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Autore: more_    24/01/2012    22 recensioni
«Louis è il padre del mio bambino» dissi sottovoce con tono piatto. Mio cugino spalancò gli occhi appena sentì quelle parole e si alzò dal letto di scatto, squadrandomi.
«Chi è quella testa di cazzo?» gridò sottovoce per non farsi sentire, né da Nathan né da Anne e gli altri. Io annuii abbassando lo sguardo. Harry si abbassò verso di me e mi mise le mani sulle spalle «Dimmi che stai scherzando! Lui non può essere il padre di Nathan!»
«Secondo te non ricordo con chi ho fatto sesso, Harry? E’ lui, Louis Tomlinson. Mi piaceva, molto temo fa, peccato che lui mi abbia solo usata! Veniva al mio stesso liceo a Doncaster, e ora non ci credo che sia qui, dall’altra parte della casa. Guarda un po’ tu che coincidenza!» chiarii mentre altre lacrime di rabbia scendevano sul mio volto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Who do you think you are?
Who do you think I am?

Le campagna innevate inglesi scorrevano lente sotto il mio sguardo facendo più vivi i miei pensieri, che mi avevano torturato per tutto il viaggio. Erano tre ore che eravamo in macchina, e per via dell’abbondante nevicata e anche per le feste, le strade erano intasate. Sbuffai silenziosamente e mi girai un’altra volta verso i sedili posteriori dove Nathan dormiva beato da quando avevamo messo piede in macchina. Louis invece, era alquanto impazientito, sbuffava ogni cinque secondi e mi lanciava occhiate altrettanto, i nostri discorsi erano fermi a “se vuoi spengo la radio” oppure “posso accendere il riscaldamento?” e niente più. Decisi di accendere il cellulare, dopo averlo lasciato tutta la notte spento, lo schermò si illuminò mostrandomi varie chiamate e anche parecchi messaggi, Zayn, ovvio.
Iniziai a leggere i messaggi con calma, molti di essi dicevano “ti prego, richiama” e anche “scusami”, ma in particola uno mi aveva colpito più degli altri, così tanto che i miei occhi si erano sforzati per non far uscire qualche lacrima amara.
“Mi hanno appena chiamato, ho avuto la conferma. So che sei arrabbiata e delusa, ma per favore, parliamone. Ti amo, Zayn”
Sospirai e ributtai il cellulare nella borsa, non avevo voglia di sentirlo né di parlargli, lui doveva essere l’ultimo dei miei pensieri nonostante sapevo benissimo che non sarebbe stato così.
«Tutto bene?» e poi arrivava Louis, che faceva le domande meno opportune nei momenti peggiori, annuii distrattamente ritornando a guardare i campi bianchi  «comunque siamo quasi arrivati, non manca molto» continuò sorridendo leggermente, lo ricambiai sforzando anche io un sorriso e sospirai un’altra volta. Una decina di minuti dopo riuscii ad intravedere il cartello con scritto “Benvenuto a Doncaster” e qualcosa nel mio stomaco iniziò ad attorcigliarsi. Avevo lasciato quella città con un bambino in grembo e una vita familiare un po’difficile, e adesso ritornavo con un bambino che dormiva e un altro che guidava. Perfetto. Magari avrei incontrato la mia migliore amica Georgia che non sentivo da parecchi mesi  e anche la mia vecchia comitiva, la nonna e.. papà. Sebbene avevo soppresso il dolore nei suoi confronti, lui era uno dei miei problemi principali. Tutti i giorni aveva quella voglia di chiamarlo, di sentire la sua voce ma sapevo che mi avrebbe riattaccato il telefono in faccia. Immaginai come doveva essere in quel periodo la sua vita: sicuramente era sommerso dal lavoro, sicuramente viveva nella mia vecchia casa abbastanza grande da poter vivere in dieci tutto da solo, e sicuramente conviveva con la delusione di una figlia rimasta incinta a sedici anni. Mi voltai un secondo verso di Louis e si poteva ben notare che aveva un’espressione piuttosto felice in faccia, sapevo che era ansioso di rivedere le sue sorelle e sua madre.
Casa Tomlinson era una normale villetta come tante altre. Corrucciai le sopracciglia quando la vidi, la ricordavo di un giallino canarino, non verde acqua, evidentemente si erano stancati di quel giallo ripugnate che saltava all’occhio. Per mia fortuna quella casa era parecchio lontana dalla mia vecchia abitazione, così non avrei corso il rischio di imbattermi in ricordi spiacevoli.
Appena scesi dall’auto, Nathan iniziò a correre sul marciapiede calpestando la neve ancora ancora fresca, la dormita che si era fatto aveva aumentato le sue energie, si prospettava una lunga giornata davanti a me.
«Nathan vieni qui!» ordinai a mio figlio mentre prendeva della neve che giaceva sul muretto della recensione di casa Tomlinson.
«Ma sto giocando!» si lamentò buttando la neve per terra, per poi calpestarla.
«Giochiamo dopo, non preoccuparti» disse Louis quando ebbe finito scaricare le valigie dalla macchina.
«Va bene» bofonchiò Nathan arricciando le labbra avvicinandosi lentamente a me, gli sorrisi dolcemente e gli presi una manina, avvolta in un guanto bianco rigorosamente a strisce blu, un regalo di Louis, di chi altro altrimenti.
Allungai la mano libera verso il manico della mia valigia e feci per avvicinarmi al cancelletto quando Louis mi fermò.
«Aspetta, le prendo io le valigie!» esclamò sorridendomi, prendendo l’altra metà del manico. Alzai il sopracciglio destro e ghignai divertita.
«Louis, è un trolley ed ha le ruote! Ce la faccio a portarlo» risposi tirando il trolley verso di me. Louis si ritrasse e strinse le labbra imbarazzato.
«Come vuoi» concluse prendendo le altre due valigie.
La voce squillante della mamma di Louis mi travolse le orecchie appena aprì la porta d’ingresso, in un secondo la vidi avvinghiata a suo viglio con due lacrimoni sotto gli occhi, sicuramente gli era mancato moltissimo. Un secondo dopo vidi tante teste bionde avvicinarsi a Louis e a sua madre, per poi abbracciarsi tutti insieme. Mi sentii un tantino di troppo in quel momento.
Quando sei paia di occhi, contando anche quelli di Louis, iniziarono a scrutare me e Nathan iniziai a sentirmi in soggezione, qualcosa di grosso e pesante si instaurò nella mia gola.
«Lei è Mylène» iniziò Louis allargando un sorriso sul suo viso «mentre lui è il piccolo Nathan, mio.. mio figlio» continuò titubante indicando il mio bambino che teneva stretta la mia mano.
La madre di Louis iniziò a camminare verso di me e poi mi sorrise dolcemente accarezzandomi leggermente la spalla.
«Tutte noi siamo felici di conoscervi» incalzò rivolgendo una sguardo alle bambine che erano con lei. Le sorrisi di rimando sentendomi più leggera in quel momento.
«Non tutte!» esclamò la ragazzina che sembrava essere la più grande, correndo dentro casa. Corrugai la fronte risentendo quella brutta sensazione di prima, avevo sentito bene, vero?
«Vado io» ci sussurrò Louis seguendo la ragazzina bionda.
«Non badare a Lottie, è ancora un po’ confusa» continuò la madre di Louis «comunque io sono Johannah mentre loro sono Felicite, Daisy e Phoebe» indicò per prima una bambina che poteva avere dodici anni, poi le altre due bambine che erano praticamente identiche, Louis mi aveva detto che aveva due gemelline per sorelle.
«Ciao» dissi animosamente verso le bambine salutandole con la mano, poi voltai lo sguardo verso Nathan che guardava le bambine in modo curioso. Senza pensarci due volte lo presi in braccio e lo incoraggiai a salutare, ma ottenni solo uno sguardo imbarazzato e timido da parte sua, anche se dopo un po’ salutò sia Johannah che le bambine con un flebile “ciao”.
«Ciao, io sono la nonna, nonna Johannah» disse la mamma di Louis prendendo una mano di Nathan sorridendo. Sembrava felice, e anche un po’ emozionata.
 
Louis..
«Lottie» feci entrando nella stanza di mia sorella facendo scricchiolare la porta che lei aveva sbattuto trenta secondi prima con violenza. Era stesa in pancia in giù sul suo letto e nascondeva la testa fra i cuscini, anche quando le avevo parlato al telefono non aveva reagito bene.
«Non ci voglio parlare con te, anzi non voglio parla di loro con te» bofonchiò arrabbiata. Sospirai e mi sedetti affianco a lei facendo molleggiare il letto.
«So che sei arrabbiata, ma non è colpa di nessuno se ora mi trovo in questa situazione» iniziai passandole una mano tra i capelli «non potevo evitarla, capisci?»
«No, non capisco. Quando mamma mi ha detto la verità ho pensato che ti avessero fatto il lavaggio del cervello, tu non puoi essere padre a ventuno anni!» si lamentò scoprendo il volto dai cuscini, sistemandosi meglio affianco a me.
«E’ così, Lottie!» sbottai passandomi una mano tra i capelli. Perché si ostinava a non capire?
«E se ti avesse mentito? Se non sei tu il padre di quella peste?» mi chiese con una luce di speranza negli occhi.
«Uno: ho fatto il test di paternità. Due: Nathan è un bambino dolcissimo, non è una peste» la rimproverai con tono duro.
«Io non ci posso credere Louis!» borbottò buttandosi nelle mie braccia «prima te ne vai di qui lasciandoci da sole e poi ritorni con una peste per bambino e una bambina per madre, vorrei tanto tornare a quei giorni quando la notte venivi a darmi il bacio della buona notte, mi manchi tanto»
«Mi manchi anche tu Lottie, ma dobbiamo guardare in faccia la realtà, e tu dovresti realizzare questa nuova “cosa”»
«No»
«Lottie» sbuffai allontanandola da me «vedrai, Mylène è anche simpatica»
«Sembra tutto, tranne che simpatica» rispose con tono acido iniziando a giocare con i suoi capelli lunghi.
«Forse è un po’ scontrosa, imbranata, testa dura.. ma è simpatica» dissi iniziando a ridere ricordando l’episodio del giorno prima con la lavatrice.
«Oh mio Dio Louis!» gridò facendomi prendere un colpo. I suoi occhi si erano ingranditi, e la sua bocca era spalancata. Accigliai le sopracciglia e la guardai confuso, che cosa avevo detto di male?
«Lei ti piace!» urlò poco dopo facendomi sentire in imbarazzo. Sentii le guance prendere colore e il cuore aumentare di poco, ormai doveva essere ovvio anche ai muli.
«Non urlare cazzo» le dissi a bassa voce. La faccia di Lottie divenne ancora più scioccata di prima e dovette ricoprirsela con un cuscino per non urlare dalla rabbia.
Aspettai un po’ prima di chiederle di scendere al piano di sotto per salutare Mylène e Nathan, almeno qualche minuto per farla calmare.
Quando arrivammo in salotto, però, realizzai che non era stata una bellissima idea forzarla a seguirmi.
«Lottie, Mylène dormirà con te e Felicite.. non è un problema vero? Mentre Nathan lo lasciamo dormire con Louis» le chiese mia madre con il suo solito sorriso. La reazione di Lottie non fu delle migliori.
«Ma state cercando di rovinarmi la vita?» urlò di rimando correndo di nuovo in camera sua.
Scossi la testa e feci un grosso respiro prima di scusarmi con Mylène.
«Non preoccuparti Louis, è comprensibile» rispose sorridendomi.
In quel momento pensai che lei avesse il sorriso più bello su questo mondo.
Sapevo che era sbagliato, che lei aveva un ragazzo e che io non avevo speranze, ma mi piaceva osservarla per notare tutti i suoi comportamenti, mi piaceva lasciare spazio ai miei pensieri per ricordarla di notte appena prima di dormire. Mi piaceva, da quando non lo sapevo, ma mi piaceva.
Il primo giorno a Doncaster, nonostante Lottie, era andato abbastanza bene. Avevamo pranzato come in una vera famiglia, avevamo giocato con la neve tutti quanti e avevamo anche fatto un pupazzo, con tanto di cappello, sciarpa e una carota per naso. Nathan si era divertito a buttarmi tutta la neve del guardino di casa addosso e Mylène aveva sudato sette camicie per cercare di fermarlo.
«Il bagno è libero» esclamai entrando in camera di Lottie dove Mylène stava sistemando le sue cose, Lottie sicuramente era uscita con i suoi amici.
«Grazie, vado subito a farmi una doccia» ansimò stanca raccogliendosi i capelli in una coda alta mentre si avvicinava alla porta per uscire.
«Ci sono degli asciugamani puliti vicino al lavandino» l’avvertii prima che potesse chiudere la porta del bagno, mi fece un cenno con il capo ed entrò.
Sospirai per l’ennesima volta in quel giorno e iniziai a camminare verso la mia stanza, dove Nathan dormiva già da un pezzo, quando una suoneria metallica attirò la mia attenzione. Feci capolino di nuovo nella stanza di Lottie e notai il cellulare di Mylène lampeggiare sul comodino.  Mi avvicinai lentamente e lo presi in mano, sperando che fosse Harry o Niall.
Zayn.
Non sapevo se rispondere o meno. Non avevo mai parlato apertamente con lui, forse era arrivato il momento di farlo.
«Oh grazie al Cielo, Mylène!» esclamò dall’altra parte del telefono Zayn che sembrava piuttosto disperato «E’ da ieri sera che ti sto chiamando, dove cacchio sei?»
«Sono Louis» dissi col fiato corto, sperando che non mi urlasse contro.
«Dov’è Mylène?» mi chiese sorpreso. Aveva tutte le ragioni per essere sorpreso, secondo me stava già progettando piani diabolici per uccidermi.
«Sta facendo una doccia in questo momento» affermai sporgendo lo sguardo oltre il corridoio per vedere se arrivava qualcuno.
«Puoi dirle di richiamarmi per favore?» La sua voce mi urtava, anzi mi urtava il fatto che lui fosse il ragazzo di Mylène.
«Non ti risponde da ieri sera, pensa se ti richiama» sbottai acido stampandogli in faccia la verità. Da parte sua ricevetti un ghigno divertente, come se io non facessi sul serio.
«Ma chi ti credi di essere?» borbottò divertito.
«Cosa le hai fatto?» chiesi ripensando alle lacrime di Mylène che avevo visto la sera prima. Avevo capito che in un certo senso stava scappando da Zayn, ma volevo capire il perché.
«Fatti i fatti tuoi» scandì con fare minaccioso «e un’altra cosa: toccala e ti apro in due. Prendilo come un avvertimento» concluse riattaccando la telefonata. Quel ragazzo aveva una sfacciataggine unica. Arrabbiato cancellai la chiamata e andai subito nei messaggi di Mylène.
“Mi hanno appena chiamato, hi avuto la conferma. So che sei arrabbiata e delusa, ma per favore, parliamone. Ti amo, Zayn”
Avevo immaginato che qualcosa di storto stava accadendo, ma quel messaggio non diceva niente di esplicito per farmi capire cosa.
«Louis, cosa ci fai qui?» sobbalzai quando intravidi Lottie sotto la porta. Mi portai una mano sul petto e presi un sospiro di sollievo, credevo fosse Mylène.
«Niente» balbettai bloccando il cellulare e riponendolo dove stava appoggiato prima «stavo mandando un messaggio a Harry, il cugino di Mylène» mentii facendole un bel sorriso.
«Farò finta di crederti» mi disse sussurrando, «e non dirò niente a quella»
«Buonanotte Lottie» conclusi baciandole la fronte, per poi lasciarla da sola.

 


 

_____________________
HOLAA BABIIEEESS!
Finalmente ho postato! Amatemi u.u
Prima di tutte ringrazzio tutte quelle bellissime personcince che hanno messo questa storia tra le preferite (74)  e le seguite (90) ekwijfoweihf *w*
IO VI AMO!

Vi sposerei una ad una!
E poi, 162 recensioni wqkfdoiqewhf 
Detto questo, passiamo oltre. In questo capitolo non succede un gran che, solo lo scontro verbale tra Zayn e Louis, che come potete ben leggere, non vanno per niente d'accordo. FACCIAMOCI DELLE DOMANDE. 
Nel prossimo ci sarà una scena particolare.. ma non vi dico più niente u.u
Recensite, per favore çç
Un bacio :*
More_


 

 
 
 

   
 
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