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Autore: Manu_Hikari    30/12/2011    1 recensioni
Come inizia questa storia?
Un po’ come iniziano tutte le storie; con un incontro. Un incontro tra due persone, come tutti gli altri, apparentemente casuale, semplice, che potrebbe capitare a tutti, certo. Ma di sicuro, i due protagonisti della nostra storia, fin dal loro primo sguardo avevano capito che non era stato un caso che proprio loro due si fossero incontrati.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Any moment, everything can change…

 

 

 

CAPITOLO 1: Apparenze

 

 

«…E così sono passati ben dieci anni da allora? » Disse Kagome alla conclusione del racconto della sua migliore amica. Sango annuì accennando un sorriso. «Sango, in questa stanza ci sono dieci anni della vostra storia!  » Esclamò riferendosi alle foto affisse alle pareti.  Queste ritraevano, per la maggior parte, Miroku e Sango e davano l’impressione di trovarsi in un vecchio ed enorme album di ricordi; in altre, meno numerose, figurava anche InuYasha.

 Proprio su una di queste ultime si posò lo sguardo della ragazza.

«Vuoi sapere di quando abbiamo conosciuto Inu? » Sango inclinò la testa e fece un sorriso dolcissimo.

Kagome annuì «si, per favore! » sorridendo, si accomodò sul gran letto dal piumone rosa, presto imitata dall’altra ragazza. «Devo confessarti che, da quando ho conosciuto InuYasha, così riservato e chiuso in se stesso, ho sempre desiderato sapere qualcosa in più sulla sua infanzia, sul suo carattere, come tu e Kinomiya  l’avete conosciuto… e ora tu me ne dai la possibilità…Grazie, sei un’amica! »

«Mai come te…» Replicò Sango prendendo le mani di Kagome tra le sue. «In soli tre mesi sei riuscita a stabilire con me un rapporto che nessuna ragazza è riuscita a costruire da quando abito qui. Mi sono sempre mancate anche le cose più stupide che due amiche fanno; che so… spettegolare sui ragazzi, raccontarsi i segreti, andare in giro per negozi…sono sempre stata troppo attaccata a Miroku e InuYasha perché qualche ragazza si avvicinasse a me. »

«Per quella storia dei teppisti? »

«si…» Sango annuì sconfortata. Doveva ammettere suo malgrado che la reputazione dei suoi migliori amici non era delle migliori; un tempo, in effetti erano stati dei veri piantagrane; una decina di risse al mese, due o tre sigarette al giorno nei bagni della scuola, rischio di espulsione almeno una volta al trimestre…bella fedina penale! Ma era stato molto tempo prima, fra gli ultimi mesi delle medie e il primo anno del liceo. Tuttavia, nonostante non si potessero considerare proprio degli studenti modello o degli angioletti tutta casa e scuola, nemmeno ora che avevano intrapreso di nuovo la “retta via” gli altri ragazzi della scuola si fidavano di loro. «Ma tu sei diversa, Kacchan, te ne sei fregata di tutti e sei diventata mia amica…sono io che devo ringraziare te…»  Aggiunse Sango  abbracciando l’altra ragazza.

Kagome fu avvolta dalla commozione, quella ragazza riusciva sempre a vedere meriti e lati positivi in tutte le persone ed era sempre disponibile, nonostante la tristezza e i problemi che Sango celava dietro quell’ apparente serenità. «Bando alle smancerie! » Esclamò poi scuotendosi e ricacciando indietro le lacrime che le salivano agli occhi. «Hai promesso…»

«Ve bene…» Acconsenti Sango sorridendo. Si sciolse dall’abbraccio di Kagome e si avvicinò ad un’anta del delizioso armadio in legno azzurro chiaro; dopo averla aperta ne tirò fuori una scatola piuttosto grande e la appoggiò sul letto, accanto a Kagome la quale guardò incuriosita il contenitore. «Ecco…» Disse poi Sango tirando fuori dallo scatolone una foto abbastanza vecchia, con i bordi logori e i colori sbiaditi, e mostrandola a Kagome . «Questa è la prima foto con InuYasha che possiedo. »

Kagome la guardò attentamente. Ritraeva InuYasha con il braccio attorno alle spalle di Miroku e, accanto a quest’ultimo, una timidissima Sango, con il volto lentigginosissimo e i lunghi capelli raccolti in una coda; tutti e tre indossavano la divisa delle medie e sorridevano…a modo loro. In effetti il sorriso di InuYasha somigliava di più ad una smorfia.

«Vedi? » Disse Sango indicando InuYasha con il dito. «Già allora somigliava più ad un riccio che a un ragazzo…»

L’altra soffocò una risatina e ammise che tuttavia i capelli neri, perennemente spettinati, stavano bene su quel faccino imbronciato. E poi essendo spettinati, non ricadevano sugli occhi di un azzurro intenso, li mettevano anzi in mostra. Quegli occhi che, più di tutto il resto, esprimevano quella bontà che InuYasha celava dietro la sua maschera di strafottenza e che avevano fatto sì che Kagome si innamorasse di lui.

L’altro moretto, invece, leggermente più basso di InuYasha, aveva i capelli cortissimi, il codicciolo che ora portava era assente; gli occhi blu, come sempre profondi e intensi, erano illuminati da un ampio e caldo sorriso. Kagome guardò Sango con la coda dell’occhio; uno sguardo triste, che piuttosto soventemente albergava in quegli occhi color cioccolato, vinceva il suo sorriso forzato, quasi riempiendole gli occhi di lacrime.

«Il primo giorno del secondo anno delle medie…»  Disse Sango all’improvviso vedendo che Kagome si era persa nei suoi pensieri.

«Eh? » Fece l’altra scotendosi.

«InuYasha, io e Miroku l’abbiamo incontrato il secondo anno delle medie…» 

«Ah, si… »

«Fra lui e Miroku si instaurò subito un feeling particolare, non facevano nulla senza che ci fosse anche l’altro; da subito, insomma, io lo vidi come un intruso. So che può sembrare una cosa sciocca, ma mi sentii tradita, tradita dal mio migliore amico, dall’unico che sapeva capirmi e accettarmi per quello che ero, mi stava vicino e non chiedeva nulla in cambio, solo che gli fossi amica a mia volta. Per quasi sei anni per lui c’ero stata solo io e ora questo tizio, così, senza preavviso, si intrometteva nella nostra amicizia, nella nostra vita…se ci penso ora me ne vergogno, mi vergogno da matti al pensiero di aver provato gelosia a causa di InuYasha, ma allora lo odiai con tutta me stessa, perché mi aveva portato via la persona a cui tenevo di più e non potevo perdonarlo; così strafottente e altezzoso, pensava sempre di essere il migliore, di essere più bravo degli altri in tutto… »

«E poi? » Incitò Kagome. Era curiosa di sapere come era potuto accadere che InuYasha  diventasse per Sango uno dei suoi migliori amici.

«E poi mi sono chiesta come facesse uno come Miroku a frequentare uno come InuYasha…vedi, per me era matematicamente impossibile che quei due fossero compatibili…Miroku era allegro vivace sempre aperto e disponibile al dialogo con gli altri, mentre InuYasha era chiuso in se stesso, distaccato e sempre pronto alla discussioni…e invece scoprii che, presa com’ero nel dare per scontato la sua personalità, non mi ero accorta che invece Miroku stava cambiando e con lui le sue necessità.

Cominciava ad ascoltare musica rock, a suonare la tastiera in un gruppo, a vedersi con i suoi amici, in particolare con InuYasha e ad invitarlo a casa sua, inoltre, » Aggiunse Sango con un sorrisino schernitore. « cominciava ad andare dietro alle ragazze…vizio che, come ben sai, non ha perso.» Kagome rise, ricordando perfettamente le cinque dita spiaccicate sulla faccia di Miroku al loro primo incontro. Ovviamente dovute al fatto che il ragazzo avesse allungato le mani sul suo sedere senza nemmeno conoscerla. «Non avevo previsto che lui cambiasse, questo capovolgeva tutto quello che era stato fino ad allora, dovevo scoprirlo di nuovo, imparare di nuovo ad accettarlo. Da questo punto di vista, InuYasha diventava uno dei suoi nuovi aspetti; una nuova parte di Miroku, dunque, da scoprire, capire ed accettare.  »

Kagome la guardò incuriosita. Non aveva mai pensato a quanto sarebbe potuto essere difficile accettare una persona nella propria vita. Dunque, proprio come aveva fatto con lei, InuYasha aveva stravolto, in parte, anche la vita di Sango.

«Ovviamente, di lì a poco capii che non sarebbe stata affatto un’impresa semplice, in effetti, quando provai ad entrare nel suo cuore non trovai esattamente le porte spalancate; InuYasha era ostile nei miei confronti, sembrava che anche la mia sola presenza gli desse fastidio, non si fidava di me come non si fidava di nessuno; aveva sofferto troppo, senza una vera famiglia, sballottato qua e là da parenti che non desideravano per niente occuparsi di lui e che lo vedevano solo come una palla al piede, e non mi meravigliai, quando scoprii la sua storia, che non volesse soffrire ancora e che precludesse la strada a chiunque volesse avvicinarsi. Penso che anche lui, in fondo, mi considerasse come una minaccia per il suo rapporto con Miroku; il buffo era che anche per InuYasha, come per me, Miroku era l’unico a capirlo ed accettarlo per come era.

Non mi ricordo esattamente come avvenne, ma fu un furioso litigio fra quei due che mi diede la possibilità di diventare amica di Inu; quando seppe che ero stata io a convincere Miroku a far pace venne a parlare con me, e sai cosa mi disse? »

Kagome scosse energicamente la testa, sospettando però che si trattasse di una delle solite “frasi in codice” del ragazzo.

«Mi disse che in fondo non ero poi così male… » Disse Sango facendo l’imitazione del suo migliore amico. Kagome rise di gusto. «Il che per me fu una conquista, dato che, tradotto nel linguaggio normale, dovrebbe significare più o meno: sei un’amica! » Ed entrambe scoppiarono a ridere mentre si accingevano insieme a sfogliare altre foto che ritraevano InuYasha.

Kagome era felice come non lo era mai stata in vita sua; quando, tre mesi prima, sua madre le aveva annunciato l’ormai prossimo trasferimento, lei si era opposta con tutte le sue forze, trasferirsi avrebbe cambiato tutto, avrebbe dovuto dire addio ai propri amici, alla proprie abitudini, alla sua casa, legata ai pochi ricordi del suo defunto padre; oltre tutto si sarebbero trasferiti in un paesino all’estrema periferia di Tokyo, quasi in campagna, quindi, abitato sicuramente da un mucchio di ragazzini rozzi e campagnoli... Terribile per lei che era abituata al caos e ai lussuosi quartieri del centro di Tokyo. E tutto questo, durante l’ultimo anno del liceo.

Sorrideva ancora al solo pensiero di quanto fosse sciocca allora; così disperatamente legata a quel mondo fatto di apparenze. Ora, finalmente, apprezzava la sincerità e la vera bellezza, quella del cuore, ed era stata proprio Sango ad insegnargliela, quella ragazzina dal grande sorriso, ma dagli occhi un po’ tristi, che fin dal suo arrivo l’aveva aiutata a integrarsi nella nuova città.

 

 

Era tardi, sarebbe arrivata con un ritardo mostruoso alla sua prima lezione di inglese; correre non l’avrebbe aiutata, eppure la speranza in Kagome non moriva mai.

«Ahi! »Gridò mentre veniva scaraventata a terra a causa dell’urto con qualcuno che non aveva visto, correndo come una pazza.

«Ehi, tu, non te l’hanno detto che non si corre nei corridoi? » Il cuore di Kagome mancò un battito quando sentì l’arroganza con cui quelle parole erano state pronunciate. Pochi nella scuola assumevano quel tono; alzò lo sguardo e scoprì che le sue orecchie non l’avevano ingannata. Due occhi azzurri, troppo grandi per essere del tutto orientali, la fissavano con aria glaciale e non del tutto amichevole.

InuYasha Nishizawa, classe terza sezione C; due giorni prima, appena arrivata nella nuova scuola, le sue compagne di classe le avevano rivolto la parola  proprio per metterla in guardia da quel ragazzo e dal suo migliore amico, un certo Miroku Kinomiya. Due teppisti; così si vociferava in giro,e il loro atteggiamento non lasciava molti dubbi in proposito, il primo violento e fortemente antipatico, il secondo un vero maniaco che non perdeva occasione per allungare le mani sulla malcapitata di turno; sicuramente, aveva pensato Kagome, da inserire fra le persone da evitare.

«Scusami, n-non l’ho fatto apposta, io sono in ritardo…io…» Disse Kagome spaventata e nervosa provando a rialzarsi.

«No, dai calmati, stavo solo scherzando, non ti sei fatta male, vero? » Disse quello porgendole una mano per rialzarsi; Kagome vide che lo sguardo del ragazzo era già cambiato; forse era un po’ accigliato, ma non cattivo. Poi lo guardò meglio quando allungò la mano per afferrare quella di InuYasha; non seppe mai se fosse dipeso dai suoi occhi, che la fissarono così intensamente da voler penetrare i suoi, dal suo aspetto insolente, che donava moltissimo a quello sguardo imbronciato, o da quel sorriso appena accennato che si disegnò sulle labbra carnose, ma nel preciso istante in cui sfiorò la sua mano smise di avere paura e gli sorrise.

«No…»  Rispose quando si ricordò essere capace di parlare. «Grazie comunque, sei gentile…»

«Figurati…non ti ho mai vista, sei nuova? » Chiese poi il moretto assumendo di nuovo il tono brusco di pochi minuti prima.

«Ahm…si io…» Balbettò Kagome .

«Higurashi! » Una ragazza con lunghi capelli neri raccolti in una coda alta  interruppe Kagome che stava per ribattere.

«Yoshida! » Esclamò Kagome di rimando.

«Che fai? Il prof d’inglese sta arrivando…»

«Si lo so, è che…» Rispose Kagome ammiccando ad InuYasha.

«Inuyasha... » Disse  Sango sorpresa come se si fosse accorta solo in quel momento del ragazzo.

«Oh…ci siamo accorti che il povero InuYasha esiste, eh?! » fece quello fingendo disperazione.

«Ma smettila, sei patetico…»

 

Quella volta c’era voluta un’eternità per fermare il litigio dei due ragazzi che avvenne sotto gli occhi attoniti di Kagome la quale aveva saputo solo qualche giorno dopo che i due si conoscevano da molto tempo e ne era rimasta piuttosto sorpresa; una persona tranquilla e dolce  come Sango, l’unica che sembrava essere un po’ più amichevole nei suoi confronti fra quella massa di oche idiote, amica di teppisti? Fu così che Kagome imparò a non giudicare più le persone dalle apparenze, né a prestare fede ai pregiudizi.

 

 

 

CONTINUA….

  
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