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Autore: Tactolien    02/01/2012    2 recensioni
La mia prima EFP del Mondo Emerso. Spero che vi piaccia.
Il posto era già ghermito di gente di tutte le razze: uomini, gnomi e qualche ninfa non troppo a suo agio.
La donna sorrise: con tutta quell'etnia riunita lì, nessuno avrebbe fatto caso a lei o ai suoi occhi viola
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sapeva benissimo dove andare.

Aveva incrociato il Tempio di Thenaar poco tempo dopo essere arrivata
a Makrat, ma non ci era mai entrata veramente.

L'edificio era stato ristrutturato da poco, l'esterno adornato che le statue
di varie divinità minori e in più avevano cambiato il vecchio portone, con
uno di un legno più scuro pieno di fregi arabeschi.

Raftela non ci badò molto: aveva visto di meglio. I templi della sua città
natale erano molo più grandiosi ed elaborati.

Smontò dalla groppa di Fafnir e mosse i primi passi verso l'entrata.
Stavolta non avrebbe sbagliato.

L'interno invece la colpì subito. Ampio, spazioso e luminoso, più di quanto sembrasse da fuori. Piena di lucidi banchi di legno e alte colonne di marmo bianco. E poi c'era anche quella grande statua del dio della distruzione e della rinascita con la spada e la folgore in mano, che sembrava sorvegliare il tutto, rendendo il posto ancor più solenne.

"Shevraar. Mio Signore. La mia famiglia era molto devota al tuo culto,
prima che ci negassero l'accesso al tempio".

Fermò una giovane sacerdotessa che accompagnava un gruppo di bambini
in giro per l'oratorio.

- Mi perdoni...- la fermò lei, cercando di nascondere il suo strano accento straniero - Sto cercando il Supremo Officiante, Theana-.

La ragazza sembrò rattristarsi.

- Le spoglie della Somma Theana sono custodite nella nostra cripta, ma
non è consentito l'accesso al pubblico-.

Raftela sussultò. Spoglie? Cripta?.

- E' morta?!-

- Sì, di malattia due anni fa. Ormai era molto anziana, la sua salute
non ha retto-.

L'altra annuì distrattamente. Chiuse gli occhi e respirò a fondo.
Non doveva darsi per vinta, sicuramente quella Theana non era l'unica a
sapere dove fosse il Talismano.

- Maestra Dalia- chiamò uno dei bambini, tirandole la gonna della
lunga tunica - Noi vogliamo vedere la Lancia-.

Sobbalzò.

"La Lancia di Dessar!" urlò qualcosa nella sua mente.

Senza pensarci due volte... Raftela seguì la sacerdotessa e i bambini.

Percorsero tutto il tempio fino ad arrivare a un lungo e stretto corridoio
poco illuminato, e quando sbucarono in un'ampia sala di marmo
bianco... si fermò di colpo.

Sgranò gli occhi nell'ammirare il patrimonio magico custodito lì.

In tre nicchie ovali, messe per il verticale, stavano in bella mostra una
lancia dall'acuminata punta bianca e il fusto decorato a foglie che sembrava splendere di vita propria.

La Lancia di Dessar.

Un pugnale dalla lama nera, con una striscia di Lacrima bianca al centro.
L'elsa rossa, decorata con boccioli di rosa.

Il Pugnale di Phenor.

E infine... un medaglione rotondo con otto pietre intorno, più una
nona incrinata al centro. Tutte quante grigie e prive di luce.

Raftela quasi addolcì lo sguardo.

Il Talismano del Potere: da molti anni oggetto del suo desiderio.

Tra tutti quei manufatti... troneggiavano di guardia le statue di Shevraar e Phenor: due facce della stessa medaglia. Dove uno distruggeva, l'altro ricostruiva e viceversa.

"La Lancia e il Pugnale hanno un potere assai maggiore del Talismano" pensò la Maga, muovendo qualche passo in avanti "Ma sono creazioni
divine fatte solo per i Consacrati, mentre il Talismano è accessibile a
chiunque. Messo al mondo millenni fa per fronteggiare il nemico
del Grande Deserto".

D'improvviso... andò a sbattere contro qualcosa che le impedì di avvicinarsi.

- Ma che...?- tese la mano.

C'era qualcosa davanti a lei. Lo sentiva proprio sotto il palmo. Invisibile, ma c'era.

Un qualche genere di barriera.

"Bè... avrei dovuto prevederlo. Dovranno pur proteggere i loro
tesori dai ladri"
sorrise compiaciuta "Peccato che certe cose non funzionino
con me".

Concentrando i suoi poteri sulla mano destra, la donna cominciò a
sondare la protezione magica cercando punti di cedimento.

Non ne trovò. L'incantesimo intorno alle reliquie era indubbiamente
opera di un Mago potente ed esperto.

Raftela non si fece scoraggiare "Non importa, posso sempre sfondarla
con la forza".

Un fulmine grigiastro si snodò dalle sue dita, facendo forza sulla barriera.

- Avanti- sibilò a denti stretti - Non costringermi a far crollare tutto il tempio-.

Vi fu un lampo di luce.

La Maga si sentì respingere con tanta forza da farla cadere a terra.

- Impossibile!- si disse, scrutando l'alone lunimescente che si muoveva
come un velo elastico, per poi tornare immobile e invisibile nel giro di
pochi secondi.

- Argh...- gemette lei, guardandosi la mano.

Arrossata e fumante. La fissò a lungo, stupita. Com'era potuto accadere?!
Proprio a lei, poi!.

- Ehi, che succede!?- la raggiunse Dalia, attirata dal bagliore luminoso.

La vide a terra.

- Si è fatta male, signorina?- chiese, aiutandola ad alzarsi.

Raftela si sottrasse bruscamente, cercando di nascondere la mano ferita.

- E' andata a sbattere contro la barriera?-.

L'altra sussultò. Come mai quella sacerdotessa riusciva a passare come niente fosse?.

- Sì- rispose smielando la voce con aria ingenua - Volevo vedere le reliquie
più da vicino-

- Mi dispiace, signorina, ma solo i Fratelli della nostra congrega possono farlo-.

La guardò perplessa - Ma... tutti quei bambini, allora?-.

Dalia sorrise - Quelli sono i nostri orfani. Vivono con noi e ci prendiamo
cura di loro-

- Verranno istruiti al culto?-

- Sì, ma quando saranno più grandi potranno decidere se restare oppure no.
Intanto noi cerchiamo anche di trovar loro una famiglia-

- Se posso chiedere... chi l'ha eretta questa barriera?- non era pura curiosità.
Se avesse trovato il Mago responsabile... avrebbe potuto costringerlo ad abbassarla.

- E' stata la Somma Theana. Diceva che queste sono armi che possono
portare il Mondo Emerso sull'orlo dell'abisso. Ha consumato tutta la sua
energia magica per questa barriera, prima di ammalarsi. Adesso neanche un Marvash riuscirebbe a distruggerla. Per mesi abbiamo portato il lutto-.

 

Cercando di nascondere la rabbia dietro una maschera d'indifferenza, Raftela
non potè far altro che uscire dal tempio. Aveva bisogno d'aria per riflettere.

"Maledizione. Questa non ci voleva".

Era chiaro che attraversare la barriera era fuori discussione. E per farlo
sarebbe dovuta diventare un membro dei Fratelli della Folgore, ma ci sarebbe voluto troppo tempo e tutti avrebbero cominciato a sospettare.

"Senza contare che dovrei abbandonare la mia casa e i miei Fammin".

Non riuscì a trattenere un ultimo sguardo all'interno del tempio, dove i bambini, tutti agghindati allo stesso modo, ammiravano estasiati statue e dipinti.

La Maga li guardò vagamente disgustata. Non le erano mai piaciuti i bambini. Nella sua terra d'origine non facevano altro che insultarla e lanciarle sassi
quando la vedevano passare per strada.

Poi... un lampo.

Si voltò di scatto. Gli occhi fissi su di loro.

"Intanto noi cerchiamo anche di trovar loro una famiglia" aveva detto Dalia.

Sorrise compiaciuta. Finalmente un piano degno di lei.

 

Ritornò a palazzo in volo.

Subito accolta da alcuni Fammin, Raftela si fece preparare un bagno caldo.

Fosse stato per lei... avrebbe dato inizio al suo piano anche subito, ma c'erano ancora parecchie cosa da sistemare.

Si guardò allo specchio. Era ora di togliersi quella robaccia dalla testa.

Si sciacquò, massaggiandosi profondamente la cute.

Poco a poco... l'acqua della vasca cominciò a tingersi dello stesso colore della tintura per capelli.

Da castani... quelli non ci misero molto a tornare di uno splendido e lucido verde intenso.

Raftela sorrise. I suoi capelli.

Capelli da Elfo.

 

  
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