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Autore: Willow Black    18/01/2012    3 recensioni
[Sospesa - A revisione compiuta questa storia verrà eliminata per poter essere nuovamente pubblicata.]
Un anno dopo la sconfitta di Ashura, un nuovo nemico minaccia l’equilibrio del mondo. La battaglia contro la follia non è ancora conclusa e questa volta non servirà solo il coraggio per vincere.
Un anno dopo la sconfitta di Ashura, una parte del passato di Maka celata nell’ombra riemergerà alla luce e qualcuno appartenente a quel passato tornerà a farle visita.
Una nuova guerra è sul punto di scatenarsi e Maka non dovrà solo combattere la follia: riuscirà a superare il suo rancore nei confronti di chi l’aveva tradita e abbandonata anni addietro?
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Nuovo Personaggio, Soul Eater Evans, Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Avvertenza: i tre asterischi *** introducono un flashback

 

Lacrima al chiaro di luna
 

La luna era ormai alta nel cielo di Death City e con il suo ghigno macabro gettava una luce tetra sugli edifici della città.
I raggi lunari correvano sul lastricato, sulle mura scrostate dei palazzi e delle case, arrestando la loro corsa sui vetri delle finestre chiuse e ritirandosi nelle ombre della notte.
Ma non in un bilocale al quinto piano di un vecchio e silenzioso palazzo, dove dalla finestra spalancata i raggi entravano illuminando le piastrelle marroni e quadrate del pavimento di una camera da letto.
Un alito di vento spinse di lato le tende fini e percorse il profilo di una giovane persona sdraiata a pancia in su sopra la trapunta del letto, sfiorando lieve quella pelle candida e quei capelli rossi.
Elle chiuse gli occhi, beandosi di quel tocco che tanto amava. Fin da piccola era stata attratta dal vento, da quel soffio che le faceva sognare di volare sorretta soltanto da esso, di librarsi libera in cielo…
Quando la gentile carezza si ritrasse la ragazza aprì gli occhi, verdi lucenti nel buio della stanza, e rimase a fissare il soffitto.
-Io sono il vento- sussurrò piano, dolcemente, con lo stesso tono con cui si rivolge ad un amante.
-Libera- aggiunse dopo un breve silenzio, dischiudendo appena le labbra.
Era vero: il vento era libero, senza alcun legame. Non gli importava delle persone su cui soffiava né tanto meno del luogo in cui passava. Lui andava dove voleva senza doverlo dire a qualcuno.
Era così che Elle voleva essere… Era per questo motivo che aveva commesso l’errore più grande della sua vita.
La ragazza si mise seduta sul materasso facendo scricchiolare il vecchio legno della tela e appoggiò la testa sulle ginocchia, cingendole con le braccia.
Io ti posso offrire veramente quello che cerchi. Basta solo che tu ti fida di me.
Quelle parole, quelle dannate parole che l’avevano trascinata sul baratro della follia! Eppure all’epoca, alle orecchie di una bambina che come adesso custodiva nel cuore il solo desiderio di eguagliare il vento, erano parse così belle e attraenti da lasciarsi ingannare e raggirare come una stupida.
Piantò un pugno contro il muro, lasciando trapelare la sua rabbia e il suo rifiuto verso se stessa.
Si era resa conto troppo tardi di essere caduta in una trappola e quella sua distrazione l’aveva pagata a caro prezzo: aveva dovuto lasciare la sua famiglia, scappando di casa.
Rivolse lo sguardo verso la finestra e dei ricordi lontani, eppur così vicini, riaffiorarono con violenza.

***

Era una notte come quella. La casa era avvolta nell’oscurità ad eccezione di una stanza al secondo piano in cui tremolava una lieve luce.
La finestra era aperta, come a far entrare nella camera quanto più vento possibile per infondere nella fragile bambina che stava afferrando con impeto i vestiti dall’armadio per gettarli alla rinfusa nello zaino, un po’ di coraggio e forza.
Aveva i capelli rossi scompigliati e indossava un paio di pantaloni comodi con sopra un maglioncino.
Non avrebbe mai voluto abbandonare la sua famiglia, ma era costretta a farlo.
Qualcuno socchiuse la porta sbirciando dentro e una bambina più giovane di lei scivolò in fretta nella camera. Le trecce bionde erano ordinate ai lati del viso e indossava una camicia da notte di un arancione pastello.
-Cosa stai facendo, sorellona?- domandò stropicciandosi gli occhi e reprimendo uno sbadiglio.
-Non ti impicciare, Maka. Non ti riguarda- tagliò fredda Elle, chiudendo la cerniera dello zaino.
-Invece, sì. Sei mia sorella! Anche se a sentire mamma e papà sembra che stai dando fiducia a persone sbagliate-
Il sonno sembrava esserle passato…
Non rendere le cose più difficili di quello che sono
-Maka, va a letto!- sibilò la maggiore, gettando un’ultima occhiata alla stanza, controllando di aver preso tutto.
-Tu vuoi andare via! Tu non ti fai carico delle tue responsabilità!- disse la biondina a voce più alta.
Ma cosa sta dicendo? Sto subendo le conseguenze delle mie azioni!, pensò Elle.
-Zitta e torna in camera tua-
Maka si piazzò davanti alla porta e allargò le braccia.
-No! Io non ti lascio andar via!-
La rossa fece un sorriso stanco e tirato, poi si avviò verso la finestra.
-Cosa vuoi fare?- strillò la minore.
-Sai una cosa, Maka? Il vento non entra mai dalle porte- e così dicendo Elle saltò sul davanzale e con un agile scatto si buttò in avanti, afferrando con entrambe le mani il grosso ramo del grande albero che cresceva davanti alla sua camera.
Si issò sopra e iniziò a strisciare verso il tronco per poi scendere velocemente a terra.
-Elle!- urlò Maka, affacciandosi dalla finestra.
La sua voce era strana, diversa da prima.
La maggiore alzò la testa e incrociò lo sguardo di sua sorella, vedendo un paio d’occhi verdi carichi di lacrime.
Poi la piccola gonfiò il petto e urlò:
-Vattene e non far mai più ritorno! Non ti perdonerò mai! Ti odio, Elle!-
Le rimanevano solo pochi istanti prima che si svegliassero i suoi genitori.
La rossa si voltò e iniziò a correre nel cuore della notte con il vento che le soffiava contro e le lacrime che scendevano copiose sul suo volto.
Perdonami, Maka! Perdonatemi, mamma e papà!
 

***
 

Elle sbatté le palpebre due o più volte e una singola lacrima scese lungo la sua guancia. Dannato, quel suo orgoglio che le impediva di esprimere i suoi sentimenti agli altri! Doveva urlarli, quei pensieri! E invece erano rimasti muti nella sua testa per tutti quegli anni. 


Angolino dell'Autrice:
YAHOO! *sale sul tetto della casa per far vedere la sua grandezza al mondo intero*
Ammirate la grande Dark Elle che riesce ad aggiornare anche mezza malata!

Scusate, il delirio di prima, ma il fatto è che è raro riuscire a scrivere delle cose sensate con qualche linea di febbre ^^
Comunque... Buongiorno a tutti quanti! *agita la manina*
Un capitolo incentrato solo su Elle... Cosa ve n'è parso?
Io più scrivo su di lei e più me ne sto innamorando!!!
Ora vi lascio, al prossimo capitolo!
Dark Elle

  
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