La maschera dorata e gli occhi di ghiaccio
-Questa settimana è stata devastante, da quando sono stato investito
Cavaliere della Spina, non ho più avuto un attimo di tregua, poiché al momento
non c’era nessun signore della notte, la cerimonia e la visione mi sono state
date da Lady Nightshield, che per l’occasione si è
tolta la solita maschera nera che indossa sempre e ha messo una maschera dorata
senza espressione che le copriva tutto il volto, era terrificante! Io avevo
passato tutta la notte in preghiera senza sapere che divinità adorare, la
tradizione voleva che mi rivolgessi a Takhisis,
soprattutto ora che è tornata nel mondo, ma ho vissuto tutta la mia vita senza
divinità, per quale motivo dovevo appoggiarmi ora ad una, nel momento più
importante della mia vita? Così pregai me stesso, pregai di avere la forza di
andare fino in fondo, e di realizzare il mio desiderio, costasse quel che
costasse, non mi sarei dovuto fermare davanti a nulla, per quanto sangue macchiasse
la mia spada, per quanta fatica dovessi sopportare, ce l’avrei fatta! Dopo una
notte di veglia, quindi immaginate quanto fossi esausto, Lady Nightshield mi toccò, inviandomi la visione: mi trovavo in
una cripta, e lei era lì su di un altare macchiato di sangue, bella e oscura,
il suo corpo nudo e perfetto mi stava davanti, ma indossava ancora quella
maschera terrificante, mi disse di inchinarmi a lei, e che se l’avessi fatto
lei avrebbe realizzato il mio desiderio più profondo, io lo feci, mi misi in
ginocchio e mi inchinai davanti a lei, arrivando a toccarle i piedi con la
fronte, dopo qualche attimo lei alzò il piede, costringendomi a guardare verso
l’alto . . . si era appena coperta con un mantello di seta nera e non ci trovavamo più nella cripta, ma eravamo
in cima ad una costruzione piramidale, sotto di noi una folla adorante si
inchinava alla mia signora, ‘’Uomini, Elfi, Nani, Kender,
Gnomi, Ogre, Minotauri,
Goblin, tutti i popoli di Ansalon , uniti sotto
un’unica bandiera, l’ordine perfetto . . .niente più guerre, niente più
dissensi, maghi, stregoni, chierici e mistici, cavalieri di Neraka
e di Solamnia, tutti adoreranno la mia signora,
portatrice di pace, e io sarò la sua mano . . .’’ pensai, poi mi risvegliai,
ero ancora inginocchiato davanti a lei, nella sala del consiglio dei cavalieri,
ricordo bene come la luce che entrava dalle ampie vetrate mi abbagliasse, ma
allo stesso tempo mi desse un senso di serenità, feci il giuramento della
spina, avrei seguito solo la vittoria, ignorando ogni altri sentimento. Lady Nightshield mi consegnò la spada magica di mio padre, che
aveva recuperato sulle sponde morte del Nalis Aren, e mi nominò Sir Dumat Spellstriker! Da quel momento non ho quasi più dormito,
tanto che faticavo ormai ad utilizzare anche il più semplice incantesimo, ormai
a Palanthas rimangono pochissimi cavalieri e così
dobbiamo fare i doppi e a volte tripli turni, finalmente oggi è il mio giorno
libero, e così sta notte sono riuscito a dormire abbastanza, come piace a me,
questa sarà di sicuro una giornata bellissima, magari riuscirò a rivedere Squall.-
Qualcuno bussò alla porta e il neo-cavaliere si affrettò a mettere il punto e a
chiudere il diario, chi cavolo poteva essere a quell’ora del mattino. Aprì la
porta, ritrovandosi di fronte ad un cavaliere del giglio che aveva conosciuto
in quei giorni di ronde continue. ‘Sir Dumat, Sanction è caduta, i draghi metallici sono ritornati,
assieme, a quanto sembra, alle divinità della luce, e ad un immenso esercito di
elfi, Silvanesti e Qualinesti,
hanno attaccato la città, ci siamo messi in contatto con i pochi cavalieri
della spina rimasti, presto lanceranno un incantesimo per ritirarsi, ma dovremo
coprire la loro ritirata, almeno finché non saranno al sicuro al di là dei
signori del fato, nel territorio di Neraka!’ Così
tante nozioni in una volta si accalcarono nella mente di Dumat,
che riuscì solo a dire ‘E come cavolo ci arriviamo a Sanction,
è lontanissimo, sono molti giorno a cavallo!?!’
‘Con i draghi naturalmente!’ rispose il cavaliere, come se fosse la cosa più
banale del mondo.
Il giovane
cavaliere non aveva mai cavalcato un drago, certo, era un abile cavallerizzo,
come tutti i Cavalieri di Neraka, ma da un cavallo ad
un drago c’erano una marea di differenze, prima tra tutte: i draghi volano!
‘Ma davvero avete bisogno di me, voglio dire, sono appena diventato cavaliere,
ce ne saranno un sacco di altri più bravi di me, no?’ chiese il mezz’elfo
mentre camminava verso il campo d’addestramento, che era stato sgomberato per
fungere da pista d’atterraggio per i draghi.
‘Sì’, rispose l’altro, ‘e vengono tutti!’
‘Non mi dirai che hai paura Spellstriker?’ una voce
vellutata alle sue spalle lo costrinse a voltarsi, Lady Nightshield,
vestita con l’armatura dei Cavalieri di Neraka,
riadattata per impedirle il meno possibile i movimenti complessi necessari a
lanciare gli incantesimi arcani, si avvicinava a lui muovendosi con grazia,
portava ancora la maschera dorata.
‘Certo che no!’ replicò Dumat, riacquisendo il
coraggio alla vista della sua signora, ‘Noi siamo Cavalieri della Spina, siamo
la paura incarnata, portiamo il terrore nel cuore dei nostri nemici, come
potremmo mai averne noi!’
‘Ottima risposta Spellstriker!’ si complimentò
ridendo la donna, una risata terribile e allo stesso tempo affascinante, ‘E
proprio per il tuo coraggio ti meriti un dono! Oggi cavalcherai il più potente
drago che abbiamo a disposizione, dopo il mio Thunderflare
naturalmente, viene dalle spiagge di Qualinesti, è
una tua conterranea, ed è la sorella dall’onorato Razor,
che qualche giorno fa ha sconfitto la malefica Malystrix!’
Dumat non sapeva se esserne felice o meno, un drago
potente significava grandi responsabilità in battaglia, probabilmente si
sarebbe lanciato per primo nella mischia, e avrebbe azzardato mosse rischiose,
incurante della salute del proprio cavaliere.
‘Attenzione però, dicono che sia molto capricciosa, i suoi due ultimi cavalieri
sono morti in circostanze misteriose, sembra che l’avessero delusa!’
Ecco, ora il giovane era sicuro che non doveva esserne felice . . . per niente,
anzi, se non ci fosse stata la sua signora lì di fianco sarebbe andato via con
una scusa qualsiasi, tipo un mal di pancia o un’otite, tutti sanno che non si
può volare con l’otite poiché si rischia di perdere l’udito, no, non sarebbe
mai stato così codardo . . . forse.
Poi vide il drago, e tutto il suo coraggio residuo scomparve, le sue possenti
ali azzurre, la sua lunga e muscolosa coda, gli artigli affilati come rasoi,
emanavano un’aura di terrore tangibile, la chiamavano dragofobia.
Il leviatano era girato di spalle, e Dumat sapeva che quando avesse visto le zanne acuminate e
gli occhi malvagi del drago blu, sarebbe fuggito a gambe levate.
‘E come si chiama?’ chiese, dicendo la prima cosa che gli venne in mente,
voleva scacciare a tutti i costi quella paura che lo attanagliava.
‘Si chiama . . . Squall!’
gli rispose Lady Nightshield.
Dumat elaborò l’informazione, mentre il drago si
voltava, mostrando le corna bianche d’avorio e gli occhi azzurri, profondi come
il mare.
‘Ma guarda chi si vede!’ disse il drago snudando le zanne in quello che sarebbe
stato il sorriso malizioso di una ragazza, se fosse stata in forma umana, lasciando il cavaliere senza fiato.
Il mezz’elfo
era rimasto incantato a guardare quei profondi occhi azzurri, non riusciva
ancora a realizzare davvero che la bella ragazza che aveva conosciuto qualche
settimana prima, la brava giocatrice di khas con cui
aveva passato il pomeriggio, fosse in realtà un drago blu.
‘In realtà speravo in qualcosa di meglio di un Cavaliere della Spina, come
compagno nella mia ultima missione . . .’
Dumat si riprese dallo shock, ‘Per quale motivo
dovrebbe essere la tua ultima missione?’
Il drago azzurro alzò lo sguardo verso il sole pallido all’orizzonte, il vento
lieve del mattino le rinfrescò il muso, ‘Mio fratello è morto l’altro giorno in
battaglia. . .è caduto combattendo il drago più forte al mondo ’, si rivolse
poi verso il suo interlocutore, ‘oggi affronteremo il più potente esercito del
nostro tempo, non credi che sarebbe una morte gloriosa cadere contro decine di
draghi metallici?’.
‘Cercheremo di ritornare tutti vivi milady, mi spiace per suo fratello, ma
questa è solo una missione di salvataggio, se perdessimo un valoroso drago
quanto lei, dovrei considerarlo un fallimento, non crede?’, le rispose il
giovane.
‘Spellstriker ha ragione nobile drago, cerchi di non
buttare via la sua vita e si goda la battaglia imminente invece’, Lady Nightshield diede una leggera pacca sul muso del leviatano,
‘Non si preoccupi Milady,non sarò avventata, ma di sicuro non mi farò valere
meno di Thunderflare. . . a proposito, oggi guiderà
lei la missione?’ chiese Squall per cambiare
discorso,
‘Certamente, sono una Signora della Spina e, a parte un Signore del Teschio,
che al momento è rimasto senza poteri per la scomparsa di Takhisis,
avvenuta poche ore fa, sono la persona di grado più elevato qui a Palanthas, inoltre non si sa che fine abbia fatto la
Signora della Notte, quella giovane Mina di cui si è tanto parlato . . . quindi
forse presto sarò la persona di rango più elevato di tutta Neraka.’
la donna sorrise malignamente, pregustando la gloria che avrebbe guadagnato se
quella missione fosse andata a buon fine, sarebbe divenuta colei che ha evitato
la completa disfatta, salvando il futuro del cavalierato, ‘Forza, non c’è un
minuto da perdere, ciascuno indossi la propria divisa e salga sul drago a cui è
stato assegnato, ci aspetta un lunghissimo volo sino a Sanction!’
Dumat indosso un’armatura di cuoio imbottita con le
insegne di Neraka, lo avrebbe difeso molto poco dai
colpi avversari, ma non gli avrebbe reso difficile lanciare i suoi incantesimi
e lo avrebbe protetto dal freddo che lo aspettava ad alta quota, inoltre, per
aumentare la sua copertura, si mise un mantello nero sulle spalle e indossò un
leggero elmo foderato. Si mise al fianco un piccolo tascapane contenente
qualche pezzo di carne e gallette da
viaggio, e una borraccia, poi prese la spada di suo padre e montò sulla schiena
di Squall, non senza difficoltà. ‘Vuole una mano
Cavaliere della Spina?’ ridacchiò il drago.
‘Ce la faccio benissimo da solo!’ replicò acido il cavaliere al drago, che
evidentemente di divertiva a stuzzicarlo, mentre si sistemava sulla sella a
fianco ad una lunga lancia da cavaliere che gli sarebbe servita contro i draghi
nemici.
Lady Nightshield gli passò a fianco montando il
possente Thunderflare, un drago blu maestoso dalle
scaglie scure, del colore del mare in tempesta, era reduce della Guerra delle
Lance, che gli aveva lasciato una profonda cicatrice sul fianco, e della guerra
del chaos, che gli aveva lasciato una profonda
cicatrice nell’animo, la signora della spina invece era giovane, si diceva che
fosse poco più che ventenne, e nessuno aveva mai visto il suo volto, ma il suo
carisma era tale che numerosi cavalieri più vecchi di lei la seguivano
ciecamente.
Alzando al cielo la sua Lancia Abissale, la versione oscura delle famose Dragonlance, si portò alla testa delle truppe ‘E ora, miei
prodi Cavalieri di Neraka, seguitemi . . . andiamo a
conquistarci un po’ di gloria!’,
il suo drago si voltò e corse rapido attraverso il campo di addestramento,
aprendo le ampie ali membranose e spiccando il volo verso il cielo terso, tutti
gli altri draghi, una cinquantina in tutto, e i loro cavalieri, lo seguirono
con impeto, prima tra tutti Squall, che balzò in aria
con un salto improvviso, mentre il suo cavaliere stringeva forte le redini per
darsi coraggio.