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Autore: serenity 92    30/12/2011    3 recensioni
Elena Gilbert è una studentessa modello di Seattle, la sua è una vita ricca di soddisfazioni e appagante.
In una afosa notte di mezza estate tutto però cambia; la morte dei suoi genitori segna l'inizio della fine; lei e la sua migliore amica Serena si troveranno ad affrontare una vita nuova dove tutto ciò che è lecito e giusto svanirà.
Le tenebre incombono su di loro, la minaccia è così vicina. " non stava succedendo veramente continuavo a ripetere nella mia testa, ma era tutto reale. Faceva male, era un dolore così intenso... eppure avrei preferito accusare quel dolore in eterno piuttosto che vederlo sparire nuovamente nella notte; il dolore del suo morso non era lontanamente paragonabile al dolore della sua assenza, non riuscivo a resistere a quegli occhi iniettati di sangue, purtroppo erano divenuti la mia priorità e se avessi avuto la possibilità di scegliere avrei venduto l'anima al diavolo piuttosto che perderlo; ma purtroppo io non disponevo della facoltà di scegliere "
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Danger escaped.


Ore 4:00 pm Mercoledì 20 Settembre.

Ero maledettamente in ritardo, come al solito, correvo a perdifiato per raggiungere la palestra della scuola che distava tre isolati da casa mia, non sarei mai arrivata in tempo!
Attraversavo gli incroci senza neanche guardare e gli automobilisti mi maledivano con toni decisamente aspri, certo che alcuni erano proprio maleducati …
Il semaforo lampeggiava ma non potevo fermarmi, niente mi avrebbe dovuto rallentare; uno stridio di freni, l’ABS che entra in funzione e la certezza dell’impatto, un’automobile grigia aveva arrestato la sua corsa proprio a pochi centimetri dalla mia gamba destra, ma chi era il folle che giungeva ad un incrocio a più dei 100 km/h?
La testa mora di un ragazzo sbucò dal finestrino:
<< Ehi ma sei impazzita? Ti stavo per ridurre in poltiglia di polipetto >> disse con la voce incrinata da una nota di accidia,
<< Ci mancavi solo te, oggi non è per niente una giornata fortunata >> risposi mentre mi apprestavo a raggiungere l’altro lato del marciapiede,
<< Io direi il contrario, ti è andata bene che ho i riflessi di un gatto >> disse accostando la macchina al bordo della strada e sfoderando il suo sorriso sornione,
<< Quando la finirai di importunarmi Damon? Se non hai recepito il messaggio sono di fretta >> esclamai adirata, di tutti gli abitanti innocui di Mystic Falls proprio lui dovevo incontrare?
<< Sali imbranata, ti do un passaggio >> disse aprendo la portiera del passeggero,
<< No grazie, vado da sola >> risposi sostenuta, non sopportavo i suoi repentini cambi di umore, prima mi insultava poi si mostrava gentile … chi lo capiva era bravo!
<< Guarda che non te lo richiederò una seconda volta Elena >> mi rispose con tono duro.
Valutai le probabilità di arrivare in orario, erano pari a zero se proseguivo a piedi, perciò posai la sacca nell’auto e vi salii: << Solo perché per colpa tua il mio ritardo è aumentato smisuratamente >> dissi mentre mi allacciavo la cintura di sicurezza,
<< Ehi ora non dare la colpa a me, anzi dovresti ringraziarmi >> disse lui inserendosi sulla strada, premette il piede sull’acceleratore e la macchina schizzò in avanti, ma come guidava? Voleva forse farci ammazzare?
<< Damon, cortesemente, potresti andare più piano? Damoooon … >> gridai mentre iniziava a sorpassare come un matto,
<< Rilassati Elena, sei tesa come una corda di violino >> mi derise lui, poi appoggiò una mano sulla mia coscia scoperta, al suo tocco tremai e se possibile mi tesi ancor di più, avevo percepito come una sorta di scossa elettrica non appena mi aveva sfiorato, dannato Damon Salvatore …
<< Damon non ti ho dato il permesso di toccarmi, maleducato non conosci proprio le buone maniere >> dissi acida e adirata, perché la sua vicinanza mi rendeva vulnerabile e decisamente confusa,
<< Oh perdonami, credevo ti facesse piacere sennò perché avresti accettato il passaggio? Comunque siamo arrivati polipetto >> disse spostando la mano e sorridendomi ammiccante,
<< Ho accettato il passaggio solo ed esclusivamente perché ero in ritardo, non farti strane idee >> risposi alla provocazione,
<< Immagino che allora non ci sia motivo per cui tu ti intrattenga qui, inoltre, avrei anche i miei impegni perciò potresti gentilmente spostare le tue dolci natiche dal mio sedile? >> disse canzonatorio,
<< Vai all’inferno Damon >> dissi sbattendo con forza la portiera dell’automobile e caricandomi la sacca sulle spalle,
<< Non sei la prima a mandarmi all’inferno >> sentenziò alle mie spalle,
<< Un motivo ci sarà non credi? >> risposi senza neanche voltarmi ed entrando negli spogliatoi.


POV Damon.

La osservai incantato, era dannatamente bella, un angelo splendente, così diverso da me, così incompatibile con uno come me … Eppure anche lei era in difficoltà in mia presenza, anche lei aveva percepito quella scossa elettrica al nostro contatto, si glie lo avevo letto negli occhi, quegli occhi così profondi in cui volentieri mi sarei gettato, un porto sicuro per la mia anima in pena.
Lei era il sole, il giorno e io ero la notte, due elementi opposti della natura della vita, l’equilibrio perfetto, l’equilibrio che avevo ordine di rompere. Non avevo cambiato idea, l’avrei uccisa ma ero angosciato da quel sentimento così umano: la pietà … Per la prima volta, il cinico assassino provava pietà per la sua vittima, per la prima volta a Damon Salvatore mancava il coraggio di agire.
Guardandola camminare altezzosa verso l’entrata della palestra soffocai le risate, era buffa quando si arrabbiava, il sangue le inondava la parte superiore delle guance rendendo il suo viso, se possibile, ancora più splendido.
Il suo sangue era il mio desiderio proibito, quando le stavo troppo vicino la fame diabolica, si risvegliava, il mostro scalpitava per essere liberato; a fatica mantenevo l’autocontrollo anche dopo tanti anni di severo allenamento. Starle accanto, in uno spazio chiuso, era quasi impossibile perché il suo odore impregnava ogni particella d’aria che respiravo; se mi fossi abbandonato ai miei istinti l’avrei dissanguata, ma quello era un lusso che non potevo concedermi.  Scoprii un moto di rabbia per non potere agire liberamente perché se avessi fallito Caleb non avrebbe mai liberato Katherine.
Partii sgommando e allontanandomi dalla cittadina, dovevo nutrirmi e preparare il piano, il sabato seguente avremmo assistito all’eclissi e, di conseguenza, al risveglio dei poteri angelici.

 
POV Elena.

<< Dai Elena è il tuo turno, sbrigati >> disse Bonnie con il fiatone,
<< Sto arrivando >> dissi finendo di sistemare i capelli in una coda di cavallo, dannato Damon e i suoi metodi di approccio pensai mentre mi dirigevo verso il bordo del campo da football.
<< Ce l’hai fatta a venire >> mi disse una Caroline raggiante mentre mi veniva incontro per abbracciarmi,
<< Si, alla fine mi sono decisa a provare >> risposi felice e spensierata, Damon sembrava il fantasma di un ricordo lontano in quel momento,
<< Allora chiariamo fin da subito i metodi di selezione: Fare la cheerleader non significa portare una divisa e atteggiarsi per i corridoi della scuola, noi teniamo molto alla perfezione delle performance; siamo state classificate per due anni consecutivi le cheerleader più talentuose della Virginia e quest’anno vogliamo mantenere alto il nome del Robert Lee Istitute. Perciò sappiate fin da subito che, se la vostra performance è mediocre o discreta, siete fuori. Qui vogliamo gente con grinta, tecnica e carattere per cui chi non rientra in queste categorie può anche lasciare il campo in questo momento. Per adesso nessuna di voi ha eccelso tranne Marie, la tua prova è stata buona. Complimenti >> disse Caroline esibendo un tono autoritario degno di un vero leader.
<< Ora tocca a te Elena, ma la prossima volta pretendo puntualità >> disse con una strizzatina d’occhio,
<< Ok sono pronta >> dissi posizionandomi al centro del gruppo.

3,2,1 …

Iniziai la mia performance, mi sembrava di essere ritornata ai tempi in cui ero la capo cheerleader a Seattle in cui quella era la mia normalità, interi pomeriggi su quel campo da football a creare coreografie, a provarle … le discussioni con il gruppo e poi le riappacificazioni, tempi che credevo persi per sempre e invece eccomi qui.. il campo non è più lo stesso, le ragazze non sono più le stesse, ma io sono finalmente me stessa!
Rondata, giravolta, capriola con atterraggio in piedi, verticale, passi di ginnastica acrobatica, spaccata frontale, step in ottave e infine, asso nella manica, salto mortale carpiato.
Atterro in piedi sicura, ed esplodo in un sorriso di vittoria, ero nata vincente non c’era dubbio, questo era il mio spirito, quella la mia realtà. Esplodono gli applausi delle compagne, Bonnie saltella sul posto e Caroline batte le mani con frenesia; Marie è l’unica che non applaude, il posto in squadra ora le sembra più lontano che mai.
Penso a quanto sarebbe felice Serena se mi vedesse in questo momento, sono tornata vincente, Elena è tornata e combatterà per riappropriarsi la sua popolarità, in un posto diverso dove nessuno conosce la sua triste storia.
<< Io lo sapevo che ce l’avresti fatta >> dice una voce alle mie spalle,
<< io lo sapevo che tu saresti venuta >> mi giro verso di lei: Serena, l’amica che non mi avrebbe mai lasciato sola, l’amica che non poteva perdersi il mio primo momento di gloria dopo mesi di agonia. Le corsi incontro e le saltai addosso, cademmo a terra l’una sull’altra ridendo come due matte, lì si che ero davvero felice, forse per la prima volta dopo mesi.
Passarono alcuni minuti mentre io e lei ridevamo ripensando a vecchi ricordi felici, ormai sbiaditi; quando lei uscì dal campo, per andare a fare le selezioni di pallavolo, le dissi che l’avrei raggiunta.
Entrai negli spogliatoi, ero l’ultima, come al solito, posai la sacca su una panca, dopo aver preso il necessario, mi infilai sotto il getto tiepido della doccia, in totale relax.
Accadde tutto all’improvviso e non ebbi neanche il tempo di rendermene conto, mentre mi insaponavo la testa mancò la luce sia all’interno che all’esterno degli spogliatoi; agguantai l’accappatoio e lo indossai per ripararmi dall’improvviso freddo … poi udii un tonfo sordo, come se qualcuno fosse entrato negli spogliatoi e avesse chiuso con forza la porta, ma chi poteva essere?
Cercai di raggiungere a tentoni la mia sacca, lì tenevo una piccola torcia per le evenienze (a Seattle spesso si verificavano blackout), nel buio più assoluto urtai contro una delle panche in legno con la gamba : << Maledizione! >> imprecai, poi percepii dei passi, qualcuno si avvicinava ma in quel buio non riuscivo a distinguere nessuna forma.
Fortunatamente avevo urtato contro la panca in cui vi si trovava la mia sacca, rovistai dentro di essa finché trovai la torcia; l’accesi ed a una prima occhiata non vidi nessuno, la stanza era vuota ma io ero certa di aver sentito dei passi e poi c’era quel freddo micidiale che mi penetrava nelle ossa … iniziai ad avere paura, una paura mai provata perché verso qualcosa di ignoto.
Perlustrai ancora dietro gli armadietti ma non vidi nulla, andai verso i bagni per sciacquarmi la faccia, mi ero spaventata per nulla come al solito, raggiunto il lavabo il fascio di luce illuminò il riflesso alle mie spalle ed un urlo mi si strozzò in gola: due occhi bianchi mi osservavano proprio alle mie spalle, la bocca piegata in un sorriso maligno, l’espressione velenosa  impregnava il suo viso.
Non sapevo cosa fare, iniziai a correre verso l’uscita ma il mostro mi prese per il collo e mi lanciò verso i lavandini, urtai violentemente con la testa il marmo e tramortita rimasi a terra mentre la torcia mi scivolava dalle mani, sarei morta lì? Il tasso delle probabilità era alto …

 
 
 Non poteva finire così ...
 



Sfortunatamente non avevo perso conoscenza, avrei assistito ad ogni singolo istante della tortura che quel mostro stava pianificando di infliggermi, gridare aiuto non sarebbe servito a nulla se non infastidirlo maggiormente, prendere tempo era altrettanto inutile, nessuno sarebbe venuto a salvarmi dato che a scuola non vi era più anima viva, scappare era una pazzia perché non avrei mai raggiunto l’uscita secondaria, possedeva una velocità inaudita … in poche parole ero fottuta.
Il fascio di luce improvviso ferì i miei occhi, la donna dagli occhi demoniaci mi stava puntando contro la mia torcia, sorrideva beffarda pregustando già il sapore della vittoria.
<< Chi diavolo sei? >> chiesi con quel poco di voce che ancora possedevo,
<< La domanda corretta Elena è cosa diavolo sono >> rispose maligna,
<< Un vampiro suppongo … >>,
<< Risposta errata, riprova sarai più fortunata >>,
Rimasi stupita, se non era un vampiro cosa poteva essere? Non avevo dimestichezza con le creature sovrannaturali anche se sfortunatamente anche io ero una di esse, o almeno lo sarei diventata se questa donna non avesse avuto l’insano desiderio di uccidermi.
<< Stai lontana da lui, è mio! >> esclamò ad un certo punto con tono minaccioso,
Lui chi? Io non conoscevo nessuno di queste parti, cioè non conoscevo nessuno che probabilmente poteva interessare a lei: << Non capisco di cosa diamine stai parlando >> risposi canalizzando il restante delle mie forze, ero ferita dietro la nuca, sentivo il rivolo di sangue scendere sulla mia schiena, faceva male ma la paura era così profonda che non percepivo più di tanto il dolore.
Poi collegai:


 << Occhio a non farmi arrabbiare "angioletto" non ti conviene essere scortese nei miei riguardi >>.

<< Perché ti interessa uno come lui scusa? >> dissi spaesata, non riuscivo a capire quale era il nesso tra questa donna e Damon, un ragazzo comune … o forse no?
<< A che gioco stai giocando ragazzina? Guarda che io non scherzo >>,
Stavo per rispondere quando fui interrotta da una voce maschile, era lui, era venuto a salvarmi; ma non doveva trovarsi qui perché questa donna gli avrebbe fatto del male, iniziai a sentirmi sempre più debole, stavo a poco a poco perdendo conoscenza.
Gli occhi si chiusero e faticai a rimanere sveglia, il trauma cranico cominciava ad avere la meglio sulla mia forza di volontà,
<< Gayla lasciala stare >> disse la voce maschile con tono autoritario,
<< perché dovrei? Dopotutto non spetta a te decidere >>, disse adirata la donna
<< Invece io credo proprio di si, allontanati perché se non lo farai non userò le buone maniere >> rispose a tono,
<< Damon no! >> farfugliai appena prima di perdere conoscenza,
<< L’angioletto ha perso la testa per te, mi domando se valga lo stesso per te vampiro >>,
<< Non ho tempo per le tue sfuriate di gelosia Gayla, non devi mettermi i bastoni tra le ruote ci siamo intesi? Non dovevi innamorarti di me, sapevi fin dal principio come stavano le cose, sei una debole e questo tuo teatrino lo ha dimostrato >> disse il vampiro avvicinandosi sempre di più alla donna,
<< Io non sono innamorata di te! >> disse lei in preda a spasmi isterici,
<< ma davvero? E perché i fatti dimostrano il contrario? Ora allontanati dalla ragazza >>.
La donna furibonda gli si scagliò contro costringendolo contro uno degli armadietti, lui se la tolse facilmente di dosso ribaltando le posizioni, ora era lei quella in trappola; i visi erano vicini e entrambi deformati dalla rabbia, lei tempestava il suo petto di pugni mentre lui la teneva a bada con una presa letale sul collo, stringeva sempre di più e la liberò solo quando lei iniziò a tossire.
<< Non finisce qua vampiro >> disse lei prima di volatilizzarsi,
<< Non ci sarà una prossima volta Gayla >> rispose lui, conscio che lei avrebbe sentito.
Si avvicinò a me, ero ancora in evidente stato di schock, controllò la ferita dietro alla nuca poi però si scostò velocemente dal mio corpo ancora adagiato a terra, poi nella stanza calò il silenzio più assoluto.
Quando ripresi conoscenza nel locale scolastico era tornata la luce, aprii gli occhi lentamente credendo di trovare di fronte a me quella donna inferocita, ma di lei non vi era alcuna traccia …
<< Damon … >> dissi ricordandomi il suono della sua voce, lui era lì …
<< Elena finalmente sei sveglia, mi stavo iniziando a preoccupare >> disse il Salvatore sbagliato, quello era Stefan,
<< Dove è Damon? Si è fatto male? >> chiesi entrando in panico, quella donna lo aveva ferito?
<< Damon non è mai stato qui Elena … e suppongo che stia bene >> disse Stefan guardandomi negli occhi,
occhi inondati di comprensione, compassione …
<< Stefan l’ho sentito, era qua, stava parlando con quella donna >> dissi isterica, perché non capiva?
<< Elena qui non c’era nessuno, sei caduta uscendo dalla doccia dopo che è saltata la luce e probabilmente hai sognato, sai negli stati di incoscienza capita, molto spesso, di sognare eventi che ci sembrano talmente reali da farci credere che siano avvenuti veramente.
<< Stefan io non mi sono immaginata proprio un fico secco >> risposi arrabbiata, mi credeva forse matta …
<< Ti ho trovata qui, dopo gli allenamenti di football, stai tranquilla l’ambulanza sarà qui tra poco, quando ti sarai riposata e ti avranno medicata tutto ti sembrerà più chiaro >> mi rispose lui nuovamente con quel tono compassionevole,
<< Io non voglio andare in ospedale! >> protestai << Sto benissimo, vedi … >> dissi cercando di mettermi in piedi, ma barcollai pericolosamente e sarei finita a terra se lui non mi avesse agguantato appena in tempo,
<< Già lo vedo … >> rispose lui beffardo,
<< Che riflessi Salvatore, allora sei davvero uno sportivo >> dissi prendendolo in giro ma ridere mi faceva acuire il dolore,
<< Non mi avevano detto che tu avevi una specialistica nei salti mortali >> disse lui sedendosi accanto a me, sfinita appoggiai la testa al suo petto e chiusi nuovamente gli occhi:
<< Sei simpatico Stefan, a differenza di qualcun altro di nostra conoscenza >>,
<< Perché ho la netta sensazione che tu ti stia riferendo a mio fratello? >>,
<< Perché è un maniaco presuntuoso e per di più maleducato >>,
<< Imparerai a conoscerlo e a sopportarlo, io l’ho fatto >>,
<< Ma non vale, tu sei suo fratello devi per forza sopportarlo >>,
<< Ti ripeto, anche per me non è stato facile, diciamo che è un tipo particolare >>.
La discussione fu interrotta dall’arrivo dei volontari del 911, mi misero su una barella mentre io stringevo la mano a Stefan, infondeva sicurezza la sua vicinanza.
<< Grazie Stefan >> dissi dolcemente,
<< Dovere, vado a prendere Serena e ti raggiungiamo >>.


POV Stefan.

Quando l’ambulanza si allontanò andai verso la mia auto, appoggiato ad essa trovai Damon con le braccia incrociate: << Mi devi un favore fratello >> sentenziai,
<< Lo so Stefan >> mi rispose di rimando,
<< Ora ti daresti la briga di spiegarmi? >> dissi io,
<< Non è ancora il momento delle spiegazioni >>,
<< Io invece credo di si Damon, chi era quella donna? Cosa voleva da Elena? Come facevi a sapere che si trovava in difficoltà? Sei pregato di rispondermi perché io non riesco a capire cosa stia succedendo >> lo accusai adirato,
<< Ti ho detto che ti spiegherò tutto ma non qui, non adesso … >>,
<< Vedi di essere convincente questa volta, non raccontarmi più balle varie stavolta pretendo la verità >> dissi ponendo fine, almeno per il momento alla discussione,
<< vai a prendere la rossa, rimandiamo il nostro colloquio >> disse prima di sparire alle ultime luci del giorno.
In dieci minuti giunsi davanti al civico n°25, lì alloggiavano le ragazze; suonai il campanello ed ad aprirmi giunse una Serena in abiti da casa, tuta e scarpe da ginnastica.
<< Ciao Stefan, che sorpresa >> disse lei imbarazzata,
<< Ciao Serena, dovresti venire con me, Elena ha avuto un piccolo incidente >>,
<< Cosa? >> disse lei con tono preoccupato,
<< Niente di grave, ma l’hanno portata in ospedale per degli accertamenti >>,
<< Prendo la giacca e andiamo >> disse sparendo per qualche secondo.
Salimmo in macchina e in silenzio giungemmo all’ospedale, chiedemmo all’accettazione dove si trovasse Elena:
<< Stanza n°43 terzo piano, reparto neurologia >> disse l’infermiera di turno.
Serena si catapultò nella stanza e io la seguii, Elena era intubata, le stavano facendo una trasfusione di sangue, ne aveva perso molto nell’attesa dei soccorsi.
<< Oddio tu mi vuoi far morire >> disse Serena all’amica,
<< Va tutto bene, sono un osso duro >> rispose lei tentando di fare un sorriso,
<< Ragazze vi lascio sole, ho bisogno di un caffè >> mentii spudoratamente, il bisogno di sangue stava esplodendo, dovevo allontanarmi finché ero in tempo,
<< Stefan aspetta … >> mi richiamò Elena: << Se non fosse stato per te, forse non sarei qui, i medici hanno detto che è stata una fortuna che tu mi abbia trovato, poteva scatenarsi un embolia se fossi rimasta sola per troppo tempo >>,
<< Non devi ringraziarmi, l’ho fatto con piacere >> dissi guardando il suo volto stanco e quello denso di gratitudine di Serena, ma ora dovevo uscire di lì o tutto quello che avevo fatto di buono non sarebbe valso a nulla.


POV Elena.

<< Ma come è successo? >> mi chiese Serena,
<< Sono caduta durante il blackout, sono scivolata ed ho preso una bella botta in testa >> spiegai io, << almeno così dice Stefan, io ricordo solo alcuni flash ma riguardano una donna inferocita e una voce maschile che le intimava di starmi lontano >> dissi timorosa, mi avrebbe creduta?
<< Una donna inferocita? >> chiese lei,
<< Non una donna normale Serena >> determinai io,
<< Dici che ci hanno già scoperte? >> chiese lei visibilmente angosciata,
<< Credo di si, e scommetto che in tutta questa storia centrano anche i fratelli Salvatore >>,
<< Ma non dire idiozie Elena, l’hai detto tu stessa che è stato Stefan a salvarti >>,
<< Non ho mai detto che è stato Stefan ad aggredirmi, non fraintendere: credo che Stefan sia un ragazzo bravissimo ma, allo stesso tempo, sono quasi certa che sia lui che il fratello siano implicati in questa storia, vedi la voce che ho sentito non era di uno sconosciuto, era Damon Salvatore, che strana coincidenza … Perché si trovava lì? E come ha fatto a liberarsi di quel mostro? Una persona normale, come me, sarebbe stata schiantata al suolo da quella donna, Gayla mi pare si chiamasse >>,
<< Non saprei Elena, a me pare che Stefan sia un ragazzo normalissimo >>,
<< Forse è molto più bravo di quel che sembra a recitare la parte del liceale solitario >>,
<< Ma questo significa che è un nostro nemico? >> disse lei sconsolata,
<< Non per forza deve essere un cattivo, potrebbe anche essere un’altra creatura benigna, anche se il fratello ha ben poco di benevolo; quel che è certo è che ci stanno nascondendo qualcosa, qualcosa di molto grosso >>,
<< Credo che tu abbia ragione, ora però riposati non fare lavorare troppo il cervello, potrebbe fondersi >> disse lei alzandosi dalla poltrona,
<< Vai pure a casa, io qui me la cavo anche da sola; cerca nei diari di famiglia qualche cosa che possa tornarci utile, l’eclissi sarà dopodomani >>,
<< Tornò domani mattina tesoro, costringerò i medici a dimetterti, sei il fiore della sanità psico/fisica >> disse, mi diede un bacio sulla guancia e poi se ne andò.
Passarono due, tre ore mentre io non riuscivo a prendere sonno, i flash invadevano prepotenti la mia mente: il buio, la torcia, gli occhi bianchi, il sangue, le urla, la sua voce …
<< Polipetto mi spieghi perché non stai riposando? >>, non me l’ero immaginata, quella era la sua voce,
<< Ma come hai fatto ad entrare? A quest’ora le porte degli ospedali sono chiuse >> dissi spaventata.
Eccolo lì, al mio fianco con quel sorriso mozzafiato e quegli occhi rubati al cielo … cuore ricomincia a battere sennò muoio!
Si sedette nella poltrona occupata fino a poche ore prima dalla mia amica, e con la mano sfiorò la mia; inconsciamente la strinsi, appagandomi per un istante della straordinaria bellezza di quel contatto.
<< Ho i miei trucchetti per aggirare la sorveglianza ed andare a fare compagnia alle belle ragazze in difficoltà >> disse lui sornione, ero entrata in trance, la sua presenza annebbiava i miei sensi, era un vortice di emozioni che si impadroniva della mia razionalità.
<< Hai anche i tuoi trucchetti per salvare una ragazza negli spogliatoi della scuola immagino … >> dissi quando ripresi la capacità di parlare,
lui liberò la sua mano dalla mia presa e appoggiò la testa su di esse, troppo vicino al mio viso:
<< Non credi di essere un po’ troppo fantasiosa? Non siamo dentro ad una favola principessa >>, disse lui con tono vellutato e dolce, un tono che per la prima volta utilizzò con me,
<< Non penso di avere immaginato niente Damon >> dissi nella confusione più totale,
<< e smettila di fare quella cosa con gli occhi, mi destabilizzi >> continuai,
<< Allora dimmi, cosa ricordi di preciso? >> disse lui se possibile ancora più vicino,
<< solo una serie di flash, ma ricordo di aver udito la tua voce >> dissi io timidamente, perché mi metteva così a disagio,
<< Questa è una storia che non ti piacerebbe sapere Elena, smettila di fare domande: è meglio così >> disse lui con tono glaciale.
Ed ecco il suo ennesimo cambiamento d’umore, prima dolce e premuroso poi glaciale e minaccioso … Lo detestavo!
<< Mi spieghi perché tutte le santissime volte mi tratti come se fossi un giocattolo? Prima vieni qui e fai tutto il carino poi, un secondo dopo, mi tratti come se fossi un gioco di cui ti sei stufato >> chiesi ferita,
<< Perché è meglio così, io e te non dovremmo essere amici … >>,
<< Solo perché lo hai deciso tu … Ok non ti sto sulle scatole ma, dico io, non ci hai neanche provato a conoscermi … >> risposi glaciale alla sua affermazione, Dio che rabbia,
<< Polipetto di tutto quello che hai detto, non ne hai azzeccata una … >> disse lui deridendomi,
<< Io non ti sopporto >>,
<< Elena vorrei davvero non sopportarti, ma non ci riesco >> mi rispose lui,
<< Puoi allontanarti, mi metti a disagio così vicino >>,
<< Lo so >>,
<< Allora perché lo fai Damon? >>,
<< Perché mi diverto >> disse lui,
<< Non ne avevo dubbi >>.
Rimanemmo in silenzio per un po’, lui non accennava ad andarsene e io, purtroppo, non volevo che lo facesse; la sua presenza era una cosa che mi rendeva felice, anche se lui aveva appena detto che non voleva essermi amico, figuriamoci qualcosa di più …
Mi voltai verso di lui, incapace di chiudere gli occhi perché volevo bearmi fino in fondo delle sue attenzioni, era così cinico che mai avrei pensato di vederlo qui, ora seduto al mio fianco in un ospedale.
<< Dovresti riposare, hai preso una bella botta >>,
<< Ma non ho sonno >> risposi capricciosa,
<< Guarda che non me ne vado, metti che cadi dal letto nel sonno, ti avrei sulla coscienza >>,
<< Oh povero Damon e i suoi sensi di colpa >> dissi prendendolo in giro anche io,
<< Quindi sai essere anche spiritosa, non solo acida con me? >>,
<< Non farci l’abitudine >> risposi, poi però caddi nelle braccia di Orfeo, mi addormentai e per la prima volta davanti a me avevo quel ragazzo maleducato e presuntuoso che mi aveva rapito il cuore.
Quella notte non ebbi incubi, la prima dopo tante notti insonni; anzi, feci un sogno splendido:
“Camminavo sulla riva di una spiaggia, era il tramonto e il mare era increspato di piccole onde, c’era una pace assoluta; il rumore del mare, il fruscio del vento: un’oasi felice. Una figura, vestita di scuro veniva verso di me, seduta sulla sabbia sorrisi, quando lo riconobbi.
Damon si sedette accanto a me e tenendomi tra le braccia mi chiese: << Sei mai stata felice Elena? >>,
<< Mai prima d’ora >> risposi sincera,
<< Credi che prima o poi lo sarai? >>,
<< Sai Damon, ora sono felice >> dissi imbarazzata,
<< Non potevi darmi risposta migliore >>.
Il sole tramontò mentre lui mi cullava tra le sue braccia, disegnando con le dita sul mio ventre figure immaginarie; avrei voluto cullarmi in quella realtà immaginaria per sempre, non volevo svegliarmi ma, come sempre, ogni sogno è destinato a finire.
Aprii gli occhi, i raggi di sole filtravano attraverso la tendina della finestra, mi voltai cercando con lo sguardo il protagonista del mio sogno ma, la realtà a volte delude le aspettative, lui non c’era … ero di nuovo sola.

Serenity 92




Eccomi tornata con un nuovo capitolo, fresco fresco di battitura!!!!
Allora voglio innanzi tutto ringraziare ognuno di voi, si mi riferisco anche a voi che leggete ma non commentate: GRAZIE LO STESSO!!!!
Allora vi avevo annunciato un bel capitolo, beh spero di avervi soddisfatto; c'è un bel po' di azione qui...
eEena è vicina a scoprire la verità... come faranno i Salvatore a nascondere la verità? Il pomeriggio di ripasso di storia diventerà un modo per scoprire chi davvero sono i due fratelli... per scoprirlo dovete seguire anche il prossimo capitolo, aggiornerò in breve perchè sono strettamente collegati i capitoli.
Lasciate i vostri commenti, risponderò come sempre ad ogni vostra domanda, vi voglio bene ... 
  
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