Any moment,
everything can change…
CAPITOLO 1: Apparenze
«…E
così sono passati ben dieci anni da allora? »
Disse Kagome
alla conclusione del racconto della sua migliore amica. Sango
annuì accennando
un sorriso. «Sango, in questa stanza ci sono dieci anni della
vostra
storia! »
Esclamò riferendosi alle foto
affisse alle pareti. Queste
ritraevano,
per la maggior parte, Miroku e Sango e davano l’impressione
di trovarsi in un
vecchio ed enorme album di ricordi; in altre, meno numerose, figurava
anche
InuYasha.
Proprio
su una di queste
ultime si posò lo sguardo della ragazza.
«Vuoi
sapere di quando abbiamo conosciuto Inu? » Sango
inclinò la
testa e fece un sorriso dolcissimo.
Kagome
annuì «si, per favore! » sorridendo, si
accomodò sul gran
letto dal piumone rosa, presto imitata dall’altra ragazza.
«Devo confessarti
che, da quando ho conosciuto InuYasha, così riservato e
chiuso in se stesso, ho
sempre desiderato sapere qualcosa in più sulla sua infanzia,
sul suo carattere,
come tu e Kinomiya l’avete
conosciuto… e
ora tu me ne dai la possibilità…Grazie, sei
un’amica! »
«Mai come
te…» Replicò Sango prendendo le mani di
Kagome tra le
sue. «In soli tre mesi sei riuscita a stabilire con me un
rapporto che nessuna
ragazza è riuscita a costruire da quando abito qui. Mi sono
sempre mancate
anche le cose più stupide che due amiche fanno; che
so… spettegolare sui
ragazzi, raccontarsi i segreti, andare in giro per
negozi…sono sempre stata
troppo attaccata a Miroku e InuYasha perché qualche ragazza
si avvicinasse a
me. »
«Per quella
storia dei teppisti? »
«si…»
Sango annuì sconfortata. Doveva ammettere suo malgrado che
la reputazione dei suoi migliori amici non era delle migliori; un
tempo, in
effetti erano stati dei veri piantagrane; una decina di risse al mese,
due o
tre sigarette al giorno nei bagni della scuola, rischio di espulsione
almeno
una volta al trimestre…bella fedina penale! Ma era stato
molto tempo prima, fra
gli ultimi mesi delle medie e il primo anno del liceo. Tuttavia,
nonostante non
si potessero considerare proprio degli studenti modello o degli
angioletti
tutta casa e scuola, nemmeno ora che avevano intrapreso di nuovo la
“retta via”
gli altri ragazzi della scuola si fidavano di loro. «Ma tu
sei diversa,
Kacchan, te ne sei fregata di tutti e sei diventata mia
amica…sono io che devo
ringraziare te…»
Aggiunse Sango abbracciando
l’altra ragazza.
Kagome fu avvolta
dalla commozione, quella ragazza riusciva sempre
a vedere meriti e lati positivi in tutte le persone ed era sempre
disponibile,
nonostante la tristezza e i problemi che Sango celava dietro
quell’ apparente serenità.
«Bando alle smancerie! » Esclamò poi
scuotendosi e ricacciando indietro le
lacrime che le salivano agli occhi. «Hai
promesso…»
«Ve
bene…» Acconsenti Sango sorridendo. Si sciolse
dall’abbraccio
di Kagome e si avvicinò ad un’anta del delizioso
armadio in legno azzurro
chiaro; dopo averla aperta ne tirò fuori una scatola
piuttosto grande e la
appoggiò sul letto, accanto a Kagome la quale
guardò incuriosita il
contenitore. «Ecco…» Disse poi Sango
tirando fuori dallo scatolone una foto
abbastanza vecchia, con i bordi logori e i colori sbiaditi, e
mostrandola a
Kagome . «Questa è la prima foto con InuYasha che
possiedo. »
Kagome la
guardò attentamente. Ritraeva InuYasha con il braccio
attorno alle spalle di Miroku e, accanto a quest’ultimo, una
timidissima Sango,
con il volto lentigginosissimo e i lunghi capelli raccolti in una coda;
tutti e
tre indossavano la divisa delle medie e sorridevano…a modo
loro. In effetti il
sorriso di InuYasha somigliava di più ad una smorfia.
«Vedi?
» Disse Sango indicando InuYasha con il dito.
«Già allora
somigliava più ad un riccio che a un
ragazzo…»
L’altra
soffocò una risatina e ammise che tuttavia i capelli neri,
perennemente spettinati, stavano bene su quel faccino imbronciato. E
poi
essendo spettinati, non ricadevano sugli occhi di un azzurro intenso,
li
mettevano anzi in mostra. Quegli occhi che, più di tutto il
resto, esprimevano
quella bontà che InuYasha celava dietro la sua maschera di
strafottenza e che
avevano fatto sì che Kagome si innamorasse di lui.
L’altro
moretto, invece, leggermente più basso di InuYasha, aveva
i capelli cortissimi, il codicciolo che ora portava era assente; gli
occhi blu,
come sempre profondi e intensi, erano illuminati da un ampio e caldo
sorriso.
Kagome guardò Sango con la coda dell’occhio; uno
sguardo triste, che piuttosto
soventemente albergava in quegli occhi color cioccolato, vinceva il suo
sorriso
forzato, quasi riempiendole gli occhi di lacrime.
«Il primo
giorno del secondo anno delle medie…» Disse Sango
all’improvviso vedendo che Kagome
si era persa nei suoi pensieri.
«Eh?
» Fece l’altra scotendosi.
«InuYasha,
io e Miroku l’abbiamo incontrato il secondo anno delle
medie…»
«Ah,
si… »
«Fra lui e
Miroku si instaurò subito un feeling particolare, non
facevano nulla senza che ci fosse anche l’altro; da subito,
insomma, io lo vidi
come un intruso. So che può sembrare una cosa sciocca, ma mi
sentii tradita,
tradita dal mio migliore amico, dall’unico che sapeva capirmi
e accettarmi per
quello che ero, mi stava vicino e non chiedeva nulla in cambio, solo
che gli
fossi amica a mia volta. Per quasi sei anni per lui c’ero
stata solo io e ora
questo tizio, così, senza preavviso, si intrometteva nella
nostra amicizia,
nella nostra vita…se ci penso ora me ne vergogno, mi
vergogno da matti al
pensiero di aver provato gelosia a causa di InuYasha, ma allora lo
odiai con
tutta me stessa, perché mi aveva portato via la persona a
cui tenevo di più e
non potevo perdonarlo; così strafottente e altezzoso,
pensava sempre di essere
il migliore, di essere più bravo degli altri in
tutto… »
«E poi?
» Incitò Kagome. Era curiosa di sapere come era
potuto
accadere che InuYasha diventasse
per
Sango uno dei suoi migliori amici.
«E poi mi
sono chiesta come facesse uno come Miroku a frequentare
uno come InuYasha…vedi, per me era matematicamente
impossibile che quei due
fossero compatibili…Miroku era allegro vivace sempre aperto
e disponibile al
dialogo con gli altri, mentre InuYasha era chiuso in se stesso,
distaccato e
sempre pronto alla discussioni…e invece scoprii che, presa
com’ero nel dare per
scontato la sua personalità, non mi ero accorta che invece
Miroku stava
cambiando e con lui le sue necessità.
Cominciava ad
ascoltare musica rock, a suonare la tastiera in un
gruppo, a vedersi con i suoi amici, in particolare con InuYasha e ad
invitarlo
a casa sua, inoltre, » Aggiunse Sango con un sorrisino
schernitore. «
cominciava ad andare dietro alle ragazze…vizio che, come ben
sai, non ha perso.»
Kagome rise, ricordando perfettamente le cinque dita spiaccicate sulla
faccia
di Miroku al loro primo incontro. Ovviamente dovute al fatto che il
ragazzo
avesse allungato le mani sul suo sedere senza nemmeno conoscerla.
«Non avevo
previsto che lui cambiasse, questo capovolgeva tutto quello che era
stato fino ad
allora, dovevo scoprirlo di nuovo, imparare di nuovo ad accettarlo. Da
questo
punto di vista, InuYasha diventava uno dei suoi nuovi aspetti; una
nuova parte
di Miroku, dunque, da scoprire, capire ed accettare.
»
Kagome la
guardò incuriosita. Non aveva mai pensato a quanto
sarebbe potuto essere difficile accettare una persona nella propria
vita.
Dunque, proprio come aveva fatto con lei, InuYasha aveva stravolto, in
parte,
anche la vita di Sango.
«Ovviamente,
di lì a poco capii che non sarebbe stata affatto
un’impresa semplice, in effetti, quando provai ad entrare nel
suo cuore non
trovai esattamente le porte spalancate; InuYasha era ostile nei miei
confronti,
sembrava che anche la mia sola presenza gli desse fastidio, non si
fidava di me
come non si fidava di nessuno; aveva sofferto troppo, senza una vera
famiglia, sballottato
qua e là da parenti che non desideravano per niente
occuparsi di lui e che lo
vedevano solo come una palla al piede, e non mi meravigliai, quando
scoprii la
sua storia, che non volesse soffrire ancora e che precludesse la strada
a
chiunque volesse avvicinarsi. Penso che anche lui, in fondo, mi
considerasse
come una minaccia per il suo rapporto con Miroku; il buffo era che
anche per
InuYasha, come per me, Miroku era l’unico a capirlo ed
accettarlo per come era.
Non mi ricordo
esattamente come avvenne, ma fu un furioso litigio
fra quei due che mi diede la possibilità di diventare amica
di Inu; quando
seppe che ero stata io a convincere Miroku a far pace venne a parlare
con me, e
sai cosa mi disse? »
Kagome scosse
energicamente la testa, sospettando però che si
trattasse di una delle solite “frasi in codice” del
ragazzo.
«Mi disse
che in fondo non ero poi così male… »
Disse Sango
facendo l’imitazione del suo migliore amico. Kagome rise di
gusto. «Il che per
me fu una conquista, dato che, tradotto nel linguaggio normale,
dovrebbe
significare più o meno: sei un’amica! »
Ed entrambe scoppiarono a ridere mentre
si accingevano insieme a sfogliare altre foto che ritraevano InuYasha.
Kagome era felice
come non lo era mai stata in vita sua; quando,
tre mesi prima, sua madre le aveva annunciato l’ormai
prossimo trasferimento,
lei si era opposta con tutte le sue forze, trasferirsi avrebbe cambiato
tutto,
avrebbe dovuto dire addio ai propri amici, alla proprie abitudini, alla
sua casa,
legata ai pochi ricordi del suo defunto padre; oltre tutto si sarebbero
trasferiti in un paesino all’estrema periferia di Tokyo,
quasi in campagna,
quindi, abitato sicuramente da un mucchio di ragazzini rozzi e
campagnoli... Terribile
per lei che era abituata al caos e ai lussuosi quartieri del centro di
Tokyo. E
tutto questo, durante l’ultimo anno del liceo.
Sorrideva ancora al
solo pensiero di quanto fosse sciocca allora;
così disperatamente legata a quel mondo fatto di apparenze.
Ora, finalmente,
apprezzava la sincerità e la vera bellezza, quella del
cuore, ed era stata proprio
Sango ad insegnargliela, quella ragazzina dal grande sorriso, ma dagli
occhi un
po’ tristi, che fin dal suo arrivo l’aveva aiutata
a integrarsi nella nuova
città.
Era
tardi, sarebbe arrivata con un
ritardo mostruoso alla sua prima lezione di inglese; correre non
l’avrebbe
aiutata, eppure la speranza in Kagome non moriva mai.
«Ahi!
»Gridò mentre veniva scaraventata
a terra a causa dell’urto con qualcuno che non aveva visto,
correndo come una
pazza.
«Ehi,
tu, non te l’hanno detto che non
si corre nei corridoi? » Il cuore di Kagome mancò
un battito quando sentì
l’arroganza con cui quelle parole erano state pronunciate.
Pochi nella scuola
assumevano quel tono; alzò lo sguardo e scoprì
che le sue orecchie non
l’avevano ingannata. Due occhi azzurri, troppo grandi per
essere del tutto
orientali, la fissavano con aria glaciale e non del tutto amichevole.
InuYasha
Nishizawa, classe terza sezione
C; due giorni prima, appena arrivata nella nuova scuola, le sue
compagne di
classe le avevano rivolto la parola proprio
per metterla in guardia da quel ragazzo
e dal suo migliore amico, un certo Miroku Kinomiya. Due teppisti;
così si
vociferava in giro,e il loro atteggiamento non lasciava molti dubbi in
proposito, il primo violento e fortemente antipatico, il secondo un
vero
maniaco che non perdeva occasione per allungare le mani sulla
malcapitata di
turno; sicuramente, aveva pensato Kagome, da inserire fra le persone da
evitare.
«Scusami,
n-non l’ho fatto apposta, io
sono in ritardo…io…» Disse Kagome
spaventata e nervosa provando a rialzarsi.
«No,
dai calmati, stavo solo scherzando,
non ti sei fatta male, vero? » Disse quello porgendole una
mano per rialzarsi;
Kagome vide che lo sguardo del ragazzo era già cambiato;
forse era un po’
accigliato, ma non cattivo. Poi lo guardò meglio quando
allungò la mano per afferrare
quella di InuYasha; non seppe mai se fosse dipeso dai suoi occhi, che
la
fissarono così intensamente da voler penetrare i suoi, dal
suo aspetto
insolente, che donava moltissimo a quello sguardo imbronciato, o da
quel
sorriso appena accennato che si disegnò sulle labbra
carnose, ma nel preciso
istante in cui sfiorò la sua mano smise di avere paura e gli
sorrise.
«No…»
Rispose quando si ricordò essere capace di
parlare. «Grazie comunque,
sei gentile…»
«Figurati…non
ti ho mai vista, sei
nuova? » Chiese poi il moretto assumendo di nuovo il tono
brusco di pochi
minuti prima.
«Ahm…si
io…» Balbettò Kagome .
«Higurashi!
» Una ragazza con lunghi capelli
neri raccolti in una coda alta
interruppe Kagome che stava per ribattere.
«Yoshida!
» Esclamò Kagome di rimando.
«Che
fai? Il prof d’inglese sta
arrivando…»
«Si
lo so, è che…» Rispose Kagome
ammiccando ad InuYasha.
«Inuyasha...
» Disse Sango
sorpresa come se si fosse accorta solo
in quel momento del ragazzo.
«Oh…ci
siamo accorti che il povero
InuYasha esiste, eh?! » fece quello fingendo disperazione.
«Ma
smettila, sei patetico…»
Quella
volta c’era voluta un’eternità per
fermare il litigio dei due ragazzi che
avvenne sotto gli occhi attoniti di Kagome la quale aveva saputo solo
qualche
giorno dopo che i due si conoscevano da molto tempo e ne era rimasta
piuttosto
sorpresa; una persona tranquilla e dolce come
Sango, l’unica che sembrava essere un po’
più amichevole nei suoi confronti fra quella massa di oche
idiote, amica di
teppisti? Fu così che Kagome imparò a non
giudicare più le persone dalle
apparenze, né a prestare fede ai pregiudizi.
CONTINUA….