1.
Just be friends…
Mondo-Scena ›› 1. # 2
Arrivati al tendone Roxas capì che
c’era una certa elettricità che vibrava nell’aria. Tutti si
muovevano freneticamente e quando stava per chiedere ad Axel cosa stesse
accadendo vide che sul suo volto si era creato un ghigno.
‹‹ Axel? ››
‹‹ Sta succedendo di nuovo.
››, disse fra sé.
‹‹ Di che stai parlando?
››, domandò sentendosi escluso dal discorso, i pensieri del
rossino si focalizzarono nuovamente sul giovane.
‹‹ Xigbar deve aver catturato un
nuovo Heartless da addomesticare per usarlo in uno dei suoi spettacoli.
››
Ora capiva il perché di tutta
quell’agitazione…
‹‹ Voglio vederlo! ››.
‹‹ Roxas, no. ››, disse
severo.
Non poteva lasciargli fare tutto quello che
desiderava, ci voleva un po’ di polso con quel ragazzo.
‹‹ E perché no, scusa?
››
‹‹ E’ pericoloso. Xigbar non
vuole nessuno fra i piedi che possa distrarre lui e quell’animale
selvaggio. ››
‹‹ Ma io non avrei distratto nessuno.
››, bofonchiò crucciato.
‹‹ Lo vedrai in seguito, forza, non
fare i capricci come i bambini piccoli. ››, così dicendo gli
pizzicò una guancia provocando lamentele da parte dell’altro.
‹‹ Axeeeeeeel!
››, urlò Marluxia correndogli incontro, era piuttosto
inquieto.
‹‹ Ehi Marl, che succede?
››
‹‹ Siamo nei pasticci! Nei pasticci!
››, gesticolò con una mano prendendo a mordere il fazzoletto
di stoffa con grossi lacrimoni che minacciavano di sgorgare giù.
‹‹ Ti vuoi spiegare?!
››
‹‹ Povero me! Povero me! Come
farò! Tu dimmi come posso fare?!
››.
Ad Axel stavano per saltare i nervi, avrebbe
voluto prendere a schiaffi quella faccia se non avesse saputo delle conseguenze
abbastanza isteriche dell’amico.
‹‹ Smettila di ripetere le cose due
volte e cerca di spiegarti! ››.
Quello si ritrasse di un passo cercando di non
scoppiare a piangere come una fontana, ‹‹ non aggredirmi.
›› pigolò con il labbro tremante, Axel si mise una mano
davanti agli occhi, non riusciva a contenere l’irritazione.
‹‹ Scusa, vuoi dirmi cosa è
capitato per ridurti in questo stato? ››.
Provando a mantenere un certo contegno dopo un
profondo respiro Marluxia si decise a sputare quel rospo che lo stava facendo
soffocare.
‹‹ Xemnas è rimasto totalmente
affascinato dal nuovo "acquisto" che ha fatto Xig,
e gli ha dato l’ordine di dedicarsi solo a quel Heartless in modo che
prima della partenza da Crepuscopoli può farlo esibire e -››
‹‹ Che cosa? Quel testa di cazzo si
è bevuto il cervello o che altro? In meno di una settimana e mezza cosa
diamine pretende?! ››
‹‹ E’ quello che gli ha urlato
Xigbar ma non ha voluto sentire obbiezioni e ora si sta scatenando un putiferio
e Xemnas se l’è presa ancora una volta con tutti, soprattutto con
il sottoscritto. ››, la voce di Marluxia ricominciò a
tremare e per evitare di scoppiare a piangere riportò il povero
fazzoletto tra i denti mentre lo strattonava con forza, frustrato.
Axel sbuffò, odiava quando le cose si
complicavano.
‹‹ Ti costerebbe così tanto
sforzarti di collaborare?! ››
‹‹ Potrei dirti la stessa cosa, sai?
E’ impossibile! Provaci tu ad addestrare una bestia simile in così
poco tempo! ››, urlò Xigbar, di solito aveva un temperamento
pacato e paziente ma sentirsi trattare da incompetente da uno sbruffone come
Xemnas era troppo.
‹‹ Io il mio lavoro lo so svolgere
appieno, cosa che a quanto pare tu non sai fare. ››
‹‹ Io per eseguire ogni tuo ordine ci
ho lasciato il mio occhio sinistro! E non intendo rischiare pure quello destro!
››
‹‹ Xigbar se il tuo capo ti dice una
cosa vuol dire che sa che hai le capacità per poterla eseguire.
››
‹‹ Taci Saix. Evita di fare il
lecchino. ››
‹‹ Non osare insultarmi razza di
troglodita. ››, s’avvampò il giovane dai capelli blu
cobalto.
‹‹ Che temperamento ragazzi, che
succede? Il vostro Axel sparisce per un paio d’ore e voi vi scorticate
vivi…l’atmosfera è così calda che ci potrei
accenderci le mie bolas. A proposito, si è fatto tardi, che ne
dite di prepararci, eh? ››.
Saix se ne andò lanciando un’ultima
occhiataccia a Xigbar.
‹‹ Xion, andiamo. ››,
ordinò alla sua povera assistente che lo seguì mesta.
‹‹ In quanto al discorso di
prima…se mi permettete di dare la mia modestissima opinione, credo che
dovreste venirvi incontro. ››.
Mai l’avesse detto, i due iniziarono a
urlare contemporaneamente frastornando il ragazzo.
‹‹ Almeno provateci, okay?
››, ribadì scuotendo la testa leggermente
stordito da quelle voci che gli avevano perforato un timpano.
‹‹ Adesso dobbiamo pensare a cosa
accadrà tra un paio d’ore. Non vorremmo fare una brutta figura
perdendo così credibilità? ››, la frecciatina era
rivolta al giovane uomo dai capelli candidi che non poteva sopportare di
rimetterci economicamente.
Era difficile per Axel dover fare da perno costante in
maniera tale da poter mantenere quel precario equilibrio che si era creato tra
la sua - il sole pensiero di utilizzare quella parola lo faceva ridere! -
famiglia.
Le cose migliori che sapeva fare, al paragone con
gli altri era il peggiore, era grato al Circus XIII per avergli dato
un’occasione per riscattarsi anche se non
riusciva ad esserne pienamente appagato.
Era diverso da quello scansafatiche di Demyx che
non aveva alcuna aspirazione, che gli bastava il minimo indispensabile per
essere contento, no. Axel non era affatto così…
La comunità l’apprezzava solo per
quelle due fesserie in cui era particolarmente dotato, ma più di
distrarre la gente dalla loro monotona vita non sapeva fare, era uno scarto
inutile, non era niente, era un Nessuno. Come tutti loro del
resto…
Lui stava là, soltanto perché non
era più solo, non era compatito anzi poteva rendersi utile a qualcuno.
‹‹ Ero così affascinato, non
siete dei comuni circensi, voi siete dei talenti innati. ››
Le parole di quella testolina bionda - Roxas, non
avrebbe più scordato quel nome -, l’avevano fatto sorridere.
Lui li apprezzava…così tanto da voler
scappare con loro.
No, un altro ragazzo che sarebbe diventato il
sollazzo di un pubblico molto annoiato, un burattino che doveva esibirsi per
gli altri, Axel non voleva, sapeva cosa si provava se alla fine dello
spettacolo gli applausi non erano sentiti, se qualcuno sbagliava la colpa
ricadeva su tutti.
Ciò l’ aveva imparato con il tempo e
l’esperienza e non voleva quel futuro per quel ragazzino così
piccolo.
‹‹ Perfetto allora. Voglio un grande
spettacolo. Niente distrazioni, ti avevo detto di parlare con il ragazzino non
di portarlo a passeggio. Questa sera non voglio neanche il più piccolo
errore da parte tua, Axel. ››, disse iracondo Xemnas, non era da
lui essere così velenoso ma quella giornata i
suoi nervi erano già stati abbondantemente messi alla prova da Xigbar.
‹‹ Axel…››,
sussurrò Marluxia che se n’era rimasto in disparte con Roxas ad
assistere la scena.
Il fulvo si voltò a guardarli, Roxas si
era stretto contro la schiena di Marluxia contrito, i piccoli pugni che si
stringevano sulla sua maglia.
‹‹ Roxas? Che ti è preso?
››, si portò verso il ragazzo che iniziò leggermente
a tremare.
‹‹ Roxas? ››, lo stesso
nome venne pronunciato contemporaneamente da due persone diverse.
Una voce stava per farsi prendere dal panico,
l’altra era incuriosita e il disappunto e la tensione che precedentemente
gli colorivano il tono scomparvero.
Non mi dire che ci è riuscito di nuovo? pensò
Xemnas guardando il ragazzo preoccupato.
E’ riuscito a far parlare il
ragazzino…perfetto. Roxas, mh? Credevo fossi
più tenace, non pensavo che avresti reso le cose tanto facili al nostro
Axy.
‹‹ Roxas che è successo? Non
tremare così! ››.
Ma più parlava,
più Roxas si agitava.
Era colpa sua, alla fine l’unica persona
che si era rivelata gentile nei suoi riguardi era stata rimproverata per lui.
Se qualcosa non fosse andato per il verso giusto, Xemnas se la sarebbe presa
con il rosso se non con lui. Era un peso, non avrebbero mai accettato di
tenerlo con loro.
Quel luogo pieno di luci, colori…e
speranze. C’erano tante speranze in quel tendone, loro potevano portarlo
via da quello schifo di posto, non sarebbe più rimasto a subire
all’interno dell’orfanotrofio. Loro potevano dargli tutto quello che
non aveva mai avuto.
Ma loro…non volevano lui.
La voce di Axel che lo chiamava era lontana ed
ovattata, gli fischiavano le orecchie.
‹‹ Ciao Roxas, sai che sei proprio
carino? Mi piace il tuo nome, anzi mi piaci proprio tu. Ti andrebbe di restare
ancora un po’ con noi? ››.
Roxas aprì gli occhi di scatto, per pochi
istanti ci vide doppio da quant’erano fortemente serrati.
Xemnas era appoggiato bellamente sulla spalla di
Axel, lo guardava affabile e speranzoso.
Prima aveva rimproverato Axel per colpa sua, ora
invece lo stava invitando a restare "ancora un po’".
I cambiamenti di umore del direttore del Circus
XIII erano da far girare la testa, cosa che effettivamente gli stava accadendo
da quanto la notizia fosse sconvolgente.
‹‹ Che cosa?!
››, gridò Axel ancora inclinato verso Roxas mentre fissava
la testa di Xemnas poggiata elegantemente su un braccio che a sua volta era
sorretto dalla sua spalla.
‹‹ Che c’è Axy? Non ti
farebbe piacere che il nostro nuovo amico assista allo spettacolo gratis?
››.
‹‹ Lo so che stai cercando di fare!
Non ti permetto di sfruttare Roxas come nuova attrazione. ››
‹‹ Nuova attrazione? Io? Mi credi
così meschino Axy? ››
‹‹ E non chiamarmi Axy, sai che la
cosa mi fa incazzare a bestia! E comunque, sì. Ti venderesti tua madre
pur di guadagnarci qualche soldo in più. ››
‹‹ Cosa che ho effettivamente fatto,
Axy. Ma lasciamo perdere il passato, pensiamo ad ora. Non penso che la cosa ti
possa riguardare, credo invece sia più giusto chiederlo al diretto
interessato, no? ››.
Axel stava per controbattere prontamente quando
l’uomo dalla pelle ambrata lo interruppe con un gesto della mano
guardando fisso negli occhi azzurri del piccolo.
‹‹ Allora Roxas, cosa rispondi?
››, non intendeva più scherzare.
Axel sapeva che Xemnas non aveva alcuno scrupolo
se di mezzo c’era il successo, per quel poco che aveva conosciuto quel
ragazzo gli augurava una vita migliore, non quel postaccio pieno solo di false
illusioni, uno scadente Paese delle Meraviglie.
Roxas fissava quegli occhi caramellati pieni di
magnetismo e se non avesse avuto certa l’impellente voglia di voler
andare via con loro, fissando quegli occhi, avrebbe tentennato a negargli
l’invito.
‹‹ Accetto. ››, disse
sicuro, sembrava che i tremori non l’avessero mai toccato, anche la voce
era chiara e a quella stessa voce lo sguardo di Xemnas si illuminò.
‹‹ Perfetto. ››,
mormorò soddisfatto allungando la mano verso quella di Roxas per sancire
il patto.
Mozzafiato.
Solo con una parola si poteva esprimere tutto
quello che su quel palco stava accadendo. Anche se presi singolarmente e visti
nella loro vita quotidiana risultavano eccentrici, durante
l’esibizione ognuno di loro appariva così fascinante che il
respiro di Roxas spesso si fermava inconsapevolmente, nonostante fosse la
seconda volta che il ragazzo assisteva allo spettacolo rimaneva sbalordito
dall’abilità in cui Demyx creava con dei grandi cerchi, enormi
bolle di sapone. Era rilassante ma allo stesso tempo avrebbe voluto lui stesso
entrare nella bolla senza farla scoppiare come aveva appena fatto il ragazzo!
Cosa che era impossibile!
Rideva, eccome se rideva…il ragazzo dai
particolari capelli biondo cenere si sentiva un dio in situazioni come quelle,
la gloria gli dava alla testa e la cosa non sembrava disturbarlo in alcun modo.
Essendo connaturata nel suo codice genetico l’indolenza, poter essere
adorato dal suo pubblico lo gasava all’inverosimile.
Era bello e particolarmente bravo nel gestire il
suo ruolo da circense e nessuno poteva metterlo in dubbio, quei sorrisi erano
tutti rivolti per lui e il suo momento di celebrità non sarebbe stato
sprecato. Era felice e se la spassava alla grande ma non si poteva dire di
esserlo stato sempre…
Demyx si considerava un pacato lago, lo stesso
lago che si affacciava davanti alla casa in campagna che aveva costruito suo
padre, mentre i suoi fratelli più grandi e il capofamiglia lavoravano
nei campi, lui si dilettava a gettare sassolini sul quel placido specchio
d’acqua, la sua infanzia era trascorsa su quelle rive, il piccolo Demyx
non avrebbe fatto altro che stare coricato sull’erba morbida del suo
terreno a fissare le nuvole che passavano mentre ascoltava innocentemente le
melodie che il vento dedicava al suo lago, baciando le sue acque e portando
sino alla riva, dove si trovava a sostare, perle fresche che gli inumidivano il
viso quando il vento soffiava un po’ troppo forte.
Poi l’incendio doloso nella sua fattoria ha
devastato tutto una notte…non era rimasto più niente. Solo cenere
e acque sporche su cui trattenersi. Il lago l’aveva salvato,
l’incendio si era inanellato tutto intorno al campo che i suoi familiari
avevano duramente arato e che portava invidia alla gente che gli stava vicino.
Si era svegliato nella sua stanza per colpa dell’odore di bruciato, tutto
stava ardendo.
Sentiva le urla di suo padre che incitava i figli
a scappare, Demyx era pietrificato nel suo letto, non riusciva a spostarsi, era
troppo piccolo per sapere cosa avrebbe dovuto fare senza il consenso dei
suoi…poi la porta si spalancò e ne uscì la sua vissuta
madre che tossendo per il fumo, lo abbracciò protettiva con gli occhi
lucidi per colpa del calore che attanagliava la casa.
‹‹ Demy! Va al lago. Entra in acqua e
aspetta che qualcuno ti venga in soccorso! ››
Demyx non sapeva perché la gente avrebbe dovuto andare in soccorso proprio a lui e non a
tutti gli altri, sua madre prese la bottiglia d’acqua che il bambino
usava per bere la notte e gliela versò addosso, rabbrividì per
quell’improvvisa mossa da parte dell’anziana donna, ella lo prese
in braccio e percorse le scale in fiamme stringendolo a sé,
proteggendolo dalle lunghe lingue ustionanti riuscendo ad allontanarsi
dall’uscio di casa.
‹‹ Demy corri! ››, lo
incitò lasciandolo cadere in terra ma il piccolo si fermò ad
attenderla.
‹‹ Vai ti ho detto! Devo aiutare tuo
padre! ››…quelle furono le ultime parole che sentì il
giovane da parte dell’acciaccata madre.
Si gettò nelle fredde acque del lago che
lo protessero dall’incendio.
Lui era il più piccolo ed indifeso, non
era d’aiuto alla famiglia ma era sopravvissuto, gli altri no.
Ricordava molto poco
della sua infanzia, una delle poche cose che rimpiangeva era il suo amato lago,
però ricordava alla perfezione come entrò a far parte della
compagnia itinerante diretta dal giovane Xemnas, non sapeva fare granché
Demy ma era capace di gestire in modo appropriato tutto ciò che
derivasse dall’acqua. Elemento che gli salvò la sua giovane vita
anni prima…e ora si trovava su quel palco, a condividere quel suo piccolo
pregio con gli altri che lo guardavano allibiti e che lo spronavano con caldi
applausi.
Mentre Demyx si trovava imprigionato in
quell’effimera gabbia, iniziò a creare tante piccole bolle al suo
interno, poteva affogare fra tutte quelle perle evanescenti che lo immergevano, poi…con un esile
tocco, fece esplodere la grande bolla in cui erano imprigionati e le tante
figlie riempirono la sala del circo procurando urla di stupore e risate
incontenibili.
La platea si riempì di mani svolazzanti
che cercavano di raggiungere le bolle di sapone che volteggiavano, danzando
quasi a passo di valzer, per un attimo anche Roxas, che assisteva dietro le
quinte si trovò con una mano protesa in aria, quando si accorse della
stupidità del suo gesto l’abbassò a stringere il cordone
rosso che legava un lembo della tenda che divideva il palco dal retroscena.
Demyx era in pieno delirio di onnipotenza ed anche se forse esagerava nel suo
dimostrare entusiasmo, la cosa sembrava non infastidire il pubblico che, in
quel momento, l’osservava creare enormi sfere.
Al fianco di Roxas, nel frattempo, era comparso
un uomo dai tratti molto pungenti, i capelli lunghi e chiari gli incorniciavano
il volto magrissimo e silenziosamente entrò sul palco lanciando alla
ragazza che lo seguiva un’occhiata di intesa, la giovane era vestita
solamente di un body rosa acceso, pieno di strass decorativi, i capelli biondi
le cadevano fino al collo esile e due ciuffi color oro guizzavano come antenne,
portate indietro in maniera molto coreografica.
Gli occhi della ragazza lo incenerirono e sulla
fronte nivea comparve una ruga di cipiglio.
‹‹ Che hai da fissare moccioso? Evita
di sbavare o qualcuno rischierà di scivolare in terra. Ma dove siamo,
all’asilo nido? ››, Roxas a quelle parole si sentì
profondamente mortificato e abbassò gli occhi pieno
di vergogna, quell’atto non gli permise di ammirare come l’uomo
apparso da poco sul palco, congelava magistralmente una grande bolla di sapone,
creata poco prima da Demyx, con degli strani guanti refrigeranti.
La giovane gli lanciò uno sguardo
piuttosto presuntuoso prima di presentarsi sul palco eseguendo eleganti ruote,
raggiunta la sfera cristallizzata dal ghiaccio ci salì sopra senza
dimostrare alcuna titubanza e iniziò a percorrere tutto intorno gli spalti, come se la cosa non fosse già
abbastanza complicata di per sé, Demy iniziò a creare globi
abbastanza grandi da divenire delle palle da giocoliere grazie all’aiuto
repentino del compagno, che dopo aver refrigerato le bolle, le passava alla
ragazza che intenta a mantenere l’equilibrio faceva volteggiare sopra la
sua testa le sfere.
‹‹ Larxene è una
stronza…››, la mano di Axel che si appoggiò
inaspettata sulla sua spalla lo fece irrigidire per un attimo, si era
spaventato, ‹‹…ma è indubbiamente bravissima. ››
‹‹ Già…››,
mormorò ripensando alle parole scottanti che gli aveva riferito.
‹‹ Anche se l’aiuto di Demyx e
Vexen è essenziale. ››.
Roxas fissò gli strani guanti che
avvolgevano le mani di Vexen, emanavano uno strano alone tutto intorno.
‹‹ Ma come…? ››,
mormorò tra sé il biondino.
‹‹ Oh, non so esattamente come
funziona ma Vexen è uno scienziato, o almeno lui si definisce
così. Quei guanti sono una sua invenzione. ››,
pronunciò Axel intuendo la domanda incompiuta del biondo.
Intanto i tre circensi completarono la loro
eccellente esibizione con salti e capriole dileguandosi dallo spettacolo dopo
che una cascata di polvere di ghiaccio era esplosa maestosamente per tutto il
palcoscenico grazie alle capacità dello “scienziato”.
‹‹ Beh…ora tocca a me. Augurami
buona fortuna. ››, annunciò.
‹‹ B-Buona fortuna Axel.
››
‹‹ Fortuna? Secondo te, con le mie
indiscusse capacità, ho bisogno di fortuna,
baby? ››, disse confondendo il ragazzo che capì dopo poco la
sua presa in giro.
‹‹ Ora vado, non li senti? Stanno
acclamando il grande Dancing Flames! ››, avvicinò le mani a
coppa verso la sua bocca, simulando delle urla da stadio e dopo avergli fatto
l’occhiolino si incamminò sul palco sfilandosi la maglietta a
maniche corte color fumo che indossava.
Il petto di Axel era chiaro ma era segnato da
delle macchie che avevano tutta l’impressione di essere vecchie cicatrici
che si era procurato con il tempo…
Roxas lo vide sfregarsi le mani compiaciuto e
afferrando due lunghe cordicelle di cuoio, che erano state posizionate prima,
insieme a una torcia infuocata da Marluxia durante il cambio di turno,
iniziò a farle roteare, ai loro estremi si notavano delle sfere che
spezzavano l’aria provocando un sibilo mentre Axel accelerava la
velocità dei polsi.
Quando il ragazzo dai capelli rossi
avvicinò le bolas alla fiaccola, le sfere presero fuoco, Roxas poteva
sentire da lì il pungente odore di cui erano impregnate, l’odore
del liquido infiammabile fece storcere il naso al ragazzino dai capelli biondi.
Axel iniziò a colorare il palco di rosso e
arancione creando effetti di luce affascinanti, le rispettive bolas di ogni
cordone sembravano sul punto di intrecciarsi l’una con l’altra,
cosa che non capitava mai, il circense ci stava prendendo gusto nel allargare e accorciare le circonferenze a secondo dei
movimenti che gli imponeva ma aveva una determinata scadenza da rispettare,
iniziò a eseguire delle mosse in perfetto stile capoeira, volteggiava
armonicamente insieme alle sue bolas, eseguiva anche capriole inverosimili
senza che le sfere brucianti gli sfiorassero la pelle, era affascinante.
Estremamente. Anche se il piccolo Roxas, ancora con il
fiato bloccato nei suoi polmoni giustificava le sensazioni che provava in
ammirazione. Mentre il circense con una mano cercava di attirare ancor
più l’attenzione su di sé, con l’altra faceva
spegnere le tre sfere legate ad una delle due corde che padroneggiava,
immergendole in una scodella piena di liquido, con la mano ormai libera, prese
- senza destare troppa attenzione - la bottiglietta legata alla sua cinta, ne bevve
un sorso e con le guance piene di quella sostanza ignota spruzzò tutto
il contenuto in aria mentre con la mano che teneva salda il laccio di cuoio,
indirizzò con un gesto rapido le bolas infuocata verso la pioggia di
quel liquido che il Dancing Flames aveva nebulizzato incendiando così
l’aria per alcuni istanti creando un arco infiammato proprio sulla sua
testa.
Tra le grida eccitate degli spettatori, il
circense depose anche l’altro cappio che legava le bolas dopo averle
spente come le precedenti, afferrò un lungo bastone alle cui
estremità si trovavano due appendici che come le bolas erano pronte ad
incendiarsi.
Axel fece volteggiare il bastone creando una grande circonferenza infuocata che
portò le mani del piccolo Roxas a stringersi
sul tessuto della tenda, non sapeva se essere spaventato o affascinato da
quelle lingue di fuoco.
Lo spettacolo stava per volgere al finale
così il fulvo si preparò per il gran finale, iniziò a far
girare con una mano ancor più rapidamente il bastone, questo prendendo
velocità iniziò
a spostarsi quasi da solo dal palmo al dorso della mano e tramite movimenti
meccanici che con la pratica erano diventi piuttosto fluidi avvicinò
l’asta pericolosamente vicino al volto, questa si spostò
magistralmente attorno al collo del fulvo, quando il rigido giro che
compì il bastone fu svolto, Axel l’afferrò con
l’altra mano e sempre con un morbido movimento si portò una delle
due estremità in bocca spegnendola, il suo volto era rilassato, quasi
sembrasse che si stesse gustando un fresco gelato anziché una palla
incandescente che rischiava di fottergli il palato e la trachea!
Roxas era immobile come una statua di freddo
marmo, quando era andato ad assistere allo spettacolo con l’orfanotrofio
il Dancing Flames aveva fatto tutt’altro spettacolo, meno
d’impatto, il pubblico però reagì in ben altra maniera, era
estasiata dallo spettacolo entusiasmante che aveva eseguito quella serata.
Axel eseguì un inchino di riconoscenza,
grato per tutti quegli applausi a lui rivolti, e allontanandosi dal palcoscenico
vide le pupille dilatate di un Roxas suggestionato che
si nascondeva dietro la tenda rosso porpora.
Gli
sorrise dolcemente, era un cuccioletto impaurito, era strano che era lo stesso
ragazzo che quel pomeriggio lo aveva preso a parole e che gli aveva fatto
venire un esaurimento nervoso nel negozio d’abbigliamento.
‹‹ Piaciuto lo spettacolino?
››, domandò accarezzandogli i capelli morbidi.
La voce di Xemnas che ringraziava il pubblico
accompagnava il flebile accenno della testa del biondino.
‹‹ Mi fa piacere…››
Roxas gli sorrise
amabile e per un attimo, l’istinto di strapazzarlo tutto lo colpì
inaspettatamente.
‹‹ Ora c’è il saluto
generale di tutti gli “artisti”, tu aspetta ancora un po’, va
bene? ››
‹‹ D’accordo. ››
Così Axel si allontanò nuovamente
insieme a tutta la compagnia del Circus XIII per ricevere gli ultimi applausi
che avrebbero ricevuto quella sera.
*****
Angolino
Autrice:
Ma salve :3 Rinnovo gli auguri di buone feste, c’è
chi per perdere i rotoli di ciccia che ha accumulato ultimamente fa esercizio
con macchine accessoriate e chi si limita a far sgranchire le dita su una
vecchia tastiera – come me – Fufufu..
Ringrazio
chi ha messo Circus XIII tra le preferite/seguite.
Passiamo alle recensioni (:
TsuX3:
LOL, concordo per quanto riguarda la folla di fans
inferocita, mano ai forconi! Prendiamolo! xD
Spero
che nemmeno questo secondo capitolo ti abbia delusa, cara!
Ti
auguro una buona giornata ~
Bittersweet Mel: Oh, troppo gentile. Il primo
capitolo di questa storia non mi è piaciuto granché, comunque
sia, ti ringrazio. Per quanto riguarda i caratteri ho cercato di rendere alcuni
dei pg più IC possibili mentre per altri –
Marluxia *coff coff* - mi
sono sbizzarrita a renderli OOC.
Sì,
mi piace mettere riferimenti veramente presenti nel gioco, lo potrai notare
anche più in là se la storia non ti stancherà prima xD
Buon
proseguimento di giornata (:
Non
penso ci sia altro da aggiungere. Ringrazio tutti coloro che si sono soffermati
a leggere ^^
Rinnovo
il nostro appuntamento al 15 Febbraio
con il terzo capitolo del Circus…
Chu~