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Autore: Honest    27/12/2011    10 recensioni
L'amore vince ogni ostacolo e, a volte, ci fa vivere delle avventure che mai ci saremmo aspettati.
Fra matrimoni, viaggi in auto, litigi, musicisti e addii al celibato, Love Me Always ritorna ad essere aggiornata.
Estratto Dal Capitolo 35 - "Heart Attacks and Related Diseases":
- Sei davvero sicuro, Trent? Vuoi davvero sposarmi? Perché tutto quello che hai fatto finora dice il contrario. - commentò caustica, liberandosi dalla sua presa e uscendo dall’ospedale.
[Duncan/Courtney - Trent/Gwen]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: B, Bridgette, Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Justin, Nuovo Personaggio | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Buon Natale ! Lo so che oggi non è Natale ma facciamo finta che lo è ok ?
Ne approfitto per farvi gli auguri adesso, perchè alla fine di questo aggiornamento mi odierete ...
Premetto che questo è un capitolo "ribaltone", cioè vi sconvolgerà a tal punto che vi ribalterete (?).
Spero proprio che siate clementi, si fa quel che si può. Nel caso in cui dobbiate sfogarvi prendetevela con Justin, capirete leggendo lo sclero di seguito.
Nota di colore : Mia madre mi ha definito "Strafattona Caffeinomane". Io non mi drogo e non bevo caffè, come ho fatto a nascere normale ?
Comunque da questo deriva il titolo del capitolo, "la colpa è del caffè".
Non mi dilungo in altre stupide giustificazioni, vorrei solo che voi non affilaste i forconi.
Buona Lettura
HONEST

 

 

 

 

 

The Fault is of the Coffe

 

Courtney si asciugò una lacrima che le era scivolata lungo la guancia. Era seduta al freddo su quella panchina di fronte all'ospedale ormai da quasi un'ora paralizzata dalla paura. Quella notte passata nel dolore e nell'umiliazione della solitudine le pesava ancora sulle spalle, come un grande macigno insostenibile e violento. Posò senza rendersene conto il braccio attorno allo stomaco e con un singhiozzo rabbioso abbassò la testa fissando l'asfalto scuro sotto i suoi piedi. Strinse i denti e inarcò la schiena indifesa, provando a dimenticare e a ignorare quello che le stava succedendo.

Era nata per essere responsabile, era decisa a non commettere errori, a evitare le scelte sbagliate, a contare solo su di lei nei momenti di bisogno. Non meritava di trovarsi lì a guardare la sua vita crollare in mille pezzi, aveva cercato di scappare ma i suoi sbagli l'avevano seguita come ombre nere. Ripensò a Duncan e al riflesso che aveva visto nei suoi occhi, lo specchio della sua vergogna e della sua delusione, come se lei avesse voluto rimanere incinta di proposito.

Chiuse gli occhi e inspirò profondamente l'aria frizzante di quel mattino limpido, girò la testa e vide alla sua destra sè stessa. Lei, una giovane donna, elegante e superba in completo grigio in tono con le sobrie scarpe con il tacco medio. Si guardò sorridere soddisfatta ed entusiasta. Le due Courtney si osservarono a lungo, l'una mostrava il suo successo fiera di sè, l'altra soffriva in silenzio la presa di coscienza di una decisione fondamentale. Court si voltò ancora alla sua sinistra, una bambina tale e quale a lei le sorrideva con fin troppa enfasi e le porgeva la mano con gentilezza. La piccola aspettò per diversi istanti che la ragazza si decidesse ad afferrare la mano tesa per lei, ma quando comprese che la grande Courtney non lo avrebbe fatto lasciò che le lacrime la segnassero.

L'ispanica scuotè la testa confusa e fece sì che le ombre della sua mente l'abbandonassero e se ne tornassero negli angoli bui da cui provenivano.
Soltanto un flebile ricordo si fece largo fra i meandri più nascosti della sua memoria, fra i segreti più celati, abbattendo la voglia di dimenticare della ragazza.


Il rumore della pioggia che picchiettava insistente sui vetri della finestra li distrasse per qualche istante. Smisero di baciarsi per osservare con sorpresa come il tempo quel giorno fosse così volubile. Courtney tirò le coperte sul petto con decisione, senza notare come i muscoli di Duncan si fossero contratti a causa di quello scatto inatteso.
Avevano passato quel pomeriggio uggioso a letto e ora che sentivano l'incombere della sera che li avrebbe costretti a preparare le valige per una nuova terza stagione, vedevano il tempo avvievolirsi fra le dita. La ragazza sospirò appoggiando la testa sul cuscino e lasciando che il punk si accasciasse sul suo corpo tiepido.

Approfittò di quel contatto per giocare con le ciocche verde brillante del ragazzo,
costringendolo a sorridere e a perdere il ritmo dei respiri di lei, che facevano sì che la sua figura delicata si alzasse a intermittenza.
Duncan chiuse gli occhi, tentando di prendere sonno e Courtney credendo che il punk stesse dormendo sussurrò sovrappensiero : "Ti amo".
"Principessa, dimmi qualcosa che non so." rispose lui facendo scivolare una mano lungo il suo ventre e accorgendosi in fretta dei brividi che aveva causato.
"Duncan !" esclamò l'ispanica accigliata e anche un po' offesa.
Il ragazzo alzò la testa posandole un bacio gentile sulle labbra.
"Ti amo anchio." disse con un soffio.
La prima volta che glielo lasciava intendere chiaramente, la prima volta che glielo sussurrava con voce tenera e decisa. Courtney si trattenne dal piangere e si limitò ad abbracciarlo con orgoglio.


Lo sforzo di quel ricordo le procurò una fitta al cuore che le fece pensare a come i momenti felici si erano trasformati in nebbia nauseabonda.
Portò istintivamente la mano alla tasca, alla ricerca del suo palmare senza ricordarsi il modo in cui l'aveva scaraventato nel salotto del chitarrista. Ripensò allo sguardo vuoto di Gwen mentre la vedeva piangere, forse perchè poteva esserci lei al posto suo, preoccupata per un bambino che non voleva. Le cose erano cambiate in un battito di ciglia, aveva perso le sue certezze e non sapeva ora come ora dove ritrovarle. Si sentiva abbandonata dal ragazzo che avrebbe dovuto starle accanto, le sembrava persino di vederlo. Una piccola macchiolina verde che le correva incontro in lontananza agitando le braccia ...
- Un momento. - sussurrò Courtney piegando la testa di lato. Quella non era la sua fantasia, Duncan le stava davvero correndo incontro agitando le braccia.

Scattò in piedi con un misto di ansietà e sorpresa, avanzando abbastanza da scorgere il ragazzo sudato e stravolto che le si avvicinava sempre più. Quando furono vicini tanto da toccarsi, si abbracciarono silenziosamente quasi dimenticando i fatti avversi della sera precedente. Courtney spostò il viso dalla spalla del punk per osservarlo meglio. In altri casi gli sarebbe saltata al collo e avrebbe cercato di ucciderlo ma in quella situazione non poteva far altro che rendersi docile e remissiva, provando a pensare che era comunque tornato da lei.

- Hai una luce folle negli occhi ... - disse a mezza voce la ragazza, lasciando che un sorriso spontaneo le spuntasse sulle labbra, colorandole il volto.
- Mi dispiace. - rispose Duncan accarezzandole una ciocca di capelli castani.

Court spostò lo sguardo a terra per l'ennesima volta e mordicchiandosi le labbra lasciò che il ragazzo le stringesse la mano con convinzione.
- Mi ha chiamato Trent. - annunciò ad un tratto lui cercando, di arrivare al suo scopo senza rompere la sottilissima armonia che cominciava a crearsi.
- Idiota. - bofonchiò lei incrociando le braccia e immaginando il povero chitarrista precipitarsi a fare la spia da bravo cagnolino. La notte precedente l'aveva sopresa mentre raccoglieva le sue cose per andarsene e aveva dovuto inevitabilmente conffessare le sue intenzioni prima di essere lasciata libera di fare ciò che voleva. Trent non si era inoltre dimenticato di raccomandarle un'infinita di prediche e di dirle di telefonare appena arrivava in ospedale.
- Non dovevo lasciarti quella sera ... - continuò il ragazzo ignorando la sua nuova e alquanto strana indole poco gentile nei confronti dell'amico.
- Ti accorgi sempre dei tuoi errori troppo tardi. - commentò Courtney con amarezza.
- Vuoi dire che hai già ... -
- No. -
Duncan le cinse i fianchi con dolcezza e dopo averle baciato la fronte le sollevò il mento, senza curarsi delle lacrime che stavano per rigarle il viso impietose.
- Perchè sembri così triste ? Le lacrime nei tuoi occhi ... Io ti starò vicino. -
- Credi che la cosa si risolverà citando I Prethenders ? - domandò lei quasi offesa per quella sorta di presa in giro, consumatasi dopo un paio di accenni alla canzone.
- Forse. - concluse lui alzando le spalle. - Comunque è la nostra cosa. - disse poggiando la mano sul suo ventre. Lei sollevata dal tepore di quel contatto ne rimase fin troppo lieta e come risollevata da una rassicurazione non ancora ricevuta baciò il ragazzo, perchè quella al momento sembrava la risposta più semplice da dare. Non si sarebbero divisi, non ora almeno.
- Vuoi prenderti cura della nostra cosa ? - chiese l'ispanica, cercando di non sembrare sciocca.
- Voglio prendermi cura di voi. - mugugnò il ragazzo, intrecciando le loro mani e guardando amorevolmente la pancia di lei.
Courtney sorrise con sincerità e dopo troppo tempo sentì quel vuoto che la schiacciava andarsene una volta per tutte, non era più sola. Si avvicinò ancora una volta alle labbra del punk per baciarle con trasporto, felice e sollevata di essere con la persona che amava.

- Sarebbe forte se nascesse con la cresta.* - disse Duncan quando smise di baciarla con un tono non troppo scherzoso nella voce.

^^^^^^^^^

Gwen accarezzò con dolcezza i capelli di Trent, intento a guardare fuori dalla finestra con apprensione.
- Starà bene. - sussurrò la ragazza cercando di rassicurarlo.
Improvvisamente il palmare dell'ispanica abbandonato sul tavolo prese a squillare con una certa insistenza, interrompendo la quiete dell'ambiente. La ragazza lo aveva dimenticato di proposito e Gwen incuriosita si allungò per prenderlo e rispondere.
- Pronto ? - domandò, tentando di sembrare Courtney e vedendo Trent scuotere il capo di fronte a quel pietoso tentativo di farsa.
- Signorina ! Sono il medico che l'ha visitata poche settimane fa in ambulatorio. - rispose una voce squillante e probabilmente alticcia dall'altro capo dell'apparecchio.
- Veramente io ... - provò a dire la ragazza, dopo essersi resa conto che fingersi ispanica non era per nulla facile.
- Vede ho commesso un madornale errore e chi dice "cosa" non farà causa all'ospedale ... - continuò l'uomo ignorandola e pensando di parlare con la sua paziente.
- Cosa ? -
- Bene, le dicevo che ho commesso un madornale errore. Temo di doverle dire che lei non è incinta. Le sue analisi sono state contaminate da .. una macchia di caffè, in effetti. -
- Ma Court ... cioè io ho fatto i test di gravidanza e sono risultati positivi. -
- Le assicuro che anche qui deve esserci uno sbaglio. Avrà contaminato il risultato con qualcosa. Non avrà usato il test per mescolare il caffè vero ? La mia esperienza a riguardo non è stata positiva. - commentò il medico alzando senza motivo il tono di voce.
Gwen restò per un istante interdetta ragionando su quell'ultimo test positivo. Era caduto nel gabinetto, il gabinetto colmo di gel igenizzante blu.
- Oh Mio Dio ! - esclamò la gotica ad alta voce. Realizzò in pochi secondi come quel risultato fosse stato erroneo poichè colorato da quella strana sostanza. Courtney non era incinta.
- Credevo di farle piacere con una notizia del genere. -
- Sì. Insomma ne sarà ... ne sono felice. - ribattè lei, non del tutto sollevata da quella scoperta.

- Ottimo. Visto che il nostro accordo verbale è stato sancito possiamo considerare tutto risolto. -
- Aspetti Courtney potrebbe comunque ... -
- Grazie e arrivederci. -

Il telefono le venne riattaccato in faccia con forza e la ragazza si voltò lentamente cercando di trovare le parole giuste per spiegare al suo ragazzo che era stato tutto uno sciocco malinteso e che ora Courtney rischiava di abortire a causa di una macchia di caffè. Per colpa di uno stupidissimo caffè, per un errore ridicolo, per la distrazione di un povero idiota. La sua migliore amica aveva pianto, perso e sofferto per colpa di un caffè. Questo era troppo da tollerare persino per lei, sentì l'ira nascergli nel petto con prepotenza e afferrò un cuscino dal divano con rabbia facendolo in mille pezzi, sotto lo sguardo sconvolto del suo ragazzo, spaventato e forse divertito allo stesso tempo.
- Chi era ? - chiese Trent fissando le piume d'oca sparse sul pavimento.
- Dobbiamo fermare Courtney ! Lei non è incinta ! - urlò la ragazza esasperata credendo invano che il ragazzo seguisse il suo ragionamento. Il chitarrista guardò il palmare che la gotica stringeva quasi con ossessione fra le dita e alzando le mani, come per paura di essere aggredito anche lui chiese di nuovo ma con più calma :
- Chi era ? -
- Non importa ! L'ultimo test non era positivo è stato il tuo gabinetto .. - disse lei quasi delirante.
- Il mio gabinetto è incinta ? -
- No ! Dobbiamo andare da Court. - decise rapida. Il ragazzo ancora un po' stranito tentennò visibilmente.
- Forza ! - urlò Gwen con forza, convincendolo a prendere le chiavi della sua auto e a raggiungere l'ospedale. Nel tragitto spiegò al ragazzo dettagliatamente la faccenda e lui ancora un po' confuso realizzò che Courtney era stata vittima di un'orrenda coincidenza.
Non appena arrivati e scesi dal veicolo furono così felici di vedere Courtney e Duncan seduti alla stessa panchina, che si dimenticarono quasi di dare la buona notizia.
Gwen si precipitò verso l'amica, in una folle corsa e una volta raggiunta l'ispanica si fermò a prendere fiato senza riuscire a spiccicare parola. Le ragazze si guardarono con un misto di eccitazione e preoccupazione. La gotica sillabò poche parole quando Trent riuscì a raggiungerla.
- Non sei incinta. -
- Ma io ... - balbettò Courtney sgranando gli occhi.
- Il tuo medico si è sbagliato e il test si è colorato di blu per colpa di quel liquido nel ... - la ragazza non riuscì neanche a terminare la frase che l'amica e il suo ragazzo erano già balzati in piedi stringendosi in un goffo abbraccio e saltellando con entusiasmo.
- Non mi hai messo incinta ! - gridava Court.
- Non ti ho messo incinta ! - gridava Duncan.
- Nessuno di noi è incinta ! - esultò Trent alquanto fuori luogo senza però spegnere la gioia collettiva e forse esagerata.
Un paio di passanti guardarono quel gruppo eterogeneo di ragazzi gioire nel bel mezzo della strada senza pudore, urlando frasi sconnesse. Rimaserò su quella panchina fino a tarda sera, intenti ad osservare il tramonto con in mano quattro caffè fumanti.
Courtney dopo aver rivolto uno sguardo disgustato al suo lo gettò a terra e Duncan la imitò sorridendo spensierato. L'arancione del sole che si spegneva per lasciare spazio alla luna, colorava i loro volti e i fatti avvenuti in quei cinque giorni di panico e dolore sembravano essere lontani.

La gotica strinse la mano a Trent e poi a Courtney che fece lo stesso con il suo ragazzo.

Nessuno di loro poteva credere a ciò che era successo, nessuno di loro avrebbe dimenticato il malinteso che li aveva uniti e resi più forti. Courtney e Duncan si erano sentiti vicini come mai prima d'ora, Trent aveva trovato un'amica importante e Gwen aveva assistito con partecipazione a qualcosa che un giorno avrebbero racconto ai loro figli, magari escludendo la parte in cui esultavano al settimo cielo. I quattro decisero di tornare a casa a notte fonda, stanchi e con lo spettro di un sorriso ancora acceso sulle labbra.










 

* Ho spudoratamente citato/copiato (citopiato) Glee, la scena tra Puck e Quinn in cucina. Dolci *.*

 

 

 

 

 

 

Ortensia's Corner


Ok, sono un po' confusa ...
Quindi Court non è incinta ?
No.

Oh. Che autrice di ...
Ortensia ! Scrivi il tuo angolino e piantala.


Va bene. Allora cari lettori, le feste di Natale sono finite e le vacanze appena iniziate !
Come avete passato questo Natale ?

Io e gli altri animali abbiamo regalato a Geoff e Bridgette due sciarpe abbinate, un po' sporche di fango ma hanno comunque apprezzato il regalo. Io e Gaston abbiamo mangiato castagne al lume di candela e infine copulato dietro la mangiatoia. Che serata indimenticabile ...
Spero che anche voi vi siate divertiti.


Inoltre come regalo speciale ho deciso di dedicare uno "spazio pubblicitario" all'autore o recensore che in ogni capitolo scriverà la recensione più divertente o fantasiosa o che commenterà per primo.
Questa è la mia storia e tu non puoi ...
Vogliamo parlare di questo capitolo ?
[...] Partecipate numerosi all'iniziativa di Ortensia !

Così va meglio.
E il grugnito di oggi è : "Non farlo mai dietro una mangiatoia potrebbero esserci dei guardoni ..." Con questo cari lettori ci rivediamo al prossimo capitolo ! OINK OINK

 

 

 

Babbo Fusto è arrivato in città !
Natale è passato.
Con Justin ogni giorno è Natale !
Dio mio ma non eri in un manicomio o giù di lì ?

Danno un permesso di uscita ai super-sexy.
Non ne vedo nessuno in giro ...
Molto divertente. Un momento quella non è una folla di lettori urlanti con torce e forconi che si avvicina per decapitarti ?
No !
*guarda meglio* Forse ...
A quanto pare ingannarli e tenerli sulle spine non è stata una buona idea.
Io non li ho ingannati ! Ho solo elaborato un .. hem .. capitolo a sorpresa !
Certo.
Vedrai che saranno ragionevoli. *schiva un forcone*

Vedo. Vuoi che usi la mia meravigliosità per stenderli ?
No ma potresti essermi comunque utile ... *afferra Justin e lo usa come scudo umano*
I miei capelli !

   
 
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