Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |       
Autore: Zomi    31/12/2011    3 recensioni
Lo spadaccino appoggiò un gomito al tavolo e si puntellò la testa, rimuginando: nausea… vomito mattutino… aumento di peso… stanchezza… dolori ossei… 40 settimane… Dove aveva già sentito tutto ciò?
In un libro forse… o nelle ore di lezione teorica nella palestra del suo maestro di spada… Ma riferito a cosa?
Centrava una donna… un uomo… amore… un uovo, forse… un seme… e poi dopo 9 mesi…
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

UNA STRANA INFLUENZA
 

 
La Sunny navigava serenamente su di un tratto di oceano tranquillo e dal clima primaverile. Il vento accarezzava dolcemente le vele dell’imbarcazione, mentre le onde calme la facevano dondolare, cullandola con buone maniere.
Buone maniere sconosciute, dagli inquilini della suddetta Sunny.
I pirati che infatti la abitavano, stavano proprio in quella mattina, facendo colazione nella cucina della nave. Il cibo volava da un lato all’altro dell’immensa e abbondantemente imbandita tavola. I biscotti volteggiavano come ufo, da una mano a un’altra.
-Morti di fame!!! Un po’ di contegno per la miseria- urlava disperato il cuoco di bordo, cercando di allontanare un piatto di biscotti dal tavolo per offrirlo alle sue Dee.
Un piede robotico affondò un naso bislungo in una torta alla crema, mentre una mano ossuta fuggiva da un morso volante del capitano.
-Yohohoho-ho… Non sono da mangiare Rufy!!! Anche perché con me mangeresti ben poco: oltre le ossa non ho nient’altro…-
-MMgh… angrhhh… rutfghhh…- mugugnò il ragazzo di gomma con la bocca straripante di cibo.
-Giusto, giusto…- aveva confermato lo spadaccino di bordo.
-Che ha detto scusa?- domandò Usop.
-Che Sanji è un idiota…- rispose bevendo la sua tazza di caffé.
-L’idiota sarai tu, testa di verza ammattita- ringhiò con denti a squalo il biondo.
-Ripetilo se ne hai il coraggio, cuoco di serie C…-
-Io ti affetto come sushi, muschio ammuffito…-
Inutile dire che i due finirono con l’azzuffarsi nel mezzo della stanza.
A tutto ciò erano spettatrici Robin, che leggeva indisturbata il giornale della mattina, e Nami, che invece osservava pensierosa il calendario appeso al muro. Quella mattina era particolarmente concentrata a conteggiare i giorni del mese corrente.
Uno… due… tre…
-Ti affetto con le mie spade se non mi molli il piede, sottospecie di cetriolo in salamoia…-
-Col cavolo, muffa parlante…-
Quattro… cinque… sei…
Un vassoio di brioche prese il volo, grazie ad un calcio rotante del cuoco, ma prontamente Rufy lo prese al balzo ingurgitandolo per intero.
-Rufy!!! Ma che fai?!? Così soffochi!!!- era intervenuto il cecchino, prendendo per il collo l’amico e cercando di aiutarlo a riprendere fiato.
Il ragazzo di gomma si divincolava in piedi sulla sua sedia, le mani strette intorno alla gola, il volto che iniziava a diventare paonazzo.
-Che imbecille…- commentò Zoro, tornando seduto, mentre Sanji, con una sua mossa, riuscì a far sputare al capitano il vassoio bavoso e ormai vuoto.
-ANF!!!! Grazie Sanji… ci sono altre focaccine? Io ho ancora fame…-
Il cuoco alzò gli occhi al cielo, chiedendosi chi glielo faceva fare, avviandosi poi verso i fornelli.
Zoro riprese a fare colazione, notando però il comportamento pensieroso e distante della navigatrice che gli sedeva davanti. Se ne stava lì, immobile a fissare il calendario. Non aveva toccato cibo, nonostante il biondo cuoco proteggesse le cibarie destinate a lei e alla sua sorellona a spada e gamba tratta.
La rossa, con una mano, continuava a tamburellare aritmicamente le dita sulla tavola, mentre l’altra le sorreggeva il mento.
-Mocciosa…- la chiamò non ottenendo però risposta.
-Nami…- le sfiorò il braccio, facendola sussultare. La cartografa volse lo sguardo nella sua direzione e gli sorrise bonaria. Lo spadaccino la squadro attento. Qualcosa non andava, era troppo taciturna. Non gli aveva nemmeno sgridati per la loro solita baraonda mattutina. Lo sguardo poi tradiva la sua preoccupazione.
-Tutto ok?- domandò ancora scrutandole il volto.
Nami osservò di ricambio il compagno. Era così dolce quando voleva, soprattutto ora che stavano insieme. I due, dopo il periodo di allenamento trascorso separati, non erano più riusciti a nascondere i reciprochi sentimenti dell’uno verso l’altro, e, al loro ricongiungimento, era bastato vedersi per far si che i loro smisurati orgogli si mettessero da parte, facendo largo ai loro cuori. Si erano baciati con foga, promettendosi di non lasciarsi mai più e dichiarandosi apertamente. I loro Nakama erano stati i lieti spettatori di quel meraviglioso evento ed avevano accolto la neo coppia con caldi e entusiasti sorrisi.
La giovane accarezzò la mano del suo amato.
-Tutto bene, tranquillo…- lo rassicurò, non riuscendo però a convincerlo del tutto.
Zoro stava per interrogarla ancora, ma l’arrivo di Chopper nella stanza lo interruppe.
-Ehm… Nami? Potrei parlarti di… di tu sai cosa, un attimo per favore?- chiese la piccola renna avvicinandosi all’amica con fare titubante.
-Certo Dottore…- si alzò dal tavolo la rossa, risvegliata dai suoi pensieri, seguendo il medico nella sala comune adiacente.
Ecco, ora Zoro, ne aveva la conferma: qualcosa non andava.
Indirizzò i suoi occhi verso Robin, che aveva notato anch’essa lo strano comportamento della compagna. I due si capirono al volo, e subito l’archeologa incrociò le braccia al petto nella sua tipica posa, per far apparire un piccolo orecchio sul retro del rosso cappello di Chopper e poter quindi origliare la conversazione.
-… ma ne sei certo Chopper?- mormorava sotto voce Nami.
-Le analisi hanno confermato il tuo dubbio. Il livello dei valori è quello tipico di questi casi. Complimenti!!!- sorrise raggiante la dolce renna.
Nami si sedette su di un divanetto.
-Nessun margine di errore scommetto…-
-Nessuno…-
-E di quanto sarei...?-
-Uhm, sei circa al secondo mese abbondante… ma qualcosa non va? Ti vedo preoccupata…-.
Chopper si avvicinò alla compagna e le mise una morbida zampetta su una spalla.
-Tranquillo, tutto bene… solo che non me lo aspettavo, tutto qui… ora scusami, ma sento il bisogno di stendermi…- e dicendo questo si diresse vero la cabina sua e del suo spadaccino.
Gli occhi fissi sui suoi passi, mentre la sua mente ribolliva di pensieri.
Robin sciolse l’intreccio dei suoi arti, e guardò sornione Zoro.
-Ci sono novità in vista…-
-Che vuoi dire?- chiese preoccupato lui. Lei, gli sorrise semplicemente. Ok, Zoro poteva sopportare che Nami gli nascondesse qualcosa, ma solamente lei. L’omertà degli altri proprio non la digeriva.
Appena Chopper si sedette a tavola per mangiare, indirizzò il suo sguardo su di lui.
-Che ha Nami?- chiese glaciale.
Al piccolo medico scese un brivido freddo lungo la colonna vertebrale.
-Ehm… niente…- rispose evitando di guardare negli occhi il suo interlocutore.
-Chopper non mentire… non ne sei in grado…- intervenne Sanji, anche lui accortosi dello strano comportamento dei due compagni.
-Oh… ecco… Nami ha… ha una specie… di influenza…-
-È grave?-
-No, no Franky. Una semplice febbricciola…- cercò di minimizzare la renna.
-An si?- si intromise Robin -… a me non risulta…-
-Allora è grave. Guarirà presto la cara Nami?-
-Bhè… Brooke… suppergiù… insomma ci vuole un po’ di tempo…-
-Di solito 40 settimane circa, esatto Dottore?-
Chopper guardò con occhi lucidi la mora archeologa, capendo che lei ormai sapeva.
-Già…- piagnucolò, pensando che di certo Nami se la sarebbe presa con lui, incapace di mantenere il segreto che gli aveva affidato.
-Oh poverina… ma è contagioso sto virus?- si informò Usop.
-Solo se sei donna…- ridacchiò Robin, bevendo un sorso di caffé.
-Uhm… e che sintomi avrebbe?- si lisciò il pizzetto il cuoco.
-Ehm, nausea… vomito mattutino… vertigini… aumento di peso… stanchezza… dolori ossei…- mormorò ormai arresosi Chopper.
-Accidenti… e dove se lo sarebbe presa?-
Chopper arrossì alla domanda del carpentiere, -… diciamo che avuto l’aiuto di qualcuno…- bisbigliò imbarazzato, cercando di non guardare Zoro.
-Yohohoho-ho.. sembrerebbe qualcos’altro e non proprio un’influenza…-
-Taci scheletro…- lo zitti Sanji, accendendosi tremante una sigaretta, ormai arrivato alla concluisione.
Gli unici rimasti in silenzio erano stati Zoro e Rufy. Il primo raccoglieva le frasi sparse dei compagni, cercando di dargli un senso, l’altro spazzolava via tutto il cibo rimanente sulla tavola.
Lo spadaccino appoggiò un gomito al tavolo e si puntellò la testa, rimuginando: nausea… vomito mattutino… aumento di peso… stanchezza… dolori ossei… 40 settimane… Dove aveva già sentito tutto ciò?
In un libro forse… o nelle ore di lezione teorica nella palestra del suo maestro di spada… Ma riferito a cosa?
Centrava una donna… un uomo… amore… un uovo, forse… un seme… e poi dopo 9 mesi…
Si alzò di scatto dalla sua sedia, facendola cadere a terra con un tonfo.
Sul viso un’espressione disorientata e incredula.
-Ci sei arrivato allora, Morimo fortunato?- sghignazzò il cuoco.
Zoro guardò le facce dei suoi compagni: Robin sorrideva tenendo i cerulei occhi fissi sul giornale, Chopper cercava di diventare invisibile, mentre Brooke piroettava per la cucina canticchiando ninne nanne.
Deglutì a fatica, e si diresse scombussolato verso il suo alloggio.
-Ma allora… devo vaccinarmi contro l’influenza di Nami, o no?- domandò Rufy a Usop, che si tenne la testa con una mano, scuotendola incredulo dell’ingenuità dell’amico.
 
Nami fissava, ostinata, quel piccolo stecchetto di plastica che teneva in mano nel piccolo bagno privato della sua cabina.
Quel crudele coso si ostinava a dare sempre lo stesso responso. Da ormai una settimana, lui, e centinai di suoi fratelli, continuavano a contrariarla.
Si alzò di scatto dal water e lo buttò a far compagnia ad altri 5 suoi simili, in un cestino dell’immondizia. Prese una piccola scatolina verde sul bordo del lavandino e l’aprì.
Con gesti esperi, ne estrasse l’ennesimo test di gravidanza, per poi risedersi sul gabinetto e immergere la prova ancora una volta.
Aveva cercato di ignorare la nausea mattutina e il ritardo del ciclo, ma aveva comunque chiesto aiuto a Chopper, per avere una conferma più precisa che di un semplice disegnino su di un bastoncino di plastica.
Si mise in attesa di quei famigerati 5 minuti che da giorni ormai le facevano perdere battiti al cuore.
Tanto sapeva che, anche quella volta, sarebbe risultata in cinta anche per lui. Sospirò.
Accidenti.
Posò il capo sulle mani. E adesso?
Si massaggiò le meningi, per poi posare una mano sul piatto ventre.
Era immobile, fermo. Non si sarebbe mai detto che, dentro di lei, una creaturina stava prendendo forma. Eppure era così.
Una lacrima le rigò una guancia. L’asciugò infastidita.
No, non poteva piangere per una così meravigliosa notizia. Però una seconda lacrima scivolò lungo il percorso tracciato dalla prima.
Non era intristita per il fatto di aspettare un bambino, anzi. Quella era la parte che amava di più di quella grandiosa novità. Un figlio. Un bellissimo figlio. Un dolce frugoletto suo e di Zoro.
Ecco, quella era la parte che la metteva in crisi.
Lui, Zoro, di figli non ne voleva.
Si ricordava perfettamente quel pomeriggio, nel suo frutteto, in cui si stavano canzonando per il colore assurdo delle reciproche capigliature.
-… se avessimo un figlio avrebbe i capelli più strani del mondo…- ridacchiava lei, scompigliando la zazzera verde del samurai.
-Figli? Ma figurati se ne avremo mai uno…- aveva risposto passandole una mano tra i suoi crini ramati e ridendo.
Ora quelle parole, a distanza di mesi, le pesavano come non mai. Già da subito l’avevano rattristata, ma non ci aveva tanto pensato. Di certo avrebbe aspettato prima di riparlarne. C’era tempo per decidere se avere dei figli, e comunque un modo per convincerlo lo avrebbe trovato, prima di provare a rimanere incinta
O almeno così credeva…
La navigatrice si passò una mano tra i capelli, in cerca di una soluzione. Fece roteare il test tra le dita della mano sinistra, per poi fissarne il risultato: un sorridente smile accompagnava la scritta “incinta”.
Lo buttò insieme agli altri nel cestino del bagno. Restò a fissare il muro che le era davanti, sperando che quello si animasse e le dicesse che era tutto uno scherzo.
Un cigolio catturò la sua attenzione.
-Nami…?-
La porta era stata aperta e ora, pesanti e robusti passi, risuonavano nella stanza.
-Nami…-
Era lui. Era venuto a cercarla. Forse si era accorto del suo stato comatoso a forza di fissare il calendario e dare una risposta soddisfacente al ritardo del suo ciclo.
-Nami…?!?-
Al terzo richiamo, la rossa, si alzò dal water, tirandone lo sciacquone e andando al lavandino per lavarsi le mai e rinfrescarsi il volto. Era inutile nascondersi.
Uscì dalla toilette e si trovò lo spadaccino di fronte alla porta.
-Ero in bagno…- si giustificò.
Zoro, la osservava, cercando di carpirne qualche cambiamento. Che fosse proprio incinta?
La navigatrice notò il suo sguardo indagatore e si decise a dargli una spiegazione.
-Zoro, siediti… devo parlati…-
Lui obbedì. Si appoggiò al letto matrimoniale e lasciò che Nami gli si avvicinasse. La rossa gli prese le mani nelle sue e iniziò ad accarezzargliele. Si inginocchiò davanti a lui e prese un profondo respiro. Teneva lo sguardo fisso sul pavimento, cercando di rimanere calma.
Doveva farcela, voleva farcela, poteva farcela…
-So che ne abbiamo parlato solo una volta e pure scherzano… e so che tu non ne vuoi, ma… ma Zoro…- la sua voce rumorosa come un filo di vento -… Zoro… sono incinta…-
Aveva alzato i suoi caldi e densi occhi color nocciola verso quelli neri e magnetici del compagno. Sentì le mani ruvide e calde, scivolare via dalle sue, per circondarle il viso.
-Nami…- la sua baritonale e vibrante voce la fece sussultare -… non avresti potuto darmi notizia migliore…-
Sul suo viso si allargo un bellissimo sorriso di pura felicità. Il verde avvicinò le labbra a quelle dell’amata e la baciò intensamente.
Nami sorrise sollevata e si asciugò una piccola lacrima, sfuggita al suo controllo.
-Sul serio? Ne sei sicuro? Avevi detto che non volevi dei figli…-
-Ma quando mai… insomma, chi non vorrebbe dei figli da te? Se ti riferisci a quel pomeriggio nel tuo agrumeto, ho risposto in quel modo perché mi ha preso alla sprovvista… non parlavo sul serio…-
La rossa lo abbracciò per il collo, iniziando a riempirlo di baci su ogni centimetro di pelle che riusciva a raggiungere.
-Ok… ok, calma…- la fermò ridendo lo spadaccino, -… mocciosa aspetta un attimo. Devo chiederti una cosa prima…-
La navigatrice si sedette accanto a lui sul materasso e annuì.
-Sei incinta, no? Ma nel senso che tra 9 mesi partorisci un bambino, giusto?-
Alla ragazza caddero le braccia a terra. Ma parlava sul serio?!?
-Tu… tu… tu STUPIDO ARROTACOLTELLI DA 4 SOLDI!!!!!-. Un vulcanico pugno finì sul capo verde del ragazzo, facendolo stramazzare al suolo.
-NO, GUARDA. TRA 9 MESI PARTORIRÓ UNA GIRAFFA!!!! MA SI PUÓ ESSRE PIU’ IMBECILLI?!?-
-Era per esserne certo. Chopper continuava a dire che avevi l’influenza…e poi io che ne so? Non sono mica dottore…-
-Idiota di un buzzurro…- urlò, uscendo dalla stanza con passo da bersagliere.
Zoro si grattò l’enorme bernoccolo che svettava sul suo capo.
-Speriamo che non prenda il caratterino della madre…- sospirò ridacchiando, avviandosi verso le grida di gioia dei suoi compagni provenienti dalla cucina.

  
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Zomi