Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: magixludo    12/01/2012    2 recensioni
"Yusei... quando riuscirai a comprendere il confine tra amore ed amicizia... allora, e solo allora, potrai fare la tua scelta..." cit. Fenicia De La Noire
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yusei Fudo
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve a tutti, questa è stata la mia prima fan fiction su questo sito, ma poi l'ho revisionata e corretta.
Prima di iniziare la lettura ci sono alcune cose di cui dovete essere messi al corrente: nonostante gli episodi finali di questa serie non siano stati trasmessi in Italia (e per questo c’è spoiler! tra gli avvertimenti) la mia storia differisce un po’ da quella originale dell’anime riguardo all’ultima parte: tanto per cominciare i tre imperatori di Yliaster sono vivi e sono diventati buoni (talmente buoni che ora Primo e Yusei sono amici): Primo è l’organizzatore del torneo di duelli turbo, Lester è il fidanzato di Luna e Jacob è a capo della centrale di polizia (che inizialmente gestivano tutti e tre) con Trudge come suo vice e Mina come sua segretaria (inoltre è anche fidanzata di Trudge). Ma i tre imperatori non sono gli unici ad essere tornati in vita, infatti anche Bruno è tutto bello e pimpante, anche se ha abbandonato la sua doppia identità.
Ah, quasi dimenticavo: in questa storia Yusei scopre di aver ereditato un’immensa fortuna dai suoi genitori.
 
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1. Un nuovo inizio

 

La notte era scesa su Nuova città di Domino. Yusei Fudo osservava la luna dal balcone della sua villa, poi abbassò lo sguardo e osservò tutta Nuova città di Domino, arrivò fino ad un punto in lontananza che non era illuminato come la città dove viveva: si trattava del Satellite, la parte povera di Nuova città di Domino, per quanto lui ed i suoi amici avessero cercato di unire quelle due parti di città le differenze tra i due settori erano più che mai evidenti, inoltre trovava strano, per non dire assurdo, pensare che ci aveva abitato fino a qualche mese fa… prima di scoprire che in realtà era nato a Nuova città di Domino, nella parte ricca e che aveva ereditato una piccola fortuna dai genitori, evidentemente prima dell’incidente il padre era davvero uno scienziato molto affermato. Quando era arrivata la notizia, poco dopo la sconfitta di Z-One, e si era trasferito i suoi amici si erano dimostrati felici nei suoi confronti e lo avevano anche aiutato allegramente con il trasloco, ma non ci voleva un genio per capire che avevano mentito spudoratamente. Anche Jack e Crow. Da dopo il cambio di residenza non c’erano stati più molti contatti tra di loro, solo qualche brevissima chiamata e qualche visita ancora più breve, ma solo i primi tempi, poi era finito anche quello. Non si erano neanche mai incontrati per strada perché Yusei non usciva mai, o quasi: essendo il vincitore della scorsa edizione del torneo di duelli turbo non stava molto simpatico a tutti, neanche ai suoi amici: anche se il torneo lo aveva vinto il team 5D’S sembrava quasi che l’unico a partecipare fosse stato lui: era solo lui che la stampa voleva intervistare, era solo lui che le ammiratrici rincorrevano. Si vedeva lontano un miglio che a Jack e Crow la cosa non andava molto a genio… anche se, diciamocelo, in parte era vero… a fare la fatica più grossa era stato lui… insomma, chi aveva sconfitto Z-One andando in contro a morte certa e poi tornando vivo? Non certo loro.
Yusei si strinse nelle spalle, era uscito sul balcone in quella calda serata primaverile senza giacca ma di colpo sentiva freddo, decise di rientrare in casa. Per accedere al balcone si passava dal salotto, quindi rientrando la prima cosa che si vedeva era il salotto, ma a lui non importava granché: non degnò neanche di uno sguardo l’arredamento della stanza, che non aveva scelto lui ma che aveva trovato in quel modo quando si era trasferito e che aveva deciso di non cambiare, e passò oltre. Stava quasi per uscire dalla stanza quando si rese conto di non sapere dove andare, quindi si concesse di sedersi sul divano di pelle nera accanto al muro e di accendere il televisore da oltre 40 pollici prendendo il telecomando dal tavolino di legno al centro della stanza; stava quasi per farlo, ma poi si rese conto che non ne aveva voglia in fondo avrebbe trovato le solite notizie di politica, i soliti problemi di rifiuti, sempre la stessa storia… di nuovo si strinse nelle spalle e rivolse un’occhiata al camino che c’era in un angolo della stanza e alla catasta di legno al suo fianco, non lo aveva ancora acceso perché la stagione non lo richiedeva, ma forse per quella volta avrebbe potuto fare un’eccezione. Stava quasi per alzarsi quando il suo sguardo incrociò la cornetta del telefono attaccata al muro e decise di risedersi, di nuovo perso nei suoi pensieri: qualche giorno prima lo aveva chiamato Primo per dirgli che stava per organizzare un nuovo torneo per i duellanti turbo e lo voleva come ospite d’onore perché era ormai una specie di mito per tutti i duellanti turbo, per l’appunto. Aveva risposto che ci avrebbe pensato, ma dal tono di voce con cui lo aveva detto anche Primo doveva aver capito quale sarebbe stato poi il suo verdetto: sarebbe stato presente; non gli andava di fare solo l’ospite d’onore, voleva duellare, ma non poteva certo andare dai suoi amici, o meglio ex amici, e dire loro: ‘Hey ho voglia di vincere un altro torneo così divento ancora più popolare e voi ancora più sfigati’ e anche se non lo avesse detto proprio così loro di certo questo avrebbero capito, quindi, no, non era proprio possibile.
Sconsolato si alzò dal divano e andò dal portariviste vicino al camino cercando qualcosa da leggere, rovistando lì in mezzo trovò il giornale di quella mattina, che dopo aver ricevuto aveva buttato lì dentro senza troppa grazia dicendo che lo avrebbe letto poi, e il suo sguardo fu catturato dalla foto che riempiva quasi tutta la prima pagina: sembrava l’interno di un negozio, una gioielleria molto famosa di Nuova città di Domino a giudicare dal nome che si leggeva sull’insegne, ma tutti gli espositori dove avrebbe dovuto esserci la merce erano vuoti, a terra c’erano frammenti di vetro, dovevano essere quelli della vetrina andata distrutta, e al centro della scena su un cuscinetto di velluto rosso, dove un tempo doveva esserci stata una collana di diamanti dal valore inestimabile adesso era conficcata una piuma nera. Incuriosito cominciò a leggere l’articolo inerente al furto e si rese conto che era il sesto in sole due settimane, e lui non ne sapeva niente, ma da quanto tempo era che non vedeva un telegiornale? L’articolo era anche correlato da un paragrafo dedicato alla strana piuma, che a quanto pare era stata rinvenuta su tutti i luoghi dei furti, il succo della questione era più o meno questo: per quanto strano fosse gli scienziati l’avevano analizzata e poi catalogata come piuma di fenice, per quanto le fenici non esistessero, e per questo la misteriosa ladra era stata soprannominata “Fenice Nera”.
Yusei mise a posto il giornale e si diresse verso l’appendiabiti all’ingresso, afferrò la sua inseparabile giacca blu e la indossò, aveva bisogno di fare un giro e prendere una boccata d’aria. Nel garage era parcheggiata la sua duel-run, poiché non la usava più molto spesso l’aveva coperta con un telo per evitare che s’impolverasse, quella sera però non era proprio dell’umore giusto per togliere i teli, riporli, vedere se la sua dolce moto aveva qualche problema o partiva come al solito e le altre varie cose da meccanico… no, non ne aveva proprio voglia, quindi decise di andare a piedi.
Percorse il mega-parco, che solo dopo aver fatto a piedi si rese conto di quanto fosse davvero grande, che circondava tutta la sua villa, arrivò all’imponente cancello di ferro battuto e solo allora si rese conto di non avere con sé le chiavi, credeva di averle messe nella giacca ma evidentemente le aveva tolte, non aveva proprio voglia di tornare indietro, così afferrò saldamente le aste del cancello, scavalcò e uscì nel gelo della notte che per quelle strade vuote era ancora più gelido, ma il fatto strano è che non sentiva freddo… in realtà non sentiva più niente.
Mentre camminava pensava. Pensare gli faceva bene, lo aiutava a rimettere in ordine le idee e a fare un po’ di chiarezza in quel turbinio di emozioni che era diventata la sua vita. Quella sera pensò a tante cose.
Pensò che neanche un mese prima aveva salvato il mondo dalla distruzione, e che da allora non era più un predestinato, né lui né i suoi amici. Il Drago Cremisi si era portato via il suo segno e quello dei suoi amici ed anche le loro carte migliori. Quanto gli mancavano Drago Polvere di Stelle e Drago Stella Cadente. Ma non essendo più un predestinato non poteva usarle. E la cosa assurda era che fino ad un attimo prima stava festeggiando con i suoi amici nella sua nuova casa, poi tutto era cambiato e quel potente legame che li univa si era spezzato.
Non poteva neanche fare lo scienziato, che era il suo sogno di riserva, aveva inviato due settimane prima una lettera alla sede degli scienziati, ma gli avevano molto cortesemente risposto di no dicendo che lui era ancora giovane, aveva solo 19 anni e doveva prendere con cura ed attenzione le sue decisioni, ma per Yusei il messaggio vero che si leggeva tra le righe era stato più che mai chiaro: ‘Tuo padre ha già fatto un guaio, pertanto sei pregato di non metterti anche tu’.
Era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse di dove era finito, non capì di essere arrivato, anzi tornato, nel Satellite, o meglio in uno di quei vicoli bui che è meglio evitare quando arriva una cert’ora anche se sei della zona, e la parte peggiore di tutto non sapeva dire se fosse che il vicolo non aveva via d’uscita oppure i tre grossi tipi che si erano messi alle sue spalle a sbarrargli la strada. “E ora?” si ritrovò a pensare Yusei. Non poteva neanche sfidarli a duello perché da quando aveva perso le sue due carte migliori aveva anche perso la voglia di duellare.
– Che c’è ragazzino ti sei perso? – chiesero i tre, in coro. E la cosa strana fu che Yusei pensò di riconoscere quelle corporature e quei toni di voce, ma proprio non riusciva a ricordare quando avesse incontrato i tre tipi. In ogni caso almeno gli fu chiaro che loro non avevano riconosciuto lui, era in ombra e non potevano vederlo in faccia. Se ci fosse stato del sole probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. Se fosse rimasto a casa sua probabilmente le cose sarebbero andate diversamente.
Yusei non sapeva che fare, visto che non aveva il deck ma che voleva andarsene di lì era ormai pronto a fare a botte con quei tipi, anche se non era molto sicuro del risultato. Fu proprio mentre stava mettendosi in posizione d’attacco che accade una cosa che avrebbe cambiato radicalmente la sua vita, di nuovo.
Rapida come un fulmine, silenziosa come quella notte a Nuova città di Domino, saltò giù dal tetto del palazzo lì vicino, chissà se era sempre stata lì o era arrivata solo in quel momento, gli afferrò il braccio destro, che cominciò a bruciare, e spiccò un altro salto che lo trascinò volente o nolente sul tetto della casa affianco, lontano da quei tipi. E lo portò ancora più lontano correndo e saltando da un tetto all’altro verso una meta che Yusei non riusciva ad identificare. Quella era una notte nera e la figura che lo aveva salvato era ancora più nera, quindi il ragazzo non riuscì a vedere chi lo avesse salvato.
Saltarono sui tetti per un tempo incredibilmente breve e poi atterrarono alle spalle di una casa più grande ed imponente delle precedenti, ma comunque in un altro vicolo, solo che questo vicolo aveva dei lampioni ed era illuminato. Yusei si voltò subito verso il suo salvatore o la sua salvatrice, ma l’ombra nera che lo aveva salvato era già corsa via e lui riuscì ad intravederla soltanto per un brevissimo istante: mentre svoltava l’angolo l’ombra, per qualche strano motivo, si voltò verso di lui ed i loro occhi s’incrociarono, nonostante fosse sconcertato da quello che vide Yusei mantenne alto lo sguardo. Alla fine l’ombra fuggì via. Era durato meno di un secondo ma a lui era sembrato l’istante più lungo di tutta la sua vita e non avrebbe mai dimenticato cosa aveva visto, i suoi occhi blu avevano incrociato occhi rossi, rossi come dei rubini, come il fuoco, o come il sangue con due pupille nerissime dalla forma allungata, come quelle dei gatti.
Quando finalmente si fu ripreso dallo shock, l’adrenalina fu sciamata e l’ombra era ormai lontana, cominciò a sentire il dolore, forte e lancinante, al braccio destro. Per un attimo ebbe quasi timore di vedere cosa gli era successo, ma alla fine si  costrinse a farlo. Conficcatagli nel braccio, all’apparenza era nel guanto ma a giudicare dal dolore doveva essere scesa più in profondità, c’era una piuma, sottile, affilata, ma soprattutto nerissima. In un attimo rivide l’articolo di giornale che aveva letto solo poco tempo prima ma che adesso gli pareva un’infinità di tempo fa. La persona che lo aveva salvato era una pericolosissima ladra, la Fenice Nera.
Lo shock fu forte e gli occorsero alcuni secondi per riprendersi, ma poi ebbe il buon senso di far sparire quella piuma staccandola dal suo braccio e di infilarla  nella tasca della giacca, non sapeva cosa gli sarebbe potuto succedere se qualcuno lo avesse visto con quella cosa in mano e non voleva neanche saperlo. Dopo averla tolta, però, si rese conto che non era la piuma a procurargli il dolore, a quel punto, non avendo più niente di cui stupirsi, tolse il guanto e, oltre ogni previsione, si stupì di nuovo.
Sul braccio destro era riapparso il suo simbolo da predestinato, la testa del Drago Cremisi.
 
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Allora, che ve n’è parso? Sono curiosa di sapere la vostra opinione e spero di ricevere varie recensioni!
 
Anticipazioni prossimo capitolo:
Nel prossimo capitolo vedrete che alcune cose cominceranno ad essere più chiare e vedrete anche le parti della storia originale che ho modificato.
Dal punto di vista della trama vi posso solo anticipare che Yusei farà dei sogni molto agitati e che la nostra “ombra nera” alias Fenice Nera lo terrà d’occhio… se volete sapere altro dovete leggere il prossimo capitolo. Vi aspetto!
  
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