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Autore: Crazy_Me    22/01/2012    2 recensioni
Jack ha dimenticato quanto i pericoli siano sempre in agguato, proprio dietro l'angolo, e soprattutto quanto siano vicini.
Così vicini da avere il suo stesso sangue.
Il capitano dovrà tornare di nuovo ai Confini del Mondo, prima che qualcuno glielo rispedisca, stavolta per sempre.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 19


Jack era sigillato in quella cella già da tre giorni, nella penombra opprimente della stiva della BlackBlood e con il ronzio fastidioso delle voci della sua ciurma.
E, a proposito di ciurma, proprio loro, che non facevano altro che discutere di eventi mai successi e di contendersi episodi mai vissuti, erano convinti che il religioso silenzio del loro capitano fosse dovuto a qualche riflessione su come operare per uscire da quella brutta situazione.
Jack sapeva che loro pensavano questo.
Ma la verità era che Sparrow non stava pensando a nulla, poiché non poteva proprio immaginare come sarebbero andate le cose. Il tradimento spietato di Will era stato un duro colpo e ancora più scioccante era il potere che aveva esercitato su di lui Juliet.
Chissà se si erano innamorati l’uno dell’altro, o se di innamorati sinceri ce ne fosse stato solo uno. O una.
Già, perché Jack era persino arrivato a pensare che William avesse un piano alternativo e il suo tradimento non fosse altro che una parte di quel nobile scopo di salvataggio e conquista del tesoro. Ma questo era avvenuto il primo giorno di reclusione forzata, quando aveva ancora la speranza di pensare che ciò non poteva essere davvero successo.
Si girò su un fianco, sentendo una vite della panca pungergli il costato.
Iniziò a fissare le stelle che si intravedevano da un piccolo buco posto in un angolo della cella.
Cos’è? Per la prima volta Jack Sparrow dubita davvero della buona sorte?
Sorrise. Sorrise amaramente.


William si tolse la camicia, gli effetti personali che gli erano stati riconsegnati e gli stivali, appoggiando la roba su una sedia vicina alla porta.
La fissò un attimo, poi spostò velocemente lo sguardo sul letto.
Lei era lì.
Lui le aveva sussurrato un buonanotte quella sera, quella sera come i giorni precedenti, ma lei aveva reagito diversamente. L’aveva guardato, aveva appoggiato le mani sul suo collo e gli aveva chiesto con voce suadente se avesse voluto dormire con lei quella notte.
Non che ce ne fosse stato bisogno, della voce suadente, visto che William si era già convinto ancora prima che finisse la frase, ma quel modo tra il bisbigliato e il colpevole lo aveva fatto rabbrividire.
E in quel momento, quindi, si ritrovava lì a contemplare Juliet, che indossava una veste bianca quasi trasparente e un viso decisamente troppo angelico per il suo carattere.
- Sei bellissima. -
Lei arrossì e abbassò un po’ lo sguardo.
Will cercò di cancellare un pensiero che stava emergendo, ma ormai era lì, dentro alla sua testa.
Elizabeth non sarebbe arrossita.
Ed è strano, pensava, perché Juliet era forte e coraggiosa e non sembrava di certo una che si potesse “abbattare” con un complimento. Mentre Elizabeth… beh, lei era dolce, angelica e, sebbene fosse alla pari coraggiosa, era pur sempre la figlia del governatore. Vite diverse, infanzie diverse, abitudini diverse.
Elizabeth, quindi, fin da bambina era stata abituata a sentirsi dire “Ma che bella bambina!” o “Chissà che donna meravigliosa diventerà!”, mentre le uniche parole che aveva udito Juliet erano state “Seguirà le orme del padre, ha stoffa la ragazza!” e “E’ proprio un pirata!”. Complimenti che le avevano fatto piacere da piccola ma che, quando era cresciuta e avevano iniziato a fare apprezzamenti anche sul suo viso e sul suo corpo, le avevano fatto dubitare che fosse vero.
Non ci aveva creduto, all’inizio. Poi, quando aveva iniziato ad essere sicura di essere la ragazza che tutti avrebbero voluto accanto, aveva iniziato ad odiare i complimenti.
C’è molto di più di un bel faccino, sono un pirata, sono un capitano.
William si avvicinò a lei, con passo lento e calcolato, e si sedette sulla sponda del letto.
- Sei un vero incanto. – Le mise l’indice sotto al mento e le fece tirar su la testa.
Voleva guardarla negli occhi. Quegli occhi verdi che sembravano finti, incastonati in quel viso così pallido e a volte coperti da qualche ciuffo di capelli neri. Sembrava la luna che di notte si riflette sulle acque profonde del mare.
Lei, così bianca, e l’oceano, così scuro.
Juliet fece un debole sorriso. Incredibilmente non le davano fastidio quei complimenti. Le piacevano. Sapeva che erano veri ed era proprio quella consapevolezza a farla arrossire lievemente sulle guance.
Cercò, però, di togliersi quelle parole dalla testa e di tornare la ragazza di sempre, quella forte che tiene sempre il gioco sotto controllo.
Si morse le labbra e, mettendosi seduta sul materasso, trascinò per una spalla Will alla sua altezza.
Erano viso contro viso, e in quel momento le era sembrato tutto sbagliato.
Però, doveva. Doveva e basta.
Hai aspettato tanto…
Gli mise dietro l’orecchio una ciocca ribelle e lasciò che la sua mano si fermasse sul viso del ragazzo.
In un attimo, tutto diventò veloce e quella lentezza che sembrava caratterizzare il momento svanì, così come la veste di Juliet e i pantaloni di William.
Si appartenevano, pensava il ragazzo. E non doveva sentirsi in colpa per Elizabeth. No. Non doveva pensarci, non proprio in quel momento.
Stupido! Baci Juliet e pensi ad un’altra?
Anche se Elizabeth non era esattamente un’altra, era la custode del suo cuore. La persona a cui aveva donato tutto.
Ci si può dividere? Si possono amare due persone?
Magari sì, magari amava Elizabeth con il cuore e Juliet con l’anima. Magari neppure l’amava Juliet.
Una cosa momentanea, debolezza forse… una debolezza che era costata un’amicizia.
Non importa. Non importa.
Non importava nulla in quel momento, quella notte era una notte speciale e William era esattamente dove voleva essere, con la persona con cui desiderava stare.
Ora è ora.
Will le baciò il collo, scendendo più giù e facendo scorrere le mani sul corpo di lei.
- Domani arriveremo al tesoro. – Disse improvvisamente Juliet.
Dapprima il ragazzo non ci badò, poi mugolò un mentre continuava a baciarla.
- E’ un grande giorno. – Proseguì lei.
William, allora, si tirò su e le mise le mani nei capelli, spostandoglieli indietro.
- E questa... – disse con fermezza – e questa è una grande notte. La migliore che potessi desiderare. -
In quel momento a Will parve di vederla intristirsi. C’èra qualcosa di cupo che le era passato dentro. Poi annuì e fece congiungere le loro labbra.
Sì, Will, sarà una grande notte.



Ok, avevo promesso che avrei postato presto – soprattutto perché ora tutti i capitoli sono pronti -, ma non avevo considerato il temibile e insormontabile fattore scuola *lampi e tuoni*
Spero di riuscire a postare con più velocità i prossimi. Scusatemi davvero *si prostra a voi*
Coooomunque ci sarà una bella sorpresa… eeeh, non spoilero, ma secondo me non ve l’aspettate u.u
A presto (forse)!
 
  
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