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Autore: iggie    17/01/2012    1 recensioni
Lili: "Era come se nell'utero materno il corpo si fosse diviso in due, ma lo spirito fosse stato comune. Per questo motivo George non po teva nemmeno concepire l'idea di venire separato da lui".
Questa è la mia seconda FanFiction, venuta fuori in un momento così...
Un omaggio ai gemelli Weasley, perchè nel mio cuore, saranno sempre insieme.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Lacrime e sangue

Buio.
Corro nel buio e non so dove sto andando.
Pericolo.
So solo che sono in pericolo.
Adesso tutto si fa più nitido … sporadici lampi di luce illuminano debolmente dei muri: muri grigi, vecchi, conosciuti.
Hogwarts.
Nella mia folle corsa percepisco odori … di polvere, legna bruciata e sangue.
Nessuno mi insegue, ma so che sta per succedere qualcosa, qualcosa che DEVO  fermare.
Svolto un angolo e li vedo: Percy e Fred che duellano contro l’ex Ministro della Magia e un altro Mangiamorte.
Fred.
Fred guarda Percy e ride.
Come al rallentatore, vedo la bacchetta del Mangiamorte alzarsi contro il petto di mio fratello.
E lui non lo vede.
Alzo a mia volta il braccio contro quell’uomo per impedirgli di lanciare l’incantesimo, ma sebbene la bocca si apra e la mia mente stia formulando lo Schiantesimo, nessun suono fuoriesce dalle mie labbra.
Vado in panico, urlando con tutto il fiato che ho in corpo, ma senza successo.
Un lampo.
Un crollo.
La polvere si dirada, e dopo aver sentito l’urlo straziato di Percy, il volto senza vita di Fred mi appare davanti agli occhi.
Una voce soffusa mi arriva all’orecchio e penetra in me gelandomi l’anima.
-Non eri con me. E sei arrivato tardi-.
-NO! FRED! FREEEEEEEED!-
 
George Weasley ci mise qualche secondo per rendersi conto che stava urlando davvero. Si tappò la bocca con un pugno, non volendo allarmare gli altri abitanti della Tana, mentre il respiro pesante e straziato dal sogno ritornava regolare.
Alzò lo sguardo verso il lato opposto della stanza e vide il movimento di una testa rossa nella sua direzione.
Devo averlo svegliato.
Cercò di calmarsi, e far sparire dalla mente il ricordo di quell’incubo, ma il cuore non accennava a voler rallentare la sua corsa.
Voleva, doveva toccarlo, ed essere sicuro che nessuno avesse fatto del male al suo gemello, che Fred fosse vivo e stesse bene.
Si alzò in piedi il più silenziosamente possibile, sperando che l’altro si riaddormentasse. Eppure, quando sollevò gli occhi che aveva puntato a terra per evitare l’asse cigolante del pavimento, si ritrovò il fratello in piedi davanti a sé.
George sorrise, pensando a quanto fosse incredibile la loro empatia, non solo quando parlavano, ma anche nei gesti. Sempre in sincrono, come una coppia di ballerini.
Sul volto del fratello vi era la stessa espressione, come se avesse formulato lo stesso pensiero.
Il silenzio non era un peso tra loro, perciò nessuno lo ruppe con parole che sarebbero risultate inutili: si conoscevano così bene che potevano capire le emozioni e i pensieri dell’altro con una sola occhiata.
Sì, perché George sapeva riconoscere da chilometri di distanza lla luce che brillava negli occhi del gemello quando aveva un’idea per il negozio.
Avrebbe saputo indicare con precisione millimetrica, anche ad occhi chiusi, la piccola ruga che si formava all’angolo della bocca di Fred quando elaborava un piano particolarmente dannoso per tormentare Gazza, ai tempi di Hogwarts.
Sapeva riconoscere l’imbarazzo nella voce e nei gesti del fratello quando Katie e Angelina andavano a trovarli al negozio, nonostante lui fosse un mago a nasconderlo a chiunque altro.
Per questo motivo la ferita che aveva subìto all’idea di averlo perso bruciava ancora.
E sapeva che il suo cuore non avrebbe smesso di sanguinare, fino a quando non lo avesse toccato.
Perché nessuno poteva capirlo come Fred.
Nessuno, nemmeno la cara Molly lo conosceva come lui.
Era come se nell’utero materno il corpo si fosse diviso in due, ma lo spirito fosse stato comune.
Per questo motivo George non poteva nemmeno concepire l’idea di venire separato da lui.
Mosse un passo verso il fratello, e Fred fece lo stesso, lo sguardo impaziente di chi vuole rassicurare ed essere rassicurato.
Un altro passo, e un altro ancora.
La mano dei gemelli si alzò nello stesso istante, tendendosi in avanti verso l’altro, alla ricerca disperata di quel contatto che, a quanto pareva, entrambi agognavano.
Lo spazio tra le dita era carico di elettricità statica, poco prima che la distanza si annullasse.
Freddo.
Fu questo che George percepì, mentre sentiva i suoi occhi sgranarsi, le spalle incurvarsi e un macigno nel petto che gli impediva di respirare.
Con lentezza impossibile ed esasperante, appoggiò interamente il palmo sulla superficie fredda e liscia dello specchio, come se senza un appoggio avesse potuto cadere, come una marionetta a cui vengono tranciati di netto i fili, mentre il sogno ritornava prepotente, insieme agli altri ricordi della guerra appena finita.
Finita per gli altri, ma non per lui.
Un suono di vetri infranti riempì la stanza.
E i frammenti dello specchio sparsi a terra furono ben presto seguiti da sangue e lacrime.




Angolo di Lili:
Salve salve :) Sinceramente non so cosa dire su questa FF...il contenuto è...beh, taaanto malinconico.
E' d'obbligo precisare che questa FF non tiene conto dell'incidente di George all'inizio del settimo libro, che lo priva di un orecchio, perchè in tal caso, ovviamente, non avrebbe potuto scambiare il proprio riflesso per Fred.
Sono indecisa se tirarvi su il morale con la storia di come mi sia venuta in mente (giusto per darvi conferma della mia insanità mentale) o se lasciarvi ad una riflessione seria su questo tema perchè, diciamolo, per quanto si tratti di un personaggio inventato, la morte di Fred credo che abbia scosso tutti i Potteriani.
Quindi, se volete farvi due risate continuate a leggere, altrienti ringrazio fin da ora per aver letto, e spero vorrete dirmi che ne pensate in una recensioncina. <3

Dunque, per chi vuole sapere come mi è venuta in mente, ecco a voi: stamattina andando a scuola.
Volendo mettere i puntini sulle "i" è da un po' che sono bloccata con la mia prima FF, "Tutto può cambiare" e avevo pensato di scrivere una one-shot per staccare un po'.
E stamattina, alle 7:20, in autobus, ferma in colonna, non chiedetemi come o perchè, mi è venuta l'idea di una storia su George che pensa di vedere Fred quando invece è il suo riflesso allo specchio.
Non molto normale, a parer mio.
Comunque, la parte divertente sta nella stesura.
Sì, perchè l'ho scritta tutta d'un colpo sull'ultima pagina del quaderno di matematica durante una lezione di goniometria.
Ancora meno normale, secondo me.
Ecco, spero che queste dimostrazioni della mia anormalità vi bastino per risparmiarmi da eventuali improperi e/o insulti vogliate rivolgermi. In caso contrario, le recensioni sono più che bene accette :)
Un bacio, Lili.



  
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