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Autore: Thiana    01/02/2012    4 recensioni
"Quella era la spiaggia che vedeva ogni estate da ormai tredici anni. La stessa sabbia chiara, lo stesso mare azzurro e le stesse ragazzine che la lasciavano sempre sola; invidiose della sua bellezza e dei suoi lunghi capelli biondi. C’era qualcosa di diverso, però, quell’estate."
[Il mare a Settembre - Povia.]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Con la speranza che, un giorno, lui non sia più il mio mare.



Quella era la spiaggia che vedeva ogni estate da ormai tredici anni. La stessa sabbia chiara, lo stesso mare azzurro e le stesse ragazzine che la lasciavano sempre sola, invidiose della sua bellezza e dei suoi lunghi capelli biondi. 
C’era qualcosa di diverso, però, quell’estate. La vecchia casa dei Cliter era stata affittata da qualcuno. Una famiglia con due figli, aveva detto sua madre.
Così, seduta sulla sabbia, li osservava. Il padre di famiglia, un uomo bassetto e grassoccio, parlava sempre a voce alta e la moglie, una donna con i capelli rossi perfettamente acconciati, aveva una voce fastidiosa.
La figlia, minore del fratello, era entrata subito nella cerchia delle ragazze che, tutte sedute su un grosso scoglio a riva, parlottavano intrecciandosi i capelli. Il figlio, che seduto in spiaggia leggeva un libro, aveva i capelli lisci e occhi blu come la ragazza non ne aveva mai visti prima.
Una famiglia come tante, le sembrava.
 
 
La sera stessa, sua madre, invitò a cena la famiglia Woret perché “veniamo qui tutte le estati, siamo la famiglia più conosciuta, dobbiamo dare il buon esempio.”
Come si aspettava, la figlia minore, Margaret Woret, le parlava a stento e passò tutta la durata della cena a chiedere alla madre quanto mancasse per poter andare dalle sue nuove amiche.
Finita la cena, Margaret se ne andò dalle ragazze dello scoglio  - così le chiamavano tutti - e la signora Woter insistette perché Alicia facesse fare un giro ad Adrien.
“Ma mamma” disse lamentosa “è sera e non si vede niente.” Aveva tentato la ragazza. Il figlio dei nuovi arrivati era stato quasi tutto il tempo in silenzio a guardarsi intorno. Le sembrava quasi stupido.
Senza troppe parole sua madre spedì entrambi fuori di casa con l’augurio, o forse intimidazione, di divertirsi.
 
Alicia ed Adrien camminarono l’uno di fianco all’altro, in silenzio. Entrambi troppo concentrati a trovare qualcosa per rompere il ghiaccio, da non trovare nulla. Ora, fermi sulla sabbia con i piedi scalzi, per la prima volta si guardarono davvero.
Un fruscio, due mani che si toccano e improvvisamente un bacio rubato diventa una carezza che, sempre più audace, lascia i due a scoprire l’amore per la prima volta.
 
Ma Agosto finisce in fretta. Velocemente come la prima settimana di Settembre e, quel Giovedì sono tutti impegnati a rimettere in valigia i costumi, i capelli e i ricordi.
Un bacio soffiato nel vento e un lieve sorriso. Questo è quello che rimane.
 
Ma il mare, guarda il mare a settembre, blu come non l'hai visto mai e poi si fanno le vendemmie, che strani contadini noi.
 
Settembre. Ottobre. Novembre. Finalmente Dicembre.
 
La nebbia furba di Dicembre, lei crede ma non ti nasconde.
 
 Alicia non è più la stessa. Cammina con la schiena più dritta, tiene i capelli più in ordine ma soprattutto è grande dentro.
A quattordici anni le pare di aver vissuto una vita intera fatta d’amore, di speranze e d’attese.
Lo ama, o forse se n’è solo convinta. Spera di vederlo ancora una volta con i capelli al vento sull’uscio della casetta bianca. Sì, attende Giugno, lei.
 
A Marzo non riesce più a trattenersi, appena la madre esce alza la cornetta e, componendo con le dita tremanti il numero della Signora Cliter, la chiama per chiederle se la casa è già stata affittata. “Sì.” Risponde l’anziana signora. “Affittata fino alla prima settimana di Settembre. Come lo scorso anno.”
E questo le da speranza. Spera proprio che, anche quest’anno, siano stati quell’uomo grassottello e quella donna irritante.
 
Sei sempre tu il mio mare, destino dell'estate, sono le cose che non sono cambiate
 
Giugno. Luglio. Agosto.
Sempre di nascosto. Senza dir nulla ai genitori. Le fughe notturne. L’amore in spiaggia. I sorrisi trasportati dal vento.
Poi di nuovo Settembre. Ancora un bacio soffiato nel vento e un lieve sorriso. Nessuno ha mai sospettato nulla. Neanche quell’impicciona di Margaret e la sua cricca di pettegole.
L’inverno passa in fretta. Quest’anno è sicura che torneranno. Ha origliato una conversazione tra i coniugi Woret. Non chiama neanche la vecchia signora Cliter.
 
Giugno sembra arrivare più veloce che mai.
La valigia viene gettata sul letto che usa sempre, Alicia corre verso la casetta bianca vedendola ancora chiusa.
Arriverà. Tornerà.
E così aspetta. Ma i giorni passano. Saluta Luglio con un malinconico sorriso.
Con calma glaciale riposa la valigia in macchina, pronta a salutare la casa estiva.
Con la scusa del sole, si abbassa il cappello di paglia sugli occhi e, sempre con la scusa del sole, lascia qualche lacrima scenderle lungo le guancie.
Non è tornato…
 
 
 
Quella era la spiaggia che vedeva ogni estate da ormai ventitré anni. La stessa sabbia chiara, lo stesso mare azzurro e le stesse ragazzine che la lasciavano sempre sola;ì, invidiose della sua bellezza e dei suoi lunghi capelli biondi. Solo che ora erano donne, come lei. Sempre perse dietro qualche nuovo arrivato.
La vecchia casa dei Cliter era chiusa da quell’estate. Per anni aveva sperato di vederla aperta. Aveva desiderato vedere quegli occhi blu e i capelli neri di Adrian spuntare oltre la porta.
Ed ora, dopo nove anni, la porta verde della casa era aperta. Sull’uscio compare una donna con in braccio un bambino e subito, al suo fianco, si ferma un uomo. Probabilmente è la prima volta che la piccola famiglia guarda quel mare. Quello sguardo ce l’hai solo la prima volta.
 
Un ragazzo raggiunge Alicia e l’abbraccia da dietro, posando il mento sulla sua spalla. I capelli neri le solleticano il volto. La guarda con i suoi occhi incredibilmente blu e le sorride dolcemente.
“Tutto bene,  chèrie?”
“Sì, tutto bene, Alexander.”
Entrambi guardano il mare. Lui per la prima volta. Lei con una nuova consapevolezza.
 
E adesso guardo il mare a settembre, blu come l'abbiam visto noi. Si adesso guardo il mare, sempre e ancora mi travolge sai. Però non sei più tu il mio mare, destino dell'estate, perché le cose ora sono cambiate.
   
 
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