Capitolo 3
Peter prese alcune cartelle dalla cucina e si sedette su una poltrona,
di
fronte al divano.
Si
rese immediatamente
conto che avrebbe avuto parecchia
difficoltà a concentrarsi,
perché non
riusciva a staccare gli occhi da Neal che dormiva, perfettamente
immobile,
sotto le coperte,. Si
chiese se fosse il caso di chiamare un medico se la febbre non fosse
scesa…..anche se in quel momento, con tutta la neve che
era caduta, nessuno avrebbe comunque risposto alla sua chiamata.
Per
quanto potesse essere preoccupato riusciva comunque a
cogliere il lato assurdamente comico della situazione: mai avrebbe
pensato che il
ragazzo che aveva inseguito con tanta
costanza e attenzione un giorno avrebbe dormito sul suo divano! Il
grande Neal
Caffrey ! Era solo un ragazzo dolorante e febbriccitante!
Peter trascorse alcune ore con un’occhio ai documenti e
l’altro a Neal; fino a
quando non capitolò e chiuse i fascicoli. Si
versò una tazza di caffè,
sistemandosi comodamente
sulla poltrona
e lasciò che i suoi pensieri vagassero, ripensando a quanto
tempo ed energia
avesse impiegato per
cercare di
catturare il formidabile falsario dall’incredibile talento
che gli era sfuggito
parecchie volta. Senza rendersene conto, si
lasciatò cullare dal respiro
lento e regolare di Neal ed iniziò a sonnecchiare fino a
quando fu
improvvisamente svegliato da un movimento proveniente dal divano. Si
voltò
e vide che Neal era
ancora disteso, ma i
suoi occhi erano spalancati e fissi su di lui.
“Sei rimasto a guardarmi
dormire per
molto tempo?”
“Come ti senti?”
“Beh, io ...”
Peter si alzò e posò una mano sulla fronte di
Neal che rabbrividì.
“Cosa stai facendo?”
“Posso controllare una cosa.......permetti?”
Volente o nolente Neal lasciò che Peter gli mettesse la mano
sulla fronte, anche
se la situazione era un po’ strana. Che
Peter si prendesse cura di lui in quel modo era una cosa che non
avrebbe
immaginato mai e poi mai!
“Sembra che la febbre sia scesa…”
“Sei anche un infermiere, adesso?”
“Ah,
ah, ah. Molto divertente. Tu resta qui. Vado
a prendere un termometro”
“Peter no! Dove vai?”
“Neal! Per amor
del Cielo!
Stai male! Voglio solo sapere quanto!”
Andò di sopra ed in pochi minuti trovò il termometro.
Quando
scese, trovò Neal seduto, sporto in avanti, testa
fra le mani.
Peter
capì che sentiva freddo,
anche con la coperta sulle spalle.
Gli posò la mano sulla spalla, per catturare la sua
attenzione e gli porse il
termometro. Neal lo mise sotto la lingua. L'effetto
dell’aspirina era
scomparso e il suo mal di testa era riemerso con violenza tale che non
si
accorse nemmeno dell'assenza di Peter
fino a quando un bicchiere d'acqua e una nuova compressa si materializzano davanti a
lui.
Peter
prese il termometro non appena sentì il beep.
“39.2. Puoi controllare se non mi
credi…”
“Grazie mille per questo voto di fiducia”
Neal prese la compressa e
non smise di
bere finchè il bicchiere non fu completamente vuoto, quindi
rimase a fissarlo
per qualche minuto.
Peter,
che aveva assistito alla scena, ricordò che,
fra le poche e
vaghe nozioni che aveva
imparato sulla febbre, c’era la necessità di
mantenere il malato idratato. Senza
bisogno di riflettere, prese il bicchiere dalle mani di Neal e
andò a riempirlo
cucina. Quando tornò, Neal non si era
mosso. Mandò giù anche il
secondo bicchiere che gli porse.
“Ti senti meglio?”
Neal annuì.
“Grazie”
Peter si sedette accanto a lui sul divano. Poteva quasi
sentire fisicamente
l'emozione che provava. Neal era certamente
esausto. Le occhiaie
scure facevano sembrare, per contrasto, ancora più luminosi
i suoi occhi.
Occhi
che stava faticando per tenere aperti.
“Perché non mi hai chiamato stamattina per dire
che non stavi bene?”
“Era solo un po’ di mal di testa. Niente di
che…”
“Ovviamente si tratta di più di un mal di
testa…”
“Ok, la prossima volta che starnutisco, prometto di
chiamare.”
“Neal, dico sul serio. Pensa se tu fossi stato
assegnato ad un caso sotto
copertura in questo stato. Avresti potuto commettere un errore
o, peggio
ancora, mettete in pericolo te stesso!”
I due si scambiarono un lungo sguardo in silenzio. Neal
annuì
semplicemente. Soddisfatto, Peter gli mise la mano sulla spalla in un
gesto di
conforto.
“Riposati. Io, intanto, vado a preparare qualcosa da
mangiare. Sono quasi le otto…”
“Io non ho fame…”
“Immagino, ma temo proprio che abbia bisogno di
mangiare!”
Peter fece per
alzarsi, ma Neal lo fermò afferrandogli il braccio.
“Peter!”
Si voltò. Neal lo guardò dritto negli
occhi.
“Grazie. Grazie di tutto”
N.D.A:
Ciao a tutti/e!!!
Non vi ho fatto aspettare troppo x il 3° cap, vero?
Come sempre ringrazio, davvero, tutte le persone che leggono (wow, non mi aspettavo fossimo in tanti appassionati di WC) e chi, gentilmente, ha recensito anche il precedente capitolo ( ChiaraLuna21 e IceGirl46) .
A presto!