Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Nykyo    01/09/2006    17 recensioni
Un'arringa comico-grottesca per difendere il mio caro Prof. dalle accuse che gli sono piovute addosso dopo il sesto libro. Leggetela sapendo che è tutto un gioco, ma, in fondo, è tutto vero. O no?
Genere: Parodia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia appartengono a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. L'idea di base di questo racconto è, invece, in quanto mia creazione, di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o per estrapolare una citazione dalla stessa.

Questa storia è stata scritta esclusivamente per puro divertimento e non ha alcuno scopo di lucro, non è pertanto intesa alcuna violazione del copyright.

 

 

Silenzio in aula, la parola alla difesa:

 

 

Vostro Onore, Signori Giurati, Esimi colleghi della difesa, Ottimi colleghi dell’accusa, membri tutti del Wizengamot

 

Oggi siamo qui riuniti per giudicare un uomo, un mago, che tanto ha fatto parlare di sé l’opinione pubblica.

Siamo qui per decidere se quest’uomo merita Azkaban e una cella umida o, invece, il plauso, o quanto meno la stima e l’umana comprensione dell’intera comunità magica, nonché di essere assolto.

Ebbene, guardatelo e ascoltate la sua storia, andando oltre alle apparenze.

Quest’oggi noi giudichiamo il mago, non il suo aspetto, che – lo comprendiamo – potrebbe portarci a fraintendere la sua vera natura.

Perché, lo ammettiamo candidamente - e non corrughi così le sopracciglia il nostro assistito - è inutile negare che la natura abbia voluto fornirlo di tratti che possono prestarsi a facile, ma ingiusta, caricatura.

Eppure un uomo non si giudica dall’abito, o dai tratti del viso, e nemmeno in base alle secrezioni sebacee del suo cuoio capelluto.

Non è il naso che fa il Mangiamorte, Signori Giurati, non scordatelo!

Pensate a Lord Voldemort in persona: lui il naso non ce l’ha proprio e, infatti, guardate quanto è malvagio.

Non dimenticate che, in passato, altri, in persona del Signor Harry “Prescelto” Potter, commisero con troppa leggerezza l’errore di scambiare il fiero cipiglio di Severus Piton per un indice certo di colpevolezza.

E guardate quale ne fu il risultato: Il “Ragazzo Sopravissuto” si ritrovò legato ben poco dignitosamente (come un salame. Diciamolo esimi giurati, senza timore di far risuonare in quest’aula la verità!) in balia di Raptor, il vero malvagio, l’unico realmente intenzionato a rubare la Pietra Filosofale e darla a Voldemort.

Avrebbe dovuto capirlo fin dal principio Potter, che il Professor Raptor e non Piton era il servitore di Voldemort (nonché l’affittuario del proprio corpo all’Oscuro Signore).

Ma comprendiamo che l’eroico Signor Potter sia stato sviato dalla giovane età e dall’impossibilità a reperire una copia de “La Pietra Filosofale” in edizione italiana, traduzione Salani.

Se egli avesse potuto leggere l’opera della sua creatrice nel nostro idioma, nonostante le apparenze, non avrebbe avuto dubbio alcuno: fra un serio insegnante di Pozioni, magari un tantinello severo, come dice il suo stesso nome, e un balbettante e sfuggente Raptor avrebbe intuito subito di chi non fidarsi.

Perché un mago che si chiama Severus, che assomigli o meno a un enorme pipistrellone (e questo è tutto da dimostrare, dopo la cortese testimonianza di Lady Malfoy riguardo alla sua gradevole carnagione olivastra, ai suoi modi, e alla sua voce di seta) ed è un professore, mal che vada sarà il terrore degli studenti, ma in uno che si chiama Raptor, come il più vorace e sanguinario dei dinosauri carnivori del giurassico, c’è poco da confidare (e non cercate signori di farmi credere che nessuno di voi ha mai visto Jurassik Park).

Difatti, lo stesso Raptor, che l’edizione Salani l’aveva letta, tentò con estremo garbo di spiegare l’equivoco al Signor Potter, affermando: "Sì, Severus sembra proprio il tipo giusto, non è vero? Talmente utile averlo qui a svolazzare dappertutto, come un pipistrello gigante! Con lui in giro, chi sospetterebbe mai del po-povero, ba-balbuziente p-professor Ra-Raptor?".

Purtroppo per l’imputato, il giovane Potter deve aver subito il condizionamento genetico di suo padre, e l’influsso astrale del suo padrino Sirius Black, perché i suoi pregiudizi sono rimasti invariati, anche dopo mille dimostrazioni della bontà d’animo, celata con cura eppure evidente ad un occhio allenato, del suo Professore.

Ma noi, invece, ne siamo strenuamente convinti.

Severus Piton ha un naso enorme e veste tutto di nero (che comunque sfina, non passa mai di moda ed è l’unico colore elegante in tutte le stagioni, riconosciamoglielo e ammettiamo anche che si sposa dannatamente bene con il colore corvino dei suoi occhi di tenebra. Perché siamo avvocati e giurati, ma anche streghe e maghi di gusto, diamine!) e con ciò?

Vogliamo spedirlo a deperire ad Azkaban solo per questo? Come se non fosse già abbastanza allampanato com’è?

No, io vi dico, no!

Severus Piton non possiede meno onestà e cuore di quanto abbia naso!

Fate le debite proporzioni, voi tutti comprendete quanto egli sia retto, leale e orientato al bene.

Severus Piton, Signori, è un insegnante preparato, un ottimo pozionista, un superlativo occlumante, un mago eccellente e un gran secch… emh… uno studioso infaticabile.

E’ un uomo semplice, anche se meticoloso e ordinatissimo.

Non esagera in nulla, non ha vizi (anzi, come vedremo, ne ha uno e uno solo).

Non è un inguaribile goloso (e questo osservando la sua elegante e snella siluette potete verificarlo voi stessi), non beve eccessivamente (giusto un bicchiere o due di vino rosso in compagnia se ha ospiti. Perché è anche un compito padrone di casa), non fuma, non si rintrona di televisione (anche perché, fortunatamente, non ce l’ha).

Basta poco a Severus Piton per essere felice: studenti che imparino almeno la metà di quel che prova ad insegnar loro (o che, se non altro, sappiano decifrare la sua scrittura sulla lavagna, senza saltar le righe, e non fondano più di un calderone al giorno), il proprio laboratorio pulito e in perfetto ordine, un buon libro, il fuoco del caminetto e, di tanto in tanto, qualche ora di libertà per farsi un’allegra manciata di affari suoi (come chiunque altro al mondo).

Ma quest’uomo tanto morigerato ha anche lui un brutto, bruttissimo, abominevole vizio (lui lo chiama hobby, ma temiamo che vi si sia assuefatto proprio come al peggiore dei vizi, ahimè!).

Ebbene sì, perfino lui, ha un passatempo preferito cui non riesce a sottrarsi, per quanto si tratti di un’attività stancante e non meno pericolosa per sé del Banging Jumping o del salto in barile delle Cascate del Niagara.

Guardatelo, Signori giurati, e nell’ascoltare il suo segreto siate clementi, ricordate che nessuno è perfetto.

Questo, lo diciamo col rossore a imporporarci le guance, è l’indicibile vizio di Severus Piton: salvare Harry Potter da morte certa, o comunque da qualsivoglia pericolo e/o guaio in cui abbia avuto l’occasione di cacciarsi.

Perché anche il Signor Potter ha, a sua volta, un brutto viziaccio: ficcarsi sempre nei guai e, nelle giornate fortunate, quando gli gira davvero bene, ficcarci anche tutti i suoi amici.

Un hobby questo che il Signor “Prescelto” Potter coltiva con grande impegno fin dalla tenera età di undici anni. E, siccome l’impegno porta sempre i suoi frutti, non possiamo negare i suoi meriti. Il Signor Potter è andato migliorando di anno in anno: se al primo riuscì a mettere in pericolo solo se stesso, Ron Weasley ed Hermione Granger (comunque già tre persone in una botta sola non è male, signori giurati), al secondo era già in crescendo, al punto di potersi vantare di aver coinvolto anche la giovane Ginevra Weasley e al quinto non lo teneva più nessuno, tanto che riuscì nella mirabolante impresa di mettere in pericolo (badate bene, tutti in un colpo solo), oltre a sé, ben cinque dei suoi amici (Son cose non da tutti, ci vogliono anni di strenuo allenamento e indubbio talento naturale, di cui il Signor Potter è ampiamente dotato).

Ma non siamo qui per esaltare le imprese del Signor Potter nel campo del suo sport preferito (sebbene ne siamo ammirati e lo proporremmo quanto prima per il libro dei Guinness dei primati).

Ciò che ci premeva dire è che, dato il curioso sport cui il “Ragazzo sopravissuto” si dedica, all’imputato, il Professor Piton, non mancano, ahimè, le occasioni per indulgere a sua volta nel proprio vizio: salvargli la pelle, come già si è detto.

A tal proposito, lasciatemi dire che (per quanto agonisticamente ammirevoli siano i record raggiunti dal “Prescelto”) il Signor Harry Potter dovrebbe essere tenuto ben lontano da Severus Piton.

Voi mettereste una mescita di vini sotto la casa di un alcoolista?

Sono certa di no, e converrete con me che, o si impedisce a Harry Potter di cacciarsi nei più atroci pericoli, o lo si allontana da Severus Piton (il che è senza dubbio uno degli scopi per i quali Albus Silente, al sesto anno, ha dato al Professor Piton la cattedra maledetta di Difesa e gli ha poi ordinato di ucciderlo. Perché si prendesse un anno sabbatico lontano dal “Prescelto”, in climi più tranquilli e salubri).

Se nessuna delle due opzioni si realizza, temo che il povero Piton non potrà mai disintossicarsi dal vizio terribile di salvarlo.

Iniziò tutto al primo anno di Harry Potter a Hogwarts.

Accadde per caso?

No! L’imputato non vedeva l’ora di salvare Potter, diciamolo forte e chiaro, senza vergogna, o ipocriti pudori.

Piton, se ne stava lì, sugli spalti del campo di Quidditch, con “due occhi così” – perdonate la gergalità babbana – per non perdersi l’occasione.

Fu accontentato: Raptor fece il malocchio alla scopa di Potter e così lui, sebbene poi interrotto sul più bello dalla Granger, potè salvarlo per la prima volta, recitando il contro incantesimo.

Eh! La Granger ce la mise proprio tutta (da ragazzina assennata qual è, intendeva bruciare il vizio di Piton sul nascere, è proprio il caso di dirlo), ma ormai il danno era fatto: Piton ci aveva preso gusto.

Infatti, quello stesso anno, speranzoso di fare il bis, volle perfino arbitrare la successiva partita di Quidditch, per poter essere più vicino a Potter e salvarlo, letteralmente al volo, se appena gli fosse capitata la ghiotta occasione.

Gli andò male, quella volta, ma poi Piton ebbe modo di rifarsi.

Al secondo anno, provò nuovamente il brivido - anche se, con suo grande rammarico, l’intensità non fu quella massima possibile - facendo “evanescere” un cobra con gli occhiali, prima che potesse decidere che il Serpentese del Signor Potter aveva una pronuncia poco ortodossa, passibile di esser punita con un morso.

Al terzo anno, a Severus Piton le cose andarono meglio.

Potè, infatti, esibirsi nel salvataggio multiplo (non solo di Potter, ma anche dei suoi due fidi scudieri Weasley e Granger) da un Mangiamorte (appena evaso da Azkaban e con una mezza vena di follia in famiglia) e – rullo di tamburi, prego – da un licantropo in pieno plenilunio.

Ora, io ho molto a cuore il mio assistito, e confesso di stimarlo assai, dunque è con rammarico che mi vedo costretta ad ammettere che, purtroppo, anche se non per sua colpa, quella splendida performance fu in parte invalidata dal fatto che i tre ragazzi, pur di non farsi salvare, lo schiantarono e che Sirius Black come Mangiamorte che voleva uccidere Harry Potter si dimostrò una vera patacca (per dirla con i babbani: “proprio una sola!”).

Di questo Piton non ha colpa. Era in buona fede, come tutti del resto, nel credere che Black fosse un vero Mangiamorte con intenti omicidi (del resto, chi poteva andare a pensare che uno fosse così sfig… emh… sfortunato da finire ad Azkaban senza nemmeno avere il Marchio Nero a certificarne la fedeltà D.O.C. a Voldemort? E poi era un Black, si sa che i Black son tutti Mangiamorte per tradizione di famiglia, chiunque si sarebbe ingannato al suo riguardo).

Piton potè comunque cavarsi la soddisfazione di recuperare tutte le pecorelle smarrite (Mangiamorte taroccato, compreso) e riportarle all’ovile, prima che ai Dissennatori girasse di baciarle tutte in un impeto di romanticismo (la luna piena, il lago, i grilli, la primavera nell’aria… fanno strani effetti, si sa).

Ma lui non era del tutto soddisfatto.

Per Piton vedere parzialmente invalidata la propria opera di salvataggio fu, evidentemente talmente frustrante (ve l’abbiamo detto che egli è ormai dipendente da questo suo strampalato hobby) che giurò di rifarsi in futuro.

Ed eccolo infatti al quarto anno, tardare addirittura ad un importantissimo appuntamento di lavoro (quello con Lord Voldemort, al secolo Tom Riddle, che il suo datore di lavoro, Albus Silente, l’aveva mandato a spiare per proprio conto) di ben due ore, solo per poter provare l’ebbrezza di salvare il Signor Potter da Barty Crouch Jr. (salvataggio di cui si dice Piton vada molto orgoglioso, sebbene ne abbia condiviso il merito con Minerva McGranitt e Albus Silente, anche perché gli diede modo di comparire, insieme ai colleghi, nell’Avversaspecchio… Già, l’imputato, nonostante il nasone, come tutti gli uomini particolarmente abili e intelligenti, è un po’ vanitoso… si racconta perfino che ne abbia approfittato per sistemarsi meglio le pieghe del mantello…).

Da allora in poi fu un vero e proprio crescendo, in parallelo con quello dell’impegno di Harry Potter a cacciarsi in guai sempre più catastrofici, potenzialmente privi di scampo, terrificanti e lesivi per quanti più amici e conoscenti possibile.

Del resto, è risaputo che la competizione aguzza l’ingegno e aizza gli animi, anche quelli più miti.

Come poteva Piton accontentarsi dei semplici salvataggi finora effettuati, dinnanzi ai virtuosismi dell’oggetto degli stessi?

Perciò al quinto anno, ecco che Piton, raccolto il guanto di sfida del proprio orgoglio si produsse in uno dei suoi migliori esploit come “Salvatore Ufficiale di Potter e Compagnia”.

Si potrebbe definirlo l’affare dell’ufficio Misteri.

Piton iniziò con un puro esercizio di riscaldamento. Robetta, lui stesso lo ammette, solo per cominciare a sgranchirsi: impedì a Dolores Umbridge di somministrare a Potter il Veritaserum (salvargli solo la vita iniziava a diventare noioso. Troppo poco complicato e adrenalinico).

Poi, già che c’era, per non perdere l’allenamento, salvò anche Paciock dall’essere soffocato da Goyle (o da Tiger? Non importa, converrete anche voi che sono perfettamente interscambiabili).

In quel momento, esattamente allora, Piton avrebbe dovuto capirlo che il suo innocente hobby si stava trasformando in un vero è proprio vizio pernicioso.

Ma sappiamo come vanno le cose; uno si ripete sempre: Posso smettere quando voglio. Illuso!

A quel punto, purtroppo, Severus Piton era finito inesorabilmente nel tunnel del salvataggio.

Nemmeno Potter gli bastava più, doveva salvare qualunque individuo di trovasse, o potesse potenzialmente passare, dalla parte dei “buoni”.

Ed ecco che, infatti, sempre in fase di mero allenamento, si affrettò a controllare se Sirius Black era al sicuro a Grimauld Place o se, invece, necessitava di esser salvato (immaginiamo il luccichio dei suoi occhi neri, febbrile, nell’assaporare il gusto del terzo possibile salvataggio della giornata).

Sfortunatamente, Black non abbisognava del suo intervento, almeno nell’immediatezza, ma ormai Piton non riusciva più a frenarsi, quindi, per non saper né leggere né scrivere, tentò un abile “salvataggio anticipato” (sempre più difficile, Signore e Signori…), dando a Sirius Black il primo straccio di incarico decente e importante che membro dell’Ordine gli avesse mai dato a memoria d’uomo, in modo di costringerlo a restarsene buono buono a casa sua a scodinzolare vicino al camino.

Lo incaricò, infatti, di attendere l’arrivo, niente popò di meno che, di Silente per riferirgli sulle probabili performances sportive di Potter al Ministero.

E’ un peccato che Black oltre che Mangiamorte taroccato fosse anche testardo; altrimenti oggi avremo un ulteriore record di salvataggi.

Ad ogni modo, Severus Piton era ormai lanciatissimo, niente e nessuno avrebbe potuto fermarlo (figuriamoci poi una bazzecola come correre il rischio che Voldemort – che il naso non c’e l’ha, ma non è scemo – subdorasse chi gli aveva sguinzagliato dietro l’Ordine e perfino Silente. Sciocchezzuole di poco peso per chi ama davvero il proprio hobby, tsk!).

Così, per salvare Potter davvero in grande stile Severus Piton gli mandò al Ministero l’intero Ordine della Fenice in pompa magna, Silente e Fanny la fenice compresi (statue che volavano, lampi ovunque, che spettacolo, Signori, che tripudio. Il salvataggio dei salvataggi! Vi domandiamo di astenervi dagli applausi solo per rispetto al luogo in cui siamo riuniti).

Non vogliamo dir nulla che potrebbe condurre l’imputato ancor di più sulla strada del vizio, ma è giusto riconoscergli che il suo salvataggio non fu da meno del modo mirabile (e un tantino idiota) con cui il Signor Potter, seguendo il proprio hobby con notevole virtuosismo, si era cacciato nei guai.

Ad ogni modo, per sincerità dobbiamo, ahimè, rimarcare che, non pago e non domo di tanta abbondanza, Piton volle fare di più; volle sentire personalmente il fremito del salvataggio. Quindi, sempre per non saper né leggere né scrivere, mentre l’Ordine, da lui avvisato correva al Ministero, Piton s’inoltrò nella foresta proibita, caso mai Potter, alla fine, fosse ancora lì, bisognoso d’esser soccorso.

Poi, per chiudere l’anno in bellezza e non farsi mancare proprio nulla, riuscì anche a salvare sia Potter che Draco Malfoy dal prodursi vicendevolmente gravi lesioni ingaggiando tra loro un duello magico nei corridoi della scuola.

Ciò fatto, almeno per un po’ Piton si sentì perfettamente appagato nella sua brama da “salvatore”. Ma durò poco.

Lasciate che io sospiri turbata… temo che dopo quell’idillio dei salvataggi, il mio assistito abbia perduto ogni capacità di sottrarsi al vizio. Eppure è un uomo così compito…

Ma facciamoci coraggio (anche lei Vostro Onore, non ceda, la prego, né al disgusto né alla commozione, abbia la forza di ascoltare fino in fondo) e andiamo avanti a raccontare di questo uomo disfatto dal proprio hobby.

Al sesto anno Piton tentò di raggiungere l’apoteosi della perfezione virtuosa, la vetta più eccelsa del salvataggio acrobatico, carpiato, con doppio avvitamento, piroetta e triplo salto mortale all’indietro.

Ormai, Severus Piton era deciso a inanellare salvataggi, collezionandone sempre di nuovi e più complessi, proprio come un bambino con le figurine delle Cioccorane.

Iniziò l’allenamento con Silente (il Signor Potter voleva lasciarselo per dessert), salvandolo, con maestria ormai collaudata, dalla maledizione dell’anello di Gaunt, uno degli Horcrux di Voldemort.

Un salvataggio complesso, date le conoscenze necessarie a effettuarlo, ma pulito (forse, però, non totalmente riuscito, poiché si mormora che la maledizione venne solo rallentata, essendo incurabile, e che, dunque, fu solo un salvataggio temporaneo, essendo il Preside comunque condannato a morire).

Dopo di che, Piton, una volta tanto, salvò se stesso (non che fosse la prima volta che gli accadeva, ma purtroppo il misero Professore in tali salvataggi pare non trovare alcun gusto) dai sospetti e dunque dal possibile Avada Kedavra di Bellatrix Lestrange, la Mangiamorte (vera stavolta, non taroccata) più fedele a Voldemort.

Lo fece con garbo, con stile, con ironia raffinata, raccontando a Bellatrix una marea di balle (del resto, se uno non conta balle ad una che si chiama Bella, con chi altro può farlo?) ma, ahimè, si lasciò prendere dalla foga.

In parte fu per colpa del suo Contratto Collettivo come spia a favore di Silente, che gli imponeva di fare il possibile e anche l’impossibile pur di scoprire i piani di Voldemort (attraverso Narcissa Black Malfoy) e riferirli al Preside e di farlo senza mai farsi sgamare… pardon… scoprire dall’Oscuro Signore e dai suoi adepti (pena il licenziamento e l’Avadatura immediata senza diritto al T.F.R.).

Ma è anche possibile (sigh!) che se Piton si fece fregare come l’ultimo dei polli, incastrandosi in un Voto Infrangibile, fu anche perché non poteva resistere all’idea di dare una “salvatina” anche a Draco Malfoy (corpo e anima. Badate, due al prezzo di una!) e, almeno inizialmente, credeva che solo su questo vertesse il famoso Voto.

Ad ogni modo, passiamo oltre.

Al primo giorno di scuola, come sappiamo, Potter perse quasi tutto il banchetto di inizio anno (graziandoci tutti, per una volta, dalle sciocche cantilene del Cappello Parlante. Cosa di cui gli saremo tutti grati in eterno).

Piton, che scrutava la Sala Grande (sempre con “due occhi così”), speranzoso di potersi portare avanti con la collezione dei salvataggi del “Prescelto” alla fine non ne potè più e corse a cercarlo nel parco, strappandosi perfino al cibo, pur di soddisfare la propria primaria brama (a volte anche i grandi uomini cadono in basso a causa delle loro passioni, Signori giurati…).

Lui mentirà dicendovi che fu un caso se intercettò il Patronus di Ninphadora Tonks al posto di Hagrid che era in ritardo, ma non credetegli, purtroppo non andò così.

Hagrid era in ritardo al banchetto di appena pochissimi minuti, e il Patronus fu intercettato fuori della scuola, mentre il guardaboschi già sedeva a mensa.

Perciò se lo intercettò Piton fu solo perché egli era appositamente andato a cercare Potter, nel caso avesse bisogno d’esser salvato.

Meglio guardare in faccia alla dura realtà!

E allora diciamolo, forte e chiaro; quest’uomo salvò anche Katie Bell dalla maledizione della collana e riuscì in qualcosa che ha il sapore del miracolo: salvò indirettamente anche Ron Weasley (da un tentato avvelenamento), tramite gli appunti presi in gioventù sul proprio libro di Pozioni e usando proprio Potter (e niente altro che un semplice, banale, bezoar) come strumento di tale opera impagabile.

Infine, per non perdere il ritmo, salvò Draco Malfoy da un Sectusempra, ma non se n’è mai vantato, per due motivi:

1)    La cosa gli fu fin troppo facile, conoscendo bene il controincantesimo, per aver inventato lui l’incantesimo Sectusempra.

2)    Era un salvataggio poco interessante, dato che portandolo a termine rischiava di salvare anche se stesso, cosa che, l’abbiamo detto, non da a Severus Piton troppo gusto (mentre parrebbe che non gli spiaccia affatto di rischiare la propria pelle per salvare gli altri. Strano uomo…).

Ma Piton dovette attendere la fine dell’anno per prodursi finalmente nel suo numero migliore, finora imbattuto.

Accadde la notte in cui un ben nutrito manipolo di Mangiamorte (solo la creme della creme dei sadici senza cuore con istinti omicidi, badate bene. Gente di classe, senza peli sullo stomaco – in faccia non si sa – del calibro di Fenrir Greyback) si introdusse a Hogwarts con l’aiuto di Draco Malfoy.

Ancora una volta, Piton partì lentamente, schiantando (dicono, ma lui non conferma né smentisce, forse trovando troppo poco vanto in quell’intervento) il collega Vitious perché non finisse col farsi ammazzare seguendolo.

Poi salì sulla Torre, dopo aver gettato un occhio sulla battaglia che si svolgeva all’ingresso della stessa ed essersi fatto due rapidi conti, constatando che: sì, per la sua immensa gioia, ogni membro dell’Ordine e ragazzino lì presente, necessitava di essere salvato.

Ma crediamo che fu solo sull’alto della Torre, quando scoprì che tra i Mangiamorte c’era Grayback assetato di giovani gole, che Piton realizzò che il suo sogno più grande si era avverato: poteva salvare l’intera scuola!

E con essa, come sempre, poteva salvare Potter, poiché era evidente, che essendoci due scope e non una (Silente non ha mai cavalcato due scope contemporaneamente, per quanto potente sia stato come stregone, figuriamoci dopo aver svuotato un pentolone intero di brodaglia velenosa), il “Prescelto” era lì da qualche parte, vicino a lui, pronto a finire nel solito mare di guai.

Oh, quale intensa libido deve aver provato Severus Piton nel rendersi conto che con quel salvataggio, comprendente anche Malfoy Jr., avrebbe finalmente superato e polverizzato qualunque record Potter avesse mai raggiunto nel proprio hobby.

Perché, una volta tanto, a creare il guaio e il pericolo era stato Draco Malfoy, non Harry Potter.

Dunque Potter il “Pieno-di-soprannomi-spocchiosi” restava fermo al suo precedente primato: ficcare nella melma sé e altri cinque studenti.

Solo cinque. Mentre lui, Piton, stava per salvare in un colpo solo: Draco Malfoy, Harry Potter, Ginny, Ron e Bill Weasley, Hermione Granger, Neville Paciock, Luna Lovegod, Remus J. Lupin, Ninphadora Tonks, l’intero corpo docente e non-docente (non scordiamoci Madama Chips, Gazza e Miss Purr), nonché (gaudio e tripudio) qualche centinaio di ragazzini indifesi.

Immaginate come doveva sentirsi ringalluzzito ed eccitato. Chissà che sforzo gli costò non leccarsi le labbra?

Ovvio che, in un simile stato d’animo, sapendo che Potter era lì, impotente a ostacolare il suo record, invisibile sotto il Mantello di suo padre, Piton fissò lo sguardo avanti nel vuoto con odio e disgusto (rivolti a Potter, appunto. Poiché era certo di essere in procinto di battere ogni virtuosismo del “Prescelto” e sperava di riuscire a fissarlo negli occhi, pur non vedendolo) e lo sfidò apertamente, iniziando, già che c’era, col salvare, per l’ennesima volta, Draco Malfoy.

So cosa vi state domandando: Piton riuscì in una simile titanica impresa?

Ebbene sì!

Vi riuscì, signori giurati, con la solita perizia ed innegabile eleganza, facendo esattamente la cosa più illogica per un Mangiamorte.

Anziché, impadronirsi della scuola, approfittando del fatto che, come ci dice la Auror Tonks, l’Ordine stava perdendo la battaglia (e comportandosi come ogni “seguace preferito di Voldemort” per bene dovrebbe fare) Piton incitò astutamente i Mangiamorte ad una precipitosa fuga, che non lasciò loro il tempo di far alcun danno (e dunque salvando forse perfino l’edificio dall’esser demolito a suon d’incantesimi… che classe, che stile!).

Sappiate, per dovere di cronaca, che si vocifera che, in quell’occasione, Piton salvò perfino se stesso dal Voto e Silente da morte certa, con l’apporto del Preside stesso e di Fanny, tramite un qualche elaborato inganno, che ci fece credere alla dipartita di Silente.

Lui non confesserà mai una simile impresa, per mera modestia (e perché non sarebbe solo suo il merito) e noi non possiamo provarla, ma quando incontrate una fenice… occhio, potrebbe essere Albus Silente in incognito.

E non è finita qui, signori giurati, no.

Durante la suddetta fuga, Piton suggellò il proprio trionfale ingresso nell’olimpo dei “Salvatori Ufficiali di Potter e Compagnia” con l’ultimo estremo salvataggio del “Prescelto” (in quel caso, Prescelto da un Mangiamorte come bersaglio per una Cruciatus), prima di svanire, elegantemente, nelle tenebre della notte.

Ecco, Signori giurati, Vostro Onore, esimi colleghi di ambo le parti, ora più nulla vi è celato, ora conoscete il turpe difetto di quest’uomo che serio e rigido vi sta dinnanzi sul banco degli imputati (e si vergogna un po’, siatene certi).

Ora sapete fino a che punto ha potuto spingerlo la sete insaziabile di salvataggio.

Ma siate clementi con lui.

Considerate che egli è umano non meno di voi e, come tale, soggetto alle umane passioni.

Siete sicuri, voi tutti, con la mano sul cuore e sulla coscienza, che al suo posto non vi sareste lasciati travolgere dal vizio del salvataggio?

Io no, non ho tali certezze.

E voglio aggiungere ancora due ultime considerazioni, prima di ringraziarvi per la vostra paziente attenzione.

Il suo viziaccio non fa di Severus Piton un Mangiamorte, anzi, tutt’altro.

Inoltre, se egli fosse stato un uomo più forte e avesse saputo resistere alle tentazioni, oggi non potremo giudicare del suo vizio, ma (non essendo stato salvato dall’imputato) il Signor Harry Potter sarebbe morto spiaccicato, cadendo dalla propria scopa, nemmeno a metà de “La Pietra Filosofale”, e noi non avremo potuto goderci le sue mirabolanti avventure per altri cinque libri (di cui il settimo a venire).

Per questi motivi:

Chiedo che il mio assistito sia pienamente assolto dall’accusa di essere un Mangiamorte (nonché l’assassino di Albus Silente, che potrebbe pure essere ancora vivo, grazie al vizio di Piton, ed essere scappato alle Kaiman con la cassa della scuola, per quel che ne sappiamo).

Decida la giuria, se proprio lo ritenesse necessario, che Piton sia comunque assegnato in affidamento all’associazione “Salvatori Anonimi di Potter e Compagnia”, allo scopo di disintossicarsi.

E’ tutto, mi rimetto al vostro giusto verdetto.

Ciò che avete appena letto, ovviamente, non è esattamente un racconto, e nemmeno un'arringa seria. E' un qualcosa che non so definire, ma spero vi possa regalare qualche sorriso.

Perchè io l'ho scritta per il Processo online a Piton (http://www.forla.net/severus/) ma anche e soprattutto perchè nella vita si deve poter sorridere un pò.

 

Nykyo

 

   
 
Leggi le 17 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nykyo