Anime & Manga > Captain Tsubasa
Segui la storia  |       
Autore: eldarion    17/01/2012    7 recensioni
Tsubasa e Sanae stanno per sposarsi. Sono felici. Tuttavia, la felicità a lungo sognata viene bruscamente spazzata via da una tragica fatalità.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I personaggi non sono miei, appartengono a Yoichi Takahashi.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Note personali: non amo scrivere storie con più di un capitolo, perchè ho poca pazienza, ma ho voluto tentare. E' una specie di sfida e spero di fare un buon lavoro!
Ringrazio coloro che dedicheranno del tempo alla lettura della mia storia e coloro che avranno la pazienza di recensirla.
Buona lettura!


 

Sfumature

 

Tsubasa osservò la figura di kumiko mentre si allontanava fino a svanire inghiottita dalle nebbie del tempo.
Provò un grande senso di nostalgia nel guardarla ritornare alla sua vecchia vita, in un mondo per lui ormai precluso. Una lieve solitudine e un certo senso di perdita si impadronirono di lui.
Trasse un profondo respiro e volse lo sguardo verso il cielo: le ultime stelle si spegnevano impallidite dai primi bagliori dell'alba che sopraggiungeva col suo fulgore. Si avviò calmo verso la collina ammirando le sfumature violacee dell'oscurità che si mescolava alla luce del sole nascente.
Il cielo pareva in attesa.
Il capitano sorrise, non era il cielo, era lui, lui stesso in attesa di qualcosa. Aveva scelto nuovi sogni e nuove speranze ed ora eccolo in quel mondo sperduto e affascinante mentre, emozionato come un bambino quando scarta un regalo, si accingeva ad affrontare un nuovo futuro, emozioni diverse. Non sapeva cosa c'era ad attenderlo, aveva solo seguito il cuore. Ignorava il suo futuro ma avrebbe vissuto senza rimpianti ogni momento, in fondo, c'era Sanae con lui e poteva essere ancora felice. Realizzò di possedere una nuova coscienza di sè. Mai si era soffermato a riflettere su cosa poteva essere capace di fare, a parte giocare a calcio, ma forse non aveva poi così tanta importanza. Egli aveva cuore, amore e buona volontà...Una volontà di ferro: qualcosa di buono avrebbe combinato.
Tsubasa rise, forse per la prima volta si affacciava alla vita come un bimbo inconsapevole, cosa avrebbe fatto da grande? Lui che aveva sempre saputo cosa avrebbe fatto da grande ora non lo sapeva più, ora doveva inventarsi la vita. Pensò che sarebbe stata una bella avventura: ecco cosa c'era dietro l'angolo, un'avventura!
Il capitano si sentiva così e si rispose che avrebbe imparato, avrebbe vissuto, avrebbe amato e, con un po' di fortuna, sarebbe riuscito a scoprire il sogno che, Colui che gli aveva riservato quello strano destino, gli aveva di certo nascosto nel cuore.
Si sorprese a pensare che anche kumiko avrebbe scoperto i suoi sogni nascosti e provò un certo dispiacere nella consapevolezza che non sarebbe stato accanto alla sua nuova amica per vedere come se la sarebbe cavata. Non era più fragile, anch'ella era consapevole e determinata, se la sarebbe cavata alla grande, ne era sicuro. Il nero della sua anima acerba era scivolato via, quella tempesta di sentimenti che le avevano oscurato il cuore si era placata. Il nero, in fondo, era un guazzabuglio di colori indefiniti. Colori chiari, scuri, caldi, freddi...Ognuno con un suo particolare riflesso, era la luce a colpire l'anima dandole una sfumatura. La luce era giunta a rischiarare anche il guassabuglio di Kumiko ed ora lei aveva la sua sfumatura; certamente una bella sfumatura ma di un qualche colore strano perchè Kumiko era strana, era sfuggente e non avrebbe mai potuto avere una sfumatura di un colore qualsiasi.
Tsubasa non potè trattenersi dal ridere ad alta voce perchè quei pensieri erano davvero particolari e non si era mai soffermato a percepire certe cose delle persone, quello lo faceva Sanae, lei sì, lei era una ragazza profonda e attenta: certamente aveva già intuito nel nero di Kumiko un colore di bontà.
Provò a riflettere sulla tonalità che poteva essere di Kumiko. Osservando il viola del cielo scuro che schiariva, associò quelle sfumature alla sua amica. Ci vedeva il viola in quella ragazza così sopra le righe...Viola...Non era il solito colore, un colore non molto amato ma deciso, un colore scuro perchè quella ragazza era stata nera e avrebbe per sempre portato in sè quei ricordi...Così, così era Kumiko ma....Sanae? Che sfumatura aveva Sanae?
Tsubasa realizzò d'improvviso che ancora, pur amandola molto, non aveva saputo veramente cogliere la sfumatura che le apparteneva, quel colore solo suo che la contraddistingueva rendendola unica. Certo era stupenda; certo era l'opposto di Kumiko... Kumiko era stata nera mentre Sanae...Era bianca, ancora bianca. La sua fidanzata era  assenza di colore, o totalità di colori ma la luce non aveva raggiunto e colpito neanche lei o forse lui non ci aveva mai fatto caso.
Pensò di essere impazzito ma più risaliva la collina più quei pensieri fluivano nella mente acquisendo un senso.
Tsubasa si sentì un po' strano, diverso dal solito. Oltre alla sua vecchia vita aveva abbandonato anche il vecchio se stesso: il vecchio Tsubasa era scivolato via trascinato dalle acque fresche del ruscello insieme alle ombre di Kumiko.
Era rinato, indubbiamente. Nemmeno lui, al pari delle due ragazze, aveva un colore. Erano ancora tutti bianchi o neri loro tre, ancora tutti come bambini in attesa di qualcosa; probabilmente tutti anelavano alla stessa cosa perchè tutti loro, in fondo, volevano solo essere felici e ognuno a suo modo avrebbe trovato la propria felicità. Una pienezza per ognuno varia e diversa a seconda della sfumatura che avrebbero assunto vivendo perchè la gioia a ben guardare, anche se mista al dolore, li circondava ed essi potevano trovarla in ogni cosa, anche nella più semplice.
Il capitano si bloccò di colpo, perso nei meandri dei suoi pensieri si accorse d'un tratto si essere ormai in prossimità della casa di Jerwis.
Non l'aveva mai vista in realtà ma...Eccola!
Era proprio la vecchia casa che aveva sognato, quella antica di sassi e beole bianche, circondata da un giardino rigoglioso dove un uomo e una donna sconosciuti avevano accolto una ragazza che, nel sogno, lui non ebbe il coraggio di riconoscere.
Scrutò l'orizzonte rosato, si intravvedeva il grande giardino con il roseto che ornava la dimora del vecchio maestro. Mosse ancora qualche passo in direzione del roseto poi restò là, immobile, ad ammirare il vento che scompigliava l'erba e faceva fremere i fiori lontani. I raggi del giovane sole mattutino accendevano di mille sfumature i petali colorati racchiudendo la vecchia casa in una dolce aura incantata.
"Sanae"...Sussurrò il capitano.
Non aveva minimamente pensato a cosa le avrebbe detto, non era il caso di prepararsi discorsi tanto lui...Lui non avrebbe mai saputo ripeterli. Avrebbe improvvisato ma chissà cosa stava pensando la sua Sanae invece. Forse era arrabbiata, certo lui le aveva giocato un brutto tiro lasciandola sola. Egli stesso, in effetti, si era stupito della reazione che aveva opposto all'abbandono della ragazza e si rese conto che aveva voluto punirla per la sua fuga nella notte.
Tsubasa si morse il labbro.
Già, Sanae poteva essere arrabbiata, triste, delusa ma anche...Perchè, perchè non poteva solo essere felice di rivederlo?
Scosse la testa.
Sanae, o meglio, Anego, era la classica ragazza che dopo un affronto del genere avrebbe potuto rinfacciargli tutti i rospi che lui le aveva fatto ingoiare da quando erano bambini. Si domandò chi l'avrebbe accolto: Sanae o Anego? Entrambe molto affascinanti, certo, ma lui preferiva Sanae: non aveva nessuna voglia di intraprendere una schermaglia con Anego anche se...Quel visetto imbronciato che gli avrebbe opposto lo divertiva. Rise di gusto e riprese il cammino riflettendo a voce alta...
"Non farò nulla, proprio nulla...Anzi, farò una cosa molto semplice..."
Sospinto dal vento il capitano si avvicinava alla casa. Jerwis e Fiona, dal roseto, gli si fecero incontro festosi. Jerwis lo abbracciò dolcemente.
"Eccoti!...Ti ho ascoltato tutta la notte, come anche Kumiko, finalmente!...E' stato bello udire le voci dei vostri cuori. E' stato bello udire la pace e la serenità."
Tsubasa annuì.
Il vecchio Jerwis lo sospinse gentilmente verso l'ingresso del giardino che si risvegliava stuzzicato dalle farfalle tra gli steli.
I due padroni di casa non gli dissero altro ma Fiona indicò un'ampia finestra aperta che dava all'interno della grande cucina. 
Il capitano raggiunse la finestra lasciata aperta ed entrò. Un po' spaesato cercò di prendere contatto con l'interno: la luce dalla quale proveniva gli impedì di vedere subito il locale che lo circondava, stranito si guardò intorno lentamente strabuzzando gli occhi. Poi...Sussultò!
"Tsubasa! Cosa ci fai qui?! Sono le otto del mattino!"
Lei era là vicino al fuoco dove bolliva una curcuma e, sconvolta, lo guardava con un'espressione mista di stupore e rimprovero.
Il calciatore sorrise, c'erano tutte e due: riconobbe Sanae ma anche Anego in quell'espressione e in quelle frasi.
Tsubasa non si mosse e pronunciò poche parole senza fretta e senza remore, pareva molto sicuro di sè.
"Sì...lo so, lo so Sanae che sono le otto...Sono qui infatti..."
Sanae gli corse incontro ma non lo abbracciò, lo osservò seria, quasi imbronciata e poi scattò!
"Hai rovinato tutto, hai buttato via il tuo sogno ma perchè...Stupido..."
Sanae si zittì bruscamente: il ragazzo la stava abbracciando incurante delle parole e non c'era nulla che lei potesse dire o fare, lui non si sarebbe smosso. L'abbracciava, l'abbracciava e basta affondando il viso tra i suoi capelli. Un gesto molto semplice e pulito. Un abbraccio, solo quello, niente discorsi lunghi, niente baci appassionati, niente pianti, solamente un'interminabile abbraccio carico d'amore.
"Tsubasa...Sono felice...Sono felice che tu sia qui..."
Ammise lei con un filo di voce abbandonandosi al ragazzo che aveva sempre amato.
Una folata di vento li investì avvolgendoli.
Rimaserò lì ondeggianti  nella brezza, leggeri e liberi come petali volteggianti...

Continua..
(Oramai sarete abituati alla mia proverbiale lentezza, abbiate pazienza! Comunque vi ringrazio per non aver abbandonato la storia! E..è tardi ma...Buon anno a tutti!!!)

N.B.
Lo spunto per questa storia mi è stato offerto da una novella tedesca “Germelshausen” scritta da Friedrich Gerstacker. Questa storia, nel 1954, ispirò un musical della MGM “Brigadoon”. Dal musical, Vincent Minnelli, trasse l’omonimo film. Fu il suo primo film girato in Cinemascope. 

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: eldarion