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Autore: Spuffy93    22/01/2012    6 recensioni
Avevo un mal di testa che mi stava uccidendo. Era dalla mattina che andava avanti e anche se il dottore mi aveva detto che era normale avere certe ripercussioni dopo lo stress che il mio corpo aveva subito, io non mi sentivo tranquilla. [....] Presi la pillola e la bottiglietta d'acqua che avevo sulla scrivania. Chiusi un momento gli occhi per fare un respiro profondo e fu in quel momento che accadde per la prima volta.
I rumori intorno a me scomparvero. Sentivo solo un vociare confuso e il rumore di sirene. Davanti a me c'era un edificio messo piuttosto male e Castle davanti ad esso che abbracciava la sua famiglia con un sorriso molto felice sulle labbra.

Okay, non è facile spiegare questa storia.. posso solo dirvi di provare a leggerla. Inizia dal primo episodio della quarta stagione e ne seguirà la trama in maniera impeccabile (o quasi) fino a "Cuffed".
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
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Seconda Parte

 

Io e Castle stavamo parlando con la mamma della vittima, ci disse di un ragazzo in giacca e cravatta, ce lo descrisse e noi ricordammo quel giornalista sulla scena del crimine. Era lui. Quando la sua foto venne appesa alla lavagna e potei vederlo bene mi accorsi di averlo già visto da qualche parte, non solo sulla scena del crimine.

Quando capimmo che stava cercando di scappare di città e che si trovava a Comicadia io e Castle decidemmo di intercettarlo. Quando lui si girò dopo che lo chiamai per nome finalmente capì dove l'avevo visto. Era l'uomo che usciva dal distretto. Abilmente nascosi la mia sorpresa e decisi che la priorità era il caso e che poi avrei pensato a quello che mi stava succedendo.

La giornata passo in un susseguirsi infinito di novità per il caso, Paul confessò ma io capì che stava mentendo per proteggere qualcuno e questo qualcuno scoprì poi essere la stessa donna che avevo visto uscire con lui dal distretto nella mia sottospecie di visione. Ann, una recluta che era sulla scena del crimine il primo giorno.

Stavo impazzendo.

Lei è molto simile a me, adesso lo posso ammettere tranquillamente ma allora, quando sospettavo che fosse un'assassina senza scrupoli non volevo nemmeno pensarci. Lei giurava di non aver ucciso nessuno e io alla fine le credetti. Non so se fosse per il fatto che mi sembrava una persona troppo nobile per commettere un azione del genere, fatto sta che le credetti e la nostra ricerca ricominciò.

Ann, nei panni di Lone Vengeance, aveva preso in giro Tony e a lui la cosa non era piaciuta e quale modo migliore di vendicarsi del supereroe e di Faris se non uccidendo quest'ultimo e facendo ricadere la colpa su Lone Vengeance?

Grazie al paranocche riuscimmo ad incastrarlo e finalmente il caso fu chiuso.

Parlai con Ann e le consigliai di non sprecare la sua vita dietro ai fantasmi del passato, che ipocrita che ero, io che davo un consiglio del genere quando ero la prima a non seguirlo.

Castle si avvicinò a me e in quel momento successe l'inspiegabile. La scena del mio 'sogno ad occhi aperti' si avverò. Era tutto uguale, Ann e Paul che uscivano, noi che li guardavamo e Castle con quella sua frase.

Per fortuna Rick se ne andò subito dopo così io potei rifugiarmi nel bagno del distretto e lasciarmi finalmente andare alla preoccupazione.

Stavo impazzendo. Non riuscivo a pensare ad un'altra soluzione, insomma, non potevo mica aver visto nel futuro! E' impossibile dopotutto!

Cercai di calmarmi ma fu tutto inutile. Tornai a casa e sperai di scordarmi tutta la faccenda, sperai che una buona dormita mi avrebbe aiutato ma niente. Quella notte dormì si e no due ore il resto del tempo lo passai a piangere silenziosamente spaventata dall'idea che stavo impazzendo.

Quando la mattina dopo arrivai al distretto cercai di sembrare normale, non volevo e non potevo raccontarlo a nessuno, mi avrebbero sicuramente fatta ricoverare e oltretutto era successo solo una volta e certe cose possono capitare. Magari avevo avuto solo uno strano deja-vu.

Un nuovo caso arrivò al distretto e tanto bastò a distrarmi per i seguenti giorni. Infondo quante volte capita di indagare su un caso senza corpo?

Fu un sollievo dovermi concentrare sulla ricerca del corpo prima e della testa poi, i giorni passarono uno dietro l'altro e con il loro passare diminuirono le mie paure visto che quegli strani mal di testa erano spariti.

In quel periodo successero altre mille cose, venne uccisa una persona con la pistola di Ryan che il 3xk gli aveva rubato l'anno prima, dovemmo indagare con quella sottospecie di ladra, la casa stregata ed infine la rapina in banca.

Mi ricordo di quella giornata, una delle peggiori, avevo di nuovo il mal di testa e come se non bastasse Castle quel giorno non era arrivato presto al distretto e quindi niente caffè per me. Presi il telefono e iniziai a comporre il suo numero, volevo solo sapere dove si trovava, sbattei le palpebre e vidi una scena molto strana.

Castle era in un casinò affiancato da Ryan ed Esposito, ma la cosa strana non era il luogo in cui si trovavano ma il modo in cui erano vestiti. Sembravano Elvis e i suoi boys.

Riaprì gli occhi e per un momento mi venne da ridere.

Questa era una cosa impossibile pensai e così scuotendo la testa posai il telefono e tornai a lavorare. Dopo nemmeno cinque secondi il mio cellulare iniziò a squillare, era Rick.

Cosa vuoi Castle?” risposi trattenendo a stento un sorriso al pensiero di lui vestito da Elvis.

Dimmi che hai bisogno di me.” il sorriso scomparve.

Scusami?” il mio battito accelerò.

Sono bloccato in banca, sto aiutando mia madre ad ottenere un prestito dal mio banchiere.” Tirai un sospiro di sollievo e mi dissi che ero felice di aver frainteso. “Per favore dimmi che c'è un omicidio da qualche parte da risolvere.”

Mi spiace, non ci sono omicidi da risolvere, solo un mucchio di scartoffie...” dissi sinceramente ma dentro di me sperai che Rick sarebbe venuto comunque. Dopo quel flash avevo bisogno di distrarmi o così mi raccontai. “Ma sei il benvenuto a venire a fare la tua parte per una volta...” aggiunsi ironica. Sapevo che non avrebbe mai accettato.

L'unica cosa peggiore di essere qui è essere li a fare le scartoffie.” rispose infatti lui. Scossi la testa.

Come è possibile che siamo partner quando inseguo i cattivi, e quando ho da fare con le scartoffie mi ritrovo sempre sola?”

Mmh..”

Cosa?” chiesi confusa. Non era da Castle rispondere con solo un versetto.

Penso che questa banca stia per essere rapinata.” se ne uscì lui. Non volevo credergli.

Davvero? Ti annoi così tanto?”

Ci sono un uomo e una donna qui, vestiti con un camice ed entrambi hanno dei rigonfiamenti sospetti sotto la giacca.” roteai gli occhi.

Castle, credo che tu ti stia facendo prendere troppo dalla tua immaginazione di scrittore.” risposi divertita. Ed allora successe il peggio.

SDRAIATEVI PER TERRA TUTTI!” urlò una voce dall'altra parte del telefono, il mio sorriso si gelò e il mio cuore riprese a battere all'impazzata ma stavolta non era per l'emozione ma per la paura. Una dannata paura per Rick e per Martha. Castle iniziò a darmi informazioni ma poi un rapitore si accorse di lui e distrusse il suo cellulare.

Mi recai subito sul posto, i rapinatori mi avevano preso in simpatia quindi fui io a condurre le negoziazioni. Credo di aver fatto un buon lavoro, ma il loro piano non era esattamente uscire con una refurtiva. Dovevano solo comunicare delle informazioni.

Quando sentì l'esplosione il mio cuore perse un battito. Uscì fuori dal pulmino e in quel momento notai una cosa.

Era la banca, l'edificio che vidi in quel mio primo flash, era la banca nelle condizioni in cui era in quel momento.

Entrai insieme alla squadra di recupero. Urlai Castle a pieni polmoni, doveva essere vivo, io l'avevo visto, in quel momento, per la prima volta credetti che quello che vedevo era la verità, volevo crederci perché non potevo nemmeno pensare che Castle fosse morto. Lui doveva essere vivo, doveva ancora abbracciare la sua famiglia e vestirsi da Elvis, non poteva morire, non così non ora.

Quando finalmente lui mi rispose e lo vidi, scosso ma salvo, il sollievo mi alzò di tre metri da terra. Andai a liberarlo e per un breve momento eravamo solo noi nel mondo, solo io e Castle. Martha ci interruppe, voleva essere liberata. Uscimmo tutti fuori e quando Alexis andò incontro al padre vidi avverarsi il mio primissimo flash. Così eravamo a quota due ed io ero sempre più spaventata.

   
 
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