Libri > Il diario del vampiro
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Autore: _Arya    28/01/2012    6 recensioni
Il Dio chiamato Amore lavora con diversi metodi…
Ci sono casi in cui può capitare che due mondi totalmente opposti si scontrino provocando una forte collisione. A volte può capitare che passino mesi, se non anni prima che un finto ceco riesca a vedere la vera luce. Altre volte una persona incontra il suo universo opposto e seppure ne rimane affascinato, lo evita con destrezza.
In quella notte di metà ottobre il Dio Amore decise di mettersi in gioco attraverso un vampiro sanguinario. Ogni cosa che accadde rimase un loro piccolo segreto, che avrebbe unito per sempre l’anima della piccola strega di nome Bonnie McCullough al destino di Damon Salvatore.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un Legame fatto di Ricordi'
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IV Parte

La prima cosa che Bonnie percepì, era un calore che l'avvolgeva in un leggero abbraccio, il rumore di un motore in sottofondo.
Che si fosse addormentata mentre Raymond, il suo ragazzo, la stesse riportando a casa? Ma Bonnie era sicura che quella sera non era uscita con nessuno, tanto meno con Raymond...
Aprendo gli occhi, Bonnie vide il paesaggio correre e perdersi nell'oscurità della notte fuori dal finestrino dell'auto.
<< Mi incominciavo a chiedere quando ti saresti svegliata. >>
Bonnie a quella voce, voce terribilmente vellutata e seducente, si voltò nella sua direzione, incontrando due occhi che con la notte si potevano facilmente confondere.
“Quei due occhi.”
Qualcosa stuzzicava la sua mente, qualcosa che le urlava di farla tornare in superficie, qualcosa che richiedeva la sua attenzione.
“L'angelo della morte.”
Bastarono quelle parole non dette e poi i ricordi riaffiorarono nella mente di Bonnie.
Il parco e la fuga da quello sconosciuto che voleva ucciderla, la nebbia e una risata sadica, il sangue e il dolore...e una parola. Una sola parola che risaltava su tutte le altre, riducendo tutti quei ricordi che in Bonnie correvano a briglia sciolta in immagini sfocate e indistinte.
Quella parola era: vampiro.
Forse una scarica di adrenalina o forse per semplice paura, Bonnie sganciò la cintura di sicurezza che la teneva legata al sedile e aprì la portiera della macchina in corsa. Una folata di vento, procurata dall'alta velocità, le scompigliò i capelli rossi, mentre una mano l'afferrò per la spalla trattenendola. Cercò di divincolarsi da quella presa e di graffiare con le unghie ogni cosa che la sfiorasse o la trattenesse. La macchina per un attimo sbandò e se non fosse stato per il ragazzo al volante, Bonnie sarebbe volata fuori dall'auto.
Il ragazzo riprese il controllo della macchina e inchiodò.
<< Ma che cavolo ti dice il cervello? Sei sicura di avere tutte le rotelle a posto? >>, urlò il ragazzo.
Bonnie ancor più spaventata portò la gamba destra fuori dall'auto e senza esitare un attimo, si lanciò fuori dalla macchina in una corsa disperata.
Senza smettere di correre, si voltò e fu in quel momento che vide la portiera del conducente aperta, ma più di ogni altra cosa notò che dietro di lei a inseguirla non c'era nessuno. La mente di Bonnie ordinò alle gambe di andare più veloce.
Era stanca e stupita.
Dov'era finita la ragazzina che aveva paura e non era per nulla coraggiosa? Perché quella ragazza che stava lottando con tutte le sue forze in quella notte per rimanere in vita, non era la Bonnie McCullough che conosceva o almeno che credeva di conoscere.
Una figura le si materializzò davanti costringendo Bonnie a fermarsi.
<< No >>, disse la ragazza, scuotendo la testa esausta, gli occhi le si inondarono di lacrime.
Bonnie ci provò un'ultima volta. Si voltò con l'intenzione di ricominciare a correre, ma una mano l'afferrò e la costrinse a voltarsi.
Il ragazzo che le era davanti l'attirò a se e l'abbracciò, cullandola tra le sue braccia. Bonnie si sentì al sicuro. Un profumo fresco, che ebbe il potere di calmarla e di schiarirle, la colpì invadendo i suoi pensieri.
Sgranando gli occhi e ricordò.
“L'angelo custode”
<< Non devi avere paura di me. >>
<< Chi sei? >>
<< Il tuo angelo custode. >>
Il cuore di Bonnie perse un battito e si divincolò dall'abbraccio del ragazzo. Sul suo volto era dipinto un sorriso decisamente divertito. Tutto in lui urlava che apparteneva alle tenebre. E per la prima volta in quella notte, Bonnie lo osservò attentamente.
Non riusciva a staccare gli occhi dal quel ragazzo non troppo alto, ma che ricompensava questo con tratti delicati, due occhi in cui nessuna stella con la sua più intensa luminosità sarebbe riuscita a far brillare il più piccolo barlume di luce in quei due universi oscuri. I capelli neri gli ricadevano ribelli sulla fronte e due labbra dove la voglia di rubarli un bacio era forte. Il ragazzo portava una giacca di pelle scura con sotto una camicia nera e pantaloni dello stesso colore. In una sola parola era magnifico e l'aspetto dell'angelo c'è l'aveva e come.
“Un angelo oscuro”.
<< Per quanto adori essere ammirato dalle fanciulle sarebbe meglio se ti riportassi a casa >>, disse il ragazzo, interrompendo le fantasie non troppo caste di Bonnie.
<< Sei un vampiro, vero? >>, domandò all'improvviso.
<< Credevo che questo lo avessimo superato, ragazzina >>, rispose il ragazzo quasi irritato avviandosi verso la macchina.
<< Il mio nome è Bonnie, non ragazzina >>, controbatté seguendo il ragazzo.
<< Bonnie >>, disse il ragazzo assaporando ogni lettera di quel nome. Voltandosi all'improvviso, facendo fermare di colpo la ragazza, aggiunse:  << E di origine celtica lo sai? >>
“Certo che lo so. Io discendo dai druidi e si da il caso che fossero i loro sacerdoti”
<< Così non sei solo una ragazzina che cerca di porre fine alla sua vita gettandosi da un'auto in corsa, ma sei anche una strega e aggiungerei l'aggettivo inesperta. >>
Come unica reazione a quella piccola verità, Bonnie arrossì. Anche se era una discendente dei druidi e una strega, lei di magia non ne voleva sapere molto.
La trovava inquietante e innaturale.
<< Mi sono spaventata >>, si difese la ragazza. << Credevo che fossi quel vampiro che mi voleva...uccidere. >>
Bonnie abbassò lo sguardo e sentì gli occhi bruciare.
<< Non ti farò del male. >>
La ragazza alzò lo sguardo verso quel misterioso ragazzo che dal nulla era comparso e che probabilmente non avrebbe più rivisto. All'improvviso un nome, il suo nome, li tornò in mente.
<< Damon. >>
Il vampiro si voltò di colpo visibilmente sorpreso. Gli occhi neri di Damon erano immersi in quelli marroni di Bonnie.
<< Ricordi il mio nome. >>
Bonnie annuì senza staccare i suoi occhi da quelli del vampiro.
<< Sei arrabbiato? >>, domandò Bonnie come fanno i bambini quando credono di aver fatto qualcosa di sbagliato.
<< Perché dovrei esserlo? >>
<< Quando ho detto il tuo nome, il tuo sguardo è cambiato >>, Bonnie abbassò lo sguardo. << Non hai risposto alla mia domanda >>
<< No, non sono arrabbiato, ma..>>, Damon si bloccò di colpo.
<< Ma? >>, lo incalzò Bonnie.
<< Vieni, ti riporto a casa >>, concluse in fine Damon, scuotendo la testa.

***

 
Le luci di casa McCullough erano spente quando la macchina di Damon si fermò davanti al vialetto di casa di Bonnie.
“Mary ha il turno di notte all'ospedale, mamma e papà saranno usciti o starando dormendo.”
Bonnie pregò con tutta se stessa che i suoi genitori fossero fuori e non in casa, altrimenti entrare e intrufolarsi in camera sua senza fare rumore per lei sarebbe stato impossibile.
“O andiamo Bonnie stasera hai rischiato di morire per mano di un vampiro e ne sei uscita quasi illesa e adesso ti fai problemi ad entrare in casa tua?”
Qualcosa dentro di lei sottolineò che a quest'ora sarebbe senz'altro morta, se un ragazzo dai capelli corvini seduto a qualche centimetro da lei, non fosse intervenuto salvandole così la vita.
<< Non c'è nessuno. >>
<< Che cosa? >>, domandò Bonnie voltandosi verso Damon.
<< In casa non c'è nessuno >>, rispose malizioso.
<< Questo vuol dire che sono sola >>, disse Bonnie sovrappensiero.
“Sola.”
Bonnie fu presa all'improvviso dalla paura.
Sola. Non voleva rimanere sola, soprattutto in quella notte, soprattutto adesso che aveva la certezza dell'esistenza di certe creature. Non le importava se era in casa o in camera sua, nel suo mondo, voleva solo qualcuno accanto.
Un forte dubbio l'assalì. E se quel vampiro non fosse davvero morto? Se era ancora vivo cosa l'impediva di trovarla e completare ciò che aveva iniziato?
“Niente e io sono da sola in casa.”
Un brivido di paura le percorse la schiena.
<< C'è qualcosa che non va? Stai tremando >>, le fece notare Damon a cui non era sfuggito il cambiamento improvviso della ragazza.
Bonnie annuì impercettibilmente e fissandosi le mani domandò: << Sei sicuro di aver ucciso quel vampiro? >>
<< Di solito con quelli come me un paletto in mezzo al cuore funziona sempre. >>
<< Di solito? >>, domandò in misto di ansia e preoccupazione la strega.
“Quindi ci può essere la possibilità che sia ancora vivo”
Bonnie poteva sentire il suo cuore battere a una velocità tale da poter scandire ogni secondo e ad ogni secondo che sostituiva un altro il suo respiro diminuiva.
<< Non dimenticarti di respirare, perché di questo passo mi toccherà anche rianimarti >>, disse Damon sollevando delicatamente il mento della ragazza così da guardarla negli occhi.
Le labbra di Damon erano a qualche centimetro da quelle di Bonnie e i suoi occhi non cedevano all'ordine di staccare il contatto visivo. La ragazza sentì un calore nascerle dentro e diradarsi in tutto il corpo. Per quella vicinanza così intima le guance di Bonnie diventarono dello stesso colore dei sui capelli.
<< Faccio spesso questo effetto >>, disse Damon, sul suo volto si disegnò un sorriso. Era visibilmente compiaciuto della reazione che aveva fatto scattare in Bonnie e qualcosa dentro di lei si ripeteva che doveva essere abituato ad avere ragazze che cadevano ai suoi piedi.
<< Comunque non preoccuparti non c'è pericolo che torni a infestare l'aria con la sua presenza >>, chiarì Damon e lasciò che Bonnie si riprendesse.
A quelle parole la ragazza si sentì subito un po' di più al sicuro, ma restava sempre dell'idea che non voleva rimanere da sola. Bonnie si impose di stare calma e di farsi coraggio, prese le chiavi di casa da dentro una tasca del giubbotto. Stava per aprire la portiera della macchina quando..
“Chissà quanti vampiri ci sono la fuori.”
La strada era deserta, illuminata dai lampioni e le luci delle case erano per la maggior parte spente. Bonnie allontanò subito l'immagine di un vampiro che le spuntava da dietro una siepe attaccandola al collo.
<< Hai paura >>, disse Damon richiamando l'attenzione di Bonnie.
<< No, solo che...>>
<< E solo che hai paura che da qualche parte, in qualche angolo, si possa nascondere un vampiro >>, disse Damon concludendo così la frase al posto di Bonnie.
In quel momento si sentiva così piccola e indifesa. Sentiva gli occhi pizzicarle e delle lacrime minacciarle di irrigare il suo volto a forma di cuore, manifestando tutta la sua debolezza, tutta la paura che aveva e sentiva, ma che cercava di soffocare dentro di lei. Abbassando lo sguardo, sfiorando il taglio del palmo della mano, con un filo di voce a malapena udibile disse: << Tu non ne avresti al mio posto? >>
Quando udì una portiera prima aprirsi e poi chiudersi, Bonnie vide che Damon era sceso dalla macchina. Nell'esatto momento in cui si voltò, la portiera del passeggero si aprì e portando una mano alla bocca, Bonnie soffocò un urlo. Con un cenno del capo e porgendole la mano, Damon la invitò a scendere. La giovane strega, quando porse la mano a Damon e se la sentì stringere, una forza interiore la investì dandole coraggio. Fuori il silenzio era assoluto e Bonnie si guardò intorno pronta a captare ogni singolo rumore.
<< Per caso devo procurarti un paletto di legno così da andare a caccia di vampiri? >>
Bonnie si girò e vide Damon, con un sorriso e un sopracciglio alzato, appoggiato all'auto con le braccia conserte.
<< Non sei per niente spiritoso >>, disse Bonnie senza smettere di guardarsi intorno.
<< Vieni ti accompagno fino alla porta d'ingresso visto che sei così terrorizzata e se non bastasse ti terrò anche la manina >>, disse Damon avviandosi verso l'ingresso sogghignando.
Bonnie, che aveva preso quella frase come una provocazione, raggiunse Damon.
<< Non c'è bisogno che mi accompagni e tanto meno che mi tenga la manina >>, dicendo così lo superò. Bonnie lo sentì trattenere a stento una risatina.
<< Damon? >>, domandò Bonnie fermandosi al primo gradino del portico di casa. Girandosi verso il vampiro, che la raggiunse senza togliersi quel sorrisino strafottente, continuò:  << Chi è Katherine? >>
Bastò udire quella domanda, ma soprattutto bastò sentire quel nome per far si che il sorriso di Damon si tramutasse in uno sguardo serio, quasi gelido.
<< Ricordi anche quel nome. Eri tanto spaventata, ma non ti è sfuggito proprio niente >> , disse Damon, con tono tagliente superando Bonnie e salendo i gradini del portico di casa.
Bonnie si sentì subito in colpa per avergli posto quella domanda e per aver pronunciato qualcuno di cui non aveva alcun diritto di chiedere nulla. Nervosa, la strega si rigirò le chiavi tra le mani, sentiva che lo sguardo di Damon non l'abbandonava un attimo.
<< Katherine è colei che mi ha trasformato >>, disse Damon, adesso il suo tono non era più gelido, ma distante.
A quella piccola confessione, Bonnie, alzando di scatto la testa, vide che Damon aveva lo sguardo rivolto verso il cielo. Sembra vagare lontano con la mente, perso nei suoi ricordi più segreti ai quali Bonnie non poteva avere accesso. Momenti che per dimenticarli non poteva bastare una vita soltanto. Antiche sensazioni ed emozioni provate e ricercate che adesso appartenevano solo ad un passato lontano.
<< Non è soltanto colei che ti ha trasformato, tu l'hai amata >>, disse Bonnie in un filo di voce.
<< Cosa ti fa pensare che l'abbia amata? >>, domandò Damon, tornando a fissare Bonnie nascondendo la sua sorpresa.
<< Saranno i poteri di strega a suggerirmelo >>, scherzò Bonnie per alleggerire la tensione. Tornando seria aggiunse: << Quando si pronuncia il suo nome i tuoi occhi rivelano amore e dolore. >>
<< È stato molto tempo fa >>, disse Damon, serrando la mascella e distogliendo lo sguardo da quello della ragazza.
Dicendo quella frase, Bonnie capì che l'argomento era chiuso, ma percepiva in Damon del dolore che riusciva a mascherare fingendo indifferenza. La testa le pulsava e sentiva che di li a poco sarebbe crollata. Prima di lasciarsi andare a un sonno che sperò essere profondo e senza sogni, sentiva che doveva fare un'ultima cosa. Si avvicinò cautamente a Damon e dopo un attimo di esitazione gli prese la mano. Damon sorpreso da quel contato, non rifiutò la stretta della ragazza che con sua enorme sorpresa ricambiò intrecciando le sue dita a quelle delicate di lei. Bonnie poteva sentire che tutte le sue paure, che fino ad un attimo prima la terrorizzavano, trasformarsi come per magia in tanti granelli di polvere.
A un tratto il vampiro l'attiro a sé e sotto il suo tocco, che percorreva il suo collo, poteva sentire brividi in tutto il corpo. Mai prima d'ora aveva provato queste sensazioni.
<< Se potessi dimenticare tutto ciò che è accaduto questa sera, se potessi dimenticare l'esistenza di certe creature, lo faresti? >>
<< Cosa significa? >>, domandò Bonnie con un filo di voce.
<< Posso farti dimenticare ciò che è successo questa notte compreso il piccolo particolare dell'esistenza di alcune creature. >>
<< È un potere dei vampiri fare dimenticare ciò che a loro conviene? >>
Damon annuì senza distogliere gli occhi neri da quelli nocciola di Bonnie. Qualcosa dentro di lui non voleva che quella piccola ragazza dimenticasse. C'era qualcosa in lei...qualcosa che lo aveva stregato. Non sapeva cosa fosse e in quel momento di certo non aveva nessuna voglia di cercare un perché.
<< Questo quindi comporterebbe dimenticare anche te? >>
<< Ovviamente. >>
Bonnie scosse la testa quasi impaurita. Non voleva dimenticare quel ragazzo a cui doveva la vita. Non voleva dimenticare il suo angelo custode.
<< Non hai nessun diritto di rubare...>>
Damon la zittì poggiandole un dito sulle labbra rosse. << Non voglio che tu mi dimentichi. >>
<< Allora non farmi dimenticare >>, disse Bonnie con tono più simile ad una supplica che ad un ordine.
Bonnie fissava quei due oceani neri. Dentro di lei sapeva che se non avesse dimenticato avrebbe vissuto nel terrore, nella consapevolezza  e nella probabilità che un vampiro l'attaccasse di nuovo e, forse, in quel momento non ci sarebbe stato nessuno a salvarla. Quella notte Damon l'aveva strappata da una morte certa e sicuramente non ci sarebbe stato sempre lui a salvarla da pericoli di natura sovrannaturale.
Dimenticare l'esistenza dei vampiri, ma soprattutto scordare quello che aveva passato per mano di William o ricordare così da mantenere il ricordo di Damon intatto? Sarebbe riuscita domani mattina ad alzarsi e ad andare a scuola fingendo che la sera precedente non era accaduto niente? Ma soprattutto, sarebbe riuscita a mantenere il segreto e non dire nulla ad Elena e a Meredith?
Bonnie rifiutava di dare e darsi delle risposte. Decisa, si allontanò dal vampiro e infilò la chiave nella toppa della serratura di casa aprendola.
La strega si girò verso il vampiro che l'osservava, sembrava combattuto.
<< Per i vampiri vale la regola dell'invito ad entrare in casa? >>, domandò Bonnie sperando di evitare l'argomento “dimenticare o no.”
<< Si, e a volte è davvero una seccatura >>, rispose Damon.
<< Ti va di ent..>>
Bonnie non riuscì a finire la frase, che si ritrovò con le spalle al muro e con un dito della mano di Damon posato sulle sue labbra.
<< Non dire quella parola >>, disse Damon portando il dito sulla guancia di Bonnie regalandole una carezza. << Tornerei. >>
<< Non chiedo altro >>, ammise Bonnie in un filo di voce.
Damon sorrise. << Che cosa c'è in te uccellino? >>
Bonnie non capì il senso di quella strana domanda e tantomeno riusciva a formulare una risposta, perché quelle emozioni che la stavano investendo, erano talmente tante da zittire tutti i pensieri.
E in quel primo magico momento furono solo loro due: Damon e Bonnie.
Un vampiro assetato di sangue, dal cuore di ghiaccio che rispettava e compiaceva solo se stesso e una strega, dolce e fragile, che inconsapevolmente aveva incominciato a far sciogliere il ghiaccio che avvolgeva il cuore di quel vampiro. Bonnie sentì assalirla un giramento di testa e il bisogno di aggrapparsi a qualcosa si fece strada in mezzo a tutti quei pensieri. Come se qualcuno le avesse letto nella mente, sentì un braccio circondare la sua esile vita.
Percepì  le dita della mano di Damon cercare ed intrecciare con naturalezza le sue e unirle, stringendole. Il calore che emanavano le piccole mani di Bonnie, circondarono in un abbraccio caldo quelle ghiacciate del vampiro . Quel calore così sconosciuto che stava pervadendo Damon, fece da tramite a quella parte celata e negata al resto del mondo, dove  aveva imprigionato e dimorava il vero Damon. In questa parte prigioniera del vampiro, ebbe origine un fuoco improvviso e bruciante, impossibile da domare e piagare al volere. Desiderava solo che non gli venisse imposto di smettere di scoppiettare e, come se avesse una coscienza propria, chiedeva di essere alimentato e nutrito.
Bonnie portò il suo sguardo su quello del vampiro, legando i suoi occhi a quelli neri di lui. Vide che in quei due occhi qualcosa incominciò a brillare e sapeva che in quei casi era il cuore a guidare sotto l'onda delle emozioni i gesti e i movimenti. Senza indugio ascoltò quello che le suggeriva il suo di cuore e si lasciò andare.
Alzandosi in punta di piedi sfiorò le labbra morbide e fresche di Damon, ma colta da un’improvvisa paura di essere respinta, si ritrasse.
<< Non ti farò del male e anche volendo ormai non ci riuscirei. >>
A quelle parole il cuore di Bonnie perse un battito. Desiderava anche lui la stessa cosa? Pensava che aveva paura che le facesse del male?
Era strano, ma Bonnie sentiva una connessione, simile ad un filo invisibile che la legava a quell’angelo oscuro. Non aveva paura di lui, anche se per logica doveva.
<< Non ho paura di te >>, disse Bonnie non troppo sicura di quello che aveva appena detto.
Entrambi potevano sentire che la notte, il mondo e l'attrazione che l'uno esercitava sull'altro, ad un solo possibile scontro, avrebbero provocato una potente, assordante esplosione.
Damon, con un sorriso, ricatturò quelle labbra che gli erano sfuggite più volte in quella prima sera e le tenne prigioniere fino a quando la consapevolezza che la piccola Bonnie, il suo uccellino, era diventato suo, arrivò chiara dentro di sé.
Al contatto immediato con quelle labbra, era come se ogni singolo colore, sia esso freddo che caldo, si fosse unito ad ogni più piccole e flebile rumore ed insieme avessero intrapreso una lunga e folle corsa verso Bonnie. All’improvviso, dentro di lei, sentì come se questi le avessero appena squarciato il petto e dirigendosi a grande velocità verso il suo cuore, fossero esplosi in un arcobaleno di colori lucenti emanando una luce talmente intensa da illuminare ogni singolo angolo.
Poteva percepire come Damon, sorpreso e completamente preso dallo scorrere degli eventi di quella notte, si era lasciato coinvolgere mettendo a rischio di mostrare il suo lato umano.
Anche se Bonnie realmente non riusciva a sentire cosa in Damon stesse accadendo, le loro labbra erano prese da un urgenza sempre più forte e sempre più desiderose di assaporare fino infondo quel sapore che l’una aveva sull’altra.
Quel bacio per Damon aveva qualcosa di diverso. Era come se in esso riuscisse a percepire tutta quella dolcezza e tenerezza che quella piccola ragazza possedeva. Dolcezza e tenerezza. Quando era stato l’ultima volta che aveva pensato o addirittura provato queste due sensazioni?
Il fuoco caldo che in lui stava crepitando e ardendo, era desideroso di essere alimentato sempre di più, mentre una nuova speranza si insinuò dentro di lui.
No, non poteva permetterlo. Non poteva concedersi il lusso di provare determinate emozioni. Non poteva.
Damon prese il viso a forma di cuore di Bonnie tra le mani.
<< Ti prego non farlo >>, disse Bonnie intuendo cosa Damon stava per fare. Una lacrima le scappò al suo controllo.
<< Credimi è meglio così >> , disse Damon asciugando quella piccola lacrima salata. << Dimenticherai tutto ciò che hai conosciuto questa sera. Non ricorderai niente né di me né dell'esistenza dei vampiri. >>
Dicendo queste parole, che stranamente Damon le sentiva posarsi dentro di lui come un grosso macigno, posò le sue labbra  fredde sulla fronte calda della giovane Bonnie. << Addio mio piccolo uccellino. >>
Per un momento Damon fu attirato nuovamente verso quel calore.
Sarebbe tornato un giorno, lo sapeva. Trasformandosi in quel corvo dal piumaggio nero, volò via lasciando quella ragazza dai cappelli del colore delle fragole e gli occhi marroni da cerbiatta.

***

 
Bonnie chiuse la porta d'ingresso alle sue spalle e salì con estrema lentezza le scale per poi ritrovarsi in camera sua. Senza accendere la luce andò a sedersi sul letto e concentrò il suo sguardo fuori dalla finestra. Si sentiva...strana.  Era come se qualcosa avesse appena messo in moto un qualcosa.
“Ma cosa?”
Dopo essersi tolta il giubbotto e le scarpe, si diresse in bagno, quando nell’accendere la luce, un tessuto nero legato alla sua mano attirò la sua attenzione.
Bonnie lo guardava e sentendosi stordita e troppo stanca per formulare un pensiero coerente, lo slegò e lo gettò nel cestino sotto la sua scrivania.
La strana sensazione che aleggiava sospesa dentro di se, aumentò.
Bonnie immobile e spaesata fece quello che sentiva essere giusto: raccolse dal cestino il tessuto nero e liscio e prima di riporlo in un cassetto, lo accarezzò.
La strana sensazione che aleggiava sospesa dentro di se, diminuì.
Bonnie, nell’oscurità della notte, si ritrovò a sorridere e a sfiorarsi le labbra con dita tremanti.
 


 
 
 
 
 
L’angolo di Lilydh

Ed eccomi qui ad aggiornare per l’ultima volta questa storia e voi a leggere la sua ultima parte.
Credo che le parole, le scene, le descrizioni, i momenti che si sono svolti in questo capitolo si commentino da soli.
Ho voluto conservare questo mio “discorso” per la fine di questa storia.
Fino a prima che la pubblicassi, non aveva neanche un titolo e adesso...
Pubblicandola ho permesso a tutti coloro che aprono e caricano le sue pagine di leggerla, di leggere qualcosa di mio. Ammetto che tutt’ora ho paura di pubblicare, ma la paura fa parte anche del mestiere. ^^
Credo sia un po’ come quando i cantanti dicono di aver paura di salire sul palco prima dell’inizio di un loro concerto….non svanisce mai.
Come vi ho già detto nel mio primo commento, questa è una storia che ho scritto molto tempo fa e solo da pochissime settimane ho avuto coraggio di fare il grande passo.
Nell’arco di tempo in cui l’ho scritta ho cambiato e modificato molte cose, ma la trama e i punti principali erano ben stampati nella mia mente. Dovevo solo dar voce alle mie idee e ai pensieri di Damon e Bonnie.
Ammetto che io e Damon non andiamo molto d’accordo quando, per questioni di trama, mi ritrovo a dover esprimere i suoi sentimenti. E’ cocciuto, enigmatico e non sai mai cosa penserebbe o come reagirebbe in una scena. E’ abbastanza complicato esprimere le sue emozioni, ma dopotutto la bellezza del suo personaggio sta anche in questo.
A mai io non sono poi così tanto buona. Se mi fa scervellare nel momento in cui devo dar voce ai suoi sentimenti, io lo faccio impazzire mettendolo in situazioni non troppo amate da lui. XD
Bonnie. La piccola e dolce Bonnie. Per quanto mi riguarda è un personaggio che trovo semplicemente adorabile (so che qui una persona in particolare storcerà il naso, vero Ali?), dove esprimere i suoi sentimenti, ma anche le sue incertezze e paure, è semplice.
Mentre scrivevo le scene dove veniva inseguita e le immaginavo, mi chiedevo se non stessi esagerando, se davvero il personaggio di Bonnie fosse in grado di sopportare una prova del genere. Sono alquanto sicura che da qualche parte nella streghetta, anche se nascosto, risiede il suo coraggio e ce ne ha dato prova affrontando Shinici in “Midnight”.
Damon&Bonnie: essendo che nei libri noi Donnie siamo rimaste a bocca asciutta, me le credo io. Come si sul dire, chi fa da se, fa per tre.
 A questo punto è l’unico modo per inculcare a Damon che deve stare con la streghetta.
La trama che ho scritto per la storia avrebbe potuto trarre in inganno, almeno fino ad un certo punto.
Come promesso, la quarta parte è totalmente e unicamente Donnie. In questo capitolo la tensione che avvertono entrambi esercitare l’uno sull’altro, cresce fino ad esplodere in una forte collisione.
Ho pensato che sarebbe stato giusto esprimere le sensazioni di entrambi, senza soffermarmi solo su uno dei due personaggi.
Come l’ho fatto, se bene o male, be questo dovrete deciderlo voi.
Arriva come una secchiata di acqua gelata: Damon induce Bonnie a dimenticare.
Questa è stata la parte più triste che ho dovuto scrivere e, in un certo senso, da accettare.
Tuttavia ho voluto che qualcosa di Damon le rimanesse.
 
Passiamo ai ringraziamenti.
Vorrei ringraziare chi ha speso qualche minuto del suo tempo per recensire capitolo dopo capitolo.  
Vorrei ringraziare tutte quelle persone che hanno aggiunto la storia tra le seguite e chi tra le preferite.
Vorrei ringraziare le persone che mi hanno aggiunto come loro autrice preferita.
Infine, ma non meno importante, a chi l’ha letta senza lasciare alcuna impronta del suo passaggio.
Grazie di cuore!
 
Spero non passi molto tempo prima che torni a pubblicare e voi a leggere, naturalmente se vorrete.
Con affetto,
Lilydh
 
Dovrei per caso inviare il messaggio tramite un piccione viaggiatore?
Mi sembra di aver scritto una lettera più che un commento.
Partendo con il fatto che ormai i piccioni viaggiatori sono fuori moda già da parecchio tempo, credo che la maggior parte di voi preferisca un corvo dal piumaggio lucente, dico bene?  ^^
Alla prossima!
  
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