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Autore: Vis    31/12/2011    4 recensioni
-Che vuoi combinare? Tu che cucini? E se fai esplodere la nave?- scherzò Ace.
-Simpatico! Darò il meglio di me!- era determinata. Aprì la porta per far uscire il ragazzo, e in quel momento tornò Marco sul ponte, perfettamente lucido, e anche molto, ma molto arrabbiato.
In Giappone è già iniziato l'anno nuovo, per questo l'ho postata oggi anziché domani.
Questo è un capitolo extra della fic "Emerald... Obsidian" Dove i nostri ne combineranno un'altra delle loro ;D spero vi piaccia. In occasione del compleanno di Ace e di Oda!! :D
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Marco, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si svegliò e mentre i suoi occhi si abituavano alla luce, un pensiero da cui non sarebbe mai riuscito a fuggire gli balenò nella mente: era il primo di gennaio. Il suo compleanno.
La sera prima, fino a notte fonda aveva fatto baldoria insieme agli altri, e l’unica cosa che gli rimaneva della sbornia, oltre al mal di testa, era un’immensa stanchezza.
Piano si mise a sedere e con una mano si scompigliò i capelli. Non era di buon umore quel giorno. Non lo era mai stato. Ben ventuno anni fa sua madre, la madre a cui era tanto grato, era morta per darlo alla luce.
Suo padre e i suoi fratelli sapevano che non c’era bisogno di festeggiamenti, che lui non voleva festeggiare.
Un brontolio dal suo stomaco gli ricordò la sua grande fame. In boxer attraversò il ponte della nave dove alcuni suoi compagni ronfavano, le bottiglie di rum e birra ancora strette in mano.
Entrò nella cucina e lì ci trovò Satch che si serviva un’abbondante colazione. Lo accolse con un grande sorriso, ma vedendo la sua espressione le labbra tornarono una linea orizzontale.
-Sapevo che avresti avuto fame- disse, passando all’amico un piatto.
-A volte pensi proprio a tutto- lo guardò di sbieco ed evidenzio -a volte-
Satch aggrottò le sopracciglia e disse:-A volte mi sottovalutate, tu e Marco- poi illuminandosi chiese:-A proposito… dov’è Marco?-
-Bha… starà dormendo da qualche parte… ieri sera Hanabi, in qualche modo, è riuscita a fargli fare una bella ubriacata-
-Io non sciono ubriaco!- esclamò la Fenice, spalancando la porta ed entrando nella sala, barcollando e con ancora in mano una bottiglia vuota.
Ace e Satch si scambiarono un’occhiata e scoppiarono a ridere.
-Che vi ridete…!- Marco si buttò a sedere vicino ad Ace e Satch, ma quest’ultimo si alzò e disse a Pugno Di Fuoco:-Trattienilo, torno subito-
Uscì dalla cucina. Dopo qualche minuto tornò, stringendo fra le braccia qualcosa, accompagnato da un’assonnata Hanabi.
-Ehi… dove eri?- Ace le prese una mano e la trasse a sé, appoggiando il mento sulla sua spalla.
-Mmm… mi ero addormentata vicino la prua…-
Nel frattempo Satch aveva preso a braccetto Marco dicendogli:-Dai, andiamo a divertirci!-
-Sciiii!- esclamò Marco, pieno di un entusiasmo che normalmente non avrebbe avuto.
-Che avrà in mente?- Hanabi alzò un sopracciglio e guardò Ace che alzò le spalle e le sorrise. La presenza della ragazza gli fece tornare il buon umore.
Stettero per un po’ in silenzio, e dopo un tempo indefinito sentirono Marco urlare:-Sciiii! Io sciono davvero bellissima!-
I due si guardarono e subito corsero fuori, curiosi.
Lì, video Satch che sorrideva incoraggiante a Marco, il quale…
Indossava un aderente abito rosso, delle calze a rete che fasciavano le gambe pallide, delle scarpette con il tacco a spillo infilite a forza ai suoi piedi. Intorno al collo un orrendo pellicciotto rosa shock, pieno di brillantini.
E la faccia?
Il caro Satch, per completare l’opera, aveva deciso di truccarlo, ma poiché Marco non riusciva a stare fermo o in perfetta posizione eretta, aveva il mento e la guance macchiate di rossetto, le palpebre e la fronte sporche di mascara e ombretto.
Ace e Hanabi sgranarono gli occhi per poi scoppiare a ridere.
Satch guardò il moro e sorridendo tirò un sospiro di sollievo: era riuscito a farlo distrarre. Forse quell’anno sarebbe stato diverso. Il ragazzo tornò a concentrarsi su Marco ed esclamò:-Che dici, Marcuccia, facciamo qualche foto?- accennò alla macchina fotografica spuntata dal nulla: probabilmente quella era la sua intenzione iniziale.
-Sciiii!- rispose con quello strano entusiasmo Marco, o meglio Marcuccia.
-Su, baby, mettiti in posa!- Satch si stava proprio divertendo.
Il biondo, ubbidiente, assunse una posizione che in teoria, doveva essere sexy, ma ne uscì fuori qualcosa di ridicolo.
-Su, continua così!- il moro continuò a scattare, e la Fenice ad immedesimarsi in pose assurde.
Hanabi se la godeva con Ace, seduti a terra.
-Bene, abbiamo finito!- Satch ghignava come una iena e prendendo Marco per un braccio disse:-Su, ora vai dal dottore, ti darà un altro po’ di birra!-
-Sciiii!- la Fenice saltellando si diresse verso l’infermeria. Satch si ritirò per sviluppare le foto. Hanabi si alzò, e stirando le braccia sopra la testa disse a Portuguese:-Andiamo a fare colazione?-
I due tornarono in cucina e mentre mangiavano la ragazza notò un cambiamento in Ace: inizialmente un accenno di sorriso illuminava il suo viso, che pian piano si oscurò.
Aggrottò le sopracciglia, e mentre giocava con il cibo nel piatto cercò di capire la causa del malumore di Ace.
Poi, improvvisamente, si ricordò: era il compleanno del ragazzo. Eppure quella era una buona cosa. Qual’era il problema?
-Ace…?-
-Uhm?- il ragazzo, masticando alzò lo sguardo.
-Oggi che facciamo?-
Alzò le spalle.
-E se facessimo qualcosa di speciale?-
Ace la guardò intensamente: da come lo guardava, le sopracciglia lievemente corrugate, e un’espressione ansiosa negli occhi sembrava un cucciolo in attesa che il padrone a cui voleva tanto bene lo accontentasse o che reagisse in modo positivo.
Sorrise dolcemente:-Del tipo?-
Hanabi, in quel momento più rilassata, ci pensò un secondo e lanciando uno sguardo enigmatico al ragazzo disse:-Ti voglio sorprendere-
-Interessante-
Hanabi, raggiante, si alzò e corse fuori dalla cucina.
Dopo essersi preparata, e dopo aver legato i capelli, tornò in cucina. Prese una mano di Ace e lo fece alzare:-Dai, esci! Oggi la cucina sarà tutta mia!-
-Che vuoi combinare? Tu che cucini? E se fai esplodere la nave?- scherzò Ace.
-Simpatico! Darò il meglio di me!- era determinata. Aprì la porta per far uscire il ragazzo, e in quel momento tornò Marco sul ponte, perfettamente lucido, e anche molto, ma molto arrabbiato.
-Tu, essere spregevole che non sei altro, vieni qui se hai coraggio!- a chi poteva riferirsi se non a Satch?
Ora che la sbronza era passata, si era reso conto di come era stato conciato, e cercava vendetta.
Satch arrivò, con delle foto in mano. Ignorò Marco, ma si fiondò da Ace e Hanabi:-Guardate! Sono un fotografo nato!-
Porse loro le foto, e i due, esitando un attimo, iniziarono a guardarle.
-Bleah, sarebbero tutte da censurare!- esclamò Hanabi, mollando le foto che aveva in mano ad Ace.
-Hanabi-Chan, non capisci niente!-
Lei alzò un sopracciglio, poi tornò nella cucina.
-Tu!!- esclamò per l’ennesima volte la Fenice.
-Sì, io- Satch non lo calcolò e correndo urlò:-Vistaaa! Jaaaaws! Izouuu! Baabboo! Ragazzi, venite devo farvi vedere qualcosa!-
-Smettila Satch!- il biondo si mise all’inseguimento del ragazzo.
Ace ridacchiò: quei due erano irrecuperabili. Una volta rimasto solo andò nella propria cabina e tirò fuori il vecchio diario. Da quando Hanabi lo aveva trovato, sempre più spesso lo sfogliava e rileggeva alcune parti.
Prese la foto di lui, Rufy e Sabo. Ricordò che Rufy ogni anno si ostinava a festeggiare il suo compleanno, che lui si arrabbiava e che Sabo doveva dividerlo dal fratellino minore. Rise. Quanto gli mancavano entrambi. Sabo era morto da undici anni ormai, e Rufy… di sicuro ne stava combinando un’altra delle sue.
Si sedette sul proprio letto e continuò a sfogliare distrattamente le pagine ingiallite.
Si soffermò su una pagina, dalla data risaliva a ben tre, o meglio quattro anni prima a quando si era unito alla ciurma di Barbabianca. Quanto lo infastidiva Satch all’inizio. Alzò un sopracciglio e si corresse: anche alla distanza di quattro anni a volte lo infastidiva.
Sentì un urlo. Sapeva benissimo chi era. Saltò su come una molla e corse subito verso la cucina. Abbassò più volte la maniglia, ma la porta era a chiusa a chiave.
-Hana, Hana! Apri questa porta!-
Finalmente sentì la serratura scattare e spalancò la porta: una nube grigia uscì dalla sala e si librò verso il cielo e una puzza di bruciato gli arrivò alle narici.
Entrò nella cucina e cercò la ragazza, che era seduta a terra.
Piano l’ambiente si stava rischiarendo.
Si abbassò accanto a lei e la guardò. Aveva le pupille dilatate dallo spavento e la faccia tutta sporca di cenere.
-Che è successo?- le chiese, pulendole le guance con la mano.
-Il… il forno…- Hanabi guardava dritto davanti a sé -è… esploso-
-Esploso- ripeté Ace.
-Sì. Ero riuscita a fare una specie di torta e l’avevo infornata. Forse l’ho messa a temperatura troppo alta e per troppi minuti. Poi quando ho aperto il forno… ecco il risultato-
Solo in quel momento, entrambi si stavano rendendo conto di quanto fosse ridicola la situazione e un sorriso illuminò il volto dei due.
Hanabi scoppiò a ridere e disse:-Non sono proprio portata per la cucina-
-Tranquilla, ormai l’abbiamo capito e non dovrai più cucinare!- scherzò Ace.
-No! Io voglio cucinare! Almeno oggi!- sorrise dolcemente e arrossì
-almeno per te-
-Vuoi inferire ancora!?- esclamò Ace.
-Stupido!- gli diede un pugnetto sul braccio -certo che voglio! E’ il mio regalo per te-
-Ma io…-
Hanabi lo interruppe e gli disse:-Lo so che non ti piace festeggiare il tuo compleanno. Ma per favore almeno questa volta- lo guardò -è il tuo primo compleanno che passiamo insieme-
Ace sospirò e sorridendo appena disse:-Speriamo di arrivare vivi alla fine della giornata…-
-Certo! Riuscirò a cucinare!-
-… a meno che non veniamo avvelenati dalla tua cucina…-
-Ne hai di fiducia in me!-
-Sai, dovrebbero aumentare la tua taglia! In cucina sei il pirata più temibile!- continuò lui.
Hanabi lo fulminò e lo spinse fuori dalla sala.
 
La sera era già calata, ed era ora di cenare. Ace si diresse verso la cucina, curioso di vedere cosa aveva combinato la sua Hanabi.
Entrò nella sala accompagnato da Satch che ancora si rigirava fra le mani le famose foto, e da Marco che osservava annoiato ma arrabbiato il moro, gli occhi ridotti a fessure.
-Satch, sei pesante- affermò.
Il ragazzo neanche lo ascoltò e si andò a sedere al suo posto.
Ace alzò gli occhi al cielo e si rallegrò alla vista del cibo. Però non vedeva ancora Hanabi.
Come i compagni iniziò a mangiare, e solo quando la maggior parte del cibo fu scomparso dai piatti, arrivò la ragazza. Subito alzò gli occhi: le sembrò bellissima. Indossava abiti semplici, ma una luce soddisfatta, radiosa, le illuminava il viso. Le guance erano rosse, di sicuro per via della doccia che si era fatta. I capelli umidi le ricadevano disordinatamente sulla schiena. Si andò a sedere accanto a lui e senza perdere il sorriso esclamò:-Non vi siete risparmiati! Potevate anche lasciarmi qualcosa da mangiare!-
Ace alzò un sopracciglio: Hanabi era rimasta calma affermando che c’era poco cibo. E sorridendo! Che aveva combinato?
La risposta arrivò solo qualche ora dopo, quando i pirati pieni dell’ottimo cibo, ridevano e scherzavano seduti a tavola.
Il Piccolo Drago Rosso ad un certo punto si alzò e spense tutte le luci. Ace cercò di seguirla con lo sguardo e sentì armeggiare ai fornelli. La sentì tornare da lui e si ritrovò davanti quella che sembrava una torta: l’aspetto non era dei migliori, e la maxi taglia non aiutava; ma si sperava che il sapore fosse molto meglio. C’erano anche le candeline. Non sapeva da dove se l’era procurate, ma con uno schiocco di dita le accese tutte. Erano ventuno.
Lei si sedette accanto a lui, ansiosa del suo verdetto.
-E’… è molto bella- disse Ace per farla contenta.
Hanabi lo guardò scettica e disse, ridendo:-Guarda che lo so anche io che l’aspetto è orribile. Ti piace come regalo?-
-Certo che mi piace- le rispose, sorridendo dolcemente.
-Su, cantiamo la canzoncina!- incitò i compagni Hanabi.
Intonò la prima strofa a cui tutti si unirono, anche Barbabianca e Ace rise, un po’ imbarazzato.
Quando la canzone terminò Ace soffiò sulle candeline.
Hanabi batté le mani e gli schioccò un bacio sulla guancia. Gli porse un coltello e gli disse:-Che aspetti? Tagliala!-
Ace prese il coltello e tagliò una, due, tre fette. Una per tutti.
Prese la sua e ne prese un pezzettino. Sotto lo sguardo emozionato della ragazza se la portò alla bocca e assaporò. Dovette usare tutto il suo autocontrollo per non sputare il cibo. Annuì, come per incoraggiare la ragazza. Hanabi sorrise e anche lei assaggiò la torta. La sputò subito.
-Ace ma davvero ti piace questo schifo?- gli chiese, pulendosi la bocca con un tovagliolo.
Lui negò con la testa e gli altri neanche provarono ad assaggiarla. Come se fossero tutti un'unica mente posarono nello stesso momento i piatti e li allontanarono.
Hanabi ridendo disse:-Non cucinerò mai più-
Ace le circondò le spalle con un braccio e baciandola disse:-E’ il più bel regalo che io abbia mai ricevuto-
-Ma è qualcosa di immangiabile!-
-Ma l’hai preparata tu. Per me-
Lei sorrise ancora, e appoggiando la testa sulla sua spalla disse:-Sono felice-
Pugno Di Fuoco le diede l’ennesimo bacio.
Quella sera quando tutti si dedicarono ai loro hobby, Barbabianca si avvicinò ad Ace e gli disse, poggiandogli una mano sulla spalla:-Visto?-
-Cosa, Padre?-
-Il tuo compleanno non è una sfortuna. E neanche una cosa di cui vergognarsi-
-Forse…- Ace fissò negli occhi il vecchio.
-Divertiti!- esclamò l’Imperatore dandogli una sonore pacca sulla spalla.
Detto questo se ne andò bevendo da un grande fiasco del liquore.
Ace rimase a fissare il mare, quando sentì delle braccia circondargli il collo e un respiro caldo lambirgli le spalle.
-Ti è veramente piaciuto?-
-Certo. Lo adoro-
-Ma fa pena come torta. Non si può neanche chiamare così!-
-Te l’ho già detto: l’hai preparata tu, rischiando di avvelenarci tutti o di far esplodere la nave, ma ti sei impegnata-
Lei rise:-Avevi ragione. Sono davvero temibile in cucina!-
In quel momento passarono correndo Satch e Marco, ancora aperta la questione delle foto.
Sbuffarono entrambi e Hanabi dandogli un veloce bacio disse:-Mi hanno stufato! Ora vado lì e vedrai come li sistemo!- iniziò ad inseguire i due urlando -Siete dei rompiscatole! Satch dammi subito quelle foto!-
Ace sorrise. Si sorprese. Quel giorno si era divertito, era stato di buon umore e aveva sorriso. Cose che fino a quel momento, nel primo di gennaio, non aveva mai fatto. Neanche quando Rufy e Sabo gli organizzavano festicciole a sorpresa e gli regalavano le cose più strane ed immaginabili.
Si diresse di nuovo in cucina e appoggiata sul tavolo vide l’orrenda torta. Prese una forchetta e l’assaggiò di nuovo. Storse la bocca e allontanò da sé il dolce: eh già, aveva proprio un pessimo sapore; eppure, sapendo che l’aveva preparato Hanabi per lui, gli risultò dolcissimo in bocca.
   
 
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