Preoccupazione e Rimorso
Era quasi ora di cena e Uther si trovava al capezzale del figlio e non se ne sarebbe andato per molte ore ancora.
Era distrutto.
Artù non si svegliava.
E lui era tormentato dalla preoccupazione e dal rimorso.
Gaius aveva detto che se non avesse aperto gli occhi entro l’alba del terzo giorno, tutte le sue speranze sarebbero state vane. Sarebbe morto.
Ma non doveva essere così.
Suo figlio, il suo unico, valoroso, meraviglioso figlio non poteva morire a causa di una zuffa con dei banditi nella foresta!
Era il miglior spadaccino di tutto il regno e forse anche di quelli circostanti ed era stato sopraffatto.
Ma non era solo.
Non sarebbe riuscito a tornare al castello da solo.
Era con una donna. Le guardie l’avevano vista arrivare, disperata, e correre da Gaius, poco prima di lui e Merlino.
Non gli avevano detto il suo nome.
Non ce n’era bisogno.
Lui sapeva.
Era lei. Sempre lei.
Artù aveva dovuto proteggerla e si era esposto al pericolo.
Questi pensieri riempivano la mente del re, ma non esprimevano rabbia, erano solo semplici constatazioni.
Era fiero del coraggio del figlio e nulla in quel momento avrebbe potuto distrarlo dal dolore nel vederlo in quelle condizioni.
Ma il dolore faceva riaffiorare il rimorso.
Il rimorso per aver quasi provato odio nei suoi confronti.
Per averlo ostacolato.
Per non essere mai riuscito a dimostrargli veramente il suo amore.
Il rimorso per non aver capito.
Per aver capito solo ora di non odiare Gwen, la ragazza, la serva amata da Artù, ma di temere tutto ciò che rappresentava.
Lei significava un nuovo tipo di regno, con leggi nuove, diverse, innovative.
Un regno che non avrebbe più avuto bisogno di lui.
Ecco, era questo.
Temeva di essere messo da parte. E dimenticato.
Avrebbe dovuto confessare tutto ciò ad Artù e forse quegli ultimi mesi sarebbero passati diversamente, più sereni.
Sì, glielo avrebbe dovuto dire.
E ora rischiava che non lo sapesse mai.
Se fosse morto di lì a tre giorni, lo avrebbe fatto pensando di essere odiato dal proprio padre.
Non doveva essere così.
Doveva sperare. Sperare. Sperare. E sperare.
E stargli accanto.
Lui non sarebbe morto.
Un nuovo regno lo aspettava per nascere.
E, forse, ora Uther sarebbe stato pronto per accettarlo.
Sussultò quando Merlino entrò nella stanza, portandogli la cena, e non vide nemmeno ciò che stava mangiando.
Artù veniva prima.
Ora aveva capito.
Artù veniva prima di ogni cosa e se il tempo gliene avesse dato l’opportunità, lui avrebbe fatto di tutto per sostenerlo in ogni sua scelta e decisione, consigliandolo e aiutandolo.
Rimanendo sempre al suo fianco.
Ma ora tutto ciò che importava era la salvezza di Artù.
Angolo Autrice:
Ecco un capitolo con un piccolo POV di Uther J
spero che vi sia piaciuto e ringrazio tutti coloro che seguono e recensiscono la storia
Un bacione
Sweet_Juliet