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Autore: Zomi    27/01/2012    6 recensioni
-Perché, perché, perché, perché, perché????- gridò infantile la ragazza. Zoro era al limite della sopportazione. Non poteva dirglielo in quel modo, l’aveva progettato in un altro momento, più bello, delicato, tranquillo. E poi doveva tornare dagli latri ad aiutarli.
-Perché?- insisté l’altra. Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
-PERCHE’ NON SONO ABBASTANZA FORTE!!!- urlò a pieni polmoni il samurai. La rossa si zittì...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DELL’AUTORE:
Ispirata guardando “Gli Incredibili” della Disney e scritta in velocità sul tram…

Zomi
 

 
                                                    NOT ENOUGH STRONG
 

La piccola cittadina dell’isola era totalmente invasa dal brulicante muoversi dei marine in lotta contro la ciurma di pirati. Spari, schioccare di spade, accozzare di armi vari, pugni volanti, risuonavano energici nell’enorme mischia nel centro della città.
Lì, in quella piazzetta a modo, Rufy e compagni si battevano contro la flotta della Marina che li aveva attaccati.
Era una flotta ben addestrata, per fronteggiare tipi del calibro degli uomini di Cappello di Paglia. Parecchi di loro erano omoni muscolosi e abili combattenti. Con le loro spade, davano un gran filo da torcere agli spadaccini Mugiwara. L’aitanti militari mettevano alle strette le abilità combattive della ciurma, che però non dava segni di cedimento.
Se volevano la loro testa, che se la guadagnassero!!!
Tra grida, tonfi vari e schizzi di sangue, due figure correvano nelle nebbie beige di polvere alzata dai combattimenti. Due marine, crederete. Non proprio…
-Ok… qui sei al sicuro… uff… torno tra poco a riprenderti… Tu resta qui…- ansimava il giovane spadaccino Zoro, guardandosi attorno.
-Che?!? Col cavolo!!! Chi cavolo credi di essere?- sbraitò la navigatrice liberando con uno strattone il polso dalla presa ferrea del compagno, che l’aveva così costretta a seguirlo fin lì. Erano fermi, col fiato corto, dentro una specie di casolare rotondo, semi abbattuto, nel centro della piazza in cui lottavano contro la Marina. Il tetto era quasi del tutto a terra, demolito da un colpo di fuoco lanciato dal loro amico Franky contro un gruppo corazzato dei militari che si avvicinava da quella direzione, e permetteva di far filtrare la luce solare all’interno dell’edificio. Le mura che separavano le stanze non esistevano più, e l’unica nota d’arredamento sopravvissuta era una scala a chiocciola che conduceva a un giardino pensile sul tetto.
Nami ringhiò inviperita. Quel cretino di un buzzurro l’aveva strappata a forza da un combattimento, strattonandola fin lì per chissà quale malsana idea che gli era nata nel cranio desertico.
-SI PUO’ SAPERE CHE TI PRENDE?!?-urlò incavolata.
Zoro continuava a guardarsi attorno, tendendo l’orecchio verso gli spari che provenivano dalla mischia colossale a cui aveva strappato la rossa. Sospirò sollevato. Erno lontani quel tanto che bastava per definire sicuro quell’edificio pericolante.
Ora poteva tornare a combattere.
-Tu resta qui… poi torno… torno e ti spiego, ma resta qui…- ghignò, ripartendo di corsa verso lo squarcio di una parete da cui erano entrati nella casupola.
-Sei tutto scemo o che, buzzurro? No, col cavolo che me ne sto qui, mentre tu e gli altri vi divertite a menare i marine… due paia di balle belle e buone…- gridò sull’orlo di una crisi di nervi la navigatrice.
-Nami: resta qui!!!- ordinò il verde. Un ordine? Un ordine a lei? E da lui poi?
E no, questo era troppo.
Passi che fosse da un po’ che era iperprotettivo per chissà quale tara mentale, passi che la tirasse a forza via dalla mischia e che la portasse in quella sgangherata casa, passi che si comportasse da pazzo, ma che gli desse ordini no…
Accigliata, la navigatrice gli scagliò contro un pugno dei suoi sul cranio, incurvandolo verso terra. Zoro mugugnò dolorante, per poi rialzarsi e sbraitarle contro.
-MA CHE SEI PAZZA?!? STUPIDA MOCC…-
Un rombo di spari si gettò contro la casa, bucherellando tutta una parete. I due pirati di piegarono a terra, cercando di non essere colpiti. Lo spadaccino, difese la compagna accerchiandole le spalle con un suo braccio. I colpi cessarono, restituendo spazio ad altri più lontani. Zoro si alzò da terra e, legandosi la bandana in testa, si avviò verso l’esterno. Controllò che la navigatrice restasse all’interno del casolare, ma se la ritrovò dietro. Agile, la prese per le spalle e la mise contro muro, ancor miracolosamente in piedi.
-Tu resti qui…- intimò, guardandola con quel suo sguardo mezzo cieco.
La rossa non si fece intimorire e rispose all’occhiata con una delle sue fulminanti.
-No- disse sprezzante.
-Resti qui- ribadì il verde.
-Perché? Dimmi almeno il perché?- chiese Nami, cercando di capire.
Roronoa non le diede risposta, trattenendola al muro. Sospirò e abbassò gli occhi sul pavimento polveroso. Non poteva dirglielo così. Rialzò lo sguardo sull’amica.
-Resta qui-
-Perché?-
-Resta qui-
-Perché?-
-Resta qui-
-Perché, perché, perché, perché, perché????- gridò infantile la ragazza. Zoro era al limite della sopportazione. Non poteva dirglielo in quel modo, l’aveva progettato in un altro momento, più bello, delicato, tranquillo. E poi doveva tornare dagli latri ad aiutarli.
-Perché?- insisté l’altra. Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
-PERCHE’ NON SONO ABBASTANZA FORTE!!!- urlò a pieni polmoni il samurai. La rossa si zittì.
-Ma che dici?- sussurrò incredula.
-Non sono abbastanza forte. Se vieni ferita, o sei in difficoltà, e io sto combattendo nello stesso momento, non sono abbastanza forte per proteggerti e lottare allo stesso tempo. Capisci? Non posso lottare a pieno se so che nessuno può proteggerti. Non posso vederti indifesa. Non posso vederti disarmata perché ti amo…-
Le parole gli erano uscite dalla bocca incontrollate, senza freni. Avrebbe voluto dichiarasi in un modo più romantico e memorabile, non in mezzo a una battaglia e con spari e grida come sottofondo, invece di, che so, lo sciabordare del mare o il canto dei gabbiani. Sospirò, lasciando la presa sulle spalle di Nami. Un casino, ecco che aveva combinato. Ma mani delicate e fresche lo trattengo vicino al corpo della rossa che, alzandosi sui tacchi, si sporse a baciarlo.
Un piccolo bacio delicato. Leggero e innocente.
-Buzzurro…- sorrise la cartografa, abbracciandolo per il collo.
-Ti amo ominide, e non credo affatto che tu non sia abbastanza forte. Sei il miglior spadaccino al mondo, lo sai. E non devi preoccuparti per me: so difendermi da sola. Se vuoi preoccuparti, fallo per i marine che fulminerò, sconfiggendoli-
Zoro la guardò disorientato.
Un buffo sorriso gli apparì sul volto e, entusiasta, baciò la compagna. Chi l’avrebbe mai detto che quella stupida situazione si rivelasse perfetta per dichiararsi?!?
Rise stringendo a sé la sua donna. La navigatrice sorrise, e lo baciò ancora.
-Vieni…- disse, prendendolo per mano -… torniamo nella zuffa. Non vorrai lasciare tutto il divertimento a Rufy, no?-
Ridacchiò con la sua cristallina risata. Zoro annuì, intrecciando ancora di più a presa delle loro mani.
-Tranquillo…- lo rassicurò -… so difendermi. E comunque lotterò spalla a spalla con te, in modo che tu possa tenermi sott’occhio, e che io possa aiutarti in caso di necessità. Ok?-
Il verde annuì, e accarezzata la lunga chioma ramata di Nami, uscirono all’esterno della piccola baita scoperchiata, forti abbastanza, e più, per proteggersi e amarsi senza tenere alcun nemico e male. 

   
 
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