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Autore: __Wrath__    02/01/2012    4 recensioni
"Benvenuto! Che tu sia un giovincello dalle monete sonanti o un bambino in cerca di nuovo stupore, un vecchio che vuol sorprendersi con la magia o una giovane sognatrice…con il mio più grato inchino ti invito a prendere posto in platea ad assistere a uno spettacolo ricco di emozioni che ti faranno entrare in un nuovo mondo.
Gentile spettatore, qui ti faremo perdere la cognizione del tempo, e con queste buone promesse ti auguro i migliori sogni ed incubi…"
[Ringrazio in anticipo chiunque si voglia soffermare sulla storia. I capitoli a seguire verranno pubblicati una volta al mese. A presto! :3]
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Organizzazione XIII, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
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1. Just be friends…

Mondo-Scena ›› 1. # 2

 

Arrivati al tendone Roxas capì che c’era una certa elettricità che vibrava nell’aria. Tutti si muovevano freneticamente e quando stava per chiedere ad Axel cosa stesse accadendo vide che sul suo volto si era creato un ghigno.

‹‹ Axel? ››

‹‹ Sta succedendo di nuovo. ››, disse fra sé.

‹‹ Di che stai parlando? ››, domandò sentendosi escluso dal discorso, i pensieri del rossino si focalizzarono nuovamente sul giovane.

‹‹ Xigbar deve aver catturato un nuovo Heartless da addomesticare per usarlo in uno dei suoi spettacoli. ››

Ora capiva il perché di tutta quell’agitazione…

‹‹ Voglio vederlo! ››.

‹‹ Roxas, no. ››, disse severo.

Non poteva lasciargli fare tutto quello che desiderava, ci voleva un po’ di polso con quel ragazzo.

‹‹ E perché no, scusa? ››

‹‹ E’ pericoloso. Xigbar non vuole nessuno fra i piedi che possa distrarre lui e quell’animale selvaggio. ››

‹‹ Ma io non avrei distratto nessuno. ››, bofonchiò crucciato.

‹‹ Lo vedrai in seguito, forza, non fare i capricci come i bambini piccoli. ››, così dicendo gli pizzicò una guancia provocando lamentele da parte dell’altro.

‹‹ Axeeeeeeel! ››, urlò Marluxia correndogli incontro, era piuttosto inquieto.

‹‹ Ehi Marl, che succede? ››

‹‹ Siamo nei pasticci! Nei pasticci! ››, gesticolò con una mano prendendo a mordere il fazzoletto di stoffa con grossi lacrimoni che minacciavano di sgorgare giù.

‹‹ Ti vuoi spiegare?! ››

‹‹ Povero me! Povero me! Come farò! Tu dimmi come posso fare?! ››.

Ad Axel stavano per saltare i nervi, avrebbe voluto prendere a schiaffi quella faccia se non avesse saputo delle conseguenze abbastanza isteriche dell’amico.

‹‹ Smettila di ripetere le cose due volte e cerca di spiegarti! ››.

Quello si ritrasse di un passo cercando di non scoppiare a piangere come una fontana, ‹‹ non aggredirmi. ›› pigolò con il labbro tremante, Axel si mise una mano davanti agli occhi, non riusciva a contenere l’irritazione.

‹‹ Scusa, vuoi dirmi cosa è capitato per ridurti in questo stato? ››.

Provando a mantenere un certo contegno dopo un profondo respiro Marluxia si decise a sputare quel rospo che lo stava facendo soffocare.

‹‹ Xemnas è rimasto totalmente affascinato dal nuovo "acquisto" che ha fatto Xig, e gli ha dato l’ordine di dedicarsi solo a quel Heartless in modo che prima della partenza da Crepuscopoli può farlo esibire e -›

‹‹ Che cosa? Quel testa di cazzo si è bevuto il cervello o che altro? In meno di una settimana e mezza cosa diamine pretende?! ››

‹‹ E’ quello che gli ha urlato Xigbar ma non ha voluto sentire obbiezioni e ora si sta scatenando un putiferio e Xemnas se l’è presa ancora una volta con tutti, soprattutto con il sottoscritto. ››, la voce di Marluxia ricominciò a tremare e per evitare di scoppiare a piangere riportò il povero fazzoletto tra i denti mentre lo strattonava con forza, frustrato.

Axel sbuffò, odiava quando le cose si complicavano.

 

‹‹ Ti costerebbe così tanto sforzarti di collaborare?! ››

‹‹ Potrei dirti la stessa cosa, sai? E’ impossibile! Provaci tu ad addestrare una bestia simile in così poco tempo! ››, urlò Xigbar, di solito aveva un temperamento pacato e paziente ma sentirsi trattare da incompetente da uno sbruffone come Xemnas era troppo.

‹‹ Io il mio lavoro lo so svolgere appieno, cosa che a quanto pare tu non sai fare. ››

‹‹ Io per eseguire ogni tuo ordine ci ho lasciato il mio occhio sinistro! E non intendo rischiare pure quello destro! ››

‹‹ Xigbar se il tuo capo ti dice una cosa vuol dire che sa che hai le capacità per poterla eseguire. ››

‹‹ Taci Saix. Evita di fare il lecchino. ››

‹‹ Non osare insultarmi razza di troglodita. ››, s’avvampò il giovane dai capelli blu cobalto.

‹‹ Che temperamento ragazzi, che succede? Il vostro Axel sparisce per un paio d’ore e voi vi scorticate vivi…l’atmosfera è così calda che ci potrei accenderci le mie bolas. A proposito, si è fatto tardi, che ne dite di prepararci, eh? ››.

Saix se ne andò lanciando un’ultima occhiataccia a Xigbar.

‹‹ Xion, andiamo. ››, ordinò alla sua povera assistente che lo seguì mesta.

‹‹ In quanto al discorso di prima…se mi permettete di dare la mia modestissima opinione, credo che dovreste venirvi incontro. ››.

Mai l’avesse detto, i due iniziarono a urlare contemporaneamente frastornando il ragazzo.

‹‹ Almeno provateci, okay? ››, ribadì scuotendo la testa leggermente stordito da quelle voci che gli avevano perforato un timpano.

‹‹ Adesso dobbiamo pensare a cosa accadrà tra un paio d’ore. Non vorremmo fare una brutta figura perdendo così credibilità? ››, la frecciatina era rivolta al giovane uomo dai capelli candidi che non poteva sopportare di rimetterci economicamente.

Era difficile per Axel  dover fare da perno costante in maniera tale da poter mantenere quel precario equilibrio che si era creato tra la sua - il sole pensiero di utilizzare quella parola lo faceva ridere! - famiglia.

Le cose migliori che sapeva fare, al paragone con gli altri era il peggiore, era grato al Circus XIII per avergli dato un’occasione per riscattarsi anche se non riusciva ad esserne pienamente appagato.

Era diverso da quello scansafatiche di Demyx che non aveva alcuna aspirazione, che gli bastava il minimo indispensabile per essere contento, no. Axel non era affatto così…

La comunità l’apprezzava solo per quelle due fesserie in cui era particolarmente dotato, ma più di distrarre la gente dalla loro monotona vita non sapeva fare, era uno scarto inutile, non era niente, era un Nessuno. Come tutti loro del resto…

Lui stava là, soltanto perché non era più solo, non era compatito anzi poteva rendersi utile a qualcuno.

 

‹‹ Ero così affascinato, non siete dei comuni circensi, voi siete dei talenti innati. ››

 

Le parole di quella testolina bionda - Roxas, non avrebbe più scordato quel nome -, l’avevano fatto sorridere.

Lui li apprezzava…così tanto da voler scappare con loro.

No, un altro ragazzo che sarebbe diventato il sollazzo di un pubblico molto annoiato, un burattino che doveva esibirsi per gli altri, Axel non voleva, sapeva cosa si provava se alla fine dello spettacolo gli applausi non erano sentiti, se qualcuno sbagliava la colpa ricadeva su tutti.

Ciò l’ aveva imparato con il tempo e l’esperienza e non voleva quel futuro per quel ragazzino così piccolo.

 

‹‹ Perfetto allora. Voglio un grande spettacolo. Niente distrazioni, ti avevo detto di parlare con il ragazzino non di portarlo a passeggio. Questa sera non voglio neanche il più piccolo errore da parte tua, Axel. ››, disse iracondo Xemnas, non era da lui essere così velenoso ma quella giornata i suoi nervi erano già stati abbondantemente messi alla prova da Xigbar.

‹‹ Axel…››, sussurrò Marluxia che se n’era rimasto in disparte con Roxas ad assistere la scena.

Il fulvo si voltò a guardarli, Roxas si era stretto contro la schiena di Marluxia contrito, i piccoli pugni che si stringevano sulla sua maglia.

‹‹ Roxas? Che ti è preso? ››, si portò verso il ragazzo che iniziò leggermente a tremare.

‹‹ Roxas? ››, lo stesso nome venne pronunciato contemporaneamente da due persone diverse.

Una voce stava per farsi prendere dal panico, l’altra era incuriosita e il disappunto e la tensione che precedentemente gli colorivano il tono scomparvero.

Non mi dire che ci è riuscito di nuovo?  pensò Xemnas guardando il ragazzo preoccupato.

E’ riuscito a far parlare il ragazzino…perfetto. Roxas, mh? Credevo fossi più tenace, non pensavo che avresti reso le cose tanto facili al nostro Axy.

‹‹ Roxas che è successo? Non tremare così! ››.

Ma più parlava, più Roxas si agitava.

Era colpa sua, alla fine l’unica persona che si era rivelata gentile nei suoi riguardi era stata rimproverata per lui. Se qualcosa non fosse andato per il verso giusto, Xemnas se la sarebbe presa con il rosso se non con lui. Era un peso, non avrebbero mai accettato di tenerlo con loro.

Quel luogo pieno di luci, colori…e speranze. C’erano tante speranze in quel tendone, loro potevano portarlo via da quello schifo di posto, non sarebbe più rimasto a subire all’interno dell’orfanotrofio. Loro potevano dargli tutto quello che non aveva mai avuto.

Ma loro…non volevano lui.

La voce di Axel che lo chiamava era lontana ed ovattata, gli fischiavano le orecchie.

‹‹ Ciao Roxas, sai che sei proprio carino? Mi piace il tuo nome, anzi mi piaci proprio tu. Ti andrebbe di restare ancora un po’ con noi? ››.

Roxas aprì gli occhi di scatto, per pochi istanti ci vide doppio da quant’erano fortemente serrati.

Xemnas era appoggiato bellamente sulla spalla di Axel, lo guardava affabile e speranzoso.

Prima aveva rimproverato Axel per colpa sua, ora invece lo stava invitando a restare "ancora un po’".

I cambiamenti di umore del direttore del Circus XIII erano da far girare la testa, cosa che effettivamente gli stava accadendo da quanto la notizia fosse sconvolgente.

‹‹ Che cosa?! ››, gridò Axel ancora inclinato verso Roxas mentre fissava la testa di Xemnas poggiata elegantemente su un braccio che a sua volta era sorretto dalla sua spalla.

‹‹ Che c’è Axy? Non ti farebbe piacere che il nostro nuovo amico assista allo spettacolo gratis? ››.

‹‹ Lo so che stai cercando di fare! Non ti permetto di sfruttare Roxas come nuova attrazione. ››

‹‹ Nuova attrazione? Io? Mi credi così meschino Axy? ››

‹‹ E non chiamarmi Axy, sai che la cosa mi fa incazzare a bestia! E comunque, sì. Ti venderesti tua madre pur di guadagnarci qualche soldo in più. ››

‹‹ Cosa che ho effettivamente fatto, Axy. Ma lasciamo perdere il passato, pensiamo ad ora. Non penso che la cosa ti possa riguardare, credo invece sia più giusto chiederlo al diretto interessato, no? ››.

Axel stava per controbattere prontamente quando l’uomo dalla pelle ambrata lo interruppe con un gesto della mano guardando fisso negli occhi azzurri del piccolo.

‹‹ Allora Roxas, cosa rispondi? ››, non intendeva più scherzare.

Axel sapeva che Xemnas non aveva alcuno scrupolo se di mezzo c’era il successo, per quel poco che aveva conosciuto quel ragazzo gli augurava una vita migliore, non quel postaccio pieno solo di false illusioni, uno scadente Paese delle Meraviglie.

Roxas fissava quegli occhi caramellati pieni di magnetismo e se non avesse avuto certa l’impellente voglia di voler andare via con loro, fissando quegli occhi, avrebbe tentennato a negargli l’invito.

‹‹ Accetto. ››, disse sicuro, sembrava che i tremori non l’avessero mai toccato, anche la voce era chiara e a quella stessa voce lo sguardo di Xemnas si illuminò.

‹‹ Perfetto. ››, mormorò soddisfatto allungando la mano verso quella di Roxas per sancire il patto.

 

Mozzafiato.

Solo con una parola si poteva esprimere tutto quello che su quel palco stava accadendo. Anche se presi singolarmente e visti nella loro vita quotidiana risultavano eccentrici, durante l’esibizione ognuno di loro appariva così fascinante che il respiro di Roxas spesso si fermava inconsapevolmente, nonostante fosse la seconda volta che il ragazzo assisteva allo spettacolo rimaneva sbalordito dall’abilità in cui Demyx creava con dei grandi cerchi, enormi bolle di sapone. Era rilassante ma allo stesso tempo avrebbe voluto lui stesso entrare nella bolla senza farla scoppiare come aveva appena fatto il ragazzo! Cosa che era impossibile!

 

Rideva, eccome se rideva…il ragazzo dai particolari capelli biondo cenere si sentiva un dio in situazioni come quelle, la gloria gli dava alla testa e la cosa non sembrava disturbarlo in alcun modo. Essendo connaturata nel suo codice genetico l’indolenza, poter essere adorato dal suo pubblico lo gasava all’inverosimile.

Era bello e particolarmente bravo nel gestire il suo ruolo da circense e nessuno poteva metterlo in dubbio, quei sorrisi erano tutti rivolti per lui e il suo momento di celebrità non sarebbe stato sprecato. Era felice e se la spassava alla grande ma non si poteva dire di esserlo stato sempre…

 

Demyx si considerava un pacato lago, lo stesso lago che si affacciava davanti alla casa in campagna che aveva costruito suo padre, mentre i suoi fratelli più grandi e il capofamiglia lavoravano nei campi, lui si dilettava a gettare sassolini sul quel placido specchio d’acqua, la sua infanzia era trascorsa su quelle rive, il piccolo Demyx non avrebbe fatto altro che stare coricato sull’erba morbida del suo terreno a fissare le nuvole che passavano mentre ascoltava innocentemente le melodie che il vento dedicava al suo lago, baciando le sue acque e portando sino alla riva, dove si trovava a sostare, perle fresche che gli inumidivano il viso quando il vento soffiava un po’ troppo forte.

Poi l’incendio doloso nella sua fattoria ha devastato tutto una notte…non era rimasto più niente. Solo cenere e acque sporche su cui trattenersi. Il lago l’aveva salvato, l’incendio si era inanellato tutto intorno al campo che i suoi familiari avevano duramente arato e che portava invidia alla gente che gli stava vicino. Si era svegliato nella sua stanza per colpa dell’odore di bruciato, tutto stava ardendo.

Sentiva le urla di suo padre che incitava i figli a scappare, Demyx era pietrificato nel suo letto, non riusciva a spostarsi, era troppo piccolo per sapere cosa avrebbe dovuto fare senza il consenso dei suoi…poi la porta si spalancò e ne uscì la sua vissuta madre che tossendo per il fumo, lo abbracciò protettiva con gli occhi lucidi per colpa del calore che attanagliava la casa.

‹‹ Demy! Va al lago. Entra in acqua e aspetta che qualcuno ti venga in soccorso! ››

Demyx non sapeva perché la gente avrebbe dovuto andare in soccorso proprio a lui e non a tutti gli altri, sua madre prese la bottiglia d’acqua che il bambino usava per bere la notte e gliela versò addosso, rabbrividì per quell’improvvisa mossa da parte dell’anziana donna, ella lo prese in braccio e percorse le scale in fiamme stringendolo a sé, proteggendolo dalle lunghe lingue ustionanti riuscendo ad allontanarsi dall’uscio di casa.

‹‹ Demy corri! ››, lo incitò lasciandolo cadere in terra ma il piccolo si fermò ad attenderla.

‹‹ Vai ti ho detto! Devo aiutare tuo padre! ››…quelle furono le ultime parole che sentì il giovane da parte dell’acciaccata madre.

Si gettò nelle fredde acque del lago che lo protessero dall’incendio.

Lui era il più piccolo ed indifeso, non era d’aiuto alla famiglia ma era sopravvissuto, gli altri no.

Ricordava molto poco della sua infanzia, una delle poche cose che rimpiangeva era il suo amato lago, però ricordava alla perfezione come entrò a far parte della compagnia itinerante diretta dal giovane Xemnas, non sapeva fare granché Demy ma era capace di gestire in modo appropriato tutto ciò che derivasse dall’acqua. Elemento che gli salvò la sua giovane vita anni prima…e ora si trovava su quel palco, a condividere quel suo piccolo pregio con gli altri che lo guardavano allibiti e che lo spronavano con caldi applausi.

Mentre Demyx si trovava imprigionato in quell’effimera gabbia, iniziò a creare tante piccole bolle al suo interno, poteva affogare fra tutte quelle  perle evanescenti  che lo immergevano, poi…con un esile tocco, fece esplodere la grande bolla in cui erano imprigionati e le tante figlie riempirono la sala del circo procurando urla di stupore e risate incontenibili.

 

La platea si riempì di mani svolazzanti che cercavano di raggiungere le bolle di sapone che volteggiavano, danzando quasi a passo di valzer, per un attimo anche Roxas, che assisteva dietro le quinte si trovò con una mano protesa in aria, quando si accorse della stupidità del suo gesto l’abbassò a stringere il cordone rosso che legava un lembo della tenda che divideva il palco dal retroscena. Demyx era in pieno delirio di onnipotenza ed anche se forse esagerava nel suo dimostrare entusiasmo, la cosa sembrava non infastidire il pubblico che, in quel momento, l’osservava creare enormi sfere.

Al fianco di Roxas, nel frattempo, era comparso un uomo dai tratti molto pungenti, i capelli lunghi e chiari gli incorniciavano il volto magrissimo e silenziosamente entrò sul palco lanciando alla ragazza che lo seguiva un’occhiata di intesa, la giovane era vestita solamente di un body rosa acceso, pieno di strass decorativi, i capelli biondi le cadevano fino al collo esile e due ciuffi color oro guizzavano come antenne, portate indietro in maniera molto coreografica. 

Gli occhi della ragazza lo incenerirono e sulla fronte nivea comparve una ruga di cipiglio.

‹‹ Che hai da fissare moccioso? Evita di sbavare o qualcuno rischierà di scivolare in terra. Ma dove siamo, all’asilo nido? ››, Roxas a quelle parole si sentì profondamente mortificato e abbassò gli occhi pieno di vergogna, quell’atto non gli permise di ammirare come l’uomo apparso da poco sul palco, congelava magistralmente una grande bolla di sapone, creata poco prima da Demyx, con degli strani guanti refrigeranti.

La giovane gli lanciò uno sguardo piuttosto presuntuoso prima di presentarsi sul palco eseguendo eleganti ruote, raggiunta la sfera cristallizzata dal ghiaccio ci salì sopra senza dimostrare alcuna titubanza e iniziò a percorrere tutto intorno gli spalti, come se la cosa non fosse già abbastanza complicata di per sé, Demy iniziò a creare globi abbastanza grandi da divenire delle palle da giocoliere grazie all’aiuto repentino del compagno, che dopo aver refrigerato le bolle, le passava alla ragazza che intenta a mantenere l’equilibrio faceva volteggiare sopra la sua testa le sfere.

‹‹ Larxene è una stronza…››, la mano di Axel che si appoggiò inaspettata sulla sua spalla lo fece irrigidire per un attimo, si era spaventato, ‹‹…ma è indubbiamente bravissima. ››

‹‹ Già…››, mormorò ripensando alle parole scottanti che gli aveva riferito.

‹‹ Anche se l’aiuto di Demyx e Vexen è essenziale. ››.

Roxas fissò gli strani guanti che avvolgevano le mani di Vexen, emanavano uno strano alone tutto intorno.

‹‹ Ma come…? ››, mormorò tra sé il biondino.

‹‹ Oh, non so esattamente come funziona ma Vexen è uno scienziato, o almeno lui si definisce così. Quei guanti sono una sua invenzione. ››, pronunciò Axel intuendo la domanda incompiuta del biondo.

Intanto i tre circensi completarono la loro eccellente esibizione con salti e capriole dileguandosi dallo spettacolo dopo che una cascata di polvere di ghiaccio era esplosa maestosamente per tutto il palcoscenico grazie alle capacità dello “scienziato”.

‹‹ Beh…ora tocca a me. Augurami buona fortuna. ››, annunciò.

‹‹ B-Buona fortuna Axel. ››

‹‹ Fortuna? Secondo te, con le mie indiscusse capacità, ho bisogno di fortuna, baby? ››, disse confondendo il ragazzo che capì dopo poco la sua presa in giro.

‹‹ Ora vado, non li senti? Stanno acclamando il grande Dancing Flames! ››, avvicinò le mani a coppa verso la sua bocca, simulando delle urla da stadio e dopo avergli fatto l’occhiolino si incamminò sul palco sfilandosi la maglietta a maniche corte color fumo che indossava.

 

Il petto di Axel era chiaro ma era segnato da delle macchie che avevano tutta l’impressione di essere vecchie cicatrici che si era procurato con il tempo…

Roxas lo vide sfregarsi le mani compiaciuto e afferrando due lunghe cordicelle di cuoio, che erano state posizionate prima, insieme a una torcia infuocata da Marluxia durante il cambio di turno, iniziò a farle roteare, ai loro estremi si notavano delle sfere che spezzavano l’aria provocando un sibilo mentre Axel accelerava la velocità dei polsi.

Quando il ragazzo dai capelli rossi avvicinò le bolas alla fiaccola, le sfere presero fuoco, Roxas poteva sentire da lì il pungente odore di cui erano impregnate, l’odore del liquido infiammabile fece storcere il naso al ragazzino dai capelli biondi.

Axel iniziò a colorare il palco di rosso e arancione creando effetti di luce affascinanti, le rispettive bolas di ogni cordone sembravano sul punto di intrecciarsi l’una con l’altra, cosa che non capitava mai, il circense ci stava prendendo gusto nel allargare e accorciare le circonferenze a secondo dei movimenti che gli imponeva ma aveva una determinata scadenza da rispettare, iniziò a eseguire delle mosse in perfetto stile capoeira, volteggiava armonicamente insieme alle sue bolas, eseguiva anche capriole inverosimili senza che le sfere brucianti gli sfiorassero la pelle, era affascinante. Estremamente. Anche se il piccolo Roxas, ancora con il fiato bloccato nei suoi polmoni giustificava le sensazioni che provava in ammirazione. Mentre il circense con una mano cercava di attirare ancor più l’attenzione su di sé, con l’altra faceva spegnere le tre sfere legate ad una delle due corde che padroneggiava, immergendole in una scodella piena di liquido, con la mano ormai libera, prese - senza destare troppa attenzione - la bottiglietta legata alla sua cinta, ne bevve un sorso e con le guance piene di quella sostanza ignota spruzzò tutto il contenuto in aria mentre con la mano che teneva salda il laccio di cuoio, indirizzò con un gesto rapido le bolas infuocata verso la pioggia di quel liquido che il Dancing Flames aveva nebulizzato incendiando così l’aria per alcuni istanti creando un arco infiammato proprio sulla sua testa.

Tra le grida eccitate degli spettatori, il circense depose anche l’altro cappio che legava le bolas dopo averle spente come le precedenti, afferrò un lungo bastone alle cui estremità si trovavano due appendici che come le bolas erano pronte ad incendiarsi.
Axel fece volteggiare il bastone creando una grande circonferenza infuocata che portò le mani del piccolo Roxas a stringersi sul tessuto della tenda, non sapeva se essere spaventato o affascinato da quelle lingue di fuoco.

Lo spettacolo stava per volgere al finale così il fulvo si preparò per il gran finale, iniziò a far girare con una mano ancor più rapidamente il bastone, questo prendendo velocità  iniziò a spostarsi quasi da solo dal palmo al dorso della mano e tramite movimenti meccanici che con la pratica erano diventi piuttosto fluidi avvicinò l’asta pericolosamente vicino al volto, questa si spostò magistralmente attorno al collo del fulvo, quando il rigido giro che compì il bastone fu svolto, Axel l’afferrò con l’altra mano e sempre con un morbido movimento si portò una delle due estremità in bocca spegnendola, il suo volto era rilassato, quasi sembrasse che si stesse gustando un fresco gelato anziché una palla incandescente che rischiava di fottergli il palato e la trachea!

Roxas era immobile come una statua di freddo marmo, quando era andato ad assistere allo spettacolo con l’orfanotrofio il Dancing Flames aveva fatto tutt’altro spettacolo, meno d’impatto, il pubblico però reagì in ben altra maniera, era estasiata dallo spettacolo entusiasmante che aveva eseguito quella serata.

Axel eseguì un inchino di riconoscenza, grato per tutti quegli applausi a lui rivolti, e allontanandosi dal palcoscenico vide le pupille dilatate di un Roxas suggestionato che si nascondeva dietro la tenda rosso porpora.

Gli sorrise dolcemente, era un cuccioletto impaurito, era strano che era lo stesso ragazzo che quel pomeriggio lo aveva preso a parole e che gli aveva fatto venire un esaurimento nervoso nel negozio d’abbigliamento.

‹‹ Piaciuto lo spettacolino? ››, domandò accarezzandogli i capelli morbidi.

La voce di Xemnas che ringraziava il pubblico accompagnava il flebile accenno della testa del biondino.

‹‹ Mi fa piacere…››

Roxas gli sorrise amabile e per un attimo, l’istinto di strapazzarlo tutto lo colpì inaspettatamente.

‹‹ Ora c’è il saluto generale di tutti gli “artisti”, tu aspetta ancora un po’, va bene? ››

‹‹ D’accordo. ››

Così Axel si allontanò nuovamente insieme a tutta la compagnia del Circus XIII per ricevere gli ultimi applausi che avrebbero ricevuto quella sera.


*****

 

Angolino Autrice:

Ma salve :3 Rinnovo gli auguri di buone feste, c’è chi per perdere i rotoli di ciccia che ha accumulato ultimamente fa esercizio con macchine accessoriate e chi si limita a far sgranchire le dita su una vecchia tastiera – come me – Fufufu..

Ringrazio chi ha messo Circus XIII tra le preferite/seguite.
Passiamo alle recensioni (:

 

TsuX3: LOL, concordo per quanto riguarda la folla di fans inferocita, mano ai forconi! Prendiamolo! xD

Spero che nemmeno questo secondo capitolo ti abbia delusa, cara!

Ti auguro una buona giornata ~

Bittersweet Mel: Oh, troppo gentile. Il primo capitolo di questa storia non mi è piaciuto granché, comunque sia, ti ringrazio. Per quanto riguarda i caratteri ho cercato di rendere alcuni dei pg più IC possibili mentre per altri – Marluxia *coff coff* - mi sono sbizzarrita a renderli OOC.

Sì, mi piace mettere riferimenti veramente presenti nel gioco, lo potrai notare anche più in là se la storia non ti stancherà prima xD

Buon proseguimento di giornata (:

 

Non penso ci sia altro da aggiungere. Ringrazio tutti coloro che si sono soffermati a leggere ^^

Rinnovo il nostro appuntamento al 15 Febbraio con il terzo capitolo del Circus…

Chu~

   
 
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