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Autore: glorietta    21/01/2012    4 recensioni
Questa è la mia prima storia in efp. Parla di quello che succede dieci anni dopo la sconfitta di Galbatoeix e del destino sempre in fermento di Alagaësia.
Eragon e Saphira faranno ritorno.Atra du evarínya ono varda.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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FREDDO


Freddo, tutto intorno a lui era freddo, il fuoco che aveva acceso con tanta facilità non bastava a riscaldarlo, non che non fosse abituato alle basse temperature, erano anni ormai che viveva in mezzo alla neve e alle vette delle montagne. Per lui e il suo compagno, tuttavia non risultava difficile, erano stati abituati a cose ben peggiori e anche se avrebbero potuto vivere in qualunque altro luogo molto meno ostile, avevano deciso che solo un posto del genere poteva placare il fuoco che scorreva loro nelle vene.

Le colpe da espiare erano infinite.

Erano passati dieci anni, la voglia di abbattere le montagne era passata, il mondo sembrava un luogo meno detestabile, lì dove si trovavano.

Tutto era ricoperto da uno spesso strato di neve, ovunque si volgeva lo sguardo c'era bianco, anche quando arrivava la bella stagione.

Da quando erano partiti quel giorno,benedetto e maledetto insieme,avevano girovagato, stando attenti a non avvicinarsi agli abissi e a dove la terra odorava di zolfo, per niente smaniosi ad affrontarsi con l'unico e solo re degli Urgali. La sfortuna o il fato gli aveva lasciati liberi, almeno così sembrava, forse anche il destino che tempo addietro si era accanito su di loro aveva preferito altre prede o aveva permesso loro di ristabilirsi per poi tornare a tormentarli, questo lui non lo sapeva.

Nel tempo che era trascorso aveva imparato che cosa voleva dire libertà, ma il rimorso lo attanagliava, la solitudine lo aveva curato ma gli aveva fatto assaporare la mancanze delle persone a lui più care.

Si era reso conto che le uniche cose che che ancora ardevano in lui erano le spalle che per qualche millesimo di secondo erano state cinte dal più tenero degli abbracci e la mano che stata sfiorata dal suo stesso sangue con il quale aveva trascorso il periodo più bello della sua esistenza secondo solo alla nascita del suo compagno.

Sapeva bene inoltre che la sua mente era stabile solo lì nella solitudine ricoperta di freddo. Ogni volta che l'esuberanza lo aveva preso e aveva deciso di interessarsi alle faccende esterne, divinando, né aveva pagato care le conseguenze, la stabilità che credeva di padroneggiare, lo aveva abbandonato ogni volta, facendolo soffrire.

Aveva potuto vedere,con una certa difficoltà, a causa delle protezioni magiche, la donna che amava e questo lo aveva annientato. Vederla sorridere e sapere che non era grazie a lui lo uccideva, notare per qualche secondo in lei sofferenza, subito nascosta, e non poter fare nulla lo dilaniava.

Fortuna o sfortuna,non sapeva ancora rispondersi, non era mai riuscito a vedere suo fratello, probabilmente le difese che aveva erano molto superiori alle sue capacità.

Così da anni, non sapeva nemmeno quanti, aveva smesso.

Si era prodigato, invece, nel corso del tempo a costruire una dimora adatta a lui e Castigo in un antro della montagna. Lo aveva fatto con le sue sole forze, il lavoro è spesso la cura migliore per guarire una malattia dell'anima, gli aveva detto qualcuno.

Aveva preso quel consiglio alla lettera, trovando qualcosa da fare ogni giorno era andato avanti, l'abitudine lo aiutava.

Tuttavia, durante la notte passata, strani incubi lo avevano reso inquieto. Non li ricordava eppure anche ora che era sveglio, né era scosso.

Tutti questi pensieri nostalgici non erano da lui, lì evitava.

Murtagh...” Castigo. Il suo compagno aveva aperto un occhio color cremisi, subito si rese conto che tutti i suoi pensieri avevano messo in allerta il drago.

Non volevo interrompere il tuo sonno”, sapeva bene che come lui, Castigo odiava essere disturbato mentre dormiva, si aspettava di trovarlo irritato, non in allerta.

Non ho più bisogno di dormire, non avrei continuato comunque, mi prudono le squame come quando eravamo prigionieri di quel rompi-uova-di Galbatorix”.

Non volevo turbarti” cercò di sdrammatizzare Murtagh, sapeva che con una frase del genere avrebbe fatto alterare il drago(“Nessuno può turbare un drago”).

Ma Castigo non disse nulla, allora il suo cavaliere si insinuò nella sua mente e vi lesse dubbio, incertezza, cose che non appartenevano al suo drago.

Pensi che stia per succedere qualcosa? Pensi che dovremo fare qualcosa?”.

Qui dove siamo non ho nulla che mi dia da pensare....”

Ma allora...”

Forse dovremo cambiare luogo per poter pensare a qualcosa.”

Murtagh rimase in silenzio, non era da Castigo un'affermazione del genere, come lui il suo drago aveva adorato quei luoghi che gli avano fatto scoprire la serenità, per quanto un drago possa stare tranquillo e sereno, ma non capiva come qualche sogno che lui aveva fatto e che nemmeno ricordava potessero mettere in allarme il drago.

Fu in quel momento che si rese conto, espandendo la mente che non erano soli, qualcuno li spiava, e lui non se né era nemmeno accorto a causa di tutto quel pensare.

E' li che osserva da ore, dalle menti di altri esseri che vivono qui, ho visto che è un bipede dalle orecchie rotonde”.

Perchè non mi hai detto nulla?”.

Perché volevo accertarmene, inoltre speravo che tu facessi chiarezza nel sogno che hai fatto, chiaramente indice di qualcosa, visto le recenti visite. Nessuno può arrivare fin qui se non dotato di ali o...”

.....di magia”.

La logica del guerriero che credeva di non possedere più, si impossessò di lui, schermò la sua mente e corse a prendere Zar'roc.

Uscì di casa con la spada sotto il mantello diretto a prendere la legna, un brivido lungo la schiena gli fece sapere che la sua mossa non era passata inosservata.

Non aveva bisogno di spiegare a Castigo cosa aveva intenzione di fare, lui e il suo drago erano una cosa sola. A metà strada cambiò direzione, andò verso l uomo.

L'ospite, non uno sprovveduto poiché dovette capire all'istante di essere stato scoperto, uscì dal suo nascondiglio.

Era di sicuro un uomo a giudicare dalla stazza imponente,tuttavia non né si potevano scorgere i tratti poiché era completamente nascosto dal mantello.

Se non ricordo male, le buone maniere indicano di presentarsi non appena si raggiunge la dimora di un'altra persona. Chi sei? Cosa sei venuto a fare?”

Mi avevano detto che eri un uomo di poche parole, sono Tirin Firesson, mi hanno detto che proseguendo verso nord avrei trovato Murtagh figlio di Morrzan”

Figlio di uno dei rinnegati vorrai dire, vattene qui non troverai nessuno.”

Mi rincresce aver fatto tutta questa strada per niente, tuttavia la tua casa mi sembra molto grande, talmente grande che un drago potrebbe facilmente entrare, anche la spada che tieni lì nascosta, sembra di fattura singolare, elfica direi, mi gioco tutto se la lama non è rossa.” Murtagh sorrise gelido.

Te lo ripeto: chi sei? Che cosa vuoi?”

Oh, non sono venuto qui per recarti disturbo, ma se tu non sei la persona che sto cercando è inutile che ti dica di più, se lo sei sarebbe bello che tutti i niei ospiti fossero qui davanti a me, l'educazione deve valere per tutti”.

E sia...”. Prima che potesse dire o fare qualcosa Castigo uscì dalla casa.

Che meraviglia Bjartskular è un onore fare la tua conoscenza e un onore fare la tua Murtagh Morzanson, ora che siamo tutti mi presento: sono Tirin Firesson e sono venuto da voi in cerca di aiuto, come sapete da dieci anni, da quando Galbatorix venne distrutto non regna più la pace in Alagaësia per i maghi, l'indegna persona che è salita sul trono tiranneggia sulle persone dotate di poteri magici, siamo qui per chiedervi aiuto, aiutateci a fermare questo abominio.”

Deduco che non sei solo ad agire, quindi”

Sono stato mandato qui, per conto dei miei superiori, vi offriamo aiuto, anche voi siete dei maghi, e come sono riuscito a trovarvi io può farlo anche l'usurpatrice per darvi la caccia.”

Ha, aiuto a noi, da tempo siamo qui senza che nessuno ci infastidisca e siamo in grado di badare a noi stessi:” Castigo approvò ogni parola e per dare più enfasi a quello che aveva detto il suo cavaliere, ruggì.

Nessuno mette in dubbio la vostra forza, vi chiedo di pensarci o potrebbe verificarsi eventi spiacevoli.”

Piccolo bipede untuoso, minacciare un drago?”. Anche Murtagh si innervosì parecchio “la nostra risposta è no, vattene”.

Che peccato, oh beh, gli ordini sono stati chiari: o con noi o morti”.

Dei tentacoli invisibili attanagliarono la mente del cavaliere e delle funi comparirono dal nulla per immobilizzare il suo drago, dopo qualche secondo di sorpresa Murtagh riprese il controllo di sé e si prodigò per respingere la coscienza del avversario mentre Castigo ruggiva furioso. Trovata la concentrazione i due contrattaccarono con la mente, ma quello che si trovavano davanti era un avversario molto forte e loro non erano più allenati.

Così non ce la faremo, tienilo impegnato” ,Castigo smise di divincolarsi e concentrandosi attaccò la mente dell'uomo, nello stesso momento Murtagh sguainò la spada e con un balzo si abbatte sull'uomo che cadde a terra sconfitto.

Maledetto cane” imprecò girandosi per liberare il drago.

Un uomo ammantato di nero nell'ombra con un pugnale, lei solo che cammina, l uomo la segue, buio.

Questo cos'era....”Era ciò che Castigo aveva visto prima che l uomo morisse, ma era famigliare, c' era qualcosa che....

Tu questo lo hai già visto”.

Un baleno, capì.

Dobbiamo partire! E' in pericolo” Castigo fece schioccare le mascelle in segno di assenso.

Il bipede era forte, ma non era cero alla nostra altezza, stava combattendo ma io ho visto solo questa scena scollegata dal presente...qualcuno vuole che noi partiamo”

Castigo aveva ragione, ma per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa.

Sentiva freddo, maledetto freddo.












  
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