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Autore: Debbie_91    01/02/2012    3 recensioni
Il fascino da bel tenebroso che possiede Vegeta è riuscito ad attirare l'attenzione della scontrosa Bulma. C'è, però, un problema: il Sayan non mostra alcun interesse nei confronti della giovane ragazza. Non le riserva altro che parole poco carine. E Bulma soffre. Soffre e si dispera per un amore che lei stessa reputa impossibile. Così, decide di guardare altrove e dedica le sue attenzioni a Yamcha. Ma sarà davvero lui l'uomo della sua vita?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Col viso che sbucava fuori dalle coperte, Bulma guardava il soffitto. E rifletteva. Rifletteva su quanto fosse accaduto la scorsa notte. E non riusciva a darsi pace.

Vegeta si trovava davvero di passaggio, quand'era stato sorpreso da Yamcha? Oppure, ascoltava i loro discorsi da dietro la porta?

Capire come fossero andate realmente le cose, l'avrebbe senza alcun dubbio fatta sentire meglio, o peggio, a seconda dei fatti.

Se il Sayan si fosse appositamente avvicinato a quella porta, ciò significava che non era ancora tutto perduto. Aveva ancora qualche possibilità, con lui.

Ma se non fosse stato così?

Bulma sospirò e scostò leggermente la coperta. L'aria afosa di luglio cominciava a dare fastidio, dunque, decise di abbandonare il letto e si alzò cautamente, per non destare il compagno che, sdraiato accanto a lei, russava forte. E ciò le fece intuire che non si sarebbbe svegliato comunque.

Gli diede un'occhiata veloce e, camminando in punta di piedi, raggiunse l'uscita.

Chiusa la porta alle sue spalle, non poté fare a meno di notare che la porta della stanza nella quale dormiva Vegeta era semiaperta. Ma non curandosene troppo, quasi volendo dimostrare a se stessa che poco gliene importava, si diresse in bagno, dove, varcata la soglia dell'antibagno, udì uno scroscio d'acqua, provenire da dietro la porta.

Non facendoci troppo caso, si guardò allo specchio e, ancora leggermente assonnata, abbassò le bretelle della canottiera di lino che portava addosso.

Improvvisamente, lo scroscio proveniente dal bagno cessò.

Mamma si è svegliata presto, stamattina.

Pensò.

E sciacquò il viso con l'acqua fresca, per svegliarsi.

La maniglia della porta del bagno si abbassò e Bulma le rivolse il suo sguardo, pronta a dare il Buongiorno alla madre, non appena fosse uscita.

La porta si aprì e, in effetti, qualcuno apparve alla vista della ragazza.

Ma non fu la madre.

Bulma lasciò cadere l'asciugamano, che aveva appena preso per asciugarsi il viso, e rimase come incantanta da quel paio d'occhi scuri che, improvvisamente, si trovò davanti, e che scrutavano con attenzione i suoi azzurrissimi, quasi volessero penetrare al loro interno.

Recuperato il senno, la ragazza arretrò di qualche passo, osservando attentamente il corpo muscoloso di chi le stava davanti.

Attraverso l'asciugamano, che il misterioso individuo portava addosso, poteva facilmente scorgere i lineamenti del suo corpo, ancora leggermente bagnato.

Lui, con molta calma, avanzò verso la porta dell'antibagno. E la chiuse a chiave.

-C-che fai?-

Domandò Bulma, con un filo di voce che evidenziava tutta la sua preoccupazione.

L'individuo non rispose.

Le si avvicinò.

Le andò vicino.

Troppo vicinò.

Ora, Bulma, poteva sentire il suo fiato sul collo e sulle spalle nude.

E rabbrividì.

Lui portò una mano sui suoi capelli e ci giocherellò per qualche istante.

Poi, la guardò dritta negli occhi e così rimase, lasciando che il cuore della ragazza battesse forte, e compiacendosi nell'ascoltarlo.

Così, sorrise ed afferrò delicatamente il suo viso.

Bulma temeva di chiudere gli occhi. Dopo ciò che era avvenuto la volta scorsa, non nutriva più alcuna fiducia nei suoi confronti. Temeva, anzi, che il suo unico scopo fosse prendersi gioco di lei. Che volesse trascorrere piacevolmente, in qualche modo, il tempo rimanente all'arrivo di Goku e soddisfare le sue esigenze maschili, senza provare un benché minimo interesse nei suoi confronti.

Ma lui non le diede troppo tempo per pensare, poiché, avvicinando il viso al suo, premette dolcemente le sue labbra carnose su quelle della ragazza.

E lì, Bulma, sentì mancare il respiro.

Il bacio, afrodisiaco e coinvolgente, durò non poco.

Poi, l'uomo la scansò e si avviò verso l'uscita.

Bulma stette a guardarlo, non riuscendo ad aprire bocca e ad emettere un qualche suono che avesse potuto fermarlo.

Fortunatamente, si fermò da solo.

E voltandosi verso la ragazza, si decise finalmente a parlare.

-Se ho fatto questo.-

Iniziò.

-C'è un motivo.-

Disse.

-E presumo sia lo stesso per il quale provo una strana sensazione nel vedere te e quel rifiuto dormire nella stessa stanza. Nello stesso letto.-

Proseguì, digrignando i denti.

-Non so perché questo avvenga. Non mi è mai capitato, prima d'ora. [...] Tornando a poco fa, ho solo fatto ciò che sentivo di fare. Ho agito in base al mio impulso. [...] Forse l'ho fatto per schiarirti le idee. […] Forse.-

La guardò.

-Ora sei libera di scegliere.-

Fece per andarsene.

-Ah. Voglio che tu sappia una cosa.-

Disse, girando la chiave con la quale aveva chiuso la porta pochi minuti prima.

-Se decidi di lasciare quel buono a nulla. […] Se lo lasci, per me. Sappi che avverrà solo a tuo rischio e pericolo. [...] Da me non avrai alcuna certezza.-

E se ne andò, chiudendo la porta alle sue spalle.

Lui pensava di averle chiarito le idee. Ma la realtà era che Bulma non si era mai sentita così confusa.

La ragazza, rimasta immobile, guardò la porta che il Sayan aveva appena chiuso.

Il suo viso eprimeva tutto il suo stupore.

Cos'ho fatto?

Pensò.

Ma ormai era troppo tardi.

  
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