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Autore: papergirl    14/01/2012    6 recensioni
Dal I capitolo:
"Blair, Blair..noi non abbiamo bisogno di andare via. Noi possiamo allevare questo bimbo qui” le sussurrò, accarezzandole la guancia, cercando di rassicurarla. D’altronde lei, aveva proprio bisogno di quello, di essere rassicurata, di sapere che sarebbe andato tutto bene. Con lui. Al suo fianco.
Blair guardò un’ ultima volta i fotografi alle loro spalle, dietro il finestrino oscurato di quella lussuosa limousine. Lì dove tutto era iniziato e lì dove tutto avrebbe potuto finire.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Dan Humphrey, Quasi tutti, Serena Van Der Woodsen | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass, Dan Humphrey/Serena Van Der Woodsen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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someday
Le parti di testo incluse fra gli asterischi contengono flashback.

Someday…

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The Accident

Seduta in salotto, davanti al camino, con una coperta nel ventre, Blair sorseggiò l’ultimo goccio di tè. La tazza in porcellana che teneva fra le dita, era ancora calda, e le riscaldava i polpastrelli, sempre freddi in quel nevoso inverno che sembrava interminabile. Blair nervosamente osservò l’orologio che teneva al polso ed emise un profondo sospiro, domandandosi quando sarebbe rientrato in casa. Era l’una di notte ed iniziò a preoccuparsi, soprattutto ricordando ancora nitidamente quella sera di sette anni prima, quando tutto ebbe inizio e quando tutto rischiò di finire.

 

*

 

“Blair, Blair..noi non abbiamo bisogno di andare via. Noi possiamo allevare questo bimbo qui” le sussurrò, accarezzandole la guancia, cercando di rassicurarla. D’altronde lei, aveva proprio bisogno di quello, di essere rassicurata, di sapere che sarebbe andato tutto bene. Con lui. Al suo fianco.
Blair guardò un’ ultima volta i fotografi alle loro spalle, dietro il finestrino oscurato di quella lussuosa limousine. Lì dove tutto era iniziato e lì dove tutto avrebbe potuto finire.

 “Blair” una voce, un sussurro, una stretta di mano calda, capace di riscaldarle le dita ancora indolenzite e fredde. Blair aprì gli occhi con difficoltà, disorientata e totalmente frastornata. Aveva forti fitte alla testa e dolori lungo tutto il corpo. Sembrava avesse dormito per giorni, se non per settimane. Alzò gli occhi, cercando il suo interlocutore, quando incrociò lo sguardo stanco e preoccupato della sua più cara amica. Serena era seduta in una sedia accanto a lei, i capelli raccolti e scompigliati, il trucco sbavato, i lineamenti tesi. Indossava un abito chiaro con sfumature rosa, e a Blair, notando l’indumento, iniziarono ad affiorare i primi ricordi lentamente, l’uno dopo l’altro. La festa in onore di Charlie, Humphrey, il rendersi conto che alle volte l’amore può realmente superare ogni cosa.
“Dove mi trovo, S?”domandò, pur conoscendo la risposta.
“In ospedale”le rispose Serena, non aggiungendo altro e probabilmente già sapendo quale sarebbe stata la sua prossima domanda.
“Come sta?”chiese con voce tremante, sperando con tutta se stessa che l’amica al suo fianco le avrebbe dato una buona notizia, accenandole magari anche un sorriso per il suo inutile tono drastico e preoccupato. Ma Serena non sorrise ed i suoi lineamenti non si rilassarono. Blair, perciò, comprese anche la seconda risposta.
“Ha perso molto sangue, B”la voce di Serena era roca e divenne pian piano un sussurro. Blair non domandò altro, non volendo sapere altro. Rimasero, quindi, entrambe in silenzio, l’una persa nel dolore dell’altra.
 

I giorni a seguire in ospedale passarono lentamente, ogni cosa al suo interno pareva muoversi una marcia indietro rispetto alla vita al di fuori: i dottori, le infermiere, i pazienti, i familiari. Sembrava che il tempo si fermasse, rallentasse, come l’ultima scena di un film tragico o malinconico. Quell’ultima scena a rallenty dei saluti e degli arrivederci. Blair non ci credeva, non voleva essere stata ingaggiata come attrice per quel tragico film, a sua insaputa. Eppure in quella settimana, sembrava fosse stata scelta proprio come protagonista. Le cattive notizie continuavano ad arrivare: dalla perdita del bambino al non ancora avvenuto risveglio di lui.

 

*

 

Sentì l’apertura dell’ascensore all’entrata e deglutì quell’amaro groppo alla gola di preoccupazione. Si alzò dal divano e gli andò incontro con entusiasmo, come quando era piccola ed accoglieva suo padre.
“Auguri, Chuck” gli disse, abbracciandolo.
“Auguri, Blair. Ti avevo detto che sarei tornato tardi. Non devi stancarti”la rimproverò, sorridente e preoccupato allo stesso tempo, sciogliendo l’abbraccio e accarezzandole il ventre. Blair sorrise, notando la luce negli occhi di suo marito.
“Ultimo Natale come coppia” constatò lei, eccitata.
“Io credo che è da un bel po’ che non passiamo un natale come coppia”sussurrò Chuck, baciandola dolcemente e prendendole la mano.
“Tutto merito di Serena!”esclamò Blair, salendo le scale.
“E Humphrey? Per quanto ne so i bambini si fanno in due”aggiunse lui, sarcastico, rimembrando i giorni di Natale degli ultimi cinque anni.

“Jingle Bells! Jingle Bells! Jingle all the way!
 Oh what fun it is to ride
 in one horse open sleigh…
Jingle Bells…”
“Isobel…” mormorò Dan, coprendosi il volto ancora dormiente con il proprio cuscino.
“Papà..è l’ora dei regali! Svegliati!”esclamò la bambina, saltando sopra al letto.
“Jingle Bells...”continuò a canticchiare.
“Isobel..”la richiamò Serena, ancora assonnata.
“Mamma, alzati! E’ Natale!”disse, eccitata, stendendosi nel letto in mezzo ai propri genitori.
“E’ presto..dormi ancora un po’”tentò Dan, coprendola con le coperte.
“Dai, sveglia!” esclamò lei, rialzandosi in piedi e ricominciando a saltare.
“Sfondi il materasso, Isobel” la rimproverò un’altra volta suo padre.
“Mamma. E’ Natale!”entrò in camera il più piccolo della famiglia, scuotendo il braccio di Serena.
“Samuel…torna a dormire..”rispose lei.
“Sam, vengo io con te..loro ormai sono vecchi per queste cose..”gli spiegò la sorella.
“Chi sono i vecchi?!” le chiese Serena, afferrando la figlia e facendole il solletico.
“Voi”le disse, divertita la piccola.
“Non credo, proprio”intervenne Dan, alzandosi e prendendo in braccio l’altro figlio.
“Ora, Sam..ti mostro che non devi dare ascolto a quella vecchietta di tua sorella” esclamò il padre, trasformando Samuel in un piccolo aeroplano.

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L'ho postata. Non ci posso credere, finalmente mi son decisa a postarla.
Ho scritto questa fanfiction al termine del 5x10 e non so come sia venuta, lascio a voi il giudizio.

Credo che la continuerò, perché mi piace l’idea dei personaggi ambientati in un futuro ed era da un po’ che ci pensavo.
Mamma mia..lunedì finalmente ritorna gossip girl..sono in ansia, ragazzi!


  
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