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Autore: NanaBianca    27/12/2011    6 recensioni
Da grande appassionata del telefilm Buffy, voglio provare a mischiare un po' le carte per vedere cosa ne esce fuori. [NO Cross-over] [Spoiler Terza Stagione] [Damon/Nuovo Personaggio]
Klaus è partito portando Stefan con sé. Tra Elena e Damon l'intesa e l'attrazione fisica diventano sempre più potenti. Ma qualcosa sta per succedere a Mystic Falls. Summer Reed, l' attuale cacciatrice, si reca in questa piccola cittadina alla ricerca di un pugnale: l'unica arma in grado di sconfiggere Klaus.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Klaus, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Summer ci era riuscita. Mantenendo la calma, era riuscita a guastare il piano del vampiro di sabotare ogni cosa. Gli aveva impedito di chiudersi in sé stesso. Non aveva idea di cosa l'avesse portato a quel comportamento, e neanche voleva chiederselo. Probabilmente riguardava Elena, ma non voleva pensarci. Voleva solo sentirselo addosso e lasciarsi trasportare dai suoi movimenti.
Lo strinse forte a sé, perché era quello che le andava di fare. In quella giornata, aveva visto il suo volto diventare prima freddo, poi spaesato ed in fine adirato. Adesso, quello che vedeva muoversi sopra di lei, era il Damon di sempre, quello che piano si stava facendo strada nel suo cuore come stava facendo adesso nella sua carne: con una dolcezza nascosta sotto quintali di spavalderia.
Lo strinse perché lui la stringeva con lo stesso desiderio di vicinanza, e l'orgasmo fu solo una perentesi di quel momento. Li deconcentrò per un lungo istante ma non li allontanò. Restarono uniti mettendosi sul fianco. Petto contro petto, e con le labbra che si incontravano per darsi dei piccoli e fugaci baci.
Lei gli accarezzava i capelli, mentre la mano del vampiro percorreva su e giù la lunghezza della coscia che lei teneva avvinghiata al suo corpo: con l'altro braccio, invece, la teneva più stretta a sé cingendole le spalle.
I battiti delle loro ciglia erano lenti e pesanti, e i loro respiri lunghi e profondi.
Il vampiro notò la differenza. Era la prima volta che stavano così vicini dopo il sesso, e le coccole di Summer lo riempirono di calore.
“Come stai?” non aveva dimenticato quello che le era successo. Quanto aveva pianto; e, nonostante il suo comportamento da vero stronzo, ora la stringeva, come se nulla fosse successo.
Lei, con gli occhi chiusi, annuì.
“Meglio...cerco di pensare ad altro” si avvicinò al suo viso sfiorandogli le labbra.
Damon sorrise e la strinse più forte a sé. Sentiva di essere lui ciò a cui lei stava pensando, e quel pensiero lo rese inconsciamente felice.
“A cosa esattamente...” il suo bisogno di sicurezza non si placava mai: voleva sentiglielo dire. Chiuse gli occhi e attese la sua risposta.
“Ahhh...Sto pensando a Matt!” Summer sospirò e pronunciò quel nome caricandolo di un'enfasi palesemente ironica.
Il vampiro, ancora con gli occhi chiusi, fece una smorfia infastidita e trasformò la sua presa in un doloroso pizzico, ma poi li aprì e la guardò con intensità.
“Davvero andresti a letto con lui?” per farle capire la serietà della sua domanda, evitò di chiamarlo 'il moccioso insignificante'.
Summer ridacchiò per quella presa semi-violenta, e poi ragionò per qualche secondo su quella domanda inaspettata e dal retrogusto piacevole.
“Beh...Sì!...in fondo... tra di noi non c'è nessuna esclusiva...ieri sera sei stato molto chiaro a riguardo...” lei ormai non ci pensava più a Matt. Era stato solo un fugace e malizioso capriccio, ma volle mettere in chiaro le cose. Se lui era libero di fare quello che voleva, lo era anche lei. In fondo, era stato lui a sbatterle in faccia quella realtà; ed ora era curiosa di sapere cosa pensava a riguardo.
Il vampiro accusò il colpo, ma non potette darle torto.
“E se invece la volessi?” se ne sorprese lui per primo, ma era quello che voleva; un'esclusiva su di lei, perché non voleva dividerla con nessuno.
Summer si sentì spiazzata, e quella domanda la fece stare inaspettatamente bene. Lo sapeva che quelle tre oche avevano avuto solo un ruolo marginale nel suo piano di farla allontanare, ma ci era stata male lo stesso. Quelle parole, invece, cambiarono ogni cosa.
“Se tu la volessi... non mi peserebbe dartela, ma la verità è che...l'esclusività...dovrebbe essere una cosa reciproca...” pronunciando quelle parole Summer realizzò qualcosa che la riempì di tristezza.
“Ed io... non potrò mai averla su di te...”
“Davvero pensi che non possa rinunciare alle sgualdrine di turno per te...?”
Summer sorrise, fu bello sentirselo dire, ma il suo discorso era riferito ad un'altra donna.
“Non è di loro che sto parlando” si prese una lunga pausa “...ci sarà sempre lei Damon...e capirai che non posso limitare la mia libertà con questi presupposti. Non avrebbe senso. Ed è per questo che tra di noi... non ci sarà mai nessuna esclusiva...”
Damon chiuse gli occhi ed annuì con amarezza. Summer si riferiva ad Elena, ed ancora una volta non poté ribattere. Sentì la sua mano posarsi sul volto accarezzandolo dolcemente, e ne sentì ancora il calore. Ma il vampiro non riusciva a sopportare quel pensiero.
Summer era l'ennesima donna che non poteva avere. Non poteva essere sua, perché lui apparteneva ad un'altra donna che non ricambiava il suo amore. Come sempre, si sentiva destinato alla solitudine, però, in quel momento, il corpo nudo della cacciatrice placò quell'inquietudine avvolgendolo con il suo tepore.
La baciò con trasporto. Avrebbe voluto contestare la cosa, ma Summer era diventata una sua amica, e non poteva prenderla in giro. Non poteva metterle un cartello di proprietà privata senza darle lo stesso diritto; ma lui non l'amava, quindi quel privilegio non poteva darglielo.
Eppure, mentre la baciava scivolando nuovamente tra le sue gambe, sentì che lei era tutto ciò che desiderava ed un 'non potrei sopportare di vederti con un altro' mentale si trasformò in un
“Varrà dire...che ti porterai quel moccioso sulla coscienza!” verbale.


Damon annuì e lei gli accarezzò il volto stando male senza darlo a vedere.
Summer avrebbe voluto che lui aggiungesse dell'altro, qualsiasi cosa; e si sentì stupida, perché sapeva che non sarebbe mai stato suo. Quella piccola consapevolezza iniziava a starle stretta bruciandole nel petto in un modo che non riusciva a spiegarsi. Damon la baciò mettendosi su di lei, e poco dopo quel cercarsi frenetico divenne l'inizio di un nuovo ritmo. Il vampiro entrò ancora nel suo corpo con qualcosa di inespresso e disperato impresso sul volto.
Si impossessò di lei con un desiderio devastante ed avido trasmettendole tutta la voglia che aveva di farla sua, e lei, inizialmente, lo percepì come un contentino, ma quando le sussurrò “Vorrà dire... che ti porterai quel moccioso sulla coscienza!” con eccitazione e serietà, si sentì felice e quasi in colpa per il piacere che quella frase diede alla spinta del vampiro.


*** ***


Il taxi fermò Klaus e Stefan nei pressi dell' Hollad Park, di fronte ad un lussuoso palazzo dall'imponente cancellata in ferro battuto.
L'ibrido suonò il campanello e poco dopo il cancello si aprì.
Si guardò intorno notando quanto fosse cambiato quel posto in cinquecento anni. Quella era l'ex dimora di Lucrezia, in cui lui aveva vissuto per una decina d'anni. Dopo la morte della strega, una vampira appartenente alla sua cerchia più ristretta se n'era impossessata trasformandola, con gli anni, in una dimora di lusso in cui venivano ospitati i vampiri che per qualche periodo non avevano voglia di scorrazzare per il mondo. Klaus non amava stare lì,; era un posto troppo esposto e chi vi risiedeva doveva fare fin troppa attenzione a non dare nell'occhio. Cinquecento anni prima, quando poteva disseminare corpi lungo i corridoi senza doversi preoccupare di nulla, era un posto decisamente migliore per viverci!
Il portiere, un umano soggiogato, li accompagnò fino all'appartamento richiestogli da Klaus: la residenza di Bree.
L'uomo li accompagnò alla porta, suonò il campanello e poi se ne andò.
Poco dopo, una vampira dalla capigliatura nera di un riccio selvaggio e con degli occhi verdi e freddi, aprì.
“Klaus...ma che piacevole sorpresa!” la vampira lo fece accomodare, e poi guardò Stefan con curiosità ed interesse.
“Chi è la tua nuova puttanella?” si avvicinò al vampiro e l'annusò con un solo respiro partito dal petto e terminato sul collo.
“Ummm...meno di duecento anni...sei un tenero cucciolo!”
Stefan la guardò allibito sentendosi in notevole disagio.
“Lascialo in pace Bree...” Kluas prese posto nel salotto sedendosi sul divano e mettendo i piedi sul tavolino.
“Accomodati Stefan...e non lasciarti intimorire ...Bree è un po' eccentrica!”
La vampira fece scorrere la mano lungo il petto di Stefan sorridendogli con malizia, e poi raggiunse l'ibrido.
“Allora... Klaus...è un bel po' che non ti fai vivo da queste parti...”
“Sono stato impegnato...”
“Giusto, dimenticavo che sei finalmente riuscito a spezzare la maledizione! Ma ho saputo che qualcosa è andato storto....allora? Qual è l'intoppo? Perché non riesci a creare il tuo esercito di soldatini pelosi?”
“Non mancarmi di rispetto Bree!”
“Andiamo...ci conosciamo da settecento anni...concedimela qualche battutina!”
Klaus le fece un'occhiataccia e decise di lasciar correre.
“Non so cosa sia andato storto, so solo che per trovare un rimedio ho bisogno del Grimorio di Lucrezia”
Bree si alzò per dirigersi verso il mobile bar, poi versò lo scotch in due bicchieri e li servì ai suoi ospiti.
“Beh? E perché non l'hai ancora fatto? Non ricordi dove l'hai messo?”
Klaus le fece un altro sguardo contrariato.
“Lucrezia mi ha ingannato Bree...quel Grimorio non era il suo!”
Bree si servì da bere e tornò a sedersi sul tavolino.
“Umm...La sua fama da subdola stronza...a cinquecento anni dalla sua morte regge ancora! Non c'è che dire...quella donna resterà un mito...”
“Potresti smettere di idolatrarla?!” Klaus a denti stretti, le fece capire che il suo comportamento lo stava davvero innervosendo, così lei alzò la mano e il bicchiere in segno di pace.
“...E dimmi... Sei qui perché pensi che il Grimorio possa essere ancora in questa casa?”
“Diciamo che lo spero...”
Bree si alzò.
“In cinquecento anni questo posto ha subito centinaia di ristrutturazioni Klaus...se fosse uscito qualcosa, l'avresti saputo!”
L'ibrido si alzò a sua volta, era troppo nervoso anche per stare seduto.
“Deve pur essere da qualche parte! Dove sono finite le cose di Lucrezia? Voglio ogni cosa! Ogni diario! Ogni lettera...ogni lista della spesa! Qualsiasi cosa!” urlò camminando nervosamente per il salotto.
La vampira bevve il suo scotch ragionando sulle parole dell'ibrido.
“Dopo la sua morte ...la figlia ritornò dalla Francia per occuparsi del cadavere e dei suoi beni. Vendette quasi tutto...e le poche cose che portò con sé erano appunto la corrispondenza...ed altri bauli di oggetti personali. Dubito che riusciremo mai a trovare qualcosa...”
Bree rievocò quei giorni con precisione. Si guardò intorno ricordando le vecchie fattezze di quella dimora e ricordò il preciso momento in cui, dopo la morte di Lucrezia, Caroline sistemò le cose della madre in un baule. La vampira la lasciò da sola in ciò che all'epoca era il salone, ma duecento anni dopo, durante la ristrutturazione, gli operai trovarono uno scomparto segreto dietro il camino di quella stanza, e fu in quel momento che Bree ricollegò quella che poteva essere una possibile soluzione.
Klaus terminò il suo scotch in un solo sorso e Stefan osservò la scena sentendosi confuso come al solito.
“Qui...dietro al camino...durante la prima ristrutturazione fu trovato un scomparto segreto...” Bree si avvicinò al camino spento poggiando la mano sul ripiano di marmo.
“Cosa c'era dentro?” Klaus sembrò riprendersi, ma il suo entusiasmo fu smorzato alla svelta.
“Nulla...” la vampira scosse il capo con desolazione.
Klaus urlò dalla rabbia, e con l'avambraccio scaraventò per l'aria tutti i fronzoli sistemati sul ripiano del camino. Bree non si scompose, era abituata alle sue sfuriate, mentre Stefan ne restò scosso solo per qualche secondo.
“Calmati e ascoltami Klaus...potrebbe averlo preso Caroline!... Lei non sapeva nulla di tutta la faccenda, ma come ogni ragazzina figlia di una strega non vedeva l'ora di mettere le mani sul Grimorio della madre...”
L'ibrido ascoltò quelle parole attentamente e si calmò intravedendo una nuova speranza.
“Vorrà dire che la nostra prossima meta sarà la Francia...” disse rivolto nella direzione di Stefan “ ...e tu Bree...verrai con noi!”
Era l'unica pista da seguire; non ce n'erano altre, e l'ibrido iniziava ad essere stanco di quel destino che voleva ostacolarlo ad ogni costo.
Lui voleva il suo esercito...non voleva più sentirsi unico e solo.


*** ***


L'ennesimo momento di passione della giornata volse al termine, e nuovamente restarono vicini.
Summer, accoccolata sul suo petto, si godeva le carezze che Damon stava facendo ai suoi lunghi capelli.
“Non andiamo in giro per case?” il vampiro era sorpreso dall'insolita voglia di oziare della cacciatrice.
“Si è fatto tardi...e poi non ne ho voglia...” dal suo tono Damon capì che non era in vena di ritornare a pensare alla sua missione. Evidentemente, quello che avevano fatto per tutto il pomeriggio, era esattamente ciò che le serviva per riprendersi.
“Perché non ammetti semplicemente di voler stare ancora tra le mie braccia?!” cercò di farla sorridere ritornando ad essere il solito vampiro dispettoso.
“Perché non vai a quel paese!?” Summer rispose senza muoversi, restando con la testa sul suo petto.
“Perché non posso muovermi, una certa signorina assetata di sesso mi sta appiccicata come un adesivo!”
Summer si sollevò sorreggendosi con l'avambraccio, e lo sfidò ad andarsene.
“Beh...Adesso sei libero di andare Damon...”
“E dovrei crederti?...Ma se mi stai stuprando con gli occhi!”
Summer guardò di lato per non incontrare il suo sguardo, ma lo stesso le venne da ridere. Il vampiro l'afferrò per i fianchi mettendola sotto di lui.
“Ok Summer, per la tua gioia, sono pronto per il terzo round! Devi solo dire che mi vuoi...”
“Cosa?! ...Te lo puoi scordare!”
Il vampiro la guardò scettico.
“...Questo significa...che ne hai abbastanza dei miei baci?!” le baciò il collo fino a scendere sul seno, e sentì il respiro di Summer farsi più sonoro.
“Esattamente...” pronunciò con un filo di voce, mentre il vampiro posizionava la testa tra le sue gambe.
Dopo qualche minuto, Summer si ritrovò ad ansimare e a stringere le lenzuola con forza, ma il suo piacere fu spezzato sul più bello dalla perfidia del vampiro, che risalì ritornando all'altezza del suo volto.
“Stai ansimando un po' troppo per essere una donna che ne ha abbastanza...”
Summer lo afferrò per le guance e se lo trascinò vicino alle labbra, ma il vampiro, a pochi centimetri da quel contatto, oppose resistenza facendo schioccare la lingua sul palato un paio di volte come segno di negazione.
“Devi dire che mi vuoi...” si inginocchiò tra le sue gambe e fece scorrere le mani sul suo ventre fino ad arrivare ai seni. Li strinse con decisione facendole inarcare la schiena per quel misto di piacere e dolore.
“Sto aspettando...” la guardò con quel suo fare da gradasso, e rifece scorrere le sue mani sul suo corpo per afferrarle i glutei ed avvicinarli al suo bacino.
Summer alzò la schiena per avvicinarsi nuovamente al suo viso. Cercò di baciarlo, ma il vampiro, nonostante l'avesse abbracciata prontamente, continuava ad eludere quel contatto, rimandando il momento in cui le loro labbra e i loro corpi si sarebbero nuovamente e dolcemente uniti.
“Voglio sentirtelo dire....” ne sentiva il bisogno; per qualche ragione oscura alla sua coscienza, aveva bisogno di sentirsi desiderato; e quella pantomima erotica, serviva solo ad appagare quel desiderio.
Summer gli accarezzò il volto e, anche se l'orgoglio voleva vincere, capì che Damon, quelle parole, voleva sentirsele dire realmente, glielo leggeva negli occhi; e, per di più, la mancanza di distanza tra le loro parti intime aveva consumato la forza che le restava per resistere.
Così accarezzò il suo volto e, con un sorriso dolce e degli occhi carichi di desiderio, glielo sussurrò.
“Ti voglio...” il suo tono fu delicato, sensuale e disarmante.
Il vampiro la guardò con una soddisfazione priva di vanto, e subito la baciò scivolando dentro di lei con dolcezza. Quelle parole non furono spontanee ma furono lo stesso importanti, perché Damon riuscì ad ottenere ciò che voleva: in quel momento, si sentì desiderato.


*** ***


Si ritrovano per la terza volta a coccolarsi affettuosamente; poi il vampiro decise di andarsene nella sua stanza. Non voleva annullare quella piccola conquista sentendosi dire da Summer di non voler dormire con lui. Così le lasciò un piccolo bacio sulla fronte e le augurò la buona notte.
“Anche a te...” Summer accarezzò il suo viso e gli diede un bacio sulle labbra rapido e tenero, facendolo sorridere.
Il vampiro si alzò e ritornò nella sua stanza contento ma vagamente amareggiato dal fatto che lei non lo avesse incitato a dormire lì.
Ma quei sentimenti che entrambi iniziavano a provare erano ancora un frutto acerbo, e per quel traguardo serviva ancora del tempo.





Angolino di NaNa***
Ho voluto fare un regalo di Natale a Damon e Summer facendoli stare un'intera giornata a letto *.* sono sicura che almeno loro avranno gradito xD Voi??? xD Spero di non essere stata volgare.
Per il resto...come potete vedere c'è un nuovo personaggio...questa Bree, che è un tipetto alquanto particolare^^
Dal prossimo aggiornamento i capitoli porteranno una data. Come già vi ho detto la fic finisce il 31 Dicembre, quindi potrete farvi un'idea sull'avanzamento. Ormai stiamo davvero agli sgoccioli, eppure tra Damon e Summer le cose proseguiranno così...loro saranno convinti di essere semplici amici ancora per un bel po'. Quando capiranno di essere innamorati? Esterneranno i loro sentimenti? Ed Elena? Il piccolo Matt rischia davvero di essere brutalmente ucciso? ... Chi *Bip è questa Bree?....Lo scoprirete nelle prossime puntate xD
Come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio tutti^^
Al prossimo^^





  
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