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Autore: telesette    29/12/2011    3 recensioni
Rock Lee stava già dormendo da un paio d'ore, quando sentì qualcuno bussare alla porta disperatamente. Cercando a tentoni la sveglia, aprì gli occhi e si domandò chi potesse essere tanto pazzo da venire a svegliarlo nel cuore della notte. All'improvviso una voce angosciata cominciò a "supplicarlo" di aprire.
- Rock Lee, sono io ti prego, aprimi...
- Tenten ?!? - esclamò il moro dalle folte sopracciglia.
Come ebbe aperto l'uscio, si ritrovò davanti l'amica in lacrime; il trucco sfatto e la mano che cercava di nascondere il grosso segno rosso sulla guancia...
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Rock Lee, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Neji X Tenten'
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L'atmosfera che regnava nell'ufficio di Hiashi, oltre all'odore acre del fumo e della polvere da sparo, era un'aria carica di tensione. Rock Lee osservò negli occhi quell'uomo freddo e spietato, colui che non aveva esitato a fare uccidere il suo stesso fratello, e l'unica cosa che poté provare fu una fortissima sensazione di orrore e ribrezzo. Davanti a lui c'era l'uomo che aveva distrutto la felicità dei suoi amici, Neji e Tenten stavano tuttora soffrendo per causa sua, e lui era il solo ed unico responsabile di tutto il loro dolore...

- Confido tu sappia che, introducendoti senza permesso in una proprietà privata, hai appena infranto la Legge - esclamò Hiashi, senza alcuna emozione nella voce.
- Taci - lo interruppe Rock Lee, aggrottando furioso le sopracciglia. - Un assassino come te non ha il diritto di parlare!
- Interessante - mormorò l'altro, stringendo gli occhi. - Violazione e danneggiamento di proprietà altrui, danni fisici alle persone, omicidio... Direi che, tra noi due, sei tu quello che si trova in una posizione piuttosto scomoda, non io!
- Infame - urlò Rock Lee, piegandosi sulle ginocchia stringendo i pugni. - Per quello che hai fatto, meriti di morire mille volte... e non sarebbe ancora abbastanza!

Così dicendo, il ragazzo si lanciò all'attacco. Subito dopo una breve rincorsa, il suo corpo si sollevò in aria per sferrare un micidiale calcio volante. Tuttavia Hiashi attese fermo, le mani dietro la schiena, e non si scompose di un millimetro.

- Sei finito, maledetto!
- Hmpf - fece Hiashi seccato, inarcando appena le labbra con un sorriso sarcastico.

Proprio un attimo prima che Rock Lee si abbattesse contro il suo petto, lo Hyuga gli afferrò il piede e lo scaraventò a terra con incredibile noncuranza. Il giovane reagì istintivamente, battendo entrambe le palme delle mani sul pavimento per recuperare l'equilibrio, e sferrò una serie di pugni e calci micidiali che l'altro si limitò a schivare senza alcun danno. Alla fine, stanco di giocare, Hiashi prese il braccio e la gamba di Rock Lee e, sfruttando il suo stesso impeto, lo scagliò contro la parete dell'ufficio. L'impatto fu durissimo, tanto da causargli un improvviso rigurgito di sangue misto a bile, tuttavia non era certo sufficiente per metterlo al tappeto.

- La... La pagherai - sussurrò. - Te la farò pagare per tutto, è una promessa!
- Le promesse vanno fatte solo da chi è in grado di mantenerle - disse Hiashi con voce gelida. - Anche il mio caro fratellino era solito fare "promesse": agli operai, alle loro famiglie, ai loro figli... Che idiota! Ha avuto la fine che meritano tutti gli sciocchi idealisti come lui, una morte degna del misero cane che era, a suo figlio invece ho concesso perlomeno di morire con un minimo di dignità!
- Dannato bastardo!

La tecnica istintiva e bestiale di Rock Lee, che pure aveva avuto ragione di molti avversari in passato, non era efficace contro di lui: Hiashi era in grado di prevedere ed anticipare le sue mosse, prima ancora che lui le eseguisse; sembrava addirittura capace di leggergli nel pensiero, come se sapesse in anticipo dove e come l'altro intendeva colpirlo; per questo, malgrado i suoi sforzi, Rock Lee non riuscì ad assestargli neppure un colpo.

- Basta giocare, adesso - tagliò corto Hiashi. - Hai due possibilità davanti a te, ragazzo: aspettare buono e tranquillo l'arrivo della polizia... oppure fare un volo di centododici metri dalla finestra di questo ufficio, a te la scelta!

Costretto in ginocchio, tossendo e sputando per il dolore all'addome, Rock Lee non riusciva nemmeno a sollevare lo sguardo. La superiorità di Hiashi era evidente e, oramai sicuro della sua vittoria, quest'ultimo si accinse a mettere fine alle sofferenze del giovane esaltato.

- Sei coraggioso, te lo concedo, ma è stato molto stupido da parte tua venire qui da solo... Addio!

Tuttavia, nel momento in cui la mano di Hiashi fece per afferrargli la testa, Rock Lee lo investì al volto con un pugno rabbioso. Lo Hyuga cadde all'indietro, completamente colto alla sprovvista, e si massaggiò incredulo il fiotto di sangue che cominciava già a colargli lungo il mento.

- Giovane sciocco - ruggì Hiashi. - Visto che ci tieni, ti spedirò a raggiungere mio fratello e mio nipote nel modo più doloroso possibile!

Così dicendo, lo Hyuga premette un bottone nascosto sotto la lampada e la sua scrivania si aprì, rivelando un'ampia collezione di armi da taglio di vario genere e ottima fattura. L'uomo afferrò dunque una katana dalla lucida lama scintillante e, brandendola davanti a sé, lasciò intendere la sua grande abilità nel maneggiarla. Rock Lee però non parve per nulla impressionato e, dopo essersi strappato di dosso la casacca ormai sgualcita, si parò davanti all'avversario a torso nudo con i muscoli tesi e pronti a scattare. Subito Hiashi fendette l'aria con un sibilo e, dopo aver sferrato un paio di colpi a vuoto, al terzo tentativo riuscì a ferire Rock Lee con un lungo segno rosso all'altezza del fianco.

- Ti farò a pezzi, moccioso - dichiarò lo Hyuga, certo di avere partita vinta.

Senza staccare gli occhi da quelli del nemico, Rock Lee si passò le dita lungo il fianco e, dopo aver assaporato l'aspro gusto del suo stesso sangue, sputò a terra con stizza emettendo un urlo a dir poco agghiacciante. Conseguentemente Hiashi partì all'attacco con un colpo frontale, Rock Lee ne deviò la traiettoria con la suola della scarpa ed oppose un preciso tamburo di due pugni consecutivi al corpo e al volto. Hiashi barcollò all'indietro a bocca aperta per lo stupore ma, prima ancora che potesse rendersene conto, l'altro aveva appena impugnato la sua arma personale: un paio di corti bastoni legati assieme da una catena... Rock Lee cominciò quindi a farli roteare vorticosamente, tra le mani e sopra la testa, passandoli dietro la schiena ad una velocità tale che era quasi impossibile seguirlo con gli occhi. Per due volte Hiashi provò a penetrare nella sua nuova guardia ma, ogni volta che la lama era sul punto di colpirlo, la punta del nunchaku riusciva a deviarla e ad opporre una precisa ed inesorabile risposta. La rabbia e la furia di Rock Lee era chiaramente percepibile, dai suoi movimenti rapidi e dal fuoco nello sguardo, e adesso era Hiashi a trovarsi nettamente in difficoltà. Non aveva mai incontrato nessuno con una simile forza e determinazione; il giovane davanti a lui era scatenato e assetato di vendetta e ciò lo rendeva imprevedibile e pericoloso ( come un fucile che scaglia la sua pallottola in linea retta ma che, se esplode in modo violento e incontrollabile, diventa impossibile prevedere dove schizzeranno i suoi frammenti )... Facendo appello ad ogni goccia di sangue che gli scorreva nelle vene, Rock Lee aumentò progressivamente la velocità e la precisione dei suoi colpi. La catena del nunchaku strinse la katana di Hiashi e gliela strappò via dalle mani, lasciandolo alla mercé del giovane furibondo. Nei colpi che stava sferrando c'erano anche i suoi amici; Neji e Tenten erano con lui, uno per mano, ed entrambi sembravano chiedere assieme a lui giustizia sommaria. Sorpreso e sbalordito dal modo in cui l'altro aveva reso vana la sua impenetrabile guardia, Hiashi barcollò sotto la tempesta furente di Rock Lee e non aveva più neanche la forza di reagire.

- Questo è per Neji - esclamò Rock Lee, rompendo le costole di Hiashi con un pugno poderoso al centro del petto.

Lo Hyuga boccheggiò improvvisamente per la mancanza di fiato e, venendo avanti col volto, trovò nuovamente Rock Lee ad attenderlo.

- Per Tenten - ruggì dunque questi, disarticolando la mandibola di Hiashi con una bestiale spinta di gomito.

Il rumore della frattura, assieme al dolore lancinante dei suoi denti spezzati, gli risuonò fin dentro al cervello. Per un attimo Hiashi Hyuga perse completamente ogni facoltà cerebrale e, completamente inebetito dal dolore fisico, non fece neanche in tempo a rendersi conto che la sua fine era vicina.

- Per tutto il male che hai fatto, nella tua ignobile esistenza... Vattene all'inferno!

Un calcio devastante all'altezza del collo, il vetro della finestra in frantumi coi frammenti conficcati ovunque, e il corpo di Hiashi volò all'esterno. Il grido di disperazione dell'uomo, affievolendosi nella caduta, si spense completamente non appena toccò il suolo... circa un centinaio di metri più in basso.
Stanco e ferito, sia nel corpo che nella mente, Rock Lee si affacciò ad osservare la miriade di luci sotto di lui. Da dove si trovava era impossibile per lui distinguere qualcosa, tuttavia i riflettori che gli puntarono addosso da terra lo illuminarono completamente. La polizia era arrivata, proprio un attimo prima che Hiashi venisse scagliato fuori dal suo ufficio, ed era testimone del corpo di questi incastrato tra le lamiere di una delle volanti ferme davanti all'ingresso con le luci lampeggianti della sirena.

- Ehi tu, lassù - urlarono gli agenti con il megafono. - Resta fermo dove sei e con le mani alzate, altrimenti apriamo il fuoco!

Ora era davvero finita. Hiashi Hyuga aveva avuto ciò che meritava, Rock Lee aveva vendicato sia Neji che Tenten per tutto il male che costui aveva fatto loro. Il giovane rimase fermo e immobile, con le mani sollevate sopra la testa e una smorfia di rassegnazione dipinta in volto. Tutto era contro di lui adesso: agli occhi della legge era solo l'assassino del presidente della Hyuuga Enterprise, nient'altro che un giovane esaltato ed un omicida; nessuno avrebbe potuto comprendere o tantomeno giustificare le ragioni del suo gesto, ma Rock Lee era fermamente convinto di aver fatto la cosa giusta; Neji e Tenten erano le persone più care per lui, due anime che meritavano giustizia per ciò che avevano subito... Il resto non aveva più alcuna importanza.

***

Ormai erano ore che Neji non dava alcun segno di ripresa. La macchina accesa indicava le sue deboli pulsazioni, ma per quanto ? Quanto ancora sarebbe durata quell'attesa terribile ? Ad ogni singolo istante, Tenten teneva il fiato sospeso e pregava affinché lui potesse riaprire gli occhi... Ma in cuor suo temeva che ciò non sarebbe mai avvenuto.
Per anni aveva sperato di poter trascorrere il resto della sua vita assieme a lui, adesso invece il destino sembrava volerle far accettare il fatto che lo avrebbe visto morire di lì a poco. La ragazza socchiuse gli occhi e scosse ripetutamente il capo: no, questo non poteva e non doveva accadere; Neji non poteva morire, non in quel modo; Tenten non riusciva ad accettare l'idea di perderlo per sempre.
Da quando era entrato nella fase critica del coma, Tenten non si era allontanata da lui nemmeno un'istante. Le sue dita stringevano quelle fredde e immobili del giovane e, cercando di non pensare alle parole del medico, Tenten continuava a mormorargli parole all'orecchio nella speranza di una sua reazione.

- Neji - sussurrò. - Ricordi quando andavamo alle scuole medie ? All'epoca io e Rock Lee ne combinavamo di tutti i colori: in classe, in bagno, nei corridoi... Praticamente non passava giorno senza che ci beccassimo qualche punizione, e tu ripetevi sempre... che non saremmo mai cresciuti...

Niente. La mano di Neji era immobile sulle coperte, mentre le dita di Tenten continuavano ad accarezzarla dolcemente.

- ... Però ogni volta che avevamo un problema, anche se sbuffavi seccato, alla fine eri sempre lì per aiutarci... Eravamo un po' come i Tre Moschettieri, uno per tutti e tutti per uno! Era bello, sì era molto bello... perché eravamo insieme!

Nessuna reazione. La macchina indicava che il battito cardiaco era sempre più debole, e tutto lasciava intendere che non avrebbe passato la notte.

- Lo sai quand'è che ho scoperto di volerti bene ? - domandò dunque Tenten, asciugandosi le lacrime e stringendo la mano di Neji, quasi temesse di lasciarlo andare anche solo per un istante. - Eravamo ancora dei bambini, non credo tu possa ricordartelo: io e Rock Lee eravamo caduti nel fiume in pieno novembre, ci prendemmo entrambi una polmonite coi fiocchi e rimanemmo costretti a letto per due settimane; io ho addirittura dormito per due giorni di fila e, quando mi sono svegliata, tu eri seduto accanto a me... così come sono seduta io adesso!

La pelle di Neji era fredda, quasi fosse fatta di ghiaccio, eppure la sua mano era morbida e leggera... Proprio come tanti anni addietro, quando era lui a stringerle la mano e lei dormiva ignara a causa della febbre. Ora la situazione era invertita ma Tenten la sentiva esattamente uguale ad allora.

- Non ho mai dimenticato con quanta tenerezza mi stringevi la mano, perché eri preoccupato per me, volevi che mi svegliassi e che stessi bene... Adesso sono io che ti chiedo di svegliarti, Neji... Ti prego!

Malgrado tutta la forza d'animo e il carattere, Tenten non riusciva a sopportare oltre di vederlo in quello stato. Ormai non gli importava più di cedere all'istinto, di mostrarsi debole e tantomeno di esprimere apertamente le sue emozioni... Tutto ciò che voleva era solo piangere, senza trattenersi, e dare libero sfogo alla sua enorme tristezza. Se era destino che Neji non si dovesse più svegliare da quel coma, che lei non potesse più stringerlo a sé e abbracciarlo, allora non aveva neanche più senso soffocare le lacrime per una semplice questione di orgoglio. Tenten sapeva che Neji non aveva mai sopportato le lacrime ma non poteva farci niente, erano le lacrime che le scendevano da sole lungo le guance. Il capo chino in avanti e le dita strette sulla mano inerte di lui, Tenten continuò a supplicare perché aprisse gli occhi. Difficile dire a chi fosse rivolta quella preghiera ( se a Neji o a qualche divinità benigna mossa a compassione ), ma era senza dubbio sincera...
Le lacrime scivolarono dal volto di Tenten alle coperte del letto, fino anche alla mano immobile di Neji, e fu in quel momento che questi sembrò avere una qualche reazione. Il lieve fremito delle dita, insieme al battito che si andava normalizzando, fu il primo segno di ripresa. Tenten se ne accorse solamente quando avvertì quel leggero movimento nella sua mano. Come sollevò nuovamente lo sguardo, vide Neji che le sorrideva debolmente e fu proprio come il risveglio dopo un lungo incubo.

- Eri tu che mi chiamavi, allora - fece lui con un filo di voce.

Con le mani davanti alla bocca per l'emozione, Tenten non osò nemmeno parlare per paura che si trattasse di un sogno... Ma era tutto vero invece! Malgrado la debolezza, Neji le stava realmente sorridendo e ciò le riempì il cuore di gioia come mai prima d'ora.

- Neji - singhiozzò. - E'... E'... Accidenti, non so neanche come dirlo!
- Lo hai appena fatto - obiettò l'altro. - Ogni parola che hai detto, anche se non potevo risponderti, mi ha riportato da te... Grazie!

Neji sollevò appena la mano e Tenten la prese di nuovo tra le sue, sorridendogli amorevolmente.

- Tenten, so di aver fatto molti errori e so anche che...
- Non dire altro, non importa!
- No, invece - proseguì lui. - Ho sbagliato ma non voglio più sbagliare, soprattutto con te... Credevo di averti persa e non voglio più rischiare di perderti un'altra volta... Non posso...
- Ssst - rispose Tenten, chinandosi per baciarlo. - L'importante per me è che tu sia qui, adesso... Il resto non conta!

Il "ti amo" negli occhi e ogni nebbia pareva essersi dissipata nel nulla. Certo, ci sarebbe voluto del tempo per dimenticare tutte le cose brutte ma, in quel momento almeno, davanti a loro ve ne era una bellissima: la consapevolezza che tutto sarebbe ricominciato da quel giorno e insieme!

***

ALCUNI MESI DOPO...

 

Morto Hiashi, la Hyuuga Enterprise passò interamente nelle mani di Neji. Quest'ultimo era dunque diventato la persona più importante e influente dell'intera città. La notizia dell'arresto di Rock Lee, insieme a ciò che aveva fatto e dei motivi che lo avevano spinto, era stata sconvolgente per tutti. Ormai erano trascorsi ben sei mesi dalla notte in cui Hiashi Hyuga era stato assassinato e, malgrado le difficoltà del caso, Neji impiegò tutta la sua autorità per chiedere ed ottenere che l'amico fosse prosciolto da tutte le accuse: anche se ci volle diverso tempo, perché gli avvocati riuscissero a scagionarlo, alla fine arrivò finalmente il giorno della sua scarcerazione.
Davanti all'uscita del carcere, Rock Lee vide Sakura, Neji e Tenten ad attenderlo. Nessuno di loro disse nulla ma non ce n'era bisogno, la felicità di rivederlo parlava da sola; tutti e quattro sapevano perfettamente come stava l'intera faccenda e nulla al mondo poteva cambiare in alcun modo il loro rapporto. Sia Rock Lee che Sakura si guardarono negli occhi per alcuni istanti dopodiché la ragazza lo abbracciò, piangendo come una bambina. Il giovane la strinse forte, affondando il volto nei capelli rosa di lei, e le sussurrò qualcosa all'orecchio. Alzando lo sguardo poi, Rock Lee vide Tenten mostrare orgogliosamente la sua gravidanza, con Neji al suo fianco che la cingeva per le spalle. L'espressione di entrambi era per lui motivo di grande gioia, era felice per loro e non poteva essere altrimenti.
Ormai il peggio era passato. L'odio, i malintesi, la rabbia, la violenza, il dolore e l'orgoglio... Davanti a loro adesso, vi era solamente l'amore e l'affetto che li univa, ed era tutto ciò che desideravano.

FINE

Angolo dell'Autore:
Anzitutto chiedo scusa per la lunga attesa. XD ci sono voluti mesi per aggiustare e rivedere la scena del combattimento e ho dovuto buttare "tonnellate" di scartoffie... Spero che il risultato sia venuto bene, grazie per aver letto/seguito ( ed eventualmente recensito ) questa e altre mie storie. Vi auguro buon proseguimento e vi do appuntamento alla prossima fanfiction!
^__^ Saluti

DADO

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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