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Autore: more_    18/01/2012    16 recensioni
«Louis è il padre del mio bambino» dissi sottovoce con tono piatto. Mio cugino spalancò gli occhi appena sentì quelle parole e si alzò dal letto di scatto, squadrandomi.
«Chi è quella testa di cazzo?» gridò sottovoce per non farsi sentire, né da Nathan né da Anne e gli altri. Io annuii abbassando lo sguardo. Harry si abbassò verso di me e mi mise le mani sulle spalle «Dimmi che stai scherzando! Lui non può essere il padre di Nathan!»
«Secondo te non ricordo con chi ho fatto sesso, Harry? E’ lui, Louis Tomlinson. Mi piaceva, molto temo fa, peccato che lui mi abbia solo usata! Veniva al mio stesso liceo a Doncaster, e ora non ci credo che sia qui, dall’altra parte della casa. Guarda un po’ tu che coincidenza!» chiarii mentre altre lacrime di rabbia scendevano sul mio volto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-And I can’t stand the pain 
And I can’t make it go away 

 

Quella stramaledetta lavatrice mi stava facendo impazzire. Ero davanti ad essa da più o meno mezz’ora per capire cosa aveva che non andava. Sbuffai per l’ennesima volta e infilai le mani dentro il cestello della lavatrice per riprendere la roba e rimetterla nel cesto dei panni sporchi. Non potevo chiedere aiuto ad Harry dato che era a scuola e tanto meno a Mark, che per motivi lavorativi passava poco tempo a casa. L’unica persona che rimaneva era Louis, anche se l’idea di disturbarlo per chiedergli un favore non mi esaltava.
Provai a spingere un’altra volta il tasto per accendere la lavatrice ma anche questa volta non funzionò.
Okay, avevo davvero bisogno di Louis.
M’incamminai a passo deciso verso la stanza di Harry, dove lui stava sicuramente dormendo, formulando mentalmente la frase che gli avrei detto per convincerlo ad aiutarmi.
«Buongiorno!»
Sobbalzai e mi voltai di scatto verso la cucina, dove Louis era già in piedi con una mano infilata nel pacco dei cereali al cioccolato. Sospirai e ringraziai Dio per aver fatto si che lui fosse già in piedi, così da non doverlo svegliare. Mi avvicinai cautamente a lui mentre torturavo le mie povere mani.
«Buongiorno» risposi flebilmente sforzando un sorriso.
«Tutto okay? Vuoi dei cereali?» mi chiese indicando i cereali e la tazza gialla che aveva preparato per lui sul tavolo.
«No, grazie.. ma ho davvero bisogno del tuo aiuto» dissi stringendo le labbra.
«Dimmi» esclamò mentre versava il latte nella sua tazza. Presi un respiro e ripassai la frase mentalmente, sperando di non sembrare troppo stupida.
«La lavatrice si è rotta e non vuole proprio riprendersi, quindi potresti venire di là per darle un’occhiata?» finii la frase riprendendo fiato dopo aver detto tutto di corsa. La risposta di Louis fu un semplice sorriso accompagnato da un cenno del capo. Sorrisi nuovamente e iniziai a camminare di nuovo verso il ripostiglio, dove si trovava la lavatrice, con Louis al mio seguito.
«Guarda, non si accende!» mi lamentai spingendo più volte il tasto di accensione. Louis si piegò sulla lavatrice e poi guardò intorno ad essa, ad un certo punto iniziò a ghignare, un ghigno che divenne una risata.
«Forse perché devi attaccare questa?» mi chiese ridendo mostrandomi la spina della lavatrice, me la stava sventolando davanti con un sorriso sornione, come se fosse il tesoro più ambito di Narnia.
Boccheggiai più volte e poi strinsi i denti socchiudendo gli occhi.
«Non c’è bisogno di ridere, non sono esperta in queste cose!» cercai di difendermi mentre lui inseriva la spina. Provai a schiacciare di nuovo il tasto, e questa volte, magicamente funzionava. Louis rise di nuovo e sospirò divertito «puoi anche andare adesso, grazie» continuai riponendo di nuovo nel cestello i panni.
«Sai, tra cinque giorni è Natale..» iniziò a dire mentre giocherellava con le sue dita, alzai gli occhi su di lui e lo invitai e continuare la frase «pensavo di passare qualche giorno a Doncaster, per rivedere le mie sorelle e mia madre»
«Oh» riuscii solo a dire. Nathan sicuramente non sarebbe stato molto d’accordo, ultimamente si era molto legato a Louis, dormivano anche insieme adesso.
«Pensavo che di portare Nathan con me ma sicuramente, anzi al cento per cento, tu non me lo lascerai fare..» continuò chiudendo per me lo sportellino della lavatrice.
«E’ ovvio» commentai convinta prendendo i prodotti necessari.
«Quindi, che ne dici se ci andiamo tutti e tre?» si piazzò davanti a me con un sorriso che dice “devi venire per forza, altrimenti ti ammazzo”. Lo guardai dubbiosa e poi scossi la testa, l’idea di rivedere la mia città e i miei vecchi ricordi non mi piaceva «Ti prego, mia madre vorrebbe conoscere Nathan, e anche te»
«Non posso» risposi decisa abbassando lo sguardo.
«Dai Mylène, fallo per Nathan..» disse pregandomi, mi cinse le spalle con le mani e mi incitò a guardarlo. Il suo sorriso era sempre lo stesso. Non poteva mettermi in questa condizione così sbagliata.
«Ci penserò» dissi infine mettendolo a tacere. Con un gesto veloce mi allontanai da lui e accesi la lavatrice per farla partire, nello stesso momento qualcuno suonò alla porta «Vado io» dissi iniziando a camminare verso l’uscita di quella piccola stanza.
«Mylène!» mi richiamò Louis con tono quasi severo. Un brivido mi percorse la schiena e piano mi voltai verso di lui «non farti condizionare da Zayn, lui non decide per te»
Che voleva dire con quelle parole? Pensava che io fossi sottomessa a Zayn?
«Zayn non c’entra con questa storia, e non c’è bisogno che tu me lo dica» finii lasciandolo solo, intanto il campanello aveva suonato un’altra volta, così gridai un “arrivo” prima di arrivare davanti alla porta.
«Liam!» esclamai sorridente guardando il viso simpatico del ragazzo. Solo in quel momento mi accorsi che stava piovendo e che Liam era tutto bagnato fradicio, dalla testa ai piedi, mi salutò solo con un cenno del capo stringendosi nelle spalle «entra, Dio sei tutto bagnato» continuai lasciando passare Liam in casa.
«Scusami se piombo qui senza preavviso, ma ha iniziato a piovere e mi trovavo nei paraggi, così sono venuto qui» si scusò mentre si sfilava la giacca e me la passava.
«Non preoccuparti, ora vado a prendere qualche asciugamano. Intanto siediti sul divano»
 
Louis.
«Hey Liam» esordii notando il ragazzo ai piedi del camino acceso mente si riscaldava. Là fuori doveva esserci proprio un brutto temporale. Mi avvicinai a lui e gli diedi una pacca sulla spalla sorridendo. «Mai l’ombrello, eh?» gli chiesi sfottendolo, sapevo che gli dava fastidio quando lo prendevano per i fondelli.
«Fottiti Tomlinson, sto sentendo un freddo boia» disse mentre tremava e cercava di riscaldarsi le braccia con le mani.
«Così impari ad andartene in giro senza l’ombrello, Payne»
Un asciugamano color pesca arrivò dritto in faccia a Liam, facendolo urlare.
«Mylène!» gridò voltandosi versa la ragazza che sogghignava piano.
«Scusa» rispose con una leggera risata, d’istinto risi anch’io. Rimasi fermo immobile a fissarla: le sue guance paffute nei punti giusti e leggermente rosse le davano quell’aria da eterna ragazzina, mentre lei era una di quelle persone che erano diventate adulte in un nano secondo. Da bambina a donna, e questo per colpa mia. Scossi la testa e sbattei più volte le palpebre ritornando alla scena di Liam e Mylène, che continuavano a ridere e a scherzare.
«Vado a prepararti qualcosa di caldo, vedo che ne hai bisogno» enunciò la ragazza avviandosi verso la cucina, io la seguii con lo sguardo fin quando non riuscii più a vederla.
«Sei patetico» esclamò sussurrando Liam mentre si dirigeva sul divano con l’asciugamano color pesca sulla testa.
«Come?» chiesi confuso seguendolo, per poi buttarmi a peso morto sul divano.
«Neanche ti guarda» continuò sul vago con un ghigno «cioè, ti piace la madre di tuo figlio, che praticamente ti odia»
Boccheggiai più volte sperando di controbattere quello che mi stava dicendo, me la mia mente non formulò nessuna risposta esatta. Non potevo mentire a Liam, lui aveva quella specie di capacità di capire tutto. Maledizione.
«Non ne voglio parlare» affermai guardando il fuoco che scoppiettava nel camino di fronte a me con insistenza.
«Lei hai un altro ragazzo, lo capisci questo no?» esordì strofinando i capelli con l’asciugamano.
«Ho detto che non ne voglio parlare» ribadii voltandomi verso di lui con sguardo serio. Questa volta sembrava che avesse recapitato il messaggio.
Mylène tornò qualche minuto dopo con un vassoio e tre tazze di thè fumante su di esso.
«E’ al limone, spero vada bene» disse sorseggiando dalla sua tazza facendo un mezzo sorriso.
«Va benissimo Mylène» le rispose Liam allargando il suo sorriso mentre io annuivo «Nathan?» ci chiese dopo guardando sia me che Mylène.
«Scuola materna» mi limitai a dire stringendo le labbra. Da quando avevo saputo di essere il padre di Nathan e da quando anche lui ne era venuto a conoscenza mi ero imposto i miei doveri da padre. Io e Mylène ci eravamo divisi i compiti per evitare litigi vari, e le cose per adesso andavano bene. Avevo notato che Nathan passava molto più tempo con me che con Mylène e sapevo anche che lei si sentiva trascurata, per questo nell’ultimo periodo mi stava trattando con un po’ di freddezza in più.
«E tra voi due come vanno le cose?» chiese dopo. Dannazione a Liam e alle sue fottutissime domande inopportune. Per qualche secondo non spiccammo parola, poi Mylène precedette la mia risposta.
«Ci sopportiamo» rispose sorridendo timidamente, poi roteò velocemente gli occhi su di me.
«Già» affermai guardando male Liam, come per dirgli “fai un’altra domanda e ti ammazzo di botte”. Il ragazzo mi guardò confuso e poi si lasciò scappare un ghigno.
«Ho visto Zayn ieri sera» disse dopo voltando lo sguardo verso Mylène. La ragazza corrucciò le sopracciglia, sembrava piuttosto sorpresa.
«No impossibile, Zayn ieri è stato a casa. Mi ha detto che non stava bene» rispose turbata.
«Ho parlato con lui» affermò convinto Liam.
«Scusate, faccio una chiamata»
 
Mylène.
Appena arrivai in camera mia digitai in fretta il numero di Zayn e lo chiamai. Perché la sera prima mi aveva detto di stare a casa con il raffreddore? Perché mi aveva mentito? Poteva dirmelo che era uscito, poteva avvertirmi. Notai un secondo dopo che ero diventata sin troppo gelosa di lui.
«Mylène» riconobbi la voce impastata dal sonno di Zayn dall’altro capo del telefono, sicuramente lo avevo svegliato.
«Dove sei stato ieri sera?» chiesi dritta e decisa, ora non poteva più mentirmi.
«Te l’ho detto, sono..»
«Zayn per favore! » lo interruppi prima che potesse dire un’altra bugia.
«Ne parliamo oggi pomeriggio» rispose secco con voce dura. Iniziai a preoccuparmi e ad agitarmi. Cosa diavolo mi nascondeva?
«Zayn!.. Zayn!» mi accorsi poco dopo che mi aveva riattaccato il telefono in faccia. Presi un profondo respiro per sbollire un po’ la rabbia che si era creata dentro di me, alzai gli occhi sulla porta e vidi Louis appoggiato sullo stipite che mi guardava senza dire niente.
«Chiudi quella porta!» esclamai seria fissando la sua figura in malo modo. Louis alzò semplicemente le spalle e fece un passo in avanti «Con te fuori!»
 
Zayn quel pomeriggio era arrivato in ufficio, come al solito, con un sorriso imbecille stampato in faccia. Mi misi sulla difensiva, incrociando le braccia e accavallando le gambe. Si avvicinò con passo felpato a me e si chinò dolcemente per darmi un bacio, ma lo allontanai prima che potesse farlo.
«Rispondimi, ora» dissi con tono fermo guardandolo dall’alto al basso senza fare una piega. Zayn sospirò e si avvicinò alla sua scrivania per prendere la sua sedia con le ruote. Si sedette proprio di fronte a me.
«Non è una cosa importante per adesso, e ti giuro su chi vuoi, che non si tratta di ragazze» rispose allungando una mano verso il mio viso. Mi scostai di nuovo.
«Perché mi hai mentito?»
«Non devi saperlo adesso»
«Io voglio saperlo adesso» gridai spazientita dal suo comportamento, che mi stava divorando viva.
«Mylène..»
«Dimmelo!»
«Ho fatto domanda per arruolarmi nell’esercito» disse tutto d’un fiato battendo un pugno sulla mia scrivania. Spalancai gli occhi e lo guardai senza proferire parola. La parola esercito mi riconduceva solo ad un’altra parola, guerra. «Mio padre pensa che sia un’ottima idea per fare carriera, anche se a me non piace, ma devo farlo» continuò addolcendosi un po’, poi abbassò gli occhi e iniziò a guardare le sue Nike blu.
«Perché?» gli chiesi mentre gli occhi iniziavano a punzecchiarmi.
«Mio padre l’ha deciso su due piedi e io volevo parlartene con calma. Almeno, prima o poi l’avrei fatto»
«E quando devi..?»
«Quindici gennaio»
Il mondo mi crollò addosso poco dopo. Il quindici gennaio era troppo presto, troppi pochi giorni distanziavano quella data, e a me quella situazione non piaceva per niente. In quel momento lo odiai con tutta me stessa, non poteva abbandonarmi.
«Non puoi» singhiozzai mettendomi una mano sulla bocca.
«Devo, Mylène»
In mente si formarono le immagini di Zayn con una divisa militare addosso e un fucile in mano: mi si contorse lo stomaco.
«E la mia opinione per te non conta, vero?»
«Scusami» riuscì solo a dire continuando a mantenere lo sguardo basso. Mi alzai di scatto dalla sedia, presi la mia roba e uscii da quell’ufficio, non volevo rimanere con lui lì un secondo in più a patire l’inferno.
Sentii Zayn chiamarmi ma non mi volta, anzi affrettai il passo.
Infilai una mano nella tasca del mio jeans scuro ed estrassi il mio cellulare, potevo solo fare una cosa in quel momento per scappare da quella dolorosa realtà.
«Io e Nathan veniamo con te a Doncaster»
 
 

 
 

_______
Vas happenin' girls?
Scusate se vi ho fatto aspettare così tanto, ma con la scuola e tutto quanto mi è un po' difficile aggiornare in fretta.
Vi è piaciuto questo capitolo con 2087 parole? *-*
Ero particolarmente ispirata u.u
Come avete sicuramente notato in questo capitolo compare Liam, era da un po' che non lo citavo. (Tanto tanto amore per te Liam :3)
Okay, dopo esser ritornata in vita dopo aver guardato la gif di Harry mi congedo ringranziando tutte le persone che amano/recensiscono/preferiscono/seguono/ricordano/leggono questa storia.
Un MUAAHH come dice Niall, a tutte :**
Anzi un'ultima cosa, anzi VI DEVO CHIEDERE UN FAVORE ENORME.
PASSATE DALL'ALTRA MIA FF? E' IMPORTANTE PER ME, GRAZIE MILLE.

Un altro MUAAHH :*
More_

   
 
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