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Autore: Vanderbilt    17/01/2012    16 recensioni
Pensa alla carriera e mai all'amore, lei è Isabella Swan, venticinquenne con una carriera promettente nel mondo di Hollywood. Il suo sogno è sempre stato quello di seguire le orme del padre, il suo mentore, e ora che ne ha la possibilità non vuole che nulla intralci il suo cammino.
Ma i progetti possono sempre cambiare o fallire, oppure offrire sorprese inaspettate. Quale tra queste opzioni sarà la strada di Bella? Tutte e tre? Forse...
Edward è un uomo dalle mille risorse, farà di tutto per ottenere ciò che vuole. Lotterà per l'impossibile che si trasformerà in possibile.
Nella vita per cosa vale la pena vivere? Isabella scoprirà la risposta.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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I promise you...

Ad un certo punto devi prendere una decisione.
I confini non tengono fuori gli altri, servono solo a soffocarti.
La vita è un problema e noi siamo fatti così.
Quindi, puoi sprecare la tua vita a tracciare confini, oppure puoi decidere di viverli superandoli.
Ma ci sono dei confini che è decisamente troppo pericoloso varcare.
Però una cosa la so: se sei pronto a correre il rischio, la vita dall'altra parte è spettacolare.

Grey's Anatomy

 

Il susseguirsi dei giorni erano caratterizzati da miei continui sotterfugi e occasioni di evasioni ad ogni minimo contatto o avvicinamento a Edward. Lo evitavo come il peggiore degli esseri, me ne resi conto solo dopo due giorni di continui escamotage, che gentilmente mi fece notare Alice. Come dovevo comportarmi in sua presenza? Fare la finta tonta oppure affrontarlo e chiarire la situazione una volta per tutte? Detto sinceramente non volevo fare nessuna delle due cose, così continuai con la mia tattica disperata: evitarlo sempre e comunque.

Edward, invece, fece di tutto per mandare a monte il mio perfetto piano, ritrovandosi da tutte le parti e guarda caso sempre in luoghi dove ci fossi io. Per fortuna non sapeva dove abitassi, altrimenti sarei stata spacciata!

Il giorno dopo il nostro bacio nel parcheggio mi fece capire chiaramente che non era irritato dal mio seguente comportamento. Non se l'era presa e di questo lo ringraziai mentalmente un sacco di volte.

Comunque, dopo tre giorni di continue prove, decisi di dare il via alle riprese a Los Angeles. Per un mese circa saremo rimasti lì, poi la tappa successiva era Seattle.

Per le riprese era ovvio passare ancora più tempo con la troupe e quindi con Edward. Dovevo risolvere la situazione... no, anzi dovevo trovare un modo più efficace per evitarlo il più possibile!

Che comportamento maturo, sussurrò una vocina fastidiosa.

Con molta calma presi Muffin in braccio e mi avviai verso il parcheggio, dove sostava la mia macchina da ben nove ore. Finalmente il primo giorno di riprese era terminato. Mi sentivo a pezzi, fisicamente e mentalmente. Nei prossimi giorni avrei sicuramente iniziato ad acquisire il ritmo giusto.

«Principessa!», urlò una voce dietro di me.

Oh, no!, pensai. Accelerai il passo facendo finta di non aver sentito. Sperai con tutta me stessa di raggiungere la mia auto prima che lui raggiungesse me.

«Okay, mi sono stancato di questo tuo giochetto», disse una voce troppo vicina al mio orecchio destro. Ad un tratto sentii il cemento mancarmi da sotto i piedi e urlai spaventata, stringendo Muffin al mio corpo.

«Tu! Mettimi subito giù o giuro che ti riduco in mille pezzi!», esclamai con voce un po' troppo alta. Il parcheggio per mia sfortuna era deserto.

Lui non si scomodò nemmeno di rispondere alla mia minaccia, continuò a tenere un braccio sotto le mia ginocchia e l'altro dietro la mia schiena, camminando verso chissà dove. Non potei usare nemmeno le mani per liberarmi, visto che rischiavo di far cadere Muffin.

«Visto che con le buone maniere non ottengo mai nulla, ho deciso di usare un altro metodo a quanto pare molto più efficace!», mi rispose felice della sua trovata geniale.

Lo fissai, trucidando con gli occhi il suo fantastico viso coperto da un leggero strato di barba. Solo in quel momento mi accorsi di essere realmente in braccio a Edward, con il suo corpo a contatto con il mio in modo così piacevole. Le tensione delle sue braccia che mi reggevano, il suo collo odorava di un costoso profumo, il suo sorrisetto malizioso che faceva capolineo sul suo viso... ispezionai e ammirai ogni singolo particolare, cercando di passare inosservata e infastidita da quella situazione. Tentativo molto vano...

«Un rapimento è più appropiato, vero?», commentai acida.

«Come sei esagerata», si lamentò, «io pensavo solo di bloccarti sulla tua auto in modo tale che non avrai la possibilità di fuggire e dovrai per forza starmi a sentire».

«Questo non lo consideri esagerato?!», ribatti, mentre lui con grazia mi posò sul cofano della mia auto. Mise le mani ai lati del mio corpo, bloccando ogni mio tentativo di fuga.

«No, questo è necessario! Ci vogliono misure drastiche con te». Inarcai un soppracciglio e lo fissai. In risposta avvicinò il suo viso al mio, fermandosi a pochi centimetri di distanza.

«Muffin si spaventa facilmente», misi in mezzo il mio cane, stringendo al mio petto quel piccolo battuffolo di pelo agitato.

Lo indicò con un dito e alla mia risposta affermativa lo prese in braccio: «Apri la macchina», mi ordinò gentilmente.

«Con molto piacere», risposi gustando già la mia imminente fuga. Aprii l'auto con il comando automatico e mentre lui poggiò Muffin sul sedile del passeggero, io scesi dal cofano pronta a svignarmela. Purtroppo non feci nemmeno due passi che Edward mi riacciuffò al volo, rimettendomi sul cofano come una bambola.

«Pensi davvero che io sia così stupido da non mettere in conto un tuo inutile tentativo...».

«Non inutile!», lo corressi prontamente.

«Certo, certo... Comunque, sono molto più sveglio a discapito di ciò che pensi tu», finì leggermente offeso dal mio ennesimo tentativo di evitarlo.

«Non penso affatto che tu sia stupido», affermai per rincuorarlo.

Ma lui come sempre mi fregò, incastrandomi: «Allora cosa pensi?», mi chiese maliziosamente. Per un attimo mi persi nei suoi occhi verdi, ma subito rinsavii sbuffando.

«La lista è lunga!».

«Ho tutta la notte», ribattè.

«Mi dispiace, io no! Ho altro da fare che stare qui con te in un parcheggio deserto!», mentii. Non avevo nessun programma, ma questo lui non poteva saperlo.

«Un appuntamento?», mi domandò leggermente nervoso.

«Non ti riguarda», dissi volgendo il mio sguardo verso il paesaggio.

«Mi riguarderà presto». Il nostro botta e risposta mi piaceva, in un modo malsano e incoerente; i nostri battibecchi mi rallegravano la giornata!

«Tu credi?».

«Sì», rispose seccamente.

Decisi di cambiare argomento, quella era zona pericolosa e io non ci tenevo a farmi del male: «Contento per il primo giorno di riprese?».

«Perché mi eviti continuamente?», eclissò la mia domanda.

«Direi che come primo giorno ce la siamo cavata alla grande», continuai testardatamente sulla mia strada.

«Dovrei essere io quello che evita la tua presenza, invece mi ritrovo come uno stupido a cercarti ovunque!», disse sconsolato. Stava prendendo coscienza di andare sempre a battere contro un muro di cemento.

«Domani sarà un'altra giornata pesante», bisbigliai. Non riuscivo più ad andare avanti in quel dialogo su piani completamente diversi. Edward era arrivato al nocciolo della questione.

«Mettiamo in chiaro le cose una volte per tutte! Così è impossibile andare avanti, non con te che fuggi e io che ti rincorro!». Aveva ragione.

Abbassai la testa, schiacciata da quella dura verità. Ma ammettere di fuggire era come confermare una volta per tutte che tra noi c'era stato qualcosa e non ero pronta.

«Dimmi perché!», mi chiese con lo sguardo infuocato. La mia risposta fu uno sguardo confuso. «Dimmi perché mi eviti, dimmi perché non ti lasci andare, dimmi perché ti chiudi in te stessa!», chiarì trattenendo a stento la rabbia. Iniziava a scaldarsi vedendo che io ero come una statua: immobile e muta.

Scossi tristemente il capo, evitando di rispondere alle sue domande dirette. Stufo del mio comportamento mi prese il viso tra le sue mani calde, avvolgendolo in una fresa dolce e ferrea allo stesso tempo.

I suoi occhi verde scuro esprimevano tutto: rabbia, stanchezza e... speranza. Lui ci credeva davvero in tutto quello che era successo fra noi. Lui ci credeva.

Non so cosa lesse nel mio sguardo, cosa intuì, fatto sta che azzecco alla perfezione i miei timori: «Pensi che io stia giocando con te! Non può essere... Isabella! Accidenti a te! Non ti sto prendendo in giro, okay? Non l'ho mai fatto con nessuna ragazza e non inizierò di certo ora! Forse posso anche capire i tuoi dubbi, non mi conosci abbastanza e sicuramente l'impressione che ti sei fatta di me non è delle più rosee. Concedimi un'opportunità, lasciati andare e impara a conoscermi. Non ti chiedo altro se non questo!». In qualche modo riuscì a dissipare alcune mie paure, ma non era ancora abbastanza.

«Mi chiedi troppo», sussurrai triste, perché desideravo poter finalmente tirare giù il freno a mano ed essere libera. Purtroppo la vita era più complicata di una macchina e a volte semplicemente il freno a mano deve rimanere su, che lo si voglia o no.

«No, non è così! Sei tu che poni dei limiti con tutto ciò che ti circonda e lasciatelo dire, principessa, non stai assaporando a pieno la tua vita. Vivi, non pensare al giudizio degli altri, fai quello che senti sarà giusto per te!».

Le parole di Edward mi sconvolsero per la loro verità. Mi sentii... persa, persa in un posto che non mi apparteneva. Odiavo sentirmi così, dovevo avere tutto sotto controllo e cercare di tenere lontano vita privata e lavoro. Per questo Edward era un punto impossibile in un mondo pieno di possibilità. Per quanto lo desiderassi, e sì, desideravo ardentemente conoscerlo, mi era impossibile. Forse per l'opinione della gente, forse per i principi morali con i quali ero cresciuta... Fatto sta che solo l'idea di mischiare le nostre vite sia sul set che al di fuori era inconcepibile.

«Non posso», dissi nuovamente ferma nella mia posizione.

«Non vuoi, che è diverso», rispose con amarezza. Le sue mani lasciarono il mio viso con una lentezza disumana. Sfiorò le mie guancie e poi i miei capelli, infine mi circondò con le sue braccia.

«Non ti libererai così facilmente di me», concluse con un sorriso sinistro e malizioso.

«È una minaccia?», domandai cercando di tenere le distanze tra i nostri volti, fin troppo vicini.

«È una promessa, mia acida principessa di ghiaccio». Il suo tono canzonatorio non mi infastidii, anzi sorrisi come una stupida di fronte all'audacia di questo uomo.

«Ed ecco che ritorna il principe del deserto», lo presi in giro. Il suo viso si avvicinava sempre di più e io cercavo di allontanarmi con scarso successo, visto che ad un certo punto anche un cofano finisce. «Sai, è così difficile inquadrarti, un attimo prima sei malizioso e seduttore, l'attimo dopo cerchi di convincere una donna del tuo interesse del tutto sincero».

«Io sono questo e molto di più: gentile, malizioso, romantico... chiedi ed avrai».

«Presuntuoso da parte tua pensare di avere tutte queste qualità», lo stuzzicai fermando la mia ritirata. A quanto pare ero arrivata alla fine del cofano.

«La falsa modestia non fa parte di me. Comunque non una donna, ma te!».

«Come?», chiesi confusa. Forse a forza di consumarlo con gli occhi mi ero persa qualche frase uscita da quella bocca che prometteva i peggiori piaceri.

«Non cerco di convincere una donna qualunque che il mio interesse è sincero e che sono pazzo di lei. Sto cercando di convincere te e le cose sono ben diverse», specificò diminuendo ancora una volta le distanze tra noi due. Ci mancava che salisse sul cofano ed eravamo a posto!

E, invece, ancora una volta mi sorprese. Mi tirò a sé, facendomi scivolare giù dal cofano, fino ad essere interamente a contatto con il suo corpo. Tirai su il viso, guardandolo non più con irritazione, ma con desiderio. Contro ogni logica aspettavo un suo bacio, mentre lui questa volta si comportò come il più perfetto dei... no, dei cretini! Ma dài, ero lì con il viso proteso verso il suo e lui che fa? Mi bacia sulla fronte! Sulla fronte come faceva mia nonna quando ero piccola!

Accidenti! Maledizione a lui, a me, a tutto! A lui perché aveva perso la sua occasione di sedurmi e baciarmi e a me perché stupidamente volevo ardentemente quel bacio!

Mi salii un irritazione terribile, che rischiava di esplodere da un momento all'altro.

Mi strinse in un abbraccio, che mi riscaldò e, infine, le sue parole sussurrate al mio orecchio, sciolsero ogni briciolo di irritazione verso di lui e me stessa: «Non credere che ora non mi stia maledicendo da solo. So cosa ho appena perso, ma so anche che se lo avessi fatto non sarebbe cambiato nulla e io non voglio questo. Ad un certo punto cambierai idea. Ad un certo punto potrò baciarti senza crucciarmi di ciò che succederà dopo e soprattutto senza rimanere ferito dal tuo dissipare ogni mia attesa. Arriverà il momento in cui dopo un nostro bacio tu ne vorrai ancora e ancora e non potrai avere nemmeno il tempo di pensare ai tuoi principi morali». Le sue parole mi risvegliarono, accesero un sentimento dentro di me, pericoloso e forte. Troppo potente. Volevo credergli. Lo desideravo davvero.


 

Pazzo di lei, le sue parole mi tornarono in mente e un sorriso ebete si stampò sul mio viso. Guardai la strada senza vederla davvero. Guidai con la testa fra le nuvole, senza alcun limite di velocità. Era davvero pazzo di me? Forse lo avrei scoperto presto...

Il suono del mio cellulare mi riscosse dal continuo pensare a Edward. Attivai l'auricolare e la voce di Alice per poco non mi perforò un timpano: «Bella! Che ne dici di una serata tra donne?».

La sua proposta era allettante, ma anche la chiara immagine di me e Muffin a poltrire sul divano davanti ad un bel film non era male. Che grandissimo dilemma...

«Ci sto!», accettai entusiasta. Avevo bisogno di distrarmi ed Alice era la compagnia adatta.

«Perfetto, mi passi a prendere tu? Potremo andare a cena, tanto per cominciare, poi decideremo cosa fare», disse chiaramente euforica.

«Certo, passo da te intorno alle ventuno», le risposi prima di riattaccare.

Non frequentavo spesso Alice e Jazz al di fuori del set, ma uscire un po' con Alice mi faceva piacere. Lei sapeva come distrarti e tenere viva la conversazione, un po' come Emmett, strano che non fossero fratelli.

Arrivai a casa in tempo per cambiarmi, posare Muffin e fuggire nuovamente verso casa di Alice e Jasper.

Indossai un semplice abito nero senza spalline, abbinato ad un paio di scarpe dal tacco killer. Insomma, quattordici centimetri non erano poi tanti visto che li portavo praticamente ogni giorno. Dopo un po' ci si fa l'abitudine. Mmm, non proprio l'abitudine... Dopo dieci ore i piedi iniziavano a dolere leggermente.

Una volta di fronte a casa di Alice, le feci uno squillo per farle sapere che ero arrivata. Poco dopo la vidi uscire dalla porta principale tutta pimpante e con un sorriso entusiasta sulle labbra.

«Bella!», mi salutò una volta entrata in macchina. Ci scambiammo due baci sulle guancie e poi misi in moto verso un ristorante non molto distante da lì.

«Come stai?», le chiesi fissando attentamente la strada.

«Potrebbe andare meglio», brontolò cupa. Le diedi un'occhiata veloce e notai il broncio che metteva su ogni volta che qualcosa con Jazz non andava.

«Cosa ha fatto questa volta?». Era sempre meglio attribuire a lui ogni colpa, anche se non sempre era così, ma Alice era parecchio suscettibile in queste cose.

«Niente, questo è il punto!», esplose strillando esasperata. Abbassò la radio per non alzare la sua voce già squillante di suo. «Indovina che giorno è oggi? No, aspetta, tu non puoi di certo saperlo, ma è il nostro anniversario! E lui se n'è scordato! Ti rendi conto? Ma che razza di fidanzato ho?!».

«Ed è così importante per te?», domandai cauta. Non volevo di certo innervosirla!

«Certo che lo è! Per tutte le donne lo è ed io non sono l'eccezione...», continuò a blaterare per tutta la durata del viaggio, finché quasi arrivate a destinazione non fermai il suo sproliquio.

«Così hai lasciato Jasper a casa da solo senza nemmeno una spiegazione?», chiesi conferma.

«Ovviamente, non si merita nemmeno che gli rivolga la parola! Poi era da un po' che volevo parlare un po' con te, quindi ne ho approfittato», mi rispose più calma di prima. Finalmente stava iniziando a tranquillizzarsi.

Il ristorante Patina era famoso grazie allo chef tedesco di grandissimo fama. Non era certamente uno dei miei ristoranti preferiti, ma adoravo il cibo di quel posto.

Alice non smise un secondo di inveire contro Jasper. Solo una volta che arrivò la prima portata smise di lamentarsi e rivolse la sua occhiata indagatrice a me.

«Mi dispiace, sto manipolando la conversazione. Allora, dimmi un po', cosa bolla in pentola tra te e colui-da-cui-fuggi-continuamente?». Il suo sorrisetto malizioso non prometteva nulla di buono. Rivolsi il mio sguardo a tutto ciò che mi circondava pur di non rispondere e sperare che dopo qualche minuto si dimenticasse della domanda. Ma la sua occhiata ammonitrice mi spinse a parlare.

«Non c'è nulla da spiegare», risposi.

Dopo qualche minuto mi arresi e le raccontai a grandi linee quello che stava succedendo tra noi. Non capii perché le raccontai ogni particolare. Forse avevo bisogno di una amica con cui parlare, forse volevo finalmente liberarmi di ogni piccolo segreto di quello che capitava tra me ed Edward. Fatto sta che parlai, parlai per non so quanto tempo e alla fine svuotata di ogni cosa mi rilassai, come se mi fossi liberata di un peso.

«Be', ora capisco molte cose», mi disse Alice, sorridendo in modo sbarazzino. La sua allegria era contagiosa ed ero felice di essere riuscita a deviare la sua attenzione da Jasper, visto quanto si stava crucciando.

«In che senso?», domandai confusa. Lei non poteva aver intuito qualcosa!

«Fin dal primo giorno di prove avevo notato come ti guardava e come tu fissavi lui. Poi le cose sono state man mano più evidanti. Edward ti guarda in modo particolare, con desiderio, speranza, ma anche con affetto e tristezza. Ora capisco il perché di molte sue emozioni...», sussurrò l'ultima frase pensosa. Alle emozioni che trasparivano da Edward mi feci ancora più attenta di quanto già non fossi.

«Io... io non lo avevo notato. Voglio dire, non ho tenuto conto di ciò che provava...», il mio tono di voce calò all'ultima parola. Mi sentii in colpa per essere stata così superficiale e fredda con lui. Non lo avevo mai preso seriamente, questo era il punto.

«Pensavi volesse solo averti nel suo letto», intuì Alice. Il suo era un modo molto elegante di dirlo, avrei specificato altro...

«Sì, e mi rendo conto solo di quanto fossi lontana dalla verità. O almeno credo, non saprei, le cose sono ancora molto incerte e visto che non si evolveranno continuerò ad avere questo eterno dubbio», scherzai per alleggerire la tensione che mi stava avvolgendo, ma Alice non era dello stesso parere, perché mi guardò preoccupato e con un filo di... compassione? Il sentimento che più odiavo!

«Posso darti un consiglio da amica?», mi chiese Alice. Agrottai la fronte preoccupata dal suo tono esageratamente serio e assentii. «Non ti privare di nulla, Bella. Non rischiare di rimanere con il dubbio. Hai l'opportunità di scoprire una persona che è realmente interessata a te, non capita spesso».

«Io non posso», specificai nel caso si fosse scordata di tutto il mio discorso precedente, dove le avevo raccontato anche le ragioni per cui non potevo conoscerlo più a fondo.

Sorrise dolcemente: «Non vuoi».

«È la stessa cosa che mi ha risposto Edward, Vi siete messi d'accordo?», dissi sarcasticamente.

Ignorò il mio commento e proseguì: «Cos'hai da perdere nel caso si rivelasse tutto un grande flop? Nella vita se non si rischia non si vince».

«Perderei tutto! Tutto, Alice! La mia credibilità sarebbe messa a repentaglio e la gente inizierebbe a pensare che faccio favoritismi! Lui è il protagonista maschile del film, non posso scordarlo e nemmeno loro lo faranno!», esclamai irritata e parecchio sconcertata nel notare che nessuno provava mai a mettersi nei miei panni, né lei né Edward. Certo, non sarebbero loro a rischiare il tutto e per tutto per cosa poi?

«Ma perché ti deve interessare ciò che pensa la gente?! Vivi la tua vita senza pensare al resto!», mi rimproverò.

Un sorriso di scherno comparve sul mio viso teso: «Se conducessi una vita normale non mi sarei posta il problema. Ma vivo nel mondo di Hollywood. Hollywood, Alice! Capisci? Qui conta cosa pensa la gente, conta molto più di quanto ci si aspetti!».

«Conta per te e solo se lo vuoi». La frase contorta di Alice non mi portò a nessuna deduzione.

«Magari fosse così facile», sospirai indispettita da tutti quei problemi che mi stavo creando da sola. Avevo deciso di non incoraggiare Edward, la storia finiva qui.

Ne sei così sicura?, sussurrò la solita vocina malefica. Sì, era tutto finito.
Ma da lì a poco avrei scoperto quanto mi fossi sbagliata. Su tutto.

 

Buonasera a tutti! Allora, come state? Come sono andate le vacanze? Spero bene per tutti ;)

Cercherò di non fare delle note lunghissime come sempre, anche perché non so se tutti le leggono, lo spero xD

Innanzitutto ringrazio Serena (essie) per la scelta del ristorante a LA! Poi CherryBomb per la citazione *.* Adoro quella parte e il fatto che lei abbia subito pensato alla mia storia mi rende felicissima, quindi grazie mille ;) Ultimi, ma non meno importanti, ringraziamenti a tutte le persone che mi seguono! Vi adoro e mi fa piacere che abbiate capito il senso di questa storia e non l'abbiate letta solo superficialmente, per come appare. Avete cercato di capirla a fondo e vi ringrazio, davvero!

Okay, ora passo alla storia e poi la finisco, giuro >.<

In questo capitolo abbiamo scoperto meglio il personaggio di Edward. Vi avevo detto che non era come appariva e infatti qui c'è la conferma. Certo, ha i suoi difetti, è presuntuoso, arrogante e tanto altro, ma alla fine è sincero e ha un reale interesse per Bella, questa è la cosa più importante. Con lei si trova davanti un muro e chissà come riuscirà a scavalcarlo ;) Avete teorie? Le ascolto molto volentieri ;)

Jasper che si è dimenticato l'anniversario con Alice... no comment ù.ù Anche Serena appena l'ha letto è rimasta subito così O.O per questa parte ahah xD Jazz non l'ha fatto in cattiva fede, ma resta il fatto che si è scordato un evento simile ù.ù Per alcune non conta molto, per Alice sì xD

Poi... mi sembra di non dover dire altro, aspetto i vostri commenti ;)

Ah, sì, prossimo aggiornamento! Non ho ancora scritto il capitolo e tra due settimane parto, spero di aggiornare prima! Invierò tra circa una settimana uno spoiler e vi avviserò quando posterò ;)

A presto!

Kiss :***

Jess 

   
 
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