Summer
ci era riuscita. Mantenendo la calma, era riuscita a guastare il
piano del vampiro di sabotare ogni cosa. Gli aveva impedito di chiudersi in sé
stesso. Non aveva idea di cosa l'avesse portato a quel comportamento,
e neanche voleva chiederselo. Probabilmente riguardava Elena, ma non
voleva pensarci. Voleva solo sentirselo addosso e lasciarsi
trasportare dai suoi movimenti.
Lo strinse forte a sé,
perché era quello che le andava di fare. In quella giornata,
aveva visto il suo volto diventare prima freddo, poi spaesato ed in
fine adirato. Adesso, quello che vedeva muoversi sopra di lei, era il
Damon di sempre, quello che piano si stava facendo strada nel suo
cuore come stava facendo adesso nella sua carne: con una dolcezza
nascosta sotto quintali di spavalderia.
Lo strinse perché
lui la stringeva con lo stesso desiderio di vicinanza, e l'orgasmo fu
solo una perentesi di quel momento. Li deconcentrò per un
lungo istante ma non li allontanò. Restarono uniti mettendosi
sul fianco. Petto contro petto, e con le labbra che si incontravano
per darsi dei piccoli e fugaci baci.
Lei gli accarezzava i
capelli, mentre la mano del vampiro percorreva su e giù la
lunghezza della coscia che lei teneva avvinghiata al suo corpo: con
l'altro braccio, invece, la teneva più stretta a sé
cingendole le spalle.
I battiti delle loro ciglia erano lenti e
pesanti, e i loro respiri lunghi e profondi.
Il vampiro notò
la differenza. Era la prima volta che stavano così vicini dopo
il sesso, e le coccole di Summer lo riempirono di calore.
“Come
stai?” non aveva dimenticato quello che le era successo. Quanto
aveva pianto; e, nonostante il suo comportamento da vero stronzo, ora
la stringeva, come se nulla fosse successo.
Lei, con gli occhi
chiusi, annuì.
“Meglio...cerco di pensare ad altro”
si avvicinò al suo viso sfiorandogli le labbra.
Damon
sorrise e la strinse più forte a sé. Sentiva di essere
lui ciò a cui lei stava pensando, e quel pensiero lo rese
inconsciamente felice.
“A cosa esattamente...” il suo
bisogno di sicurezza non si placava mai: voleva sentiglielo dire.
Chiuse gli occhi e attese la sua risposta.
“Ahhh...Sto
pensando a Matt!” Summer sospirò e pronunciò quel
nome caricandolo di un'enfasi palesemente ironica.
Il vampiro,
ancora con gli occhi chiusi, fece una smorfia infastidita e trasformò
la sua presa in un doloroso pizzico, ma poi li aprì e la
guardò con intensità.
“Davvero andresti a
letto con lui?” per farle capire la serietà della sua
domanda, evitò di chiamarlo 'il moccioso insignificante'.
Summer ridacchiò per quella presa semi-violenta, e poi ragionò
per qualche secondo su quella domanda inaspettata e dal retrogusto
piacevole.
“Beh...Sì!...in fondo... tra di noi non
c'è nessuna esclusiva...ieri sera sei stato molto chiaro a
riguardo...” lei ormai non ci pensava più a Matt. Era
stato solo un fugace e malizioso capriccio, ma volle mettere in
chiaro le cose. Se lui era libero di fare quello che voleva, lo era
anche lei. In fondo, era stato lui a sbatterle in faccia quella
realtà; ed ora era curiosa di sapere cosa pensava a
riguardo.
Il vampiro accusò il colpo, ma non potette darle
torto.
“E se invece la volessi?” se ne sorprese lui
per primo, ma era quello che voleva; un'esclusiva su di lei, perché
non voleva dividerla con nessuno.
Summer si sentì
spiazzata, e quella domanda la fece stare inaspettatamente bene. Lo
sapeva che quelle tre oche avevano avuto solo un ruolo marginale nel
suo piano di farla allontanare, ma ci era stata male lo stesso.
Quelle parole, invece, cambiarono ogni cosa.
“Se tu la
volessi... non mi peserebbe dartela, ma la verità è
che...l'esclusività...dovrebbe essere una cosa reciproca...”
pronunciando quelle parole Summer realizzò qualcosa che la
riempì di tristezza.
“Ed io... non potrò mai
averla su di te...”
“Davvero pensi che
non possa rinunciare alle sgualdrine di turno per te...?”
Summer sorrise, fu bello sentirselo dire, ma il suo discorso era
riferito ad un'altra donna.
“Non è di loro che sto
parlando” si prese una lunga pausa “...ci sarà
sempre lei Damon...e capirai che non posso limitare la mia libertà con questi presupposti. Non avrebbe senso. Ed è per questo che tra di noi... non ci
sarà mai nessuna esclusiva...”
Damon chiuse gli occhi
ed annuì con amarezza. Summer si riferiva ad Elena, ed ancora
una volta non poté ribattere. Sentì la sua mano posarsi
sul volto accarezzandolo dolcemente, e ne sentì ancora il
calore. Ma il vampiro non riusciva a sopportare quel pensiero.
Summer era l'ennesima donna che non poteva avere. Non poteva
essere sua, perché lui apparteneva ad un'altra donna che non
ricambiava il suo amore. Come sempre, si sentiva destinato alla
solitudine, però, in quel momento, il corpo nudo della
cacciatrice placò quell'inquietudine avvolgendolo con il suo
tepore.
La baciò con trasporto. Avrebbe voluto
contestare la cosa, ma Summer era diventata una sua amica, e non poteva
prenderla in giro. Non poteva metterle un cartello di proprietà
privata senza darle lo stesso diritto; ma lui non l'amava, quindi
quel privilegio non poteva darglielo.
Eppure, mentre la baciava
scivolando nuovamente tra le sue gambe, sentì che lei era
tutto ciò che desiderava ed un 'non potrei sopportare di
vederti con un altro' mentale si trasformò in un
“Varrà
dire...che ti porterai quel moccioso sulla coscienza!”
verbale.
Damon annuì e lei gli accarezzò il
volto stando male senza darlo a vedere.
Summer avrebbe voluto che lui
aggiungesse dell'altro, qualsiasi cosa; e si sentì stupida,
perché sapeva che non sarebbe mai stato suo. Quella
piccola consapevolezza iniziava a starle stretta bruciandole nel petto in un modo che non riusciva a spiegarsi. Damon
la baciò mettendosi su di lei, e poco dopo quel cercarsi
frenetico divenne l'inizio di un nuovo ritmo. Il vampiro entrò
ancora nel suo corpo con qualcosa di inespresso e disperato impresso
sul volto.
Si impossessò di lei con un desiderio devastante
ed avido trasmettendole tutta la voglia che aveva di farla sua, e lei, inizialmente,
lo percepì come un contentino, ma quando le sussurrò
“Vorrà dire... che ti porterai quel moccioso sulla
coscienza!” con eccitazione e serietà, si sentì
felice e quasi in colpa per il piacere che quella frase diede alla spinta del vampiro.
***
***
Il
taxi fermò Klaus e Stefan nei pressi dell' Hollad Park, di
fronte ad un lussuoso palazzo dall'imponente cancellata in ferro
battuto.
L'ibrido suonò il campanello e poco dopo il cancello
si aprì.
Si guardò intorno notando quanto fosse
cambiato quel posto in cinquecento anni. Quella era l'ex dimora di
Lucrezia, in cui lui aveva vissuto per una decina d'anni. Dopo la
morte della strega, una vampira appartenente alla sua cerchia più
ristretta se n'era impossessata trasformandola, con gli anni, in una
dimora di lusso in cui venivano ospitati i vampiri che per qualche
periodo non avevano voglia di scorrazzare per il mondo. Klaus non
amava stare lì,; era un posto troppo esposto e chi vi
risiedeva doveva fare fin troppa attenzione a non dare nell'occhio.
Cinquecento anni prima, quando poteva disseminare corpi lungo i
corridoi senza doversi preoccupare di nulla, era un posto decisamente
migliore per viverci!
Il portiere, un umano soggiogato, li
accompagnò fino all'appartamento richiestogli da Klaus: la
residenza di Bree.
L'uomo li accompagnò alla porta, suonò
il campanello e poi se ne andò.
Poco dopo, una vampira
dalla capigliatura nera di un riccio selvaggio e con degli occhi
verdi e freddi, aprì.
“Klaus...ma che piacevole
sorpresa!” la vampira lo fece accomodare, e poi guardò
Stefan con curiosità ed interesse.
“Chi è la
tua nuova puttanella?” si avvicinò al vampiro e l'annusò
con un solo respiro partito dal petto e terminato sul
collo.
“Ummm...meno di duecento anni...sei un tenero
cucciolo!”
Stefan la guardò allibito sentendosi in
notevole disagio.
“Lascialo in pace Bree...” Kluas
prese posto nel salotto sedendosi sul divano e mettendo i piedi sul
tavolino.
“Accomodati Stefan...e non lasciarti intimorire
...Bree è un po' eccentrica!”
La vampira fece
scorrere la mano lungo il petto di Stefan sorridendogli con malizia,
e poi raggiunse l'ibrido.
“Allora... Klaus...è un bel
po' che non ti fai vivo da queste parti...”
“Sono
stato impegnato...”
“Giusto, dimenticavo che sei
finalmente riuscito a spezzare la maledizione! Ma ho saputo che
qualcosa è andato storto....allora? Qual è l'intoppo?
Perché non riesci a creare il tuo esercito di soldatini
pelosi?”
“Non mancarmi di rispetto
Bree!”
“Andiamo...ci conosciamo da settecento
anni...concedimela qualche battutina!”
Klaus le fece
un'occhiataccia e decise di lasciar correre.
“Non so cosa
sia andato storto, so solo che per trovare un rimedio ho bisogno del
Grimorio di Lucrezia”
Bree si alzò per dirigersi
verso il mobile bar, poi versò lo scotch in due bicchieri e li
servì ai suoi ospiti.
“Beh? E perché non l'hai
ancora fatto? Non ricordi dove l'hai messo?”
Klaus le fece
un altro sguardo contrariato.
“Lucrezia mi ha ingannato
Bree...quel Grimorio non era il suo!”
Bree si servì
da bere e tornò a sedersi sul tavolino.
“Umm...La sua
fama da subdola stronza...a cinquecento anni dalla sua morte regge
ancora! Non c'è che dire...quella donna resterà un
mito...”
“Potresti smettere di idolatrarla?!”
Klaus a denti stretti, le fece capire che il suo comportamento lo
stava davvero innervosendo, così lei alzò la mano e il
bicchiere in segno di pace.
“...E dimmi... Sei qui perché
pensi che il Grimorio possa essere ancora in questa casa?”
“Diciamo che lo spero...”
Bree si alzò.
“In
cinquecento anni questo posto ha subito centinaia di ristrutturazioni
Klaus...se fosse uscito qualcosa, l'avresti saputo!”
L'ibrido
si alzò a sua volta, era troppo nervoso anche per stare
seduto.
“Deve pur essere da qualche parte! Dove sono finite
le cose di Lucrezia? Voglio ogni cosa! Ogni diario! Ogni
lettera...ogni lista della spesa! Qualsiasi cosa!” urlò
camminando nervosamente per il salotto.
La vampira bevve il suo
scotch ragionando sulle parole dell'ibrido.
“Dopo la sua
morte ...la figlia ritornò dalla Francia per occuparsi del
cadavere e dei suoi beni. Vendette quasi tutto...e le poche cose che
portò con sé erano appunto la corrispondenza...ed altri
bauli di oggetti personali. Dubito che riusciremo mai a trovare
qualcosa...”
Bree rievocò quei giorni con precisione.
Si guardò intorno ricordando le vecchie fattezze di quella
dimora e ricordò il preciso momento in cui, dopo la morte di
Lucrezia, Caroline sistemò le cose della madre in un baule. La
vampira la lasciò da sola in ciò che all'epoca era il
salone, ma duecento anni dopo, durante la ristrutturazione, gli
operai trovarono uno scomparto segreto dietro il camino di quella
stanza, e fu in quel momento che Bree ricollegò quella che
poteva essere una possibile soluzione.
Klaus terminò il suo
scotch in un solo sorso e Stefan osservò la scena sentendosi
confuso come al solito.
“Qui...dietro al camino...durante la
prima ristrutturazione fu trovato un scomparto segreto...” Bree
si avvicinò al camino spento poggiando la mano sul ripiano di
marmo.
“Cosa c'era dentro?” Klaus sembrò
riprendersi, ma il suo entusiasmo fu smorzato alla svelta.
“Nulla...”
la vampira scosse il capo con desolazione.
Klaus urlò dalla
rabbia, e con l'avambraccio scaraventò per l'aria tutti i
fronzoli sistemati sul ripiano del camino. Bree non si scompose, era
abituata alle sue sfuriate, mentre Stefan ne restò scosso solo
per qualche secondo.
“Calmati e ascoltami Klaus...potrebbe
averlo preso Caroline!... Lei non sapeva nulla di tutta la faccenda,
ma come ogni ragazzina figlia di una strega non vedeva l'ora di
mettere le mani sul Grimorio della madre...”
L'ibrido
ascoltò quelle parole attentamente e si calmò
intravedendo una nuova speranza.
“Vorrà dire che la
nostra prossima meta sarà la Francia...” disse rivolto
nella direzione di Stefan “ ...e tu Bree...verrai con noi!”
Era l'unica pista da seguire; non ce n'erano altre, e l'ibrido
iniziava ad essere stanco di quel destino che voleva ostacolarlo ad
ogni costo.
Lui voleva il suo esercito...non voleva più
sentirsi unico e solo.
***
***
L'ennesimo
momento di passione della giornata volse al termine, e nuovamente
restarono vicini.
Summer, accoccolata sul suo petto, si godeva le
carezze che Damon stava facendo ai suoi lunghi capelli.
“Non
andiamo in giro per case?” il vampiro era sorpreso
dall'insolita voglia di oziare della cacciatrice.
“Si è
fatto tardi...e poi non ne ho voglia...” dal suo tono Damon
capì che non era in vena di ritornare a pensare alla sua
missione. Evidentemente, quello che avevano fatto per tutto il
pomeriggio, era esattamente ciò che le serviva per
riprendersi.
“Perché non ammetti semplicemente di voler stare
ancora tra le mie braccia?!” cercò di farla sorridere
ritornando ad essere il solito vampiro dispettoso.
“Perché
non vai a quel paese!?” Summer rispose senza muoversi, restando
con la testa sul suo petto.
“Perché non posso
muovermi, una certa signorina assetata di sesso mi sta appiccicata
come un adesivo!”
Summer si sollevò sorreggendosi con
l'avambraccio, e lo sfidò ad andarsene.
“Beh...Adesso
sei libero di andare Damon...”
“E dovrei
crederti?...Ma se mi stai stuprando con gli occhi!”
Summer
guardò di lato per non incontrare il suo sguardo, ma lo stesso
le venne da ridere. Il vampiro l'afferrò per i fianchi
mettendola sotto di lui.
“Ok Summer, per la tua gioia, sono
pronto per il terzo round! Devi solo dire che mi vuoi...”
“Cosa?!
...Te lo puoi scordare!”
Il vampiro la guardò
scettico.
“...Questo significa...che ne hai abbastanza dei
miei baci?!” le baciò il collo fino a scendere sul seno,
e sentì il respiro di Summer farsi più
sonoro.
“Esattamente...” pronunciò con un filo
di voce, mentre il vampiro posizionava la testa tra le sue
gambe.
Dopo qualche minuto, Summer si ritrovò ad ansimare e
a stringere le lenzuola con forza, ma il suo piacere fu spezzato sul
più bello dalla perfidia del vampiro, che risalì
ritornando all'altezza del suo volto.
“Stai ansimando un po'
troppo per essere una donna che ne ha abbastanza...”
Summer
lo afferrò per le guance e se lo trascinò vicino alle
labbra, ma il vampiro, a pochi centimetri da quel contatto, oppose
resistenza facendo schioccare la lingua sul palato un paio di volte
come segno di negazione.
“Devi dire che mi vuoi...” si
inginocchiò tra le sue gambe e fece scorrere le mani sul suo
ventre fino ad arrivare ai seni. Li strinse con decisione facendole
inarcare la schiena per quel misto di piacere e dolore.
“Sto
aspettando...” la guardò con quel suo fare da gradasso,
e rifece scorrere le sue mani sul suo corpo per afferrarle i glutei
ed avvicinarli al suo bacino.
Summer alzò la schiena per
avvicinarsi nuovamente al suo viso. Cercò di baciarlo, ma il
vampiro, nonostante l'avesse abbracciata prontamente, continuava ad eludere quel contatto, rimandando il momento
in cui le loro labbra e i loro corpi si sarebbero nuovamente e dolcemente
uniti.
“Voglio sentirtelo dire....” ne sentiva il
bisogno; per qualche ragione oscura alla sua coscienza, aveva bisogno
di sentirsi desiderato; e quella pantomima erotica, serviva solo ad
appagare quel desiderio.
Summer gli accarezzò il volto e,
anche se l'orgoglio voleva vincere, capì che Damon, quelle
parole, voleva sentirsele dire realmente, glielo leggeva negli occhi;
e, per di più, la mancanza di distanza tra le loro parti
intime aveva consumato la forza che le restava per resistere.
Così
accarezzò il suo volto e, con un sorriso dolce e degli occhi
carichi di desiderio, glielo sussurrò.
“Ti
voglio...” il suo tono fu delicato, sensuale e disarmante.
Il
vampiro la guardò con una soddisfazione priva di vanto, e
subito la baciò scivolando dentro di lei con dolcezza. Quelle
parole non furono spontanee ma furono lo stesso importanti, perché
Damon riuscì ad ottenere ciò che voleva: in quel momento, si
sentì desiderato.
***
***
Si
ritrovano per la terza volta a coccolarsi affettuosamente; poi il
vampiro decise di andarsene nella sua stanza. Non voleva annullare
quella piccola conquista sentendosi dire da Summer di non voler
dormire con lui. Così le lasciò un piccolo bacio sulla
fronte e le augurò la buona notte.
“Anche a te...”
Summer accarezzò il suo viso e gli diede un bacio sulle labbra
rapido e tenero, facendolo sorridere.
Il vampiro si alzò e
ritornò nella sua stanza contento ma vagamente amareggiato dal
fatto che lei non lo avesse incitato a dormire lì.
Ma quei
sentimenti che entrambi iniziavano a provare erano ancora un frutto
acerbo, e per quel traguardo serviva ancora del tempo.
Angolino
di NaNa***
Ho
voluto fare un regalo di Natale a Damon e Summer facendoli stare
un'intera giornata a letto *.* sono sicura che almeno loro avranno
gradito xD Voi??? xD Spero di non essere stata volgare.
Per il
resto...come potete vedere c'è un nuovo personaggio...questa
Bree, che è un tipetto alquanto particolare^^
Dal prossimo
aggiornamento i capitoli porteranno una data. Come già vi ho
detto la fic finisce il 31 Dicembre, quindi potrete farvi un'idea
sull'avanzamento. Ormai stiamo davvero agli sgoccioli, eppure tra
Damon e Summer le cose proseguiranno così...loro saranno
convinti di essere semplici amici ancora per un bel po'. Quando
capiranno di essere innamorati? Esterneranno i loro sentimenti? Ed
Elena? Il piccolo Matt rischia davvero di essere brutalmente ucciso?
... Chi *Bip è questa Bree?....Lo scoprirete nelle prossime
puntate xD
Come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto e
ringrazio tutti^^
Al prossimo^^