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Autore: Liberty89    03/01/2012    4 recensioni
Fan Fiction vincitrice del 3° Gold Fiction Contest, indetto dal Fan Fiction World Forum.
Questa storia è stata catalogata come un "must", ed è pertanto consigliata a tutti i lettori.

Il Regno massimo
Chiamerà l’ultimo cuore prescelto.
Un cuore in costante pericolo
Perché il confine che lo separa dal buio
È fragile,
Come il cristallo.
La Via del Tramonto
Sarà accompagnata da una chiave oscura,
Creata dal Regno supremo stesso,
Poiché il tramonto conduce alle tenebre.

-Dal capitolo 24-
Un nuovo nemico minaccia la pace dei mondi e i prescelti del keyblade partiranno per una nuova avventura, in compagnia di un nuovo custode, un personaggio inventato (o quasi) dalla mia pazza mente!In questa fic s'incroceranno le trame di alcuni noti anime e film d'animazione, per cui saranno presenti spoiler su di essi, in ogni caso avviserò quando verrà l'occasione. Come generi ho messo i principali, ma qui dentro ci sarà di tutto: dalla drammaticità alla demenza pura xD nonché alcuni cenni di vita reale ^^ Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sclero di una notte di mezza estate'
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Buona sera e buon anno (in ritardo, ma datemelo buono su ù.ù) a tutti!!! Ebbene sì, sono ancora viva e laureata xD Vi chiedo perdono per essere sparita ancora una volta, però tra la laurea, altre faccende personali, l'ispirazione partita per i caraibi senza di me, l'uscita dello special e tante altre cose che sono successe... davvero la mia voglia di scrivere è quasi svanita del tutto... per la mancata sparizione e il mio improvviso ritorno ringraziate due persone che mi sono state vicine sostenendomi e compiendo il miracolo poco più di due giorni fa ù.ù
Ora però passiamo al capitolo che mi accingo a postare ù.ù Avevamo lasciato Jessie e compagni con Inuyasha e il suo gruppo, mentre all'ormai abbandonato castello di Malefica, Xaldin alle prese con il Ritornante traditore: come sarà finita in questi due scenari? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!


Capitolo 75: Fiore rosso x viscida Oscurità x Luce perduta


Xaldin indietreggiò, schivando l’ennesimo fendente della lama nemica e aumentò la presa sulla lancia che teneva tra le mani. Gettò una rapida occhiata attorno a sé, accorgendosi solo in quel momento che durante lo scontro, si erano spinti verso l’ingresso del corridoio, che dava direttamente sulle scale del salone d’ingresso.
Fu la tetra risata dell’avversario a risvegliarlo dal suo esame e a richiamare l’attenzione delle sue iridi viola. Richiamò altre due lance, le ultime che gli erano rimaste insieme a quella che teneva in mano, e le fece galleggiare ai suoi fianchi, mentre evocava un turbine di vento che lo sollevò dal pavimento. Non ricordava che il rosato fosse a quel livello quando erano ancora compagni e si sentì invadere dalla rabbia per non essere riuscito a procurargli delle ferite che andassero oltre quelle superficiali: danni che non lo avevano scosso nemmeno per un istante. L’ex membro dell’Organizzazione XIII si era rivelato più pericoloso di quanto apparisse, fin dalle prime battute del loro scontro, e con pochi ma precisi colpi era riuscito a privarlo di tre delle sue sei lance.
Il Leggiadro Sicario interruppe la sua risata. -Vuoi riprovarci? Ancora?- domandò incredulo. -Xaldin, Xaldin…- disse, negando appena col capo. -Non lo sai che col tempo bisogna cambiare i propri trucchi? C’è il rischio di annoiarsi.-
-Parla per te, finora non mi hai di certo fatto vedere roba nuova.- ribatté.
-Hai ragione, sono uno sbadato…- ammise, riprendendo a ridacchiare. -Ti mostrerò qualcosa d’inedito, ma poi non dire niente alla custode, altrimenti mi rovini lo show.-
Pronunciata quell’ultima parola, il Ritornante oscuro batté il manico blu della propria arma sul pavimento di pietra e dalle fessure fecero capolino dieci viticci purpurei. Inizialmente sottili e in apparenza fragili, si allungarono e s’ispessirono, flettendosi sinuosamente come la coda di un gatto pronto ad attaccare, fino a raggiungere la larghezza di circa tre dita e una lunghezza impossibile da calcolare a causa della loro posizione ripiegata. Quando smisero di crescere, e furono germogliate quattro foglie per ognuno, ne spuntò un altro. L’ultimo ramo, dalla corteccia più scura rispetto ai suoi simili, recava un bocciolo sulla cima e una volta che ebbe terminato il suo sviluppo, esso si schiuse rivelando i petali di un garofano rosso. Lentamente, essi si aprirono, uno dopo l’altro, mostrando con eleganza ciò che celavano al loro centro: il busto di una donna dalla pelle scura e dai lunghi capelli bianchi, che ricadevano delicatamente sul seno nudo e le incorniciavano il viso, su cui spiccavano due occhi totalmente rossi dalla pupilla sottile. Quelle inquietanti iridi fissarono immediatamente il Feroce Lanciere, riconoscendolo come il proprio obiettivo, e le labbra della creatura, nere come la più buia delle notti, si tirarono in un ghigno, lasciando intravedere ai suoi angoli una coppia di candidi e aguzzi canini.
-Oh merda…- pensò il numero III, incrociando lo sguardo con l’essere evocato dal suo avversario. -Questo mostro non promette niente di buono… tanto meno di semplice…-
Marluxia sollevò la falce, poggiandola sulla propria spalla, e piegò la testa verso sinistra. -Ti piace il mio fiorellino? Lo sai che io vado pazzo per le rose…- disse, calcando particolarmente il tono sull’aggettivo rivolto a se stesso. -…ma il garofano rosso, simbolo della rabbia, mi ha particolarmente ispirato per questa novità di repertorio.-
-Mi avrai impressionato con il tuo bel fiore, ma non credere di avermi intimorito! Ci metto poco a fargli una potatura come si deve!- esclamò determinato il moro.
-Oh no, Xaldin, il mio fiore appena sbocciato non ha bisogno della potatura… ma necessita di essere nutrito in vista dello scontro con la custode.- spiegò il rosato, con tono vago.
-E di cosa si nutre questo scempio del giardinaggio?- domandò l’altro, creando un turbine di vento attorno a sé. -Il solito concime non gli va a genio?-
-Non paragonare la mia Sophia ad una pianticella qualsiasi, ha bisogno di nutrimento di prima qualità…- accennò, mentre la donna al centro dei petali spalancava la bocca per emettere un sibilo, simile a quello dei serpenti, e al contempo esibiva il resto dell’appuntita dentatura. -…la mia bambina ha fame Xaldin, che ne dici di darle un po’ di quella tua bella luce?-


***


I due custodi spostarono la loro attenzione sulla ragazza dai capelli neri, di cui avevano carpito a malapena il nome durante quello strambo diverbio con il ragazzo vestito di rosso, che era stato schiantato a terra. Al loro fianco, gli altri guerrieri della Luce osservarono perplessi gli amici, dopodiché rivolsero gradualmente lo sguardo sulla giovane, scoprendo che anche i compagni di quest’ultima erano intenti a fissarla come se avesse appena detto una bestialità.
-Cosa c’è?- domandò la mora, sentendosi al centro degli sguardi di tutti, ma senza abbassare il dito che teneva puntato sui keyblader.
-Ehm… Divina Kagome…- iniziò il monaco alle sue spalle, facendosi avanti di un passo. -Puoi spiegarci dove hai visto questi due ragazzi?-
-Li ho visti nel mio tempo!* Aspetta!- esclamò, tornando a scavare nel suo zaino. -Prima per colpa di Inuyasha ho dovuto smettere di cercare…-
L’uomo, incuriosito, si sporse sulla borsa, che pareva contenere più cose di quante ne potesse realmente portare, per tentare di dedurre su cosa si affannasse tanto la sua compagna di viaggio.
-Ah! Eccolo qui!- fece dopo qualche secondo la ragazza, risollevandosi e mostrando con orgoglio ciò che aveva trovato.
-Della carta?- domandò il bambino innocentemente con la coda.
-Un giornale…- mormorò invece la custode del Tramonto, sgranando gli occhi, mentre i suoi pensieri giungevano ad un unico e terrificante traguardo. -Oh no…-
-C’era la loro foto sul giornale un paio di settimane fa.- spiegò, cercando la pagina con la notizia che le interessava. -In realtà non è molto chiara, però sono sicurissima che siano loro…-
-Una foto? E che cos’è?- chiese ancora il bambino, mentre Inuyasha si rialzava, continuando a fissare gli stranieri con diffidenza.
-Ecco qui! Guardate!- sentenziò infine, aprendo il giornale e rivolgendolo verso i diretti interessati, che trattennero il fiato.
Tutti si avvicinarono per esaminare il quotidiano: i compagni di Kagome, guardarono affascinati l’oggetto prima di concentrarsi sull’immagine che riportava al centro delle due pagine, mentre gli amici dei custodi rimasero increduli davanti alla foto che avevano di fronte. Nonostante la sfocatura, sullo sfondo era ben distinguibile la facciata della scuola frequentata da Jessie, che si trovava sospesa in aria, esattamente davanti al Darkside, ad armi sguainate; Riku invece, poco riconoscibile, era a terra involontariamente rivolto verso l’obiettivo che aveva effettuato lo scatto.
Con mani tremanti, la prescelta con i capelli castani si protese verso il giornale. -Posso?-
La mora annuì e glielo porse, scrutando però il suo viso, che in pochi attimi si fece pallido e passò da un’espressione incredula, ad una di terrore. Jessie studiò la foto, dopodiché slittò sulle parole che la circondavano per scoprire cos’era stato detto, ma solo in quel momento si accorse che erano ideogrammi e che era in grado di leggerli. Non si chiese il perché e si concentrò sulla lettura, che la sconvolgeva sempre di più ad ogni riga.
-Il mondo intero sa cos’è successo…- mormorò la ragazza. -Quasi cinque anni di sudato anonimato mandati a farsi friggere in pochi secondi!- proseguì, stringendo le dita attorno ai fogli. -E come se non bastasse, la notizia è arrivata fino all’altro capo del mondo! Maledizione!-
-Jessie, calmati adesso…- intervenne il custode dell’Alba, posandole una mano sulla spalla. -Agitarti non cambierà lo stato delle cose, o sbaglio?-
La castana tremò per qualche istante. -Hai ragione…- sospirò poco dopo, prendendo lunghi respiri. -Non mi aspettavo che una cosa del genere passasse inosservata, è ovvio, ma nemmeno che se ne parlasse su tutto il pianeta!-
-Ehi Jessie…- chiamò Sora. -…di quando hai lottato con Marluxia non dicono niente?- domandò poi, pentendosi immediatamente di averlo fatto, perché l’amica era sbiancata di nuovo.
A quella sera non aveva minimamente pensato, poiché troppo sconvolta dalla foto e dall’articolo di quel giornale dell’estremo est. Man mano che le tornava alla mente quello scontro, ricordò che non aveva nulla a coprirle il viso e il grido di vendetta del Leggiadro Sicario le rimbombò in testa come un’eco, dopodiché prese a sfogliare le pagine del quotidiano, temendo di trovarvi qualcosa in proposito.
-Complimenti!- gli sussurrò la principessa della luce all’orecchio.
-Scusate…- s’intromise Kagome. -Se può farti stare tranquilla, non ci sono state altre notizie su di te.- asserì. -Però, da qualche giorno, spariscono sempre più persone.- spiegò preoccupata. -Non si sa che fine facciano e non ci sono tracce… è come se svanissero nel nulla.-
-È sicuramente opera loro…- mormorò la castana, riportando l’attenzione sul giornale. -Dobbiamo sbrigarci a chiudere questa faccenda.-
-Hai ragione.- intervenne Riku. -Riprendiamo il cammino.- aggiunse, guardando i compagni.
-Voi non andate da nessuna parte!- tuonò Inuyasha, facendosi avanti a spada sguainata.
La comparsa di quell’arma lasciò perplessi i guerrieri della Luce, poiché mentre all’inizio appariva come una normale katana, ora si presentava come una spada dalla lama larga e ricurva, simile a una lunga sciabola.
-Fermati Inuyasha!- esclamò la mora, frapponendosi tra il compagno e gli stranieri. -Sono brave persone! Hanno combattuto per difendere la gente nel mio tempo!-
-Le persone cambiano Kagome, questi tizi puzzano!- ribatté il ragazzo, puntando l’arma contro di loro. -Ora levati di mezzo!-
-No!- sentenziò lei, fissando le iridi d’ambra dell’altro con le proprie, nere come il carbone.
Qualche attimo dopo, però, sussultò nell’avvertire una fonte di calore sulla spalla destra che la fece voltare, e incontrò gli occhi color nocciola della keyblader del Tramonto.
-Kagome, giusto?- domandò, ottenendo un cenno d’assenso. -Non ho capito dove siamo, ma mi è chiaro che io e te veniamo dallo stesso posto. Ti ringrazio per aver preso le nostre parti, ma il tuo amico non ha tutti i torti a voler stare alla larga da noi.- disse con voce tranquilla. -Non abbiamo motivo di lottare. Non siete voi quelli che cerchiamo e noi non abbiamo nulla a che fare con questo Naraku. Comprendo benissimo quello che senti Inuyasha, credimi, ma non siamo tuoi nemici.- concluse, incrociando lo sguardo del ragazzo vestito di rosso, che lo sostenne per un tempo che parve infinito, finché non sospirò e rinfoderò la spada.
-Avete tutti un aspetto strano, ma l’odore lo è ancora di più. Specialmente il tuo.- affermò. -Posso sapere cosa sei? Non puoi essere un semplice essere umano.-
La prescelta fece un sorriso ambiguo. -È vero, non sono una semplice umana, ma da ciò che vedo, nemmeno i tuoi compagni di viaggio lo sono e tu per primo non sei umano, o sbaglio?-
Inuyasha sgranò gli occhi per un istante, prima di stringerli e di emettere una specie di ringhio. -Come hai fatto a capirlo?-
-L’hai detto tu che non sono un essere umano comune.- asserì, prima di girarsi improvvisamente, dando le spalle ad Inuyasha.
-Ehi! Stavi parlando con me!- urlò il ragazzo.
-Riku, li senti anche tu?- domandò Jessie, ignorando Inuyasha.
-Certo, si sente puzza d’Oscurità e aumenta sempre di più.- rispose il custode dell’Alba, guardando tutt’attorno a sé. -Sono tanti.-
-Da che parte?- chiese re Topolino.
L’argenteo si voltò, puntando gli occhi acquamarina in una zona alla sua destra, nel folto del campo di granturco. -Il punto preciso non riesco a trovarlo, ma sono qui vicino.-
-Ma cosa sta succedendo?- si azzardò a domandare il bambino con la coda di volpe, arrampicandosi sulla spalla di Inuyasha.
-Non lo so Shippo, ma sta arrivando qualcosa, ora lo sento anch’io.- mormorò, fissando la schiena della ragazza dai lunghi capelli castani.
Il silenzio si fece avanti a testa alta come un ospite inatteso, sfilando tra gli astanti come un invisibile fantasma, ridendo delle loro disgrazie, senza proferire suono poiché privo di voce. Il vento soffiava leggero, facendo ondeggiare pigramente le dorate spighe e portando con sé l’odore nauseabondo delle creature in arrivo su quel mondo sfortunato.
Furono delle grida, poco lontane e colme di terrore, a squarciare quel tetro quadro dalle tinte scure.
-No!- urlò la custode del Tramonto, alzandosi in volo. -Vi precedo!- buttò ai compagni, volando in direzione di quelle voci, che aveva immediatamente riconosciuto in quelle dei bambini che aveva udito poco prima.
Non ascoltò i richiami degli amici e focalizzò la sua attenzione sull’orrore che si stava espandendo a pochi passi dal punto in cui si trovava: l’oro del campo stava venendo divorato da un brulicante nero con incredibile velocità, e le grida di paura delle persone s’innalzavano sempre più, alla comparsa inarrestabile delle creature partorite dal Regno Oscuro. Jessie si fermò un istante e fece correre lo sguardo su quell’oceano sporco di petrolio, tuttavia, quando li scorse in mezzo ad un gruppo di spighe riverse al suolo, era ormai tardi. Mentre la sua mano destra si chiudeva sull’elsa della Via del Tramonto, uno dei tre bambini cadde sotto gli artigli affilati di un famelico Shadow, attratto dalla purezza del suo giovane cuore, come uno squalo solleticato dall’odore del sangue.
Il corpo del piccolo scomparve in una scia di luci e il cuore fu rapidamente inghiottito da una sfera d’Oscurità, dando vita ad un nuovo Heartless, che affiancò il compagno e puntò immediatamente i suoi brillanti occhi gialli sui bambini rimasti. Seduti a terra e stretti l’uno all’altro, i due fissarono con terrore la creatura che aveva attaccato il loro amico, trasformandolo in un essere identico a lui. Zittiti dalla scena a cui avevano assistito e incapaci di trovare la forza di alzarsi per fuggire, non riuscirono a far altro che tremare, piangere e fissare quegli esseri, che mossero le antenne prima di darsi lo slancio per saltare sulle prede.
I bambini serrarono d’istinto gli occhi e attesero quel colpo che li avrebbe distrutti. Ciò che avvertirono però, furono una folata d’aria e un sibilo, seguiti da un tonfo secco, come il rumore di qualcosa che cade a terra. Sollevarono le palpebre e non seppero come reagire davanti a quelle lame scure, che avevano trafitto le due creature al centro del corpo, inchiodandole al suolo. Gli Shadow svanirono, riducendosi in polvere nera, e i piccoli sollevarono lo sguardo, seguendo la linea delle armi e, oltre il letale filo, trovarono il loro salvatore chinato in avanti e solo quando alzò il viso, incontrarono le sue iridi color nocciola, calde e fredde al contempo, circondate dalle lunghe ciocche castane.
-State bene?- chiese la custode, osservandoli da capo a piedi e ottenendo un rapido assenso. -Adesso statemi vicini.- aggiunse, estraendo i keyblade dal terreno e dando loro la schiena.
Annuendo ancora, i bambini non distolsero gli occhi dalla custode e si alzarono, nonostante le gambe tremanti, per avvicinarsi a lei. Quella figura femminile ammantata di nero gli incuteva un certo timore, però, dall’innocenza dei loro sette anni, avevano compreso che quanto stava accadendo intorno a loro era pericoloso e che quella strana ragazza apparsa dal niente, era la loro unica speranza di salvezza.
Jessie sentì i bambini dietro di sé e concentrò la sua attenzione sui nemici in arrivo, che considerò decisamente troppi per lei, in quel momento sola e poco propensa ad usare il fuoco in quelle circostanze: un campo di granturco non era il posto migliore per uno scontro a suon di fiamme. Saldò la presa sulle chiavi e ridusse gli occhi a due fessure, quando vide un gruppo di cinque Neo Shadow farsi avanti a fauci spalancate. Sollevò il braccio sinistro, pronta a lanciare l’Artiglio della Notte, ma il grido dei bambini la fece voltare: alle sue spalle avevano appena fatto la loro entrata in scena sette sinuosi e leggiadri Ballerini.
-Pareva strano che ancora non si fossero presentati…- pensò, serrando le labbra e girandosi per avere sott’occhio entrambi i gruppi di avversari e per tenere i bambini lontani il più possibile da loro.
Come in un teso duello tra pistoleri, si attendeva solo il segnale che avrebbe dato il via alle danze.
Ad un tratto, udì un sibilo e sorrise, voltandosi in direzione degli Heartless per scagliargli contro l’arma che teneva nella mancina, mentre ad essa si univano il Flower Key e la Via per l’Alba, sorprendendoli da dietro ed eliminandone tre in totale. Contemporaneamente la chiave del Giorno e la sua gemella saettarono accanto alla custode del Tramonto, senza sfiorarla, per andare a colpire i Nessuno, che, però, riuscirono a scampare a quell’attacco tenuto da troppa distanza.
Gli sfuggenti Senza Cuore si dispersero, agitandosi come foglie al vento, per poi ricongiungersi e gettarsi verso il centro dello scontro, in cui si trovavano i cuori che li avevano attirati fin lì. Nel frattempo, i keyblade erano svaniti e tornati nelle mani dei loro proprietari, che li avevano nuovamente sollevati, come fieri soldati che non accettano la resa, affiancati dallo scettro del mago di corte.
Sei voci s’alzarono tra le grida di terrore degli abitanti di quel luogo. -Thundaga!-
Incalcolabili furono le saette che nacquero da una plumbea nube comparsa all’invocazione della magia e che colpirono i nemici rimasti, riducendoli in polvere, che si perse in quel vento carico del tipico odore delle battaglie, ferroso, oscuro e traboccante di paura.
La castana si rilassò, liberandosi delle proprie armi ed emettendo un lungo sospiro, come se fino a quel momento avesse trattenuto il fiato. Alzò lo sguardo e sorrise quando vide i compagni uscire dalla foresta di grano per raggiungerla con pochi passi.
-Jessie stai bene?- le chiese subito Riku, guardando prima lei e poi i bambini nascosti dietro di lei, che lo fissavano con un’espressione che non riuscì a decifrare.
-Sì, per un attimo ho temuto di dover usare più del keyblade per distruggere i nemici, ma per fortuna siete arrivati in tempo.- disse, prima di voltarsi verso i due piccoli corpi tremanti, che alla comparsa dei guerrieri della Luce, si erano aggrappati ai suoi pantaloni. -E anche loro non si sono fatti nulla.-
-Non scappare più via così.- intervenne Kairi, attirando la sua attenzione. -Ci hai fatto prendere un colpo.-
-Non volevo, scusa Kairi, ma non potevo ignorarli se sapevo di fare in tempo… mi dispiace solo, di aver comunque tardato…- mormorò la ragazza, tornando a guardare i bambini per poi voltarsi quando avvertì qualcuno avvicinarsi.
I piedi nudi toccarono terra producendo solo un debole fruscio, che fu surclassato dai pesanti passi che lo seguirono. -Ehi tu!- urlò il ragazzo, puntando l’indice destro contro la castana. -Ora voglio sapere chi diavolo sei! Se non sei un demone, che razza di creatura saresti?-
-Inuyasha che modi!- urlò Kagome, scendendo dalla sua schiena. -Abbiamo lasciato indietro Miroku, Sango e Shippo!-
-Ci raggiungeranno.- sentenziò lui. -Allora? Sto ancora aspettando una risposta!-
Jessie sospirò. -Lasciati dire che hai pochissima fantasia, in pochi minuti mi hai chiesto sempre le stesse cose.- asserì, proseguendo prima che l’altro potesse ribattere. -Ti spiegherò, ma ora non è il momento. Come vedi, ci stanno attaccando e dobbiamo sbrigarci.-
Topolino si avvicinò alla compagna, puntando i suoi occhi neri sul viso dell’argenteo vestito di rosso. -Jessie ha ragione, dopo avrai le risposte che cerchi, ma ora dobbiamo unire le forze!-
-Propongo di separarci.- si fece avanti Sora. -Copriremo più zone e forse faremo prima.-
-Sono d’accordo.- rispose il re. -Ma qualcuno di noi deve stare con Inuyasha e i suoi amici, perché se non riescono a distruggere gli Heartless e i Nessuno saranno nei guai.-
-Fermi un attimo!- sbraitò Inuyasha. -Non abbiamo bisogno della balia! E poi cosa sarebbero questi Nessuno? E gli Heartless?-
-Sono le creature che abbiamo distrutto prima.- riprese la custode del Tramonto. -E quelle che stanno arrivando ora.- aggiunse, sfoderando la Via del Tramonto, pronta a difendersi, imitata immediatamente dai suoi compagni.
Sul terreno erano comparse dieci polle nere come l’abisso più profondo e da esse sbucarono altre ombre di forme diverse: c’erano i Soldati Aerei, con le loro ali da pipistrello, i famelici Powerwild, che accovacciati come le scimmie si guardavano attorno incuriositi, i comuni Soldati, con gli artigli pronti a colpire, e in aria svolazzavano a gruppi di tre i Jazz Cremisi, i Blues Smeraldo e i misteriosi Wizard con lo scettro in posizione d’attacco. Le creature rimasero ferme per ben pochi istanti, prima di separarsi e sparpagliarsi alla ricerca di cuori da divorare. Solo il gruppo di terra rimase al suo posto per affrontare i portatori di quelle forti luci.
-E quelli cosa sono?!- esclamò Kagome, mentre impugnava il suo lungo arco e preparava una freccia.
-Heartless.- rispose semplicemente Sora, stringendo la presa sulla Catena Regale. -Andiamo Kairi!- esclamò quando ormai era già partito all’inseguimento, schizzando a destra nel dorato mare di granturco.
La principessa corse subito dietro al castano, scomparendo alla vista del resto del gruppo, davanti al quale le ombre rimaste non facevano una mossa.
-Paperino! Pippo! Andiamo anche noi!- sentenziò il custode della Catena Nobile, approfittando di quella strana calma.
-Agli ordini Maestà!- risposero i due, affiancando il loro sovrano che partì nella direzione opposta ai due ragazzi. -Riku, Jessie, fate attenzione!-
-Li lasciate andare così?- chiese la ragazza armata di arco.
-Sanno il fatto loro, non c’è bisogno di preoccuparsi.- disse il prescelto dell’Alba. -Mi preoccupa il fatto che rimangano fermi. Normalmente non avrebbero permesso agli altri di allontanarsi con questa facilità.- proseguì, indicando gli avversari con un cenno del capo.
-Sicuramente c’è sotto qualcosa.- intervenne la castana. -Io rimango qui con Inuyasha e Kagome, tu cosa vuoi fare?- domandò al compagno.
Il ragazzo si voltò e incatenò le proprie iridi con quelle color nocciola dell’altra. -Resto con te.- affermò, richiamando Omi con il solo pensiero.
Mille e più gocce cristalline fuoriuscirono dal suo orecchino per prendere le fattezze della maestosa fenice d’acqua, che pochi attimi dopo si librò sopra il suo padrone, emettendo il suo richiamo.
-E questa cos’è?!- urlò Inuyasha, estraendo la katana che immediatamente si trasformò nella lama ricurva.
-Un’amica.- rispose tranquilla Jessie, prima di abbassarsi a livello dei bambini che erano ancora accanto a lei. -Ascoltatemi bene, voi adesso dovete stare vicini a Kagome, ok?- avvertì con un sorriso, accennando alla mora che annuì. -Coraggio.-
I piccoli guardarono la custode, poi la ragazza dai capelli neri, dopodiché si fissarono tra loro, scrutando i rispettivi sguardi scuri. Infine, acconsentirono con un cenno del capo e sgattaiolarono rapidamente vicino alle gambe di Kagome. Jessie si rialzò ed evocò anche l’Artiglio della Notte, seguita da Riku che richiamò la Via per l’Alba e ordinò a Omi di proteggere la ragazza dai capelli corvini armata di arco e i due bambini.
Inuyasha li affiancò. -Kagome, tu resta indietro. Quei cosi… emanano un odore nauseabondo.-
-E’ l’Oscurità.- disse il custode. -Pronti?-
-Certamente.- ghignò la ragazza, lanciandosi contro gli avversari con le braccia dietro la schiena.
Il primo a cadere sotto la nera lama della chiave della Notte fu un Heartless dal corpo di primate, colpito da un rapido fendente, dopo aver tentato una strenua difesa contro il keyblade del Tramonto. Le altre ombre si fecero indietro. Sapevano bene chi era quella donna terribile, sapevano di cosa era capace, lo avvertivano chiaramente. Tuttavia, non si fecero intimorire ulteriormente e si gettarono a capofitto su quelle luci forti e attraenti, come un branco di formiche davanti ad una gustosa manciata di zucchero.
I ragazzi invece, imitarono Jessie e in breve si ritrovarono a menare fendenti su fendenti per distruggere gli avversari. Riku sfruttò lo scontro frenetico per allenarsi sul controllo dell’acqua e man mano che il tempo passava, le sfere che riusciva a creare contemporaneamente raddoppiarono: da due divennero quattro e poi otto. Ne bastavano un paio per indebolire i Soldati, che poi finiva con un colpo ben assestato della Via per l’Alba. I Powerwild, al contrario, si dimostrarono più resistenti e, facendo di questo il loro punto di forza si gettarono su Inuyasha, che nonostante tutti i suoi attacchi non riusciva ad eliminarne nemmeno uno di quei bizzarri e orrendi avversari.
Improvvisamente, l’urlo dei bambini lo distrasse dalla scimmia che aveva di fronte e si voltò. Inorridì quando vide quattro Soldati che, con gli artigli protesi, avevano circondato la sua compagna che tentava invano di tenerli lontani con le sue frecce.
-Kagome!- chiamò, dando le spalle al nemico per andare in aiuto della ragazza.
Tuttavia, l’Heartless lo trattenne saltandogli sulla schiena e ancorandosi alle sue spalle.
-Levati! Maledetto!- ringhiò l’argenteo, prima di afferrare la lunga coda dal pelo blu e tirarla in avanti per strapparsi di dosso l’ombra, senza però ottenere quanto sperato.
-Inuyasha non ti muovere!- avvertì Riku dietro di lui, dopodiché colpì l’avversario con un fendente che lo tagliò esattamente a metà e liberò il cuore che l’aveva generato.
Il ragazzo dagli occhi d’ambra fece un passo in avanti prima di voltarsi verso l’alleato. -Grazie, ora però devo andare da Kagome!-
Il custode dell’Alba scosse il capo. -Non ce n’è bisogno, c’è Omi con lei. Guarda.- replicò, indicando avanti a sé con un cenno.
Inuyasha si girò nuovamente e si stupì nel vedere quelle creature cadere una dopo l’altra sotto le possenti ali di quella fenice e i suoi attacchi d’acqua, come foglie secche che crollano sotto la forza dell’impetuoso arrivo del vento invernale. Dopo aver distrutto l’ultimo, il volatile spalancò le ali e lanciò il suo delicato verso per dichiarare la propria vittoria.
-Come vedi è tutto a posto.- sorrise Riku.
-E la tua amica, invece?- chiese di rimando l’altro, puntando le iridi ambrate sulla rapida figura della custode del Tramonto. -Da ciò che sento, non mi sembra che per lei sia tutto a posto.-
Gli occhi acquamarina del keyblader scattarono sulla castana e per un istante, trattenne il fiato: Jessie si muoveva agilmente fra i pochi Heartless rimasti, usando solamente l’Artiglio della Notte.
Anziché la rassicurante chiave del Tramonto, nella mano destra della ragazza sostava un’ondeggiante sfera di fuoco dai bordi bluastri. Ad ogni nemico ferito dal keyblade, alcune fredde lingue infuocate si staccavano dal corpo principale e si attaccavano al bersaglio per poi espandersi su tutto il suo corpo e consumarlo fino a ridurlo in un mucchio di cenere nera, che in seguito liberava il cuore corrotto. Il lato macabro di quella danza di guerra era la lentezza con cui gli avversari venivano distrutti e la precisione di quel fuoco oscuro, poiché nulla a parte la vittima colpita, veniva intaccato né bruciato.
Quando anche l’ultimo Powerwild si ritrovò a terra agonizzante e avvolto in quelle letali fiamme, la custode del Tramonto si fermò ansimante al centro del piccolo gruppo di roghi che aveva creato, se lo avesse fatto inconsciamente o meno, gli spettatori non seppero dirlo. La osservarono in silenzio, rimanendo alle sue spalle, mentre spegneva il fuoco che si agitava sul suo palmo e si liberava dell’arma, per poi portarsi le mani davanti al viso e fissarle.
Le iridi color nocciola della ragazza mostravano orrore e disgusto verso ciò che aveva compiuto e verso ciò che si muoveva dentro se stessa, accomodandosi in ogni anfratto del suo essere: un’Oscurità viscida e intensa, che non era lontanamente paragonabile a quella che aveva percepito al Castello Disney. Tuttavia, la cosa che la sconvolgeva maggiormente era che una parte del suo cuore aveva gioito nel compiere quella tetra tortura e ne era uscita appagata.
-Cosa sto diventando?- domandò a se stessa con terrore.


***


Xaldin deglutì e fece mezzo passo indietro, stringendo la lancia tra le mani e senza distogliere lo sguardo da Sophia.  Lentamente, il fiore dai petali rossi l’aveva spinto quasi in fondo al corridoio. Ormai era arrivato alla cima della rampa di scale, che dopo una decina di gradini perdeva il sostegno del muro, dando inizio alla balaustra, si allargava e compiva una curva per poi gettarsi nell’ampio salone d’entrata. Un altro passo e sarebbe caduto all’indietro. Aveva solo tre lance e il vento come armi da poter sfruttare contro quell’imprevisto avversario.
-In questo dannato corridoio non c’è abbastanza spazio!- pensò, richiamando altro vento, che lo sollevò di mezzo metro da terra e lo trascinò indietro. -Prendimi se ci riesci!- urlò poi alla pianta, che gli soffiò contro come un gatto mentre lo osservava sfuggirle, con ira profonda.
Marluxia sbuffò annoiato, incamminandosi lungo le scale al fianco del fiore. -Che perdita di tempo… Sophia, prendilo come ti ha chiesto.-
La creatura rispose con una risatina e annuì all’ordine del suo padrone, guardando dall’alto al basso il suo prelibato pasto.
Il numero III, invece, non fece in tempo a far nulla, perché si sentì afferrare le caviglie da una presa stretta e sottile, come quella di una corda, e quando abbassò lo sguardo vide quattro radici violacee che uscivano dalle fessure delle mattonelle di pietra per avvolgersi su di lui. Ripresosi dallo stupore, impugnò una seconda arma e le calò entrambe per recidere quei vincoli, dopodiché si fece circondare nuovamente da una barriera di vento e si alzò in volo, arrivando alla stessa altezza della sua avversaria, che ringhiava per il dolore delle ferite. Xaldin ghignò e richiamò la terza lancia accanto a sé per poi scagliarla sulla bestia.
Man mano che avanzava, l’arma aumentava la velocità e, ad un tratto, il vento l’avvolse, creando una barriera della sua stessa forma e producendo un acuto fischio. Sophia però, non si mosse per schivare il colpo o deviarlo, spalancò la bocca e produsse un urlo agghiacciante e d’intensità così alta che fu possibile vederne l’onda propagarsi fino alla lancia in movimento, che rallentò fin quasi a fermarsi. Il moro digrignò i denti e scagliò una seconda arma, che affiancò la prima e, dando più forza e vento ad entrambe, cercò di penetrare la controffensiva dell’avversaria.
-È davvero seccante stare a far niente…- soffiò ancora una volta il rosato, portando una mano alla bocca per nascondere uno sbadiglio. -Sophia, basta giocare.- sentenziò grave.
In risposta, la creatura aumentò la forza del grido, riuscendo così a respingere la coppia di lance, che cominciarono a indietreggiare, finché non furono spezzate a metà dalle spire di un ramo purpureo che era sbucato all’improvviso scendendo dal soffitto.
Perso il contatto con le sue armi, che precipitarono al suolo producendo un tintinnio metallico, Xaldin barcollò all’indietro, come se si fosse spezzata l’invisibile corda di un tiro alla fune, sentendosi intontito, ma senza abbandonare la sua ultima lancia. Ansante per lo sforzo compiuto, cercò di prendere quanta più aria possibile in quel momento di tesa e silenziosa pausa. Nel frattempo la sua mente lavorava frenetica alla ricerca di un modo per distruggere la pianta divoratrice di luce, perché lasciarla a piede libero significava solamente dar vita ad una serie di guai per i custodi e i suoi compagni. Inoltre, la ritirata non era prevista dal suo programma, quindi continuò a pensare.
-Un attacco ravvicinato sarebbe un suicidio… soprattutto con quel pazzo lì accanto.- ragionò, fissando l’annoiato Leggiadro Sicario per un istante, prima di tornare a prestare attenzione alla pianta, il cui viso era attraversato da un ghigno famelico e uno sguardo determinato. -E un attacco a distanza è inutile… Maledizione!- pensò, restando perplesso subito dopo, quando nel suo campo visivo entrò della polvere che cadeva dal soffitto.
Alzò i profondi occhi viola e mentre si apostrofava con gli epiteti più offensivi che conosceva per non essere stato attento a ciò che gli stava attorno, aumentò l’intensità della barriera di vento che lo proteggeva e fuggì dai lunghi rami che Sophia aveva fatto crescere nelle crepe delle pareti per giungere fino al punto che si trovava sopra la sua testa. Non aveva, però, luogo in cui ripararsi perché l’intero salone era finito sotto il controllo del fiore simbolo della rabbia: da ogni fessura spuntavano viticci e rami di lunghezza e spessore sempre diversi, ma con l’unico scopo di catturarlo. Schizzò per l’ampia sala come un insetto impazzito che non vuole finire nella rete del cacciatore o nella ragnatela del predatore in paziente attesa che qualcuno cada nella sua trappola.
Guardò alle proprie spalle e sopra di sé, vedendo che una coppia di rami particolarmente spessi e lunghi lo stava seguendo in ogni cambio di direzione, dopodiché tornò a guardare davanti appena in tempo per schivare un'altra appendice arboricola, che infrangendo ogni sua speranza, non si annodò né scontrò con le altre. Non osò avvicinarsi alle pareti, perché avrebbe significato gettarsi tra le braccia del nemico, quindi continuò a girare in tondo finché non si ritrovò al centro della stanza, ormai ridotta ad una terrificante e ingarbugliata giungla priva d’uscita. Le pesanti e usurate tende che oscuravano le finestre, avevano ceduto al peso delle estremità di Sophia e la luce del primo quarto di luna illuminava a stento i pochi anfratti rimasti liberi dall’invasione, mentre l’antico e decaduto lampadario era stato avvolto da quelle soffocante spire. Xaldin deglutì, pensando che avrebbe potuto fare la sua stessa fine.
Tuttavia non si arrese e prese l’ultima decisione e fermò la sua folle e inutile fuga.
-Non ho molta scelta…- pensò, ormai determinato a non cambiare idea.
Spinse la rotazione del vento al suo limite massimo e ingrandì la barriera. Vide i suoi lunghi capelli neri volteggiare come coriandoli in una tempesta, ma ghignò nel vedere le punte dei rami indietreggiare per evitare di essere ridotte in briciole, dopodiché strinse la sua ultima lancia e la puntò in avanti, pronto a farsi largo per raggiungere la creatura partorita dalla mente folle dell’ex numero XI.
-O la va, o la spacca.- mormorò, prima di gettare un poderoso grido di battaglia e scagliarsi in direzione del suo obiettivo.
All’udire quell’urlo, dall’altra parte della fitta foresta di rami, Marluxia inarcò un sopracciglio, stupito. -Ancora non l’hai preso?- domandò poi, quasi seccato.
La creatura scosse il capo, ma spalancò la bocca famelica e indicò un punto preciso davanti a sé. -Sta venendo qui? Che mossa stupida.- sentenziò secco, impugnando la falce. -Sono stanco di questo gioco. Aprigli la strada, sai cosa fare.-
Sophia proruppe in una risata sguaiata e pian piano cominciò a districare i suoi rami, per posizionarne altri attorno al punto in cui sarebbe arrivato il Feroce Lancere. Il Ritornante oscuro invece, rimase in attesa al suo fianco e si circondò con un turbine di petali neri. Nell’esatto momento in cui il numero III uscì dalla trappola della pianta, Marluxia scattò e si scontrò con l’avversario. L’impatto tra le due forze diametralmente opposte provocò un’onda d’urto che si scontrò con le pareti più vicine, aumentandone le crepe.
Il moro digrignò i denti e cercò di farsi avanti, ma l’altro gli tenne testa senza grandi sforzi, lasciandolo incredulo. -Maledetto… come hai fatto a…-
-…diventare così potente?- lo anticipò. -Semplice: sono sceso ancora più giù nell’abisso dell’Oscurità e il merito è tutto della piccola Jessie.- cinguettò con un sorriso poco rassicurante, muovendo la testa da un lato, in modo tale da spostare i capelli e mostrare la tumefazione che lo sfigurava. -Quando mi ha fatto questa… la rabbia e l’odio mi hanno accolto a braccia aperte e mi hanno spinto sempre più giù… e ciò che hai visto oggi è il risultato di quel tuffo inaspettato ma gradito.- aggiunse prima di tornare alla completa serietà. -Adesso però è tempo di dichiarare il game over, non credi?- domandò, sollevando la falce per calarla sull’avversario.
Nonostante la presenza della barriera, Xaldin sollevò istintivamente la lancia, posizionandola in orizzontale, ma sgranò le iridi d’ametista, quando vide la propria protezione fondersi con il vortice del rosato e la sua buia lama scendere su di lui. Lo scontro tra le due armi produsse uno stridio metallico e qualche scintilla, ma tutto ciò ebbe la stessa durata di un battito di ciglia, perché in pochissimi istanti, la mezzaluna nera trapassò la barra della lancia come se avesse tagliato del burro lasciato al sole per troppo tempo.
Più che incredulo, il Ritornante vestito di bianco osservò i pezzi della sua lancia separarsi per sempre e non si accorse che il vortice di vento e petali taglienti si era estinto come un raggio di sole che svanisce dietro le nubi, lasciando la strada aperta e sgombra ai rami purpurei che ancora torreggiavano attorno ai due contendenti. L’attimo seguente, Xaldin percepì un intenso dolore alla schiena che passò rapidamente al centro del petto e l’ultima cosa che vide fu il ghigno follemente divertito di Marluxia.
-Buon appetito, mia adorata Sophia.-




*Piccola guida per chi non conosce Inuyasha (contiene spoiler!!): questo anime/manga narra le avventure del mezzodemone cane Inuyasha, di Kagome Higurashi e dei loro compagni di viaggio che devono recuperare tutti i frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti e sconfiggere Naraku, un mezzodemone che ama intessere intrighi fitti e imprevedibil e che vuole impadronirsi della Sfera. La storia si svolge a cavallo tra il Giappone feudale, più precisamente nell'epoca Sengoku (1467-1573), e nel Giappone contemporaneo perché è da lì che viene Kagome, erede di un tempio shintoista nella Tokyo attuale, che finisce nel passato tramite il pozzo mangia-ossa che si trova appunto, nel tempio della sua famiglia.
Una particolarità del legame tra Kagome e Inuyasha è il curioso comando "A cuccia!" (in giapponese "Osuwari"), che permette alla ragazza di far schiantare a terra il mezzodemone solo pronunciando il comando, tramite il rosario che quest'ultimo porta al collo ovviamente contro la sua volontà ù.ù
Io mi sono inserita durante il loro viaggio verso il monte Hakurei (fine quarta serie, inizio della quinta se non ricordo male xD), in direzione Toro-Tigre (per noi occidentali Nord-Est), alla ricerca di Naraku, che è fuggito dopo uno scontro avvenuto nel luogo in cui si nascondeva, ovviamente dopo aver fatto la sua buona dose di danni. Inoltre, ho cambiato l'anno di provenienza di Kagome, perché nel Giappone da cui proviene lei corre l'anno 2001 (se non sbaglio eh!), mentre l'anno di Jessie è il 2008. Per dare un pò di pepe a tutto, ho voluto fare in modo che Jessie e Kagome venissero dallo stesso anno dello stesso pianeta Terra.


**Per il nome del fiore Sophia, invece, mi sono ispirata al leggendario Sephiroth, l'Albero della Vita (o Albero Sefirotico) della cultura ebraica.



Che dire di più? Ah sì, come al solito, non mi piace per niente e l'ultima parte avrei voluto scriverla meglio, ma dopo aver passato settimane a scrivere e cancellare di continuo la stessa frase, sono semplicemente andata avanti senza più fermarmi ed è uscito ciò che avete letto. Spero che vi sia piaciuto comunque e mi auguro di non farvi aspettare troppo per il seguito, perché cari miei, i casini veri devono ancora cominciare! Alla prossima! See ya!!!



L'angolino dedicato a voi u.u
lettore 01: Ben ritrovato :3 Sono contenta di averti stupito con la mia galleria di foto a cui penso di aggiungerne di nuove in vista della prossima fiera a cui intendo portare Jessie come cosplay ù.ù Spero che il capitolo ti sia piaciuto!! A presto!!!

masterof dark: Ciaoooo :3 La prima foto l'avevo fatta in casa con la mia fotocamera del piffero per quello è venuta scura x3 Ehhh... Tra Marluxia e Xaldin è finita come hai letto ù.ù E la canzoncina... "cos'avrà voluto dire??" [cit.] xD Spero che il capitolo ti sia piaciuto :3 Ciuuuuuu!!!

Lizzie Sora: Gemellina mia cara <3 Purtroppo Marluxia è ancora in giro, ahimé ù.ù Ma per lui ho in mente altre cose... Goditi questa pucciosità tra Riku e Jessie perché, sempre purtroppo, ce ne sarà sempre meno xD Sapessi che cos'ho in mente... Muahahahahah!!!!!! Fammi sapere cosa pensi del capitolo :3 Chuu <3

Ciccio85: Ehilà :3 stavolta è colpa mia xD Sono contenta che il precedente capitolo ti abbia fatto ridere :3 Questo invece, probabilmente ti ha fatto piangere, ma bisogna mantenere un equilibrio ù.ù Fammi sapere che ne pensi! Ciauuu!!!

Firely: Carissima :3 Ricordati, io sono ovunque ù.ù  xD Tranquilla che ai 100 ci arrivo di sicuro e probabilmente li supero anche xD Spero di avere un tuo commento su questo capitolo :3 A presto!!!! :3



Come sempre ringrazio tutti quelli che hanno messo la fic tra le preferite, le seguite e le ricordate :3 Mi dispiace non potervi ringraziare ognuno per uno ma ho perso il conto di chi è entrato, chi se n'è andato e chi ha cambiato nick xD Poi ringrazio anche chi legge soltanto, siete sempre tantissimi tutti quanti e io vi adoVo sempre tantissimo tutti quanti xD
(spero) A presto! See ya!!!!
  
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