Lo
osservava da tempo e sapeva che né lui né il gruppo di studenti che
radunava di sovente, un rimasuglio del vecchio ES capitanato proprio
da Paciock e dalla Weasley, avevano notizie di Potter, e di
conseguenza non ne avevano di Lei;
ma
continuava a marcarli: se qualcosa si fosse mosso loro di certo
sarebbero stati i primi ad esserne informati.
Voleva
sapere quando sarebbe tornata, voleva essere pronto a quel momento ed
affrontarlo preparato.
Era diventato bravo a nascondersi e a
passare indifferente quando ne aveva la necessità: per molti versi,
nonostante l'apparenza del contrario più ovvio, il tatuaggio
sull'avambraccio lo aveva aiutato in questo, rendendolo meno umano
agli occhi degli altri.
Da un
lato temuto, odiato forse, ma anche marginale per chiunque: c'era una
sola persona nella sua vita che gli aveva dimostrato un costante
interesse nei suoi confronti, sia nei periodi migliori che in quelli
peggiori; sua madre.
Anche
Lucius provava interesse per lui ma in maniera più discontinua: un
momento era da educare, un altro da esibire orgoglioso, l'aveva anche
utilizzato come riscatto per il suo nome, annebbiato e soggiogato dal
Signore Oscuro, ma indubbiamente era legato al figlio, non solo
perchè era il suo erede; eppure al contrario del marito Narcissa
conservava la lucidità fredda che le impediva di perdere di vista il
vero e ultimo senso della sua vita, che non era legato al Signore
Oscuro ma bensì alla sua famiglia.
Per
loro era arruolato, per loro si era imposto la battaglia, lui, che in
fin dei conti era poco predisposto alla prima linea a al mettere a
repentaglio la sua sicurezza personale.
Non solo, non credeva
nella causa: finchè si parlava di maghi purosangue gerarchicamente
superiori a mezzosangue o sanguesporco ci stava anche, in fondo era
cresciuto con quel dogma; era proprio il fatto di coalizzarsi con Lui
e giurargli fedeltà, su quello non si scherzava e la prova era il
segno indelebile sul braccio.
Chi,
se non un pazzo, si sarebbe votato per l'eternità all'essere più
malvagio e despota di tutti i tempi?
Lui lo aveva fatto, ma
nonostante quello la sua lealtà era stata data solo ed unicamente
per la sua famiglia, per suo padre che il giorno in cui Lui aveva
impresso il Marchio Nero sulla sua pelle era orgoglioso ed onorato ed
al tempo stesso spaventato; per sua madre che esattamente come il
figlio non era leale al Signore Oscuro tanto quanto al marito e alle
scelte della famiglia.
Un'altra differenza tra di loro: per Lei la causa aveva talmente senso che si era separata dai suoi genitori per prenderne parte.
L'unica cosa da cui lui si era staccato era Lei, e una pesantezza nell'animo glielo ricordava incessantemente; nonostante questo accettava quella decisione e le sue conseguenze
Non so chi mi aiuterà
a dimenticarti
quando me ne andrò da qui
Quando
si era allontanato da lei sapeva che non sarebbe stato possibile
farlo molto facilmente, che probabilmente un altro marchio avrebbe
orlato la sua pelle a vita oltre a quello sull'avambraccio: quello di
Lei.
Ricordava
il dignitoso singhiozzo che aveva sentito dopo averla abbandonata, e
le fu grato per aver dato voce ai suoi pensieri dato che lui non
poteva farlo.
Perso
nei pensieri era quasi arrivato ai sotterranei, quando con la coda
dell'occhio vide una donna camminare dentro il paesaggio di un
quadro.
Qualcosa
stava accadendo, non c'erano altre tracce di lei in giro ma il suo
sesto senso gli suggerì che forse la soluzione stava in una delle
torri.
* * *
Draco si rialzò,
seguendo la luce della bacchetta della ragazza che si stava
allontanando.
Camminarono in
silenzio, diretti verso quella che sembrava l'uscita della grotta.
L'ambiente era umido,
e l'odore pungente che l'aveva colpito non appena era stato
catapultato lì era causato da fuoriuscite di zolfo che provenivano
dal suolo, e la lontananza del rumore delle gocce di condensa che
cadevano sulla pietra facevano immaginare la profondità della
caverna.
-la cosa fondamentale
è capire dove ci troviamo- fece mente locale, non diretta realmente
a lui quanto più a sé stessa, già immaginando che la soluzione non
si sarebbe avvicinata molto una volta raggiunta l'apertura. Si
issarono uno alla volta sul masso che ostacolava l'uscita, scalandolo
fianco a fianco ma senza interagire, come due estranei o come se non
sapessero di essere insieme. Il paesaggio che si stagliò ai loro
occhi non fu consolante: alle loro spalle una montagna, davanti a
loro un burrone e più in giù una foresta fitta e buia.
Tornare indietro non
si poteva, l'unica strada possibile era trovare un punto per scendere
e di lì poi cercare di attraversare la foresta, ma come aveva detto
la strega bisognava capire dov'erano.
L'orizzonte non
forniva dettagli conosciuti, con le spalle alla parete si mossero di
lato, in un piccolo sentiero poco più grande del piede di lui che
separava la roccia al precipizio.
Spostandosi il
panorama non cambiò, ma almeno trovarono una discesa praticabile: il
ragazzo si limitò a seguirla, mentre lei si aggrappò ad una
sporgenza e si fece cadere su quella che sembrava una stradina un
paio di metri sotto di loro.
-perchè non lanciamo
un segnale d'aiuto con le nostre bacchette?- domandò finalmente
Draco, per niente avvezzo al pericolo e all'avventura; lei superò
veloce lo stupore di una conversazione iniziata da lui e lo redarguì
-non sappiamo dove
siamo, soprattutto non sappiamo chi
vedrà il nostro segnale: non possiamo esporci così tanto-
gli fece notare continuando a camminare.
Raggiunsero i piedi
della montagna un paio di ore dopo, in silenzio, e nel frattempo era
calata la sera.
Erano circondati da
alberi alti e fitti, che più avanti intrecciavano i loro rami
rendendo opprimente l'oscurità sotto di loro, e da quello che
avevano visto dalla vetta la foresta si stendeva a perdita d'occhio.
Lungimirante la strega iniziò a guardarsi attorno in cerca di
qualcosa di commestibile
-non proseguiamo? Se
questa è la Foresta Oscura una volta oltrepassata saremo ad
Hogwarts- suggerì lui.
Vide la Sanguesporco
voltarsi di scatto, rimproverandolo
-spera
che questa non sia la Foresta Oscura Malfoy, se ne vuoi
uscire vivo. In ogni caso non riusciremo certo a raggiungere l'altro
capo in qualche ora, e la cosa più conveniente è fermarci qui per
la notte, prima di ripartire: qua almeno da un lato siamo protetti
dalla montagna, qualsiasi cosa ci sia là dentro- disse indicandogli
con lo sguardo l'apertura tra gli alberi che creava un sentiero
naturale- e quindi dobbiamo trovare qualcosa da mangiare, pensi di
esserne in grado?
Seccato dal ricevere
ordini ed indicazioni da lei Draco scrollò le spalle
-un fuoco lo possiamo
accendere Vossignoria?-
le disse sprezzante -vado a recuperare della legna adatta- decise
allontanandosi.
Lo guardò inoltrarsi
tra gli alberi, chiedendosi se sarebbe mai tornato o se avesse
tentato di proseguire da solo.
Nel caso peggio per
lui, era solo un peso, pensò con freddezza mentre continuava ad
esplorare il terreno usando il fondo del suo mantello per raccogliere
le provvigioni che trovava.
Quando la vide tornare
notò che la sua uniforme era stata lacerata, e la Sanguesporco
teneva in mano il lembo mancante con cui aveva creato una sacca,
richiudendola con l'elastico che prima le teneva legati i capelli.
-ho trovato dei funghi
commestibili, ne ho raccolti quanto più potevo- alzò la bisaccia di
fortuna mostrandone un altra più piccolina attaccata- e ho fatto
anche scorta d'acqua, così saremo a posto per un po'
-per un po' quanto,
due minuti?- la canzonò ironico mentre accendeva il fuoco: era
sempre più convinto che quella era una pessima idea.
-Malfoy l'incantesimo
Engorgio non ti dice niente?- gli ricordò, con il suo solito tono
petulante da prima della classe che non aveva mai perso. Si sedette
in silenzio e raccogliendo un ramo appuntito vi infilzò un paio di
funghi per metterli poi accanto al fuoco, porgendogli indifferente la
sacca per permettergli di fare lo stesso.
Draco la guardò con
disprezzo malcelato
-costretto ad
arrangiarmi da babbano, quando mio padre lo verrà a sapere...- disse
tra sé e sé.
La Granger lo sfidò,
piccata
-se hai un'idea
migliore accomodati, questo è l'unico modo per riempirsi lo stomaco
che conosco io
Passarono quella notte
in silenzio, accordandosi solo per i turni di veglia per stare di
guardia; la ragazza non fidandosi per niente di lui scelse il
secondo, quello più difficile che iniziava nel terrore della notte
fonda e conduceva alle luci dell'alba lentamente.
Mentre lui dormiva
riattizzò il fuoco ormai quasi spento ed infreddolita cercò di fare
mente locale sulla loro situazione sperando di trovare una soluzione
consolante: il suo cervello non le consigliava niente però, se non
proseguire alla cieca dentro alla finestra. Scrutò il cielo in cerca
di una direzione dalle stelle, e scelta la più probabile, dritto
davanti a loro, aspettò pazientemente che si facesse giorno e che
lui si svegliasse.
Già sentiva su di sé
il peso della conduzione di quel viaggio, questa volta non aveva
Harry a cui affidarsi o Ron a sostenerla; Draco Malfoy era
apparentemente il peggiore compagno che avrebbe potuto desiderare:
senza alcuna attitudine particolare buono solo a mettere in dubbio le
sue parole, dall'alto della purezza del suo sangue e delle origini
blasonate della sua famiglia che però non apportavano nessun valido
aiuto.
Si strinse in quello
che rimaneva del suo mantello cercando di ignorare il silenzio che la
circondava, interrotto solo dal rumore degli animali notturni;
l'ultima cosa che doveva fare era lasciarsi andare allo sconforto.
Il giorno successivo
camminarono nella direzione indicata da lei, nonostante non fosse per
niente soddisfatto della nottata e di come lei l'aveva gestita (quei
funghi che si ostinava a chiamare commestibili erano quando più
terribile avesse mai mangiato, inoltre nonostante avesse lei stessa
ammesso di averne raccolto di acqua si ostinava a centellinarla,
adducendo come scusa il fatto che non sapevano quando ne avrebbero
trovata ancora) Draco la seguì in silenzio, preferendo rinfacciarle
ogni sbaglio piuttosto che arrovellarsi per prendere lui delle
decisioni.
Di comune accordo si
fermarono al calare della sera, quando la poca luce che filtrava dai
rami sparì, e si organizzarono come la notte precedente per dormire
a turno.
Draco era arrabbiato,
era stanco ed infreddolito, segretamente spaventato da tutto ciò che
lo circondava e lo mandava in bestia ancora di più il fatto che la
Sanguesporco sembrasse invece tranquilla ed invincibile. Il loro
silenzio lo logorava, rendendo ancora più dura la loro giornata, ma
era di gran lunga preferibile ad una conversazione con lei, che nella
sua mente dipingeva sempre più insopportabile.
Quella situazione non
la infastidiva? Faceva la coraggiosa? Bene, ne avrebbe approfittato
lui.
-svegliati
Sanguesporco- disse scuotendola malamente.
La ragazza si
stropicciò gli occhi
-è già ora?- disse
assonnata, cercando di riprendere lucidità
Lui si acquattò,
mettendosi dietro alla testa la bisaccia dei funghi come cuscino
-manca ancora un'ora
ma io mi sto addormentando- disse telegrafico voltandogli le spalle.
Gli parve di sentirla
sospirare, ben le stava.
Si svegliò con un
debole raggio di luce che lo raggiunse sugli occhi, stupito di
trovarsi da solo: era forse scappata?
Notò accanto al falò
ormai spento la bisaccia dell'acqua e sotto di lui ancora quella dei
funghi, no, non poteva essersene andata lasciando lì i
sostentamenti.
Mentre si alzava la
vide arrivare, spuntando da dietro ad un albero
-sei pazza
Sanguesporco?- osservò la smorfia che ancora le dipingeva il viso a
quelle parole, compiaciuto -il tuo concetto di guardia è lasciarmi
in balia delle bestie per farmi attaccare e sbarazzarti di me?
-piantala Malfoy, con
tutti gli incantesimi di protezione che ho lanciato ieri sera non
avrebbe potuto avvicinarsi nemmeno una formica, sono andata in cerca
di cibo- gli rispose seccata, prendendogli malamente la sacca dalle
mani- seguimi, sei più alto di me
-inizi a capire che
quei dannati funghi non sono così buoni, eh?- borbottò lui
sarcastico, seguendola di malavoglia.
Arrivarono davanti ad
un albero di mele selvatiche, che lei iniziò a cogliere
-forza, datti da fare-
lo intimò
-perchè non usi un
incantesimo d'appello?
-credi forse che non
ci abbia pensato?- ribattè lei seccata -Non ti ricordi? Bisogna
essere estremamente precisi,
le mele sono attaccate ai rami e dobbiamo raccoglierle a mano se non
vogliamo che l'intero albero ci rovini addosso
Sbuffando la imitò
indolente, raccogliendo con una mano sola mentre con l'altra reggeva
la mela che stava mangiando.
* * *
Non
era stato il migliore dei compagni, ne era consapevole, e si
ricordava che in quei giorni aveva davvero fatto di tutto per
risultare sgradevole, cosa che però in fondo gli era d'abitudine:
non si era mai impegnato nella sua vita per piacere a qualcuno, era
sempre quasi divertito dal fatto che più lui trattasse male i suoi
tirapiedi più quelli gli portavano rispetto.
Un
giorno aveva semplicemente smesso di farlo, rimanendo in disparte e
nell'ombra, limitandosi a prevalere su di loro per status sociale, e
aveva preso a preferire la compagnia di Zabini e Nott a quella
prostrata di Vincent e Goyle; una domanda lo aveva fatto riflettere,
che era sorta spontanea della sua mente: in scala non era il modus
operandi di Voldemort?
Nessun
sentimento di redenzione, nessuna voglia di cambiamento lo aveva
colto, semplicemente disgustato dall'idea aveva fatto un passo
indietro.
Quasi
raggiunta la torre dei Grifondoro gli balenò in testa l'opzione che
contrariamente alle sue aspettative i militari di Potter capitanati
dal sergente Paciock potevano essersi radunati in un luogo sicuro e
nascosto.
Provare
non gli sarebbe nuociuto, da quando aveva sentito dell'assalto alla
Gringott sapeva che era solo questione di qualche ora prima di
vederli tornare, lo dava per certo per dei motivi che non riusciva a
capire.
In
ogni caso camminò fino al settimo piano, pensando ad un modo per
accedervi senza dare nell'occhio, nel caso in cui effettivamente ci
fosse stato qualcuno.
Il
suo desiderio di entrarvi di soppiatto fu sufficiente, infatti la
porta che comparve lo condusse nell'angolo più remoto della Stanza
delle Necessità, nascosto da un'imponente colonna che copriva
l'apertura; non aveva sbagliato: davanti a lui un gruppo di studenti,
quelli che aveva sentito nominare dai Carrow come una spina nel
fianco dai minuti contati.
Si
appostò nell'ombra, dietro ad un telo, dove non lo avrebbero mai
potuto vedere, e aspettò pazientemente.
Un quadro appeso alla
parete era scostato, scoprendo un passaggio nel muro: possibile che
fosse sfuggito alla distruzione che Piton aveva comandato quell'anno?
Guardando
i volti degli studenti si accorse che non sembravano essere lì in
attesa di qualcosa, forse la sua mente aveva lavorato troppo
d'immaginazione facendogli credere imminente una cosa che in realtà
non si sarebbe avverata. Nascosta da quella curiosità latente stava
il masochistico desiderio di rivederla, era inutile negarlo, era per
vedere Lei che si era rintanato come un topo; osservarla da lontano,
assicurarsi che sul suo volto non riportasse le ombre del Cruciatos
che spesso riempivano i suoi incubi.
Aveva preso un abbaglio, lentamente controllò che il breve spazio tra il suo nascondiglio e la porta non fosse osservato
-ho
portato una sorpresa- presentò la voce di Paciock; e come tutti gli
altri nella sala anche i suoi occhi andarono in direzione di quella
voce:
Lei,
era lì.
Potter
in prima linea e dietro di lui Lei e Weasley, l'uno accanto
all'altra, legati da una simbiosi accecante
Quanto male ci starò
che sarai di un altro
lo so, ma è giusto così
Era quello che si aspettava di vedere, fin dal giorno in cui le voltò
le spalle, e quello era effettivamente successo; anche se la
previsione non gli impediva che l'immagine gli bruciasse come sale su
una ferita.
Continuò a ripetersi che era giusto.
Nda in questo capitolo ho cercato di dare
a Draco una voce che mi spieghi molti suoi atteggiamenti, e mi
sono impegnata per mantenerlo quanto più IC specialmente nella
parte del passato:
fatemi sapere se ci sono riuscita, o se lo trovate invece in generale Oc.
Note di servizio:
-ai lettori di Sono già solo
che mi leggono anche qui domani non pubblicherò il primo
capitolo dello spin off, lo scriverò anche sul mio profilo in
modo che sia visibile da tutti: sto cercando l'incipit giusto per
continuare la storia, e preferisco aspettare un pochino piuttosto che
scrivere alla rinfusa.
-Le
parole in grassetto-corsivo che avete trovato a destra della pagina
sono parte della canzone "Tanto il Resto Cambia"di Marco Mengoni, che
potete trovare al link http://www.youtube.com/watch?v=VA1Jwvuc0-o
-ho aperto da poco un blog, se vi va di dargli un occhio lo trovate al link http://aura85.blogspot.com/
Vedo che in molti avete letto il primo capitolo, so che è un po' difficile rompere il ghiaccio e scrivere la prima recensione ma fatemi sapere cosa ne pensate e se è il caso che io butti questa fiction nel camino ;-)