..."
"Satana aspetta, c'è una cosa che posso fare."
"Ovvero?"
"Potranno passare solo un minimo di cinque persone e un massimo di sette. Se sono meno di cinque o più di sette, la porta si chiuderà e loro rimarranno dentro."
"Si chiuderà per sempre?"
"No...Non posso chiuderla per sempre ormai..."
"Dio mio, Dio sei stupefacente: puoi creare cose meravigliose e non puoi chiudere una porta!"
"Che ci vuoi fare? Anche io sbaglio. Vedi il grande errore che ho fatto creando gli umani."
"Vabbhè Dio, speriamo bene."
"Già...Speriamo bene... anche io ho un brutto presentimento..."
E anche Dio chiuse la cornetta.

Nella piccola cella scese un lungo silenzio rotto solo dalle grida dei poveri disgraziati rimasti fuori costretti a subire violenze dai diavoli.
"Dunque...si può uscire..." disse Adolf.
"E già... si può uscire da sempre..." disse Ben
"E noi non ne sapevamo nulla...." disse Stan.
"Bhè, ora lo sappiamo. Volete giocare a carte?" disse Mao.
I tre lo guardarono allibbiti.
"Mao, hai capito di cosa stiamo parlando? Ci sei? SI PUO' USCIRE! SI PUO' TORNARE SULLA TERRA!" disse Stan.
"Ho capito...Giochiamo a briscola o a poker sta sera?"
"Mao? Ma ci sei o ci fai? Stiamo parlando della possibilità di tornare sulla terra e riprendere il potere da tempo perduto!"
"Lo so... Ma non pensiamoci più: giochiamo a rubamazzo piuttosto."
"Mao ma che ti prende?" chiese Mussolini.
"Non eri proprio tu ieri quello che raccontava quanto era bello quando tutti ti rispettavano?" disse Adolf.
"Non eri proprio tu che parlavi di quanto ti manca la Cina?" chiese Stan.
"Sì ma vedete io sto già nei guai e non voglio cacciarmi in ulteriori casini..."
"Che ti importa quale pena hai? Tanto all'Inferno si soffre sempre e comunque!"
"Certo non lo metto in dubbio, ma non ho comunque voglia di avere voi come compagni di pena. E poi è impossibile per noi scappare..."
"Perchè?"
"Perchè siamo in quattro e dobbiamo essere come minimo cinque..."
"Mao non ci vuole nulla a convincere qualche altro tiranno a venire con noi.."
"Sicuro! Prova ad andare da Napoleone e a dirgli 'Sai ho intercettato una telefonata tra Dio e Satana ed ho scoperto che per una serie di motivi c'è una porta di servizio situata chissà dove che si apre apposta per farci tornare sulla terra, vuoi venire con me?' e vedrai che lui ti risponderà che l'Inferno ti ha fatto troppo male. Ragazzi, io vorrei scappare, davvero, ma siamo in quattro e non sappiamo dove si trova la porta... è impossibile..."
"Io so dov'è!" gridò allora Adolf.
Mao lo fissò furioso, Ben e Stan erano invece stupiti.
"Come lo sai?" chiesero in coro.
"Me lo ha detto Lotario Diacono, alias Papa Innocenzo III, una volta che sono finito per caso in cella con lui e non con te Ben."
"Ah sì! Ricordo...Io sono finito con quel rompi palle di Luigi XIV." disse Ben.
"Dove si trova la porta?" chiese Stan
"Vicino alla cuccia di Cerbero..."
"Cazzo! Il cagnone! Sarà pericolossissimo! Quello ci mangia e poi ci scarica dopo anni di 'digestione'! Dicono che sia peggio di tutte le pene messe assieme..." disse disperato Ben.
"Visto è impossibile uscire." disse Mao.
I tre si voltarono a guardarlo.
"Se volete andate pure ma dovrete cercarvi due dannati. Io non vengo."
Stan si alzò in piedi e lo osservò dall'alto.
"No caro mio... Tu verrai..."
Mao lo guardò deciso e con voce amara chiese: "Perchè?"
"Perchè altrimenti..."
"Cosa?"
Adolf si alzò in piedi e si frappose subito tra i due.
“Adesso basta! Valutiamo la cosa razionalmente: l’uscita è aperta, ma sta vicino alla cuccia di cerbero. Noi dobbiamo essere in cinque ma siamo in quattro. Quindi qual è l’uinica conclusione possibile?”
“Quale?” chiesero i tre in coro.
“Trovare altri due dannati disperati come noi, convincerli magari usando anche le cattive, a seguirci fino alì, dopo di che ne usiamo uno come esca contro il cagnone e ce ne scappiamo via.”
“E’ un piano… Molto scorretto e doppio giochista… Cazzo mi piace!” disse Stan.
“Anche a me! Così sia fatto!”
"Ragazzi: è una follia! Nessuno cercherà mai di venire con noi e nessuno crederà a questa storia della telefonata.” Disse Mao.
“Ormai è deciso Mao! Ha vinto la maggioranza e noi siamo in una democrazia!”
“Che cazzo dici Stan!?”
“Sta zitto! Adesso vai a cercare altri due che possono seguirci! E se torni a mani vuote giuro che ti faccio passare pene ben peggiori dell’Inferno stesso!”
Mao venne spinto fuori  a forza. Ormai non aveva scelta.

Intanto una misteriosa figura nera usciva dall’ufficio di Satana.
  
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