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Autore: Meramadia94    22/01/2012    3 recensioni
''Mi scusi... ma chi è lei?''- chiede John confuso.
''John, possibile che non mi riconosci?''- chiede lo sconociuto-:'' Io sono Sherlock Holmes.''
John è incredulo.
''Il tuo Sherlock''
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prima di cominciare devo avvertire di due cose. Primo mentre inserivo l'html al cappy precedente ne ho cancellata una copia e ho perso le vostre bellssime recensioni. Sono una frana, lo so.
Secondo: sono iscritta al detective conan forum, dove molti hanno elaborato una teoria simile alla mia su come è sopravvissuto. Ma vi do la mia parola che non ho copiato ne plagiato nessuno. Vi prego di credermi.
 
 
 
''Ok, adesso basta con questa farsa...''- rise nervosamente John.
''Se ciò è uno scherzo non è divertente: io ho perso il mio migliore amico, sono stanco, e non ho voglia di giocare!!!''- urlò esasperato.
''John, ti dico che sono proprio io. Abbiamo vissuto sotto lo stesso tetto per tre anni, come puoi non credermi?''- fece il nuovo coinquilino.
''Perchè ho visto mentre precipitava dal tetto dell' ospedale, e ho sentito che non aveva più polso...''- fece John.
''Credo che ti deva una, anzi parecchie spiegazioni.''- sospirò-:''Lascia che ti spieghi e poi se vorrai, potrai rompermi l'osso del collo, ok?''
John annuì.
In fin dei conti... cos'aveva da perdere?
In cuor suo sperava che quell'individuo stesse dicendo la verità, era davvero stanco di soffrire, voleva che quell'uomo fosse davvero Sherlock Holmes.
''Ma se mi prendi in giro, giuro che il mondo intero non sarà grande abbastanza per nasconderti da me.''- gli promise mentalmente.
''Sherlock'' sorrise-:'' Lo so John: hai fatto il soldato anche se medico, e hai avuto le tue giornatacce e non ci metti molto a rompermi tutte le ossa.''
 
FLASH BACK
 
''Addio John.''
Furono queste le ultime parole che disse al telefono poco prima di buttarlo via.
Di sotto arrivò un camion della nettezza urbana.
Sorrise.
Appena in tempo, pensò.
Si lanciò nel vuoto con la voce di John che lo chiamava nelle orecchie.
A pochi centimetri dall'asfalto qualcosa lo bloccò, rinforzando il debole nastro che lo divideva dalla morte: dal camion pendevano tante corde sottili come i fili di una ragnatela ma robusti come il titanio, e saldamente ancorate al muro del Barth.
Il conducente le fece ritirare e Sherlock piombò ''delicatamente'' a terra, provocandosi delle escoriazioni sulla fronte.
Guardò al posto di guida e sorrise riconoscente a Molly, travestita da netturbina.
Sherlock agitò le dita della mano destra quattro volte.
Gesto che la ragazza collegò al segnale convenuto, e si mise la cuffietta di un auricolare nelle orecchie.
''Ok, ragazzi... si aprono le danze.''
Subito, intorno alla scena del ''suicidio'' si raggrupparono medici, infermieri e curiosi.
''Si è fatto male?''- chiese uno di loro.
''Solo qualche sbucciatura, nulla di grave...''- disse Sherlock.
Poi li implorò.
''Non fate avvicinare John per almeno cinque minuti, dovrebbero bastare.''
La fortuna gli diede un piccolo aiuto: un ciclista non troppo dotato aveva accidentalmente investito John e ora stava a terra, incapace di farsi una ragione di quello che aveva appena visto.
''Hai trovato un degno sostituto?''- chiese Sherlock mentre alcuni complici prelevavano da sotto i rifiuti il corpo di un uomo della stessa altezza di Sherlock e con i lineamenti simili e lo poggiarono a terra.
''Si, sono riuscita a trovare il corpo di un uomo che è morto per un tragico incidente, nel tuo stesso modo.'- fece Molly.
Il tocco finale lo diede proprio Sherlock: si tolse cappotto e sciarpa e li mise addosso al suo sosia.
''Questo farà malissimo...''- sospirò Sherlock arrotolandosi la manica sinistra a livello dell'avambraccio e prese un taglierino dalla tasca interna della sua giacca nera come l'ebano e si provocò un taglio sul braccio.
Molly trattenne un grido d'orrore, mentre Sherl si mordeva il labbro inferiore e teneva gli occhi chiusi per non gridare dal dolore.
Il sangue cadde tutto sulla fronte del falso Sherlock.
''Lasciatemi passare, sono un medico... sono suo amico.''- urlò 
John facendosi largo tra la folla, dando a Sherlock appena il tempo di sgattaiolare sotto al camion.
''Quattro minuti e trenta secondi, meglio del previsto.''- gongolò il CI.
Da li sotto potè vedere l'espressione di disperazione del suo migliore amico quando constatò che ''Sherlock'' era morto.
E la sua voglia di gridare, prenderlo a pugni, piangere...
''Perdonami, ma non posso fare altrimenti.''
 
FINE FLASH- BACK
''... da quel giorno mi trasferì per due o tre mesi a casa di Molly, poi da Sebastian, alla mia rete dei senzatetto... ovunque fossi sicuro che le persone che non volevo mi trovassero riuscissero a trovarmi, poi tornai  a Cambdrige da mia madre. E ora sono qui per realizzare un miracolo. Lo conosci bene: me l'hai chiesto tu molte volte sulla ''mia'' tomba.''- concluse Sherlock.
John scattò in piedi.
''Aspetta!!! Vuoi dire che sapevi quanto stessi male e non ti è mai venuto in mente nemmeno di scrivermi una lettera, un messaggio, una telefonata... giusto per dirmi che non eri morto e che stavi bene?''
Ok, ora era arrabbiato.
Certo era felicissimo di sapere che il suo amico era li vivo e vegeto, avrebbe voluto piangere di gioia, abbracciarlo, buttargli le braccia al collo, stringerlo fino a soffocarlo... ma la rabbia per essere stato ingannato era troppa.
''John..''- fece Sherlock alzandosi prendendogli un polso.
John si scostò bruscamente-:'' Non mi toccare, lasciami in pace, capito?!? E poi si può sapere che cosa vuoi  da me? Ti ho aspettato fin troppo.''
Sherlock sospirò-:''Va bene, hai ragione, me lo merito, ma lasciami spiegare. Se non mi fossi ucciso, tu, Lestrade e la signora Hudson sareste stati uccisi dal primo all'ultimo. Dovevo fare finta di morire, e così sono morto.''
La rabbia di John era irrefrenabile però-:'' Ma perchè diamine non mi hai avvertito che tu e Molly avevate messo su questo super- piano? Avrei fatto volentieri da complice in questa truffa, cosa credi? Tu non hai idea di come mi sono sentito quando ho visto che non c'eri più, e come mi sono sentito in tutto questo tempo senza di te!!!''
''Ho ragione di credere che c'era un cecchino che ti stesse tenendo d'occhio e sotto tiro. La tua reazione e il dolore spontaneo gli ha fatto credere che io fossi veramente deceduto. Doveva sembrare tutto reale, e non una recita.''- fu la risposta-:'' so che sei arrabbiato.''
''Ci hai fatto soffrire.''- disse John con le lacrime agli occhi-:'' e dopo un anno che ti piangiamo, riappari e pretendi che ti accogliamo a braccia aperte?''
Sherlock sospirò nuovamente-:'' Quel giorno sul tetto parlavo seriamente: sono un falso. Ma sono un falso che ti vuole un casino di bene.''
John era scioccato. Non glielo aveva mai detto, anche se glielo aveva fatto capire sempre e comunque.
A quel punto non ci vide più e lo abbracciò.
Sherlock non ebbe nulla da ridire e rispose al gesto.
''Forse per te sarà stato divertente ingannare Moriarty e i suoi amici, ma guai a te se lo rifai.''- lo minacciò il medico ridendo.
''Sennò che mi fai, dottore?''- chiese Sherlock.
''Ti scuoierò come un tacchino a Natale.''- fu la risposta.
Da quanto tempo in quella casa non risuonavano quelle risate allegre.
Ma da quel giorno tutto sarebbe tornato alla normalità. John ne era convinto.
''Hai impegni stasera?''- chiese Sherlock.
''Non ho fidanzate o pazienti che mi aspettano quindi... sì.''- rispose John.
''Allora... ti va di uscire? Andiamo a mangiare da Angelo. Mi mancano proprio i suoi spaghetti con aglio e formaggio...''- poi aggiunse-:'' ma precisiamo: non è un appuntamento.''
John divenne rosso-:'' E chi l'ha mai pensato figurati. No, no, non è un appuntamento.''
''Magnifico.''
''Perfetto.''
  
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