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Autore: Bluemoon Desire    22/01/2012    2 recensioni
Un cuore spezzato non può essere aggiustato semplicemente ricucendone insieme i pezzi...ci vuole molto...molto di più! N.B. Storia ambientata durante la 4 serie di CSI:NY dopo la morte del piccolo Ruben Sandoval
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Danny Messer, Lindsay Monroe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO OTTAVO

                                       SENSI DI COLPA 



La vidi arrivare lungo il molo poco dopo le otto.
Indossava un paio di calzoncini corti e una deliziosa camicetta a righe rosse e bianche a maniche corte.
“Non hai freddo?!” feci andandole incontro.
Lei rise.
“Fammi il piacere, Messer” disse, colpendomi sul braccio con un leggero pugno ”Il freddo di qui è nulla in confronto a quello a cui sono abituata…piuttosto…sarei proprio curiosa di vedere come te la caveresti tu a vivere tra le montagne!”.
Le lanciai un’occhiataccia.
“E’ inutile che fai tanto la spiritosa, Montana” esclamai, fingendomi offeso ”Io sono un tipo che si adatta facilmente, sai?”
“Certo come no” ribatté lei, per nulla convinta.
Ci lasciammo il molo alle spalle e ci incamminammo sulla spiaggia.
Mi resi subito conto quanto fosse facile parlare con lei, non molto più difficile in effetti che parlare con Don o con uno qualunque degli altri miei amici.
Quella sera era la prima volta che uscivamo insieme come una vera coppia.
Il fatidico primo appuntamento.
Niente omicidi,né intricate indagini di laboratorio…soltanto io e lei…
“Era da molto tempo che non passavo una serata come questa, sai?” mi confessò d’un tratto.
La guardai.
“La stessa cosa vale anche per me” le risposi.
Lindsay si fermò e mi si mise di fronte.
“Non voglio essere una delle tante, Danny” mi sussurrò dolcemente ”Tu sei speciale e io vorrei esserlo altrettanto per te…”
Scoppiò a ridere.
“Mi dispiace se sono così impacciata…” aggiunse poi ”…il fatto è che non parlo quasi mai di queste cose, neppure con le persone che mi sono più vicine…triste ma vero, non sono un tipo che si lascia andare facilmente…”
“Me n’ero accorto” commentai, ironico.
Sollevai una mano e le sfiorai delicatamente la guancia.
Socchiuse gli occhi.
“Ho tanta paura di non riuscire ad essere la ragazza che desideri avere al tuo fianco” mormorò, stringendosi a me.
“Sei già la ragazza che desidero avere al mio fianco, Lindsay” le sussurrai all’orecchio.
Lei mi sorrise e senza dire altro mi baciò.


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La porta della stanza si spalanca ed entra la corpulenta infermiera Thompson.
E’ arrivata l’ora delle medicazioni.
“Come andiamo stamattina, signorino?” mi domanda sorridente.
Le rivolgo uno sguardo torvo.
“Vorrei saltare giù dalla finestra e scappare via a gambe levate da questo posto insopportabile” rispondo stizzoso.
“Te lo sconsiglio caldamente, ragazzo mio…” ribatte lei ”…qui siamo al settimo piano e ho idea che ti faresti piuttosto male!”.
In altre circostanze avrei anche potuto trovare interessante il nostro scambio di battute,ma stamattina non riesco a pensare ad altro che a qualche buon piano di fuga che possa portarmi via da qui il più presto possibile.
Non sopporto di starmene relegato tra queste quattro mura, con le mani in mano, mentre Sonny è ancora là fuori a piede libero.
“Stamattina sono arrivati i genitori della sua collega ricoverata in terapia intensiva…” mi dice all’improvviso l’infermiera Thompson ”…poveretti…sembravano distrutti…”
Mi sento assalire dai sensi di colpa.
Sono quasi dieci giorni che Lindsay è ricoverata in terapia intensiva e io non ho ancora trovato il coraggio di andarla a trovare.
“Niente miglioramenti, vero?” le domando, quasi in bisbiglio.
Scuote la testa.
“Niente, povera ragazza” risponde ”I medici continuano a dire che solo un miracolo potrebbe riportarla indietro…è chiaro che ormai hanno perso tutti le speranze…”
“Io non ho affatto perso la speranza” la interrompo bruscamente ”Lindsay non è spacciata, so che si sveglierà…”
“E’ bello sapere che c’è ancora qualcuno che fa il tifo per lei” replica la Thompson, poi afferra il suo carrellino dei medicinali e si allontana.
Lentamente mi alzo dal letto e mi avvicino alla finestra.
Non posso continuare ad ignorare la verità.
Lindsay sta’ lottando tra la vita e la morte…e per colpa mia…


Qualche ora più tardi…

La stanza è deserta.
I genitori devono essersi allontanati un attimo.
Con il cuore in gola,mi avvicino al suo letto.
Sembra così piccola e fragile!
Mi chino leggermente su di lei e le bacio la fronte.
“Quanto vorrei poter mandare indietro il tempo, Lindsay” le sussurro a fior di labbra.
Afferro la sua mano e la stringo forte tra le mie.
“Avevo una paura matta di venirti a trovare, sai?” aggiungo poi, sorridendo ”Lo so, sono stato un codardo e mi dispiace da morire. Ero convinto che facendo finta che tutto questo non fosse mai successo, l’incubo sarebbe finito e tu ti saresti risvegliata…pensavo che se fossi venuto a trovarti e ti avessi vista in questo letto, allora l’incubo si sarebbe trasformato in realtà…”
Le scosto con una mano i capelli dalla fronte.
“La sai una cosa, Montana? Non credo di averti mai detto quanto mi piaci con questa pettinatura…ti dà un’aria sbarazzina e ribelle…”
Un nodo mi blocca le parole in gola.
“In realtà sono tante le cose che non ti ho mai detto…un po’ per paura, un po’ perché sono un’idiota! La verità è che ci sono cose che neanche le parole possono esprimere…come ciò che provo per te…la nostra storia è stata un casino fin dall’inizio, è vero, ma non ho mai condiviso con nessun’altra ragazza le sensazioni e le emozioni che abbiamo condiviso io e te insieme e questo per me conta più di qualsiasi parola d’amore inutile e sdolcinata. Non so se riesci a sentire quello che stò dicendo ma voglio credere che sia così…”
Avvicino la sua mano alle mie labbra.
“Non ho mai capito veramente quanto fossi importante per me fino a quando non ti ho persa e Dio solo sa quanto ho lottato per cercare di dimenticarti e di andare avanti…la verità è che non potevo farcela perché non volevo farlo! Stare con te, per quanto autodistruttivo e complicato sia stato, è stata la cosa in assoluto più bella che mi sia mai capitata da quando sono venuto al mondo e il fatto che tu adesso mi abbia riaccolto nella tua vita e nel tuo cuore è qualcosa di meraviglioso a cui non ho alcuna intenzione di rinunciare…la morale di questo interminabile monologo è che…ti amo…ti amo e non voglio passare la vita a rimpiangere di non avertelo mai detto in faccia…perciò…adesso la palla stà a te, Montana! Questo è il tuo playoff personale, nessuno può aiutarti a vincere questa partita, ma voglio che tu sappia che sono accanto a te e lo sarò sempre…qualsiasi cosa accada…”




Angolo personale dell'autore: Ed eccomi qua con un altro capitolo della mia ff su Danny e Lindsay. Spero che l'attesa sia valsa la pena, in caso contrario...scusate XD
Alla prossima ^^
   
 
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