Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Wave__    29/12/2011    1 recensioni
Eternal Love è la storia d'amore di un angelo e un demone. Di Elena e Paul. S'incontrano, si amano e si vogliono. Si cercano e si trovano, sempre. Ma c'è Dio, che farà di tutto per ostacolare il suo miglior angelo..
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Elena and Susan together again

Quando ebbero lasciato da soli i due piccioncini, si diressero insieme in un bel posticino che Elena aveva scoperto la poco.
«Non ti immagini neanche quanto tu mi sia mancata, non riuscivo a rintracciarti e sarei potuta morire!» scoppiò a ridere per la sua stessa battuta, «Come se io potessi morire, poi!»
«Beh, io comunque eviterei l’argomento. Preferirei non mandarmela da sola la sfortuna.»
«Tralasciando l’argomento morte.. Sono contenta che adesso tu sia qui con me, di nuovo insieme come tremilacinquecento anni fa! Soprattutto senza invecchiare mai.»
«Anche tu Angioletto mi sei mancato. Ehi, sono passati solo quattromila anni ma sono ancora molto giovane e sarò bella e perfetta per sempre.»
Le fece l’occhiolino, quando improvvisamente Elena si fermò davanti ad un pub.
«Siamo arrivate. Posto da angioletti? Non credo proprio.» rise divertita, facendo schioccare la lingua sul palato.
«Non mi ricordavo che ce ne fosse uno da queste parti.»
«Benvenuta al “Devil’s Pub, amica mia.»
Quando finalmente si decise ad aprire la porta del locale, Susan sgranò gli occhi, restando a bocca aperta, stupita. Davanti a noi c’erano dei ballerini bellissimi che facevano streep tease. La musica dance anni Novanta a palla nel locale.
«Allora che te ne pare? Sono o non sono assolutamente magnifici?» le batté una mano sulla spalla, «Forza, divertiamoci!»
Quando Suz ritrovò la parola, esclamò: «Hai capito il mio Angelo che posti conosce e che sta frequentando! Stai perdendo la via della perdizione a furia di frequentarmi tesoro.»
Le sorrise soddisfatta, quasi orgogliosa di quel cambiamento in fattore di locali.
«Vedi? Questo è uno dei posti quasi migliori che ci siano qui! Via della perdizione addirittura! A quanto pare mi piace perderla, non credi? Sai, in quattromila anni ne passa di acqua sotto i ponti!» le fece l’occhiolino, iniziando a ridere divertita, scendendo alcuni gradini per dirigersi al bancone, scavalcando la folla.
«Adesso non ci resta che vedere cosa sanno fare, poi possiamo commentare le loro abilità. Uhm.. Il barista è messo bene, vediamo un po’ gli altri..»
«Direi che quel ragazzo che balla sul cubo.. Non è fantastico?» le domandò, sedendosi una affianco all’altra su due sgabelli del bancone del locale.
«Il biondo? Ev, mi stupisci, non ricordi che a me non piacciono i biondi? Però dai, potrei fare un eccezione per lui. Comunque tesoro, fare gli Angioletti è noioso, ovvio che ti piaccia perdere la retta via! Senza regole, senza ordini, decidi tu per te e non devi dar conto a niente e nessuno. Aaah, ringrazio di essere un demone!»
Sorrise a trentaquattro denti, ghignando e osservando la sua amica di sottecchi.
«Si, proprio quel biondo! Mi ricordo che non ti piacciono e neanche a me attirano molto, ma quello è davvero bello! Lui è l’eccezione che conferma la regola per così dire!»
Il barista si avvicinò ad entrambe, a chiedere cosa volessero da bere ed entrambe ordinarono due Martini.
«Ma intanto che aspettiamo da bere, dimmi un po’.. Come te la passi qui? Che hai fatto in questi anni in cui non ci siamo viste?»
Si notava che in quella breve domanda c’era l’avidità di dettagli a cui bramava Ever, la curiosità di sapere le avventure della sua migliore amica.
«In questi anni? Un po’ qua, un po’ la. Nulla di straordinario. Tu invece angioletto?»
Arrivarono i loro cocktail ed entrambe lo alzarono alla salute l’una dell’altra, sorridendosi a vicenda per poi far tintinnare soavemente i bicchieri.
«Dicevamo?» chiese Elena, sorseggiando il suo martini, appoggiandolo sul bancone, giocando con la ciliegina che c’era nel bicchiere. «Ah si, di dove sono stata. Pure io un po’ qui e un po’ la però sappi che anche se non ti vedevo, c’era chi ti teneva d’occhio per me e tu non te ne sei neanche mai accorta!»
La sua espressione divenne perplessa. Non badava a nascondersi o a nascondere le sue tracce ma che addirittura non si fosse accorta di niente era un po’ strano.
«Adesso vuoi sapere troppo, demonietto! Mica posso dire chi mi dava notizie su di te. Ma tornando al discorso di prima.. Essere un piccolo, dolce e tenero angioletto mi piace davvero! Anche se con te nei paraggi mi sa che diventerò..» fece cenno con le mani di un angelo che cade, «Fallen Angel.»
Susan scoppiò a ridere a vedere quel gesto.
«Te l’ho detto, frequentarmi fa male. Scatenerai l’ira dei piani superiori.», alzò gli occhi verso l’alto, finendo il martini e mangiandosi la ciliegia.
«Oh si, scatenerei l’ira di Dio, che poi mi punirebbe facendomi cadere. Meglio che io faccia la brava! Sappi che comunque se sono sulla Terra da tremilacinquecento anni all’incirca, un motivo pur ci sarà! Non credi?» alzò le spalle, ridendo.
«Noioso lassù tra i santi eh?» le domandò ridacchiando, ordinando un altro Martini.
«Eheheh, non mi annoio tra i santi ma c'è da dire che la vita in questo secolo è uno spasso.» fece l'occhiolino ridendo, guardandosi attorno per farle capire che si riferiva soprattutto al luogo. Si affrettò ad aggiungere uno strascicato e borbottato:«Scusami Dio.» Poco dopo rialzò il tono della voce.
«E comunque non mi piace che uccidi per nutrirti.»
«E chi ti dice che io uccida solo per nutrirmi?»
«Non è divertente Suz, anche loro hanno una vita. Ora che son tornata, ti rimetto io in riga!»
«Brrr, tremo di paura!» rise, fingendo di rabbrividire e mostrando sul suo dolce visino un espressione al quanto preoccupata. Dentro di lei però sapeva che quando Elena diceva una cosa, non la diceva per scherzare ma la metteva realmente in pratica.
«Ti conviene preoccuparti davvero dato che ho già un piano per farti rientrare nei canoni della normalità.»
Susan sbuffò sonoramente.
«Adesso si che la vedrò dura per me e il sangue umano», rispose piagnucolando.
«Già tesoro. Visto che il tuo angioletto preferito è tornato all'assalto.. La pacchia è finita!»
Un secondo sbuffo.
«Che palle, Ever, non puoi farmi questo!»
«Invece si che posso! Ah, ricordati che non farò mai parte degli Angeli Caduti. Sono troppo importante su in Paradiso io.»
«Pff, poco modesta. Anch'io sono importante: in Paradiso, all'Inferno.. Ovunque insomma!» fece una pausa, sventolandosi una mano davanti al viso per il troppo caldo poi riprese a parlare «Bhè, considerata la faccenda del cibo faremo uno scambio, mia cara. Mi dirai chi mi spiava o altrimenti te la farò pagare. Quel nome te lo faccio sputare con la forza.»
«Ho detto di no, Demonietto, non insistere. Quel nome non lo avrai mai.»
«Eddai Angioletto, fuori quel nome, ora! Avanti! Dai dai dai dai!» urlò battendo i piedi per terra, cantilenando le parole.
«Non mi ricordavo che facessi anche i capricci. Cavolo sono stata via davvero tanto tanto tempo! Se vuoi quel nome.. Forse mi hai convinta.» il sorriso sul volto di Susan s'illuminò, speranzosa «Direi che adesso possiamo ballare un po', in mezzo a tutti quei ragazzi! Siamo o non siamo qui per questo?»
C'erano una marea di ragazzi di ogni età, poche ragazze. La pista era piena di corpi che si strusciavano l'uno accanto all'altro, ballavano a tempo della musica spacca timpani. Ragazzi che si baciavano accanto ad un pilastro, altri che bevevano, altri ancora che fumavano. Sembrava che Suz si fosse dimenticata del fattore “far sputare il nome”, quando improvvisamente lo bloccò per un braccio, facendola voltare. I suoi capelli scuri si mossero come se un colpo di vento gli avesse scombussolati.
«Eh no, prima il nome.» ghignò, lasciandole il braccio.
La fissò con degli occhi iridescenti, uno sguardo di fuoco che sembrava volerla incenerire. Un'espressione di quelle che avrebbe perforato l'anima di chiunque. Restò immobile per qualche secondo, poi scoppiò a ridere.
«Ti posso dire che è un gran bel ragazzo demone.. Ma più di questo non posso dirti altro!»
Susan si bloccò di colpo. Sul suo volto si dipinse un'espressione di puro stupore misto a perplessità.
«Potresti ripetere? Non credo di aver sentito bene.»
«Invece hai proprio capito alla perfezione. Un ragazzo demone.» le risposte scandendo l'ultima parola, come se volesse imprimergliela nel cervello.
«Un demone? Ed io non avrei avvertito un mio simile? Aspetta aspetta aspetta. Tu ti terresti in contatto con i demoni solo per tenermi d'occhio?»
Era davvero shoccata, oltre ad essere notevolmente incuriosita dal suo strano comportamento. Di solito demoni ed angeli non andavano un granchè d'accordo, infatti i casi come quello di Elena e Susan erano molto rari proprio a causa di come si nutrivano, dalle loro regole e dal loro stile di vita.
«Ragazzo poi..» balbettò confusa. Inizialmente aveva pensato alla sua amica Taylor, visto che l'aveva incontrata numerose volte durante i suoi spostamenti ma il fatto di aver scoperto che era un ragazzo, spiazzava ogni ipotesi possibile.
«Adesso non pensare troppo al motivo per cui non l'hai sentito, non ci arriveresti mai. Lui sa nascondersi molto bene. Ora però divertiamoci!»
..E così dicendo la tirò con forza verso il centro della pista.
«Si si, cambia anche discorso, ingrata!» le rispose cercando di farsi sentire al di sopra del volume della musica, iniziando a ballare sotto le luci a intermittenza prodotte dai fari appesi al soffitto.
«Dai su, non fare quella faccia stupefatta, tesoro. Sai che sarei capace di tutto per di avere tue notizie quando non posso esserci io nei paraggi.»
«Mi fa piacere sentirtelo dire, mia amata angioletta.» scherzò, schioccandole un rapido bacio sulla guancia.
«Seriamente Susina, adesso basta scervellarti. Goditi la serata e il locale! Ti piace?»
«Ehi tu, non mi chiamare Susina che lo odio! Mi domandi anche se mi piace? Sei un bravo angelo, questo posto è favoloso.»
Dopo pochi minuti furono avvicinate da due ragazzi, un moro e un biondo. Entrambi davvero affascinanti, vestiti con un completo ultimo modello. Dovevano essere i figli di qualche potente e ricco russo del posto. Chiunque fossero, non potevano lasciarli scappare o meglio, Susan non poteva. Fece schioccare la lingua contro il palato, in modo sensuale, sia per richiamare l'attenzione del ragazzo sia per farsi notare e capire dall'amica.
«Ciao!» esclamò avvicinandosi al moro, che poco dopo si presentò prendendole gentilmente la mano e baciandole il dorso come si faceva un tempo. Quella si che era classe. Il ragazzo si presentò con il nome di Tyler. Il biondo invece era andato direttamente da Elena, presentandosi allo stesso modo, senza però dirle il nome. Iniziarono a ballare tutti insieme, tra uno scambio di battute e l'altro. Quando il gruppetto stava cominciando a smembrarsi, Susan si riavvicinò a lei, parlandole vicino all'orecchio.
«Saprò quel nome. Dovessi rivoltare tutti i santi si lassù e quelli sotto terra, ma stai cerca che lo saprò.»
«Impossibile. Se non te lo dico io, non lo potrai mai sapere neanche se rivoltassi Paradiso e Inferno.»
Si voltò per tornare dal suo accompagnatore, allungando una mano verso di lui che la chiuse sulla sua, facendole fare una giravolta. Infine le appoggio una mano forte sulla schiena, sfiorandole il collo con le labbra. Elena osservò tutta la scena ed esclamò, divertita: «Ah, solo una cosa. Non mangiartelo. Ti tengo d'occhio!»
Sebbene Susan fosse lontana, sapeva perfettamente che aveva sentito la sua frase. La musica non guastava il suo perfetto e sensibile udito da demone. Per tutta risposta replicò con un «Guastafeste!», facendole una linguaccia. Risero entrambe, fissandosi. Se solo avessero immaginato cosa sarebbe successo di li a pochi minuti, non avrebbero riso in quel modo. Per nulla.

  
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