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Autore: Aryapikkola    12/01/2012    3 recensioni
Come ogni fan di Twilight, Alex adora i libri. Li legge come rifugio da una vita che gli da solo delusioni sù delusioni. Un giorno uno sconosciuto gli dà l'opportunità di poter entrare dentro quel mondo che tanto adora, così la nostra protagonista si ritrova dentro Twilight al posto della protagonista.
Estratto dal primo capitolo
" Ero terrorizzata, ma non sapevo come comportarmi così dissi forse le parole che lei si aspettava, e non fu una scelta a caso che gli risposi proprio come continuava nel libro, mi sentii sollevata ad averlo letto così tanto.
Con un filo di voce dissi la frase, come se recitassi con un copione in mano
- Ci voglio andare. "
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Avendo già il secondo capitolo già pronto così l'ho postato subito, ringrazio  tantissimo Adria_volturi ed ese96  per aver recinsito la mia storia. Spero continuerete a leggere e a recensire.

Arya



Dopo la chiacchierata che di sicuro mi ero solo immaginata ( quella non poteva essere Renée ), cercai di fare finta che tutto quello che mi stesse succedendo fosse normale. Il mio cervello rifiutava che quella situazione fosse reale così mi mossi come un automa verso quello che doveva essere il mio volo e iniziai il viaggio alla quale avevo paura di sapere dove mi portasse.
Quando il pilota disse agli altoparlanti che eravamo arrivati Seattle, ormai avevo rinunciato di capire come mai la mia vita avesse preso la piega del libro che ormai temevo anche solo a nominare o a pensare.
Gardai nei miei biglietti e vidi che dovevo prendere un altro aereo per Port Angels.
Certo ovvio ormai avrei dovuto capire che visto che ero in mezzo a quel casino ormai si svolgeva tutto in piena regola come era scritto nel libro.
Avevo preso il SUO posto, il posto di Bella.
 
Quando andai per prendere l'altro volo mi venne la paura che avessi anche cambiato l'aspetto, ma quando mi specchiai nella parete vicino al gate vidi il mio solito aspetto , capelli lunghi neri occhi azzurri, un po' bassina.
Certo che però se avessi preso l'aspetto di Bella non mi sarei sorpresa, visto che ormai ero dentro quella follia mi aspettavo di tutto. Mantenere in qualche modo però la mia identità mi fece sentire però meno persa. Ma non mi diede la sicurezza ancora per affrontare quella situazione.
Presi il secondo aereo, e il viaggio non durò molto. Per fortuna nella striscia girevole che portavano le valige c'era una targhetta con scritto "Isabella Swan" senno sarei entrata ancora più nel panico.
 
Uscii dall'aeroporto e vidi quello che ormai mi aspettavo, ormai non speravo più di svegliarmi. Non so perché ma capii che era inutile negare l'evidenza, ero finita dentro Twilight e non mi importava se era un sogno o chissà che cos'altro. Quella situazione era quello che la maggior parte delle ragazze che avevano letto il libro desideravano.
Non sapevo quando sarebbe finita questa storia, ma ero decisa godermi quella situazione, che fosse reale o meno.
 
L'uomo che mi aspettava aveva una divisa da poliziotto, era diversa da quelle utilizzavano in Italia ma la scritta police sulla macchina affianco a lui diede conferma alla mia teoria. Quello era decisamente Charlie.
Mi sorrise in modo meno evidente di come aveva fatto Renèe ma non per questo con meno affetto.
La fitta allo stomaco mi ricordò che non avevo mai avuto un papà, decisamente questa storia si stava facendo più complicata di quanto già non fosse.
Mi avvicinai a lui e lo lasciai parlare per primo.
 
- È un piacere rivederti Bells.
 
Mi diede un abbraccio un po' goffo, da parte mia mi sentivo anche più impacciata di lui, che cosa avrei mai potuto dire a quello che sembrava fosse mio padre ma non lo era?
Non volevo rimuginarci più di tanto.
 
- Anche per me papà.
 
Per la mia prima volta fui io a sorridere per prima, non so se per la situazione assurda o forse perché per la prima volta avevo chiamato papà qualcuno. Non mi era mai stata concessa questa opportunità prima.
Per un momento mi sembrò che forse questa strana storia per quanto fosse assurda in qualche modo aveva un senso.
Mi ero sentita voluta bene fin da subito da quando quel ragazzo mi era venuto a prendere, e non potevo negare che questo mi aveva fatto sentire bene.
 
Come programmato in macchina Charlie mi parlo del pick up e io fui più esuberante del dovuto, non perché mi piacesse quella macchina, ma perché ero sempre stata curiosa di come fosse nella realtà. Volevo vedere tutto, la casa la mia camera da letto, il giardino, la cucina con i mobili dipinti di giallo. Mi parlò anche che la macchina era di Billy Black e lì non potei evitare di essere ancora più emozionata, era proprio come nel libro ma sentire parlare del papà di Jacob avevo reso un po' più reale questa faccenda.
 
Forse tutto quello entusiasmo si sarebbe presto spento quando mi sarei svegliata ( visto che ancora valutavo che questo fosse un sogno ), ma volevo godermi tutto. Mi sentivo una pazza fan che finalmente poteva vedere il mondo di cui aveva solo letto e fantasticato.
 
Durante il tragitto vedevo come ci stessimo allontanando dalla città, e ci inoltravamo in una cittadina inondata nel verde, era stupendo.
Abituata alla città quel posto mi parve davvero il paradiso, la calma e la natura mi chiamavano a gran voce. Sorrisi, e notai che Charlie lo aveva notato. Si fece più allegro e iniziò di nuovo a parlare; del suo lavoro della mia scuola, degli orari che faceva.
Mi faceva piacere parlare con lui, forse perché anche io come lui avevo avuto come compagna la solitudine per molto tempo. Non era mai troppo impiccione e non parlava mai di cose inutili, non si perdeva in chiacchiere e questo mi piacque davvero molto.
 
Appena vidi il cartello Forks non potei fermare il brivido e la pelle d'oca, era come se avessi la conferma che era davvero li che ero diretta. Appena arrivati a casa Charlie mi fece vedere la macchina che naturalmente adoravo solo perchè esisteva ( chissà come era guidarla, se mai la avessi provata ) e mi portò a vedere la casa, e mi lasciò da sola in camera mia. Questa era proprio come me la immaginavo, le pareti azzurre la scrivania con il computer un po' anzianotto ma naturalmente la adorai.
 
Mi tuffai nel letto e iniziai a pensare davvero alle conseguenze di questa situazione, non potevo negare che mi facesse piacere stare li. Non potevo credere che mi fossi ammattita tutto ad un tratto, e l'altra opzione ere che questo fosse solo un sogno. Se era un sogno per logica ( o non logica non saprei ) quando mi sarei addormentata mi sarei risvegliata nella mia vecchia casa vuota con ancora tutte le mie cose da inscatolare. Ma se tutto questo era reale allora dovevo capire come comportarmi, io sapevo come era la storia, quindi sapevo chi avrei incontrato domani mattina a scuola.
Avevo cercato di non pensare a LUI fino all'ultimo perché quello era la cosa che più volevo vedere con i miei occhi, più della casa, della macchina, più dei miei finti genitori.
Il problema però era anche il fatto che lui leggesse il pensiero, io non ero la Bella di cui avevo letto, quindi dovevo supporre che mi potesse leggere nel pensiero.
Oddio, cosa avrebbe pensato quando avrebbe letto i miei? Di sicuro avrebbe pensato che fossi una pazza che pensava di vivere dentro un libro. Il peggio era se veniva a sapere che io ero al corrente del suo segreto, quello sarebbe stato un casino sul serio.
Ok adesso ero nel panico, potevo decidere di dire a Charlie che non stavo bene e che quindi non andavo a scuola domani, ma non potevo stare a casa per sempre. Cosa avrei detto?
Misi le mani dentro il mio giubbotto e sentii sotto le dita un pezzo di carta.
 
QUEL pezzo di carta.
 
Mi aveva detto leggerlo quando arrivavo a casa.
Intendeva questa casa? Immagino di si.
Che cavolo poteva esserci mai scritto per darmi una mano da questa situazione assurda? L'unico modo era leggerlo.
Lo aprii bene e lessi
 
" Lui non può sentirti se ti concentri "
 
Non sapevo che pensare, era come se avesse risposto alle mie preoccupazioni di prima. Sapevo che quel pezzetto parlava di Lui.
Di Edward.
Potevo riuscire davvero a nascodere i miei pensieri? Forse non avevo lo scudo di Bella ma in qualche modo lui se io glie lo impedivo non poteva leggere neanche me.
Mi sentii subiti più leggera, più felice. Se questo sogno, anzi questo stupendo sogno fosse continuato potevo davvero vederlo senza avere preoccupazioni, potevo vedere tutti. Magari avrei avuto l'occasione di vedere tutta la famiglia Cullen, ma non ci speravo del tutto.
Infondo io non ero Bella, non credo che sarei riuscita ad avvicinarmi a loro. Ma mi bastava anche solo vederli per una volta, loro erano stati la mia sola compagnia quando da sola in camera mia non c'era nessuno in casa ( visto che mia madre era in ospedale ) , e per una volta forse avrei avuto davvero avuto la possibilità di vederli con i miei occhi.
  
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