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Autore: iusip    20/08/2006    2 recensioni
Scozia,anno 1235. La Scozia è divisa in due parti:da una parte ci sono i conquistatori normanni,fedeli al re d'Inghilterra...dall'altra gli indomiti scozzesi,fieri e combattivi. Lady Kaori sogna di sposare un biondo normanno...ma il destino,si sa,è spesso capriccioso...
Genere: Romantico, Avventura, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter, Umibozu/Falco
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Non era riuscito a resistere alla tentazione di avvicinarsi alla sua finestra per osservare meglio la sorella del suo nemico.
Nonostante il suo fedele compagno Umibozu gli avesse detto che stava commettendo una sciocchezza e che si sarebbe fatto scoprire e uccidere, Ryo aveva desiderato guardarla, pur rendendosi conto con un pizzico di disagio del tutto fuori luogo di violare la sua intimità. “Desiderato” era il termine giusto, perché quando aveva visto la donna affacciata alla finestra,coperta solo da quel tessuto impalpabile…un violento desiderio l’aveva assalito,il desiderio di andare in quella stanza,gettarla sul letto e farla sua. Per un attimo aveva anche accarezzato l’idea,precisamente quando si era accorto che a causa del leggero venticello i capezzoli della donna si erano induriti premendo contro la sottile stoffa della sua camicia da notte.
Poi, per fortuna, aveva riacquistato la sua proverbiale freddezza e aveva capito che tentare di entrare in quella fortezza sarebbe stato un suicidio. Le donne,d’altronde,non gli mancavano di certo…nel suo clan era noto per il successo che riscuoteva tra le donne, che a volte lo pregavano addirittura di farle entrare nel suo letto. Tuttavia, nessuna donna gli aveva mai suscitato un simile desiderio…sicuramente ciò era dovuto al fatto che il pensiero di portarsi a letto la sorella del suo nemico lo aveva eccitato oltre ogni misura, proprio come lo eccitavano tutte le battaglie. Era certamente per questo, e non per la malinconia di quel dito che tracciava arabeschi su quel vetro appannato…era forse ammattito? Cosa stava pensando, per Dio? Un ghigno malvagio curvò le sue labbra sensuali…sapeva il modo migliore per allontanare il pensiero ossessivo di quella donna alla finestra…
Il suo piano prevedeva che avrebbe dovuto rapire la sorella di Hideyuki,di cui non conosceva nemmeno il nome,per vendicarsi dell’uccisione di suo padre per mano del padre della ragazza. Suo padre, Shin Kaibara, era morto valorosamente in battaglia,come si conveniva ad ogni scozzese degno di quel nome, trafitto dalla spada di Makimura. Era suo dovere vendicarlo, e quale miglior vendetta del rapimento dell’amata sorellina di Hideyuki? Il piano non prevedeva cosa avrebbe dovuto farne di lei una volta rapita…Ryo aveva pensato di ucciderla,ma ora si stava ricredendo…avrebbe prima utilizzato il suo bel corpicino solo per il proprio piacere…possedendola, il suo desiderio fisico sarebbe stato soddisfatto e lui avrebbe allontanato il pensiero di quella giovane e malinconica donna dalla sua mente. Poi,dopo averle rubato l’innocenza e averla rovinata socialmente,giacchè nessun uomo avrebbe più voluto sposarla…beh,poi l’avrebbe cacciata o l’avrebbe uccisa. Ryo sorrise soddisfatto. Il suo ragionamento non faceva una piega. Sapeva che il giorno dopo la altezzosa signorina avrebbe annunciato il nome del suo sposo…e sapeva pure che molto probabilmente il prescelto sarebbe stato Lord Mick Angel. Conosceva quell’uomo e, nonostante ora Mick fosse diventato un disgustoso damerino, Ryo non dimenticava che in passato era stato un abile guerriero, bravo forse quanto lui con la spada. Per questo motivo, Ryo non poteva permettere che la ragazza sposasse Mick…sapeva ciò di cui Mick era capace e non poteva permettersi di fallire. Aveva pianificato ed aspettato la sua vendetta da troppo tempo. Doveva agire, e subito. Avrebbe dovuto rapirla la mattina dopo, approfittando della passeggiata che la ragazza era solita fare ogni mattina in riva al lago. In quel momento era sola,lo sapeva perché la sorvegliava da un po’ e aveva scoperto tutte le sue abitudini.
I suoi pensieri,sfuggendo al suo ferreo controllo,tornarono alla ragazza. Certo che era davvero molto bella..non sensuale o eccessivamente formosa come moltissime altre donne che lui aveva conosciuto…ma delicata,eterea. Quei corti capelli rossi le conferivano un’aria sbarazzina,mentre gli occhioni castani la facevano assomigliare ad un folletto…o,meglio,ad una ninfa dei boschi. Tuttavia sapeva che la sua dolcezza e la sua fragilità erano solo apparenti…aveva sentito dire che la ragazza aveva un bel temperamento e che era in grado di tener testa a qualsiasi uomo. Ma i normanni,riflettè Ryo, non erano come gli scozzesi. Erano deboli ed insignificanti se confrontati con la forza,il valore e l’onore scozzesi. Lui era uno scozzese, un fiero temerario scozzese, e non si sarebbe mai fatto dominare da una stupida femmina, e per di più normanna. Sarebbe stato lui a domare lei…anche a letto. Ryo sorrise nuovamente e si apprestò a tornare nelle stalle,dove da qualche giorno si stava nascondendo con il suo compagno Umibozu, aspettando l’occasione giusta per portare a termine la sua vendetta. Era fortunato ad avere un compagno valoroso e fedele come Umi,pensò Ryo. Il suo amico era cieco a causa di una ferita riportata in guerra.
Causata,guarda caso, da un normanno. L’odio di Ryo verso i suoi nemici si accrebbe ancora più ripensando al suo amico, che era quasi morto a causa di quella ferita. Certo,si era salvato grazie alle cure esperte della guaritrice,ma aveva perso la vista,che dei cinque sensi era forse il più importante per un guerriero. Umibozu, tuttavia, era riuscito ad affinare nel corso del tempo tutti gli altri sensi, fino al punto di riuscire perfettamente a combattere nonostante la sua cecità. Era il suo uomo migliore, uno dei più valorosi e dei più abili in guerra. E poi era suo amico. Umi era stato il suo primo maestro di spada, e Ryo non avrebbe mai potuto abbandonarlo dopo l’incidente perché, tutto sommato, gli voleva bene come ad un fratello. I due litigavano spesso, insultandosi a vicenda e prendendosi in giro,ma sempre bonariamente. Se uno dei due avesse avuto bisogno di una mano,l’altro non avrebbe esitato ad aiutarlo. Era per questo che Umi,nonostante non fosse d’accordo con lui riguardo alla sua vendetta contro i normanni,l’aveva comunque seguito ed aiutato.
Entrato nella stalla, lo trovò per terra, addormentato pesantemente e coperto dall’unica grezza coperta di lana che i due avevano a disposizione. “Ehi, Umi, scimmione,dammi un po’ di coperta”,sussurrò Ryo scuotendo le spalle del gigante. Che,nemmeno a dirlo,non si mosse di un millimetro. Rassegnato all’idea di dormire al freddo, Ryo si stese per terra e cercò di prendere sonno. Distratto dal pensiero di un paio di occhi color cannella,ci mise più del previsto ad addormentarsi…
  
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