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Autore: pinzy81    19/01/2012    3 recensioni
E se Edward perdesse Bella, l’amore della sua vita? E se Renesmee non nascesse mai? E se il branco si disperdesse? E se, dopo molto tempo, i Cullen tornassero a Forks? E se un’altra ragazza incrociasse il loro cammino? Sono molti se, tutti quelli a cui ho pensato io dopo aver letto Breaking Dawn. Questa è la mia versione della storia se…
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Era distrutta.
Il preside, alla fine delle lezioni, l’aveva obbligata a fermarsi nel suo ufficio per conoscere le prime impressioni sul plesso scolastico, sui colleghi e sugli studenti. Tutto sommato si era detto soddisfatto di come aveva affrontato il suo primo giorno di lavoro e l’aveva lasciata andare a casa.
Appena rientrata nel suo piccolo nido si era liberata delle scarpe nuove che aveva indossato più per fare bella figura che per comodità. Grosso, enorme errore!
“Mai indossare scarpe nuove per un evento speciale!” aveva pensato massaggiandosi i talloni doloranti, ancora sulla porta di casa.
Un bagno caldo le aveva disteso i nervi e l’aveva cullata finché i polpastrelli non le si erano avvizziti, segno che era arrivato il momento di uscire dal suo brodo.
Stremata dalla tensione accumulata durante la giornata e dalla precedente notte insonne, Page si era gettata a peso morto sul divano. Raggomitolata nel cardigan che ormai, per lei, era come la copertina di Linus, guardava il vuoto di fronte a sè.
 
“Era bello, obiettivamente bello.” Ecco a cosa aveva pensato tutta la giornata.
Impaurita dalla reazione che avrebbe potuto avere nell’incontrarlo di nuovo, aveva timidamente messo il naso fuori dalla sua classe.
“Idiota! Pensi che stia in agguato, pronto a saltarti addosso?” E con un sospirone si era diretta verso la sua auto a testa bassa. A dirla tutta era un po’ delusa.
Grosso, enorme errore! Lo aveva praticamente travolto facendo cadere entrambi a terra.
«Si è fatta male?» La sua voce armoniosa l’aveva vezzeggiata come una carezza.
«Sto bene.» aveva risposto a mezza voce la giovane professoressa rimettendosi in piedi, rendendosi conto solo all’ultimo momento che lui le aveva allungato la mano per aiutarla e lei lo aveva ignorato. “Cretina!”
Per un attimo il ragazzo si era rabbuiato, doveva aver trovato scorretto da parte di lei non apprezzare almeno il gesto.
«E’ tutto ok, sono una tosta io!» aveva provato di nuovo Page fingendo di picchiarsi sul petto.
Lo sconosciuto aveva fatto una mezza risata in risposta. “Cretina! Ma che hai cinque anni?”
«Sono veramente dispiaciuto per averla colpita. Ero soprappensiero e non guardavo dove andavo.» Si giustificò il giovane addossandosi l’errore commesso evidentemente da entrambi. “Allora la cavalleria non è morta!” si disse lei, indugiando qualche secondo di troppo sulle mani che il suo interlocutore teneva sul petto in segno di perdono.
Tornando con lo sguardo ai suoi occhi non era riuscita a rispondere. L’aveva incantata di nuovo quella tonalità dorata. “Parla! Penserà che sei un’idiota.” Ma l’unica cosa che le era riuscita era stata annuire.
«Se è sicura di stare bene, la saluto. Buona giornata.» E si era congedato con un mezzo sorriso che le aveva fatto venire l’acquolina in bocca.
Appena il ragazzo aveva svoltato l’angolo, Page si era appoggiata al muro cercando di respirare normalmente.
«Professoressa Harrison?» La giovane donna si era spaventata come non mai, tanto che aveva dovuto respirare a fondo alcuni minuti per rispondere all’impiegata.
«Il preside Murphy le vorrebbe parlare. La attende nel suo ufficio.»
Di nuovo annuire era stata la sua risposta. Che stesse perdendo le sue facoltà mentali?
 
Tornata al presente aveva notato gli annuari presi in prestito in biblioteca impilati ai piedi del divano.
«Vediamo se sono impazzita del tutto.» Sfogliando i volumi aveva raggiunto la foto che desiderava controllare. «Non sono matta, allora.» Ma il suo tono non era quello glorioso di chi si rende conto di aver ragione. Era spento. Era dubbioso. Come poteva essere possibile che il volto del giovane uomo che l’aveva travolta nel pomeriggio era lo stesso che ora ammirava in quell’immagine?
Ma Page era una tipa pratica e di certo non credeva nel soprannaturale, così si alzò decisa a mettere fine a quella sua strana fantasia. Il volume, gettato sul divano, si aprì di nuovo alla pagina che stava guardando fino a poco prima.
Con la coda dell’occhio se ne accorse, ma lo ignorò. «Sono troppo vecchia per queste stronzate!»
 

 

***************
 

 

Sembrava una ragazza come tante ad una prima analisi. Una giovane normale, come se ne possono incontrare molte. Allora perché Edward era rimasto tutto il giorno su quel ramo? Appollaiato come un uccello senza spostarsi nemmeno di una virgola.
Aveva sondato la sua mente, ma era troppo occupata a spiegare la sua materia e come voleva affrontarla durante l’anno per captare altro. Il vampiro cercava di capire soprattutto perché ogni tanto il suo volto spuntasse nella mente dell’insegnate, senza fare veramente caso a cosa lei dicesse. Dopo diverse ore non aveva cavato un ragno dal buco, così, dirottando la sua attenzione sulla lezione, si era accorto di quanto fosse innamorata della sua materia.
Il trasporto che si rivelava dalla voce della ragazza mentre spiegava, l’aveva rapito. Allora lei era davvero un’incantatrice, ma di qualsiasi essere vivente e non presente sulla faccia della terra. Non una mosca volava nella sua classe mentre la docente condivideva la sua passione.
“Vorrei vederla da vicino.”
La campanella l’aveva risvegliato dal suo torpore. Il ramo accanto al suo si era mosso, appesantito da una figura esile dai capelli corvini. «Il corridoio tra la segreteria e il parcheggio degli insegnanti.» Ovviamente Alice sapeva dove trovarla e come esaudire il desiderio di suo fratello.
«Pensi che sia impazzito?» domandò lui, ancora in dubbio se usare il suggerimento.
«Penso che è bello vederti di nuovo fra di noi.» gli aveva risposto lei con un sorriso che gli aveva scaldato il cuore morto.
Le aveva dato un veloce bacio sulla fronte. «Grazie.»
L’avrebbe incontrata, ma non sapeva come attaccare bottone. Le stava quasi di fronte, poteva percepirne il profumo. Pensava di avere più tempo e invece la donna era spuntata veloce da dietro l’angolo.
Lo scontro era stato notevole e, benché lui non si fosse fatto niente, la ragazza doveva essersi procurata qualche livido.
«Si è fatta male?» Edward aveva usato il tono dolciastro che serviva a tenere buoni gli esseri umani.
Certo, la posizione in cui era finita rovinando a terra non era propriamente da signora. Era caduta pesantemente all’indietro e le gambe le erano finite sopra la testa per il contraccolpo. Ora Edward sapeva che Page Harrison portava le mutandine!
Gli aveva offerto la mano in uno spontaneo gesto di cavalleria, ma era stato ben contento che lei non avesse afferrato quell’estremità gelida.
“Cretina!” Era un bel peperino!
«Sto bene.» gli aveva risposto lei rimettendosi in piedi.
 
«Bella?» chiesi con urgenza. «Tutto a posto?»
«Sto bene.» disse le parole automaticamente con voce confusa.
«Attenta.» l’avvertii. «Mi sa che hai preso una bella botta in testa.»
«Ahi.»
 
Per un momento infinitesimale era tornato al parcheggio di quella stessa scuola molti anni addietro. Quando un’azione sconsiderata aveva dato inizio ad una serie di eventi pericolosi. Ma l’avevano portato a lei. Bella.
«E’ tutto ok, sono una tosta io!» Page cercava di fare la dura e invece ad Edward sembrava solo più fragile e più dolce, come un bimbo che tenta di tirare su uno scatolone pesante.
La tenerezza provata l’aveva spinto a sorridere. “Cretina! Ma che hai cinque anni?”
«Sono veramente dispiaciuto per averla colpita. Ero soprappensiero e non guardavo dove andavo.» Tentò di giustificarsi lui, ma erano parole vuote e senza senso, dette per tirarla per le lunghe. La verità era che stava cercando di immagazzinare quante più informazioni i pensieri dell’insegnante gli potessero fornire.
“Allora la cavalleria non è morta!” Ma lei lo distraeva fissandolo in quel modo. Prima le mani, che lui teneva appoggiate al petto per non rischiare di doverla toccare. Poi le labbra, mentre elargiva le sue scuse. In ultimo gli occhi. Il contatto era stato ripristinato.
Il grigio perla delle sue iridi era così chiaro. Sincero? Si poteva dare un giudizio così affrettato solo guardandola negli occhi?
“Parla! Penserà che sei un’idiota.” Era decisamente autoironica.
Anche se quell’incontro voluto era così piacevole Edward doveva allontanarsi per non fare delle mosse azzardate. Voleva vederla da vicino: operazione riuscita. Ora era meglio ritirarsi. «Se è sicura di stare bene, la saluto. Buona giornata.» E si era congedato sorridendo per l’ennesima immagine di lui che scorreva nei pensieri di Page.
 
In macchina la tensione si tagliava con il coltello.
«Bravo, veramente molto bravo!» Quando Jazz era ironico non era mai un buon segno. Di solito andava dritto al punto. Evidentemente non sapeva se si stava arrabbiando a torto o a ragione. Il punto era che si stava arrabbiando.
«Alice mi ha detto dove trovarla.» si era subito difeso Edward. Metterla in ballo poteva far calmare Jasper. Quando si parlava di Alice lui diventava sempre un agnellino.
«Ma brava!» Quasi sempre.
«Non ti arrabbiare, Jazz. Ti prego.» Poche parole sussurrate erano state forse meglio di un ordine supremo. Di fronte agli occhioni imploranti della vampira nessuno poteva rimanere arrabbiato. E questo mandava il maggiore Witlock, soldato di prim’ordine, ex uomo tutto d’un pezzo, in pezzi. Aveva un enorme potere su di lui. Ma l’amava anche per questo.
 
 
 
Ciao a tutti!
Siamo ormai al capitolo 8 e le visite ad Imperfetto continuano a salire. Cosa ne pensate? Vi piace la storia? Cosa vi aspettate che succeda? Io sono una un po’ imprevedibile, sapete?
Ci terrei proprio a sapere una cosa in particolare, ma qualcuno ha capito che cosa insegna Page? Vi prego sorprendetemi!
Angolo delle citazioni: “Mai indossare scarpe nuove per un evento speciale!” è una massima che sento il dovere di condividere con ogni persona sulla faccia della terra, che sia essa uomo o donna. Mettere le scarpe nuove ad un evento è quanto di più sbagliato ci possa essere a questo mondo. Consiglio: fate ammorbidire le scarpe utilizzandole per qualche giorno, va bene anche metterle in casa, e non abbiate paura che si rovinino. I vostri piedi vi ringrazieranno a fine giornata, parola mia!
«Sono troppo vecchia per queste stronzate!» per gli appassionati di Mel Gibson sarà facile capire da dove viene questa frase… Ebbene si, Arma Letale. Il sergente Murtag lo dice sempre, poverino! Io adoro quella serie e Page con me, quindi le è uscita naturale come esclamazione. Ricordate quando vi dicevo che Page è un tipino tosto? Eccone la prova!
Quando Page dice ad Edward che sta bene lui rievoca il salvataggio di Bella nel parcheggio, spero sia cristallino, ma per chi non aveva intuito… ecco qua la spiegazione!
Concludo il mio commento finale ringraziandovi per aver inserito Imperfetto tra le vostre storie preferite, seguite e ricordate, per i vostri commenti e per le vostre visite che salgono, salgono, salgono. Grazie.
Baci
 
Pinzy

 

   
 
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